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Autore: Withoutdreams    12/12/2012    5 recensioni
La classica storia di una ragazza che s'innamora del compagno di banco. Una O-S senza pretese sulla prima cotta. (Wow, faccio proprio schifo a scrivere introduzioni!)
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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IL COMPAGNO DI  BANCO

Sei stanca di doverlo guardare di nascosto per paura che legga nei tuoi occhi il sentimento che provi per lui, non vuoi più temere di lasciarti scappare parole di troppo, l’unica cosa che vuoi è far cessare quella tortura. Sì, l’amore per te è una tortura, la peggiore:  si insidia nella tua mente e non ti permette di pensare ad altro, ti rende nervosa e paranoica, prende il controllo del tuo corpo, ti fa battere rumorosamente il cuore in petto tanto che sembra sempre sul punto di sfondartelo e ti svuota lo stomaco, oh, quanto odi avere le farfalle nello stomaco, le odi quasi quanto i brividi che ti percorrono la schiena quando ti sfiora.
Guardi l’orologio a muro della classe, manca ancora un lungo quarto d’ora alla ricreazione, alla tua dichiarazione. Ti lasci scappare un sospiro rassegnato, vorresti risolvere la questione il prima possibile, pur di buttarti alle spalle questa storia, questo fastidioso sentimento, sei disposta ad accettare un suo “no” perché tanto continueresti a vivere, sei sicura che non moriresti di crepa cuore.
Vedi la sua mano strisciare sul tuo banco e lasciarvi un piccolo pezzetto di carta piegato. Non stacchi gli occhi dal biglietto nemmeno per guardare il mittente, afferri il  foglietto nella mano leggermente tremante e lo apri trattenendo il respiro.
CHE HAI?
Ha davvero una brutta calligrafia, spigolosa e piccola, simile a uno scarabocchio, pensi che ha già un futuro come medico. Ti prende il panico: che abbia capito tutto? Ti volti e guardi il tuo compagno di banco, la tua prima cotta. Guarda annoiato la lavagna e, forse si sente osservato o ti ha visto, si volta per incontrare i tuoi occhi spalancati e timorosi. Con le labbra ti dice un silenzioso “allora?” e con un gesto delle mani ti invita a scrivