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Autore: nuccetta    12/12/2012    9 recensioni
Elena, Damon e Stefan. Elena è bella, mora, con gli occhi del color del cioccolato. Damon ha due iridi di ghiaccio, un atteggiamento da bello e dannato e la battuta sempre pronta sulla punta della lingua. Stefan è ligio al dovere ed innamorato perdutamente della sua donna. sembrerebbero gli stessi protagonisti che abbiamo imparato ad amare in The vampire diaries, ma non è così.
Elena e Stefan si sono conosciuti e amati anni fa, la loro storia è ricca di passione, tenerezza e amore. Damon giunge all'improvviso tra di loro e legherà indissolubilmente la vita alle loro.
E' la storia di un amore travagliato, è una storia di tradimenti, di bugie, di sentimenti veri e di timori nascosti.
un triangolo un po' diverso dal solito....
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Caroline mi guarda praticamente sconvolta. Indosso un vestito azzurro cielo che mi solletica indisponente una parte della gamba. Ok, non sono bravissima a scegliere i vestiti per i grandi eventi.

“Elena, come stilista faresti proprio schifo”.

Mi siedo stanca e spossata. “Già, speriamo che a Damon non venga qualche altra strana idea. Sai, magari un articolo grafico per la pagina della moda”.

“A proposito di Damon”. Ho un sussulto. Odio l'atteggiamento da maestrina di Caroline. Non fraintendetemi, lei è adorabile, ma a volte un po' troppo stressante.

“Damon, cosa?”.

“Non mordere. Volevo solo chiederti come fosse andata. Pensavo ti avrebbe licenziata in tronco, solitamente fa così”.

E adesso cosa le dico? Non posso raccontarle la verità, lei e Stefan sono davvero troppo amici perchè possa mantenere il segreto.

“Mi ha voluto dare un'altra possibilità”.

“Non è da Damon”.

“Magari è cambiato”.

“Damon non cambia. Lo conosco da quando avevo tre anni, mia madre era la migliore amica di sua madre. Una donna adorabile, dolcissima. Ti avrebbe adorato, sai, lei amava le ragazze semplici, quelle che, mi diceva sempre, profumavano di pulito... e lui la amava in una maniera smisurata. Quando se n'è andata, la sua vita è cambiata, lui è cambiato. Ricordo quando eravamo piccoli, mi trattava come una sorellina da difendere sempre. Poi il nostro rapporto è cambiato. Io mi sono innamorata di lui, ma lui... beh, lui era troppo bello e popolare per stare con una ragazzina come me. Quindi ci siamo allontanati un po', ma il bene che ci unisce è sempre presente”.

Ha gli occhi lucidi, quasi come se il dolore passato stesse riemergendo ora nelle sue parole.

“Lo ami ancora?”.

“No. Non lo amo più da tempo. Ma questo mio sentimento ha fatto sì che non riuscissi ad odiarlo, era come se avessi dei doveri nei suoi confronti, come se lo avessi promesso a quella donna tanto buona e generosa”.

E quindi Damon è solo un ragazzo solo, che ha perso troppo presto tutto ciò che ha sempre amato. In fin dei conti l'avevo capito, dopo tutto non è così misterioso come crede di essere.

“Ma quindi tu ami Tyler?”.

“E' la cosa migliore che mi sia capitata. Inizialmente pensavo che la sua secolare amicizia con Damon potesse essere un intralcio tra di noi, ma poi ho capito che niente avrebbe potuto rovinare ciò che giorno dopo giorno avevamo costruito. Ma adesso basta annoiarti con i miei problemi: dimmi qualcosa di te e di Stefan. So così poco di voi. L'ho perso di vista per davvero troppo tempo...”.

Sorrido con naturalezza, pensare alla nostra storia è sempre un momento magico della mia giornata. Mi piace raccontarla, mi piace sentire i commenti positivi degli altri, l'invidia genuina delle mie amiche.

“Stefan è stato un angelo caduto dal cielo in un momento un po' particolare della mia vita. Gli ho sbavato dietro per così tanto tempo che pensavo di aver esaurito tutte le energie. Poi, si è deciso a chiedermi di uscire. Non potevo crederci, era la realizzazione di un sogno. Lui, il più bello di tutto il campus, il più desiderato e irraggiungibile, ma era mio. Semplicemente mio. Ed ho iniziato ad amarlo, a vivere per lui, a sentirmi giusta solo con il attraverso di lui. Amo Stefan più della mia stessa vita. Mi ha dato cose che non potrei trovare in nessun altro. Lui c'è sempre stato, è sempre stato così”.

