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Autore: vanessie    12/12/2012    5 recensioni
Dopo 8 anni dalla fine di Breaking Dawn la piccola Renesmee è diventata una bellissima quindicenne pronta ad affrontare i rischi e le insidie dell'adolescenza. Circondata dall'amore dei suoi familiari e degli amici di La Push, Nessie dovrà confrontarsi con il vero significato dell'amicizia e dell'amore. Riuscirà a trovare il suo posto nel mondo e a vivere come una ragazza normale? Troverà in Jacob quell'amore che le farà battere il cuore fino ad uscirle dal petto?
Una storia fantasy e romantica in cui tutte le ragazze possono riconoscersi, ma che non mancherà di stupirvi!
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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- Questa storia fa parte della serie 'Sunlight's ray'
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SUNLIGHT'S RAY FANFICTION



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Capitolo 46

“Chi sono?”

 

 

POV Jacob

Da quasi sei mesi vivevo senza sapere chi fossi. Non ricordavo il mio nome, la mia età, il posto in cui vivevo. Mi sforzavo di recuperare dalla mia mente qualche informazione, ma era tutto inutile. L’unica cosa di cui ero certo era la consapevolezza di essere un licantropo. Più volte in quei sei mesi infatti mi ero trasformato…vivevo in Canada a Vancuver, con i due vampiri che mi avevano trovato dopo l’incidente. I loro nomi erano Cindy e George. Odiavo per natura i vampiri, ma mi avevano salvato la vita curandomi quando ero gravemente ferito e dandomi una casa in cui vivere.

George diceva che al momento del mio ritrovamento avevano provato a capire chi fossi per rintracciare qualche mio parente o amico, ma era stato impossibile dato che indossavo solo un paio di pantaloni corti e non avevo con me nessun documento o cellulare. Pensavamo che l’incidente fosse stato causato da uno scontro con uno o più vampiri, viste le ferite che avevo e il mio abbigliamento…proprio in quell’occasione avevo perso la memoria.

Osservavo i miei tatuaggi senza poter capire perché li avevo fatti. Il primo era un grosso simbolo sulla spalla destra, chissà cosa significava…il secondo invece era uno spicchio di luna sull’interno del polso destro. Forse la luna era solo un modo per ricordare le vecchie leggende per cui i licantropi hanno un legame con la luna. Erano solo supposizioni…

Quella mattina, ancora sdraiato nel letto, guardavo l’anello che avevo all’anulare sinistro. Lo avevo ritrovato dopo l’incidente agganciato ad una specie di molla che finiva nella tasca dei pantaloni, dato che quando mi trasformavo lo dovevo togliere. Lo portavo all’anulare sinistro perché si capiva chiaramente che quella era una fede o un anello di fidanzamento…questo significava che da qualche parte, nel Mondo, avevo una compagna. Era d’oro bianco, al suo interno c’era una scritta che comprendevo solo a metà: 22/05/22 J-R. L’altra parte della scritta era in una lingua che non conoscevo, o che non ricordavo. Forse la mia compagna era straniera…avevo più volte cercato di interpretare quei segni per capire qualcosa di me. Sia George sia Cindy non ne capivano il senso. Provai anche a collegarmi a internet e digitare su Google traduttore quelle lettere…niente il risultato era lingua sconosciuta! Quindi sapevo solo che il 22/05/22 era successo qualcosa di importante per me e dalle due iniziali J-R potevo dedurre che il mio nome potesse iniziare con una di quelle lettere.

Non conoscere il mio passato mi affliggeva. Cosa potevano pensare i miei familiari, gli amici, quelli che mi conoscevamo visto che da 6 mesi non avevano mie notizie? Era come essere un albero senza radici. O forse mi sbagliavo, non c’era nessuno che mi aspettava, nessuno a cui importasse di me. Perché mai se ero un licantropo non avevo combattuto fianco a fianco con il mio branco? Perché mi ero risvegliato da solo nel bosco gravemente ferito? Magari anche la donna dell’anello mi aveva lasciato e nessuno si chiedeva dove fossi. Le mie condizioni di salute fisica comunque erano tornate al massimo. Solo la mente si rifiutava ancora di ricordare. I vampiri che mi ospitavano dicevano che la botta sulla tempia che qualcuno mi aveva procurato, era stata la causa inevitabile di quella perdita di memoria.

“Come vanno le cose stamattina, Clark” disse Cindy, era così che mi chiamavano perché ero stato ritrovato proprio nel bosco di Clarkville. “Al solito, ho il buio pesto in testa” risposi mettendomi le mani tra i capelli. “Tieni, mangia qualcosa, George ha fatto spese per te” mi disse. Mangiai e decisi di fare una delle mie inutili ricerche sul web. Mi ero illuso che provando a digitare qua e là alcune date, o ricercando il significato del tatuaggio che avevo sulla spalla sarebbe venuto fuori qualcosa di utile. Ma era solo un’illusione, dopo tre mesi di quelle ricerche ancora brancolavo nelle tenebre.