“Non si vedono spesso amori come il vostro. Sono felice che Stefan abbia conosciuto una donna forte e determinata come te”.

“A proposito di Stefan. Voi due come vi siete conosciuti, invece?”.

Ci pensa un po' su, Caroline è una donna molto metodica, non lascia mai nulla al caso, neanche nei racconti. Sono sempre brevi, ma intensi proprio come lei si mostra.

“Ecco, io e Stefan eravamo...”.

“Ecco qui le mie ragazze preferite”. La sua voce mi riempie le orecchie, è una musica cristallina che non vorrei mai smettere di ascoltare.

“Stefan” sembra quasi che abbia avuto una visione celestiale. Ebbene sì, lui è il mio angelo, ed io sono solo una povera mortale sempre parecchio incline agli errori. Ma lui è in grado di capire anche questo.

Dopo aver lasciato un breve bacio sulla testa di Caroline, mi avvicina a sé, tirandomi dalla vita.

“Sei bellissima, amore”.

“Care non è della stessa opinione”. Lancia un'occhiataccia alla sua amica, per poi dedicarsi nuovamente a me. “Sei stupenda. E comunque io ti preferisco senza vestiti...”. Ce la ridiamo, bocca contro bocca, mentre una scandalizzata Caroline riaggiusta i vestiti sull'appendiabiti.

“Rimangio tutto ciò che ho detto su quanto sia romantica la vostra storia. Siete disgustosi”.

Si allontana carica di abiti, mentre io e Stefan ci abbandoniamo ad un bacio tenero e pulito. Un bacio degno di noi, degno delle persone che siamo.

“Allora, non sei riuscita a trovare nulla?”.

Mi getto su uno dei puff sparsi nel negozio, metto un broncio, so che gli piace da morire.

“No, non mi sento ispirata. Tutti parlano di questa festa, neanche fosse il matrimonio della regina d'Inghilterra!”.

“A parte che la regina non è più in età da matrimonio da decenni e tu sei sicuramente molto più affascinante di lei. Anzi, sai che ti dico...”.

Mi fa alzare ed inizia a baciarmi il collo con fare molto coinvolgente. Certo mi lascerei anche andare, se solo non avessi gli occhi di tutto il negozio puntati addosso. Ma cosa gli prende! Stefan non è mai stato il tipo da tenerezze in pubblico. Alzo il viso per guardarlo negli occhi e assumo un'espressione alla TUNONMELARACCONTIGIUSTA.

“Cos'è tutta questa passione? Hai qualcosa da farti perdonare, caro il mio Salvatore”.

Arrossisce. Ora lo riconosco un po' di più.

“Ma smettila, che storie vai ad inventarti?”.

Cerco di recuperare al danno fatto. Uno Stefan corrucciato per tutto il giorno non è assolutamente ciò che voglio. E poi, a sincerità, è meglio che io me ne stia zitta.

“Dai, io vado a cambiarmi. Cercami un altro vestito carino carino e richiama Caroline. I conati dovrebbero esserle passati”.

Entro nel camerino sorridente. Amo trascorrere questi attimi con Stefan, mi fanno capire quanto importante sia la sua presenza nella mia vita.

 

 

 

 

Il sole autunnale mi scalda la parte di viso scoperta dai capelli. Cammino mano per la mano con Stefan, godendomi un bel gelato alla fragola. Il mio fidanzato ha in mano un vestito che non credevo di poter mai indossare. Mi ha colpito subito, ma devo ammettere che l'etichetta mi ha proprio fulminato. Stefan ha insistito tantissimo per regalarmelo e, dopo una mezz'ora di litigio, la mia vanità ha avuto la meglio.

“Ragazzi, io devo scappare. Ho un appuntamento con Tyler, se anche oggi arrivo in ritardo, mi uccide. Quello morde. Elena, ti aspetto alle sette a casa. Non tardare”.

Sorridiamo e la osserviamo andare via divertiti.

“Allora, cosa mi racconti di questo nuovo lavoro?”.

Mi sento avvampare, Stefan ha il potere di leggerti dentro, e questo a volte mi spaventa.

“Cosa vuoi che ti dica? Sono stata lì dentro solo un giorno”.

“Ok, però Damon non è il tipo che porta alle feste assistenti, se non trova in loro alleate perfette”.

“No, non credo... aspetta un attimo. Tu come fai a conoscere Damon?”. E soprattutto perchè non me l'ha mai detto? Mi sarei risparmiata qualcosina.

“Come? Oh, beh sai come funzionano certe cose. Siamo entrambi nell'ambiente. E' impossibile non conoscersi”. Già, che stupida. Dopo tutto la prima volta che ho visto Damon, era proprio a casa Salvatore.

“Ho capito. Cosa pensi di lui?”.

“Penso che sia un uomo che dalla vita ha avuto troppo, ma non gli basta. Meno rapporti avrai con Damon, più starai meglio. Non farti influenzare dai suoi cambi d'umore. Devi essere forte e andare avanti per la tua strada. Lavorare per lui, sarà un ottimo biglietto da visita per il futuro”.

“Perchè non mi hai detto nulla? Non pensavo vi conosceste”.

“Non era necessario saperlo”. Afferma semplicemente.

“Ora, dobbiamo stare qui a parlare tutto il tempo di Damon, o posso dedicare un po' del mio tempo alla mia bella fidanzata?”.

Gli sorrido con dolcezza e prendo la sua mano nella mia. Attraversiamo insieme le affollate strade di New York e sento dentro di me il bisogno di attraversare con lui anche quelle della mia vita.

E' facile dirsi innamorati, più difficile e dimostrarlo a se stessi. Ho avuto il timore di aver perso me stessa, e anche l'amore per Stefan, ma ora che sono con lui, capisco che nessun altro amore potrebbe mai rapirmi il cuore.

“Stefan...”.

Si volta verso di me, è ancora sporco di gelato alla crema. Mi viene da ridere. “Ti amo”.

“Ti amo anch'io, piccola”.

Con un dito, tolgo dalle labbra un po' di giallo e inizio a baciarlo con passione e foga. Elena, contieniti, sei in mezzo alla strada e flotte di bambini curiosi ti stanno osservando.

 

 

 

“Dai, Ele, fatti vedere”.

Alzo gli occhi, indispettita dall'impazienza di Caroline e mi guardo ancora una volta allo specchio. Non sono mai stata così bella. Il vestito che Stefan mi ha regalato è perfetto, cade a pennello sulla mia figura esile ed il nero del morbido tessuto mi conferisce un'aria più matura. Faccio un giro su me stessa, per ammirare un'ultima volta la cascata di swarovsky che mi coccola la schiena.

Vado verso la cucina, dove Caroline mi aspetta. Dopo tutto è lei che si è occupata della riuscita del look e anche dell'acconciatura , e devo ammettere che ha fatto davvero un ottimo lavoro.

“Sei stupenda”. Gli occhi le brillano per l'emozione, mi ricorda una bambina felice di aver agghindato per bene anche l'ultima barbie e che ora è pronta per mandarle al ballo.

“Merito tuo e di Stefan”.

“No, Elena. Questo è solo merito tuo. Sei straordinaria”.

Suonano alla porta, ma incurante di andare ad aprire mi metto a trafficare con la piccola borsetta intonata con il vestito. Tanto Stefan aveva da fare, quindi sarà sicuramente Tyler che vorrà dare l'ultimo saluto della giornata a Caroline.

Prendo un bicchiere d'acqua fresca, a forza di complimenti mi sento avvampare.

“Ele, cosa fai? Il rossetto”.

Mi volto nuovamente verso la mia coinquilina, questa volta spazientita per le sue continue manie di controllo. I miei occhi, però, incrociano subito i suoi. E' bellissimo, bello come non lo avevo mai visto. Ora credo di essere andata seriamente a fuoco.

“Damon...”. La mia voce esce un po' strozzata. Dopo tutto uno spettacolo del genere non è ricorrente nella vita normale.

“Elena... sei... bellissima. Seriamente, non ci sono parole”. Per una volta anche lui sembra essere rimasto senza parole e, anche se non dovrei, mi sento notevolmente compiaciuta.

“Cosa ci fai tu qui?”.

“Sono passato a prendere le mie due assistenti preferite. Che cavaliere sarei, se vi lasciassi arrivare sole a quella festa di sanguisughe”. Fa il suo tipico sorrisino storto, quel sorrisino che riesce a mandare in confusione il cervello. O forse sarebbe meglio dire il mio cervello.