Aprii una pagina internet con una cartina politica degli Stati Uniti e, per una ragione misteriosa, fui attratto dallo stato di Washington. Ingrandii quella zona e un nome apparentemente insulso mi saltò all’occhio: Forks. Non avevo appigli nella mia memoria per ricordare qualcosa connesso a quella città, ma mi fidai del mio istinto. Digitai su Google la parola Forks e iniziai a documentarmi entrando in diverse pagine e guardando delle immagini. La descrivevano come una cittadina molto piovosa, con il cielo quasi sempre coperto dalle nubi; non c’erano grandi attrazioni. Le foto che vedevo non mi ricordavano nulla. Dopo tre ore davanti allo schermo decisi di chiudere e continuare il giorno successivo.

Quella notte sognai Forks ripescando le immagini osservate sul computer. Ero là, con l’ombrello in mano e giravo a vuoto per le vie del centro. Chiesi informazioni a un passante per trovare un luogo tranquillo in cui poter riflettere senza scocciatori. L’uomo mi indicò su una cartina un luogo chiamato La Push. Diceva che si trovava sull’oceano Pacifico, che c’erano delle spiagge e che avrei potuto raggiungerla in appena 15 minuti di macchina. A quel punto mi svegliai nel mio letto. Mi ero lasciato suggestionare dal nome di quella città nello stato di Washington, ma perché inventarmi anche La Push? Ero matto…

Dopo la colazione accesi il computer e ripresi le ricerche. Provai a digitare quel nome: La Push, tanto un tentativo non avrebbe fatto male. Si aprirono varie pagine che parlavano di quel posto…allora esisteva, non l’avevo inventato. Ero sicuro però che il giorno precedente quel posto non fosse mai venuto fuori. Come potevo aver sognato un luogo che non avevo mai sentito nominare o in cui non ero mai stato? La descrizione di La Push diceva:

 

La Push è un'area della Contea di Clallam nello stato di Washington, Stati Uniti. È patria della tribù di indiani d’America Quileute e si trova lungo il Fiume Quileute. Il suo Zip Code è 98350.

Il nome La Push deriva dal francese la bouche (la bocca) storpiato in lingua chinook. Descrive la posizione della città come posizionata sulla bocca del fiume.

È un luogo conosciuto per il surf e la caccia alla balena (o Asi), così come per la bellezza naturale che lo caratterizza. Una delle maggiori attrazioni di La Push è l’Ocean Park Resort lungo James Beach.

 

Mi soffermai sulle foto, che erano davvero belle…l’oceano, la foresta circostante, il paesino, le balene avvistate in lontananza, i tramonti…c’era qualcosa che mi attirava laggiù. Più tardi ne parlai con George e Cindy. “Non so perché ma è come se guardando quelle immagini una voce mi dicesse di andare lì” dissi “Non so che dirti Clark, se ti sembra così importante allora vai…” disse George “Secondo me devi assolutamente andare a controllare. Insomma in tutti questi mesi non c’è stato niente che ti abbia fatto quest’effetto, quindi provaci. Può essere un buco nell’acqua, ma non lasciare nulla di intentato” disse Cindy. Preparai le mie cose, il giorno successivo sarei partito. Prima di dormire qualcuno bussò alla mia stanza “Scusa Clark, disturbo?” “No entra pure Cindy” “Hai preparato tutto?” “Sì” “Spero con tutto il cuore che tu possa arrivare in questa La Push e ricordare qualcosa di utile!” disse.

In quel periodo mi ero affezionato a lei e a suo marito George. Mi dispiaceva lasciarli, ma dovevo scoprire il mio passato. “Ci mancherà la tua puzza di lupo, ma ci terremo in contatto con il cellulare e con internet…” disse “Certo, non vi dimenticherò e non finirò mai di ringraziarvi per avermi curato, sfamato, aiutato in ogni momento” risposi. “Vorrei che riuscissi a trovare la ragazza dell’anello” affermò Cindy “Non sono sicuro che ci sia ancora dopo 6 mesi” “Oh la troverai me lo sento…e non ti avrà scordato, sei speciale” disse abbracciandomi. Poi uscì dalla mia camera e mi addormentai con il sogno di ritrovare me stesso e la mia vita in quel paesino chiamato La Push, nello stato di Washington.



NOTE:

Avete visto????? Jacob è vivo, ma ha perso la memoria...ma secondo voi io potevo farlo morire??? Amo alla follia Jacob non oserei mai fargli del male. Malfidate ;) Tutti i precedenti capitoli mi sono serviti per creare un po' di suspance. Ogni volta che mi chiedevate notizie di Jake avrei voluto dirvi che era vivo, ma purtroppo non potevo, perchè non volevo rovinarvi la sorpresa. Comunque ha fatto un piccolo progresso ricordandosi di La Push, adesso quando arriverà là cosa succederà? Incontrerà Nessie? Continuate a seguirmi e recensire, un bacio
   
 
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