“Io sono praticamente pronta. Metto le scarpe e arrivo. Elena, tu a che punto sei?”.

“Oh, io ho quasi finito. Prendo solo la giacca e arrivo”.

Quando torno in cucina, Damon è impegnato ad analizzare una per una le foto appoggiate sul camino. Foto di una vita felice, foto di due ragazze diverse e delle loro vite diverse. Foto di due amori diversi e ugualmente intensi.

Fingo un colpo di tosse per ricordargli la mia presenza. Si gira di soprassalto, quasi fosse stato sorpreso a rubare.

“Elena... scusa, non sapevo cosa fare”.

“Non preoccuparti Damon”. Rispondo acida.

“Quindi, lui è il tuo fidanzato”.

“Già, lui è Stefan, il mio fidanzato, il mio unico amore da qualche anno a questa parte. Ma credo che tu lo conosca da un po' più di tempo”.

Arrossisce. Cavolo sono riuscita a fare arrossire Damon Kallaghan, uno a zero per me.

“Io e Stefan... beh, noi ci conosciamo da tanti anni. C'è sempre stato un legame molto forte”.

Inarco le sopracciglia, di sicuro questa versione discosta leggermente da quella di Stefan. Eppure sembra che Damon sia più sincero. Decido di lasciar perdere. Fino a prova contraria, ciò che fossero prima non riguarda me.

“Caroline sei pronta?”.

“Arrivo. Eccomi”. Caroline entra saltellando su un piede, mentre cerca invano di mettere una scarpa sull'altro. “Andiamo”.

 

 

Arriviamo di fronte ad una villa ottocentesca immensa. Dopo aver visto casa di Stefan pensavo di aver concluso con tutto questo lusso. Poi penso che, con ogni probabilità, casa di Damon non dovrebbe essere da meno. Arrossisco. I miei pensieri sono arrivati fino alla camera del mio capo, cerco di immaginare come sia arredata... ok, basta, Elena.

“Elena, alzi il tuo dolce e sexy sederino dal mio sedile, o devo provvedere io?”.

La voce di Damon mi riporta alla realtà. “Arrivo”. Sbuffo e cerco di non inciampare sullo strascico del vestito.

Mi avvicino ai miei due compagni di viaggio. “Sono pronta”.

“Allora andiamo”. Mi offre il braccio ed io, anche se titubante, accetto sorridente.

“Care, non ti offro l'altro braccio, tanto immagino troverai qualcuno ben disposto a darti anche qualcos'altro”. Ride soddisfatto della sua battuta incomprensibile. Caroline non sembra pensarla allo stesso modo, almeno credo, vista la linguaccia che gli dedica. Almeno non sembra arrabbiata. Per tutta risposta, Damon la avvolge con dolcezza con un braccio. Lei si lascia andare al suo petto ed io mi sento una stupida, mentre mi ritrovo a pensare che vorrei vivere con lui anche questo tipo d'intimità.

Così, allacciati gli un gli altri, facciamo il nostro ingresso in un immenso salone decorato a festa. Mi sento Cenerentola al ballo del principe.

Damon mi cammina vicino, salutando qualcuno di tanto in tanto, Caroline, invece, si è già persa in pettegolezzi con un gruppetto di persone che ha incontrato.

Il mio capo mi sussurra nell'orecchio qualche frase scoordinata, volta a presentarmi i volti più influenti della società.

“Dietro di te, Kol Mikaelson. Un'idiota che gode di popolarità alle spalle di suo fratello”. Lancio un'occhiata distratta a Kol, è un bel ragazzo sui trent'anni, ma in effetti la faccia da stupido non gli manca.

“Invece, dall'altro lato della sala c'è Klaus. Lui sì che ha fiuto per gli affari. Peccato sia così stronzo e pieno di sè”. Lo guardo fingendo stupore.

“Stronzo e pieno di sé. Mmm, è una descrizione parecchio in voga da questa parti”. Ride spensierato, una risata sincera e cristallina che raramente gli ho sentito esprimere.

“Uno a zero per te, Gilbert”.

“Damon. Che piacere vederti, non mi presenti la tua affascinante accompagnatrice?”.

Kol si avvicina con grazie e sensualità, il suo sex appeal è considerevole.

“Kol, che onore. Ti presento Elena, la mia assistente”.

Mi prende la mano e la avvicina alla sua bocca, non distogliendo lo sguardo neanche per un secondo.

“Incantato”.

Damon lo fulmina con lo sguardo, probabilmente il suo odio per il giovane ha raggiunto livelli esasperanti.

“Ok, se per te non è un problema, noi andiamo a prendere qualcosa da bere. La mano le serve”.

Dopo avermi letteralmente strappata alla presa del mio adulatore, dopo avere accennato un grazie sarcastico, ci avviciniamo al tavolo del buffet.

“Non ti voltare, Elena”. E' preoccupato, decisamente atteggiamento che non lo contraddistingue.

“Che c'è?”.

“Rebeckah Mikaelson. Dobbiamo tentare di tutto per evitarla”.

Lanciando uno sguardo furtivo, ritorno al mio capo e alla sua faccia buffa. Incredibile, quante persone possano nascondersi in Damon Kallaghanl.

“Che ti ha fatto di così tremendo da farti ridurre in queste condizioni”. Ridacchio divertita, beccandomi una sua occhiataccia molto allusiva.

“Niente. E' solo una sgualdrina che cerco di tenere lontana”.

“Sgualdrina è un termine molto cattivo e maschilista”.

“Fidati, lo useresti anche tu se la conoscessi. Mentre i suoi fratelli si occupano dell'azienda, lei ama saltare di letto in letto. Pochi sono i rampolli sopravvissuti alla sua tela. La vedova nera, rispetto a lei, è una simpatica vecchina che regala dolcetti e caramelle a tutti”.

Mi gratto pensierosa il naso. “E tu fai parte dei superstiti o degli intrappolati”.

“Elena... la sgualdrina è un ospite fisso nel mio letto. O meglio, era”.

“Damon”. Una voce acuta e fastidiosa mi riempie le orecchie. Mi giro giusto in tempo per riconoscere il profilo morbido e seducente di Rebeckah. ha gli occhi a cuoricino e punta Damon come fosse una specie di trofeo in palio per la serata.

“Beckah. Che piacere rivederti”. La finzione nella voce del mio capo è più che palpabile, ma la Mikaelson non mi pare assolutamente un mostro di astuzia.

Si avvicina con fare felino a Damon e, senza neanche calcolarmi, gli fa scivolare una mano sulla camicia bianca e setosa. Una scena da vomito, insomma. Mi allontano, cercando di lasciar loro un po' di intimità, anche se sono sicura che Rebeckah potrebbe farsi possedere anche sotto il tavolo degli stuzzichini.

Rimango sola ad osservare la tristezza di questa festa. Di sicuro ero convinta che la mia presenza qui fosse per motivi più professionali. Appoggio la schiena al muro e il mio sguardo si sofferma proprio su Damon e la sua dama. Adesso stanno ridendo. Mi fanno venire voglia di vomitare.

“Posso offrirti da bere”. Non do neanche retta alla voce. “Sto già bevendo, grazie”.

“Wow, quanta rabbia. Dovrei dire a Kallaghan di addomesticarti”. Mi volto con disgusto ad osservare la figura lasciva di Kol.

“ha bisogno di qualcosa”.

“Di te”. Bleah. Questo è il genere di battute tipiche dei rampolli di NY? No, Damon è molto più affascinante nel trattare con le ragazze.

Scoppio a ridergli in faccia con davvero poca grazia.

“Perchè ridi?”.

“Niente, mi è venuta in mente una barzelletta. Forse un giorno gliela racconterò”.

“Dammi del tu, ti prego”.

“Come preferisci. Bella festa comunque”.

“Non so perchè, ma non ne sembri convinta. Non ti biasimo. Klaus ha molto gusto, ma per una popolazione al di sotto dei settantacinque anni, una festa del genere può risultare un po' retrò”. Rido, questa volta sinceramente divertita. Dopo tutto non è così male. Lui, da parte sua, è fiero di se stesso per essere riuscito a farmi ridere.

“Ascolta, perchè non lasciamo questa festa noiosa e andiamo a bere qualcosa noi due?”.

Oddio, la storia si ripete. Forse dovrei cercare di evitare le feste di questo periodo!

“Kol, perchè non vai a prendermi da bere e dimostri così il tuo spirito d'ospitalità”. Damon interrompe la nostra chiacchierata e anche i miei pensieri. Il più giovane dei Mikaelson si allontana dopo aver incenerito Damon con lo sguardo. Non so perchè, ma questo atteggiamento sembra averlo intimorito.

Damon non mi rivolge parola, è freddo e distaccato.

“Vai a chiamare Caroline, ce ne andiamo”.

“Ma se siamo appena arrivati!”. Mi lamento giusto per il gusto di andargli contro, in realtà muoio dalla voglia di tornarmene a casa. Oltre al vestito, questa festa è un completo schifo.

“Siamo le tua assistenti, non le tue serve. Non puoi decidere tu cosa dobbiamo e non dobbiamo fare”.

“Fa' come vuoi, Elena, ma io me ne vado. Tu però... tu continua pure a farti corteggiare da Kol Mikaelson, ma poi quando ti metterà le mani addosso non contare sul mio aiuto”.

Non riesco a capirlo, sembra fuori di sé.

“Che ti succede, Damon?”. Faccio per allontanarmi. Oltrepasso il confine della porta e mi inoltro nella bellezza autunnale di quel magnifico giardino. Inizio a camminare veloce, per quanto i tacchi me lo consentano. Mi siedo su una panchina che si affaccia sul lago. Questo posto è così romantico.

Lo vedo correre verso di me, la giacca svolazzante e i capelli che li solleticano la fronte. E' bellissimo, così bello da togliermi letteralmente il respiro.

Rimango lì ad osservarlo nonostante una parte di me vorrebbe alzarsi e mollargli uno schiaffo in pieno viso. Uno schiaffo per essere un grandissimo stronzo ed un altro perchè questo suo essere stronzo lo rende ancora più gradito ai miei occhi. E' come se mi intrigasse di più, come se quando sono con lui, non prendessi in considerazione tutta quella serie di circostanze che dovrebbero essere al primo posto tra i miei pensieri. Una a caso? Stefan.

“Vattene, Damon”.

“Elena, perdonami. Ho avuto una serata difficile, non sono riuscito a discutere neanche di alcuni progetti che mi stavano a cuore. Sono solo un po' nervoso”.

“Beh, difficile occuparsi del lavoro, quando hai una sanguisuga appiccicata al fianco. Sai? Dovresti dire a Rebeckah che così non fa proprio una bella figura di fronte alla società. Magari suo fratello potrebbe non esserne contento”. Le parole mi sfuggono di bocca prima ancora di ragionarci sopra. Mannaggia a me che non so mai considerare i tempi, i momenti e gli spazi giusti. Come sospettavo, il broncio di poco fa di Damon, si allarga in un sorriso sincero e compiaciuto. “Non sarai mica gelosa?”.

“Gelosa io? Di te? Sognatelo”. Riesco ad essere abbastanza sicura, per un attimo Damon sembra anche rimanerci male, poi però sfodera nuovamente il suo sorriso beffardo.

“Guarda che a me non dispiacerebbe. Sono abituato ad essere il sogno erotico di tutte le donne che mi circondano”.

“L'enormità del tuo ego mi dà la nausea”. Mi alzo infastidita e, mentre cerco di andare via, la sua presa forte mi costringe a girarmi.

“Ehi, aspetta. Prima che tu vada via, è giusto che mi scusi”.

“Damon, io non so cosa fare con te. Ti conosco da solo tre giorni e già sto rischiando di impazzire. Un attimo prima sei felice e sembra che tra noi possa nascere un'amicizia, l'attimo successivo ti agiti e sembra che sia l'ultima persona che vorresti avere nella tua vita”.

“Tu non mi conosci, Elena”.

“E allora aiutami tu”. Sono quasi disperata. Vorrei che prendesse seriamente in considerazione la mia proposta. So che in questi giorni ho sperato vivamente che mi stesse lontano, ma ho comunque realizzato che la sua vicinanza mi rende più tranquilla. E non chiedetemi il motivo, non uscitevene con storie folli, mi piace il nostro modo di approcciarsi, il nostro modo di litigare, il nostro modo di fare pace. E sì, in soli tre giorni sono in grado di decidere che ciò che mi lega a lui è una forma di affetto.

“Tu mi mandi in confusione. Io mi sono creato una maschera, una vetrina con cui apparire al mondo. E mi sta bene, mi fa sentire potente. Amo ciò che la gente pensa di me, amo essere odiato, disprezzato. E questo perchè l'odio porta rispetto, porta invidia. Ma con te... tu mi hai stravolto la vita. Con te riesco ad essere me stesso, non riesco ad essere l'odioso multiproprietario a cui il mondo si è abituato. Io ho paura di essere troppo me stesso”.

Le sue parole mi colpiscono come un ceffone in pieno viso. Mai pensavo che Damon si sarebbe aperto a me, non così in fretta almeno.

“Ma tu chi sei, Damon? Sei l'uomo crudele e spietato che sarebbe disposto a tutto pur di non fallire? Sei l'uomo determinato e romantico che porta le sue assistenti ad alta quota per ammirare la bellezza di New York? Dimmelo, Damon. Solo così tra noi potrà nascere qualcosa”.

“Mi sento in dovere di proteggerti, di starti vicino. Ed ho paura. Ho paura perchè non mi era mai successo”.

Mi avvicino in punta di piedi a lui. Appoggio la fronte sul mio petto e stringo le braccia intorno al suo collo. Lui non ricambia, ma io non mi sento rifiutata. Restiamo così per qualche minuto. Lui a fissare il vuoto, io a bearmi di quel contatto, di quel profumo.

“Damon, cerchiamo di diventare amici. Proviamoci, almeno. Poi può essere che non funzioni, ma se entrambi non riusciamo a star lontano l'uno dall'altra, un motivo ci sarà”.

Mi sono esposta, ho dato voce ai miei pensieri, alle mie paure. Eppure l'idea di creare un legame con lui mi alletta, è come se sapessi che nel bene e nel male, posso sempre fidarmi di qualcuno.

Lo sento allontanarsi da me e sento il mio corpo rifiutare questa lontananza. Con Damon è sempre così, un passo avanti e cento indietro. Mi sento incompleta.

“Dove vai?”. Posso avvertire l'angoscia nella mia voce, il mio bisogno di riprenderlo tra le mie braccia.

“Devo andare, Elena. Chiama un taxi, ti aggiungerò i soldi allo stipendio”.

Seriamente? Sta riducendo tutto al denaro? Ma d'altronde cosa potevo aspettarmi da un uomo spietato come lui. Sono sempre è solo stata una delle tante che gli piacerebbe portarsi a letto. Una povera idiota da aggiungere al suo interminabile elenco.

“Scusami ancora, Elena”. Si allontana lentamente, ha le mani in tasca e lo sguardo illuminato dalla luna. Perchè è tutto così difficile? Perchè temo le reazioni di Damon? Perchè sento un desiderio mai provato di stare ancora con lui?

E' stata una giornata lunga, una giornata intensa fatta di sentimenti contrastanti. Mentre stamattina mi beavo del mio mondo fatto di Stefan, adesso sto nuovamente mettendo in dubbio ogni cosa, ogni mia emozione. Vorrei delle risposte o forse vorrei semplicemente non avere domande. Sapevo che prima o poi sarebbe arrivato. Sapevo che ci sarebbe stato un momento in cui non sarei più stata sicura dei miei sentimenti per Stefan. Eppure non pensavo sarebbe andata così. A volte ero anche convinta che tra di noi non ci si sarebbe mai messo in mezzo nessun altro. Tanto meno un giovane uomo misterioso, pieno di virtù, ma anche saturo di egoismo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao ragazze. So che in questo capitolo non succede nulla di entusiasmante, ma è un capitolo di passaggio molto ma molto importante. Infatti proprio qui iniziano a mostrarsi i sentimenti di Elena. Nella prima parte troviamo una ragazza sicura dei proprii sentimenti e innamorata del proprio fidanzato. Verso la fine riesce ad ammettere a se stessa che le cose stanno inizando a cambiare e che quell'uomo misterioso ha a che fare con il suo umore contrastante. Da parte sua, anche Damon inizia a manifestarsi, ciononostante non lo fa in toto. Egli, infatti, ha un passato ancora da scoprire e questo andrà ad influire sempre di più sul suo rapporto con Elena. Presto infatti i due si troveranno ad un punto di non ritorno e per Damon potrebbe essere più che difficile superare il limite.

Abbiamo inoltre scoperto un po' di legami nuovi: Caroline e Damon si conoscono fin dall'infanzia (infanzia non meravigliosa per Damon) e abbiamo anche scoperto un'amicizia tra i due interessi di Elena? Amicizia, anche se ancora non si è capito molto bene.

Inoltre è stata presentata anche la famiglia Mikaelson... tranquille, presto verrà lasciato spazio anche a Klaus, ma ho bisogno di un contesto in cui introdurlo. Che mi dite di Damon geloso? E di Elena gelosa?

  
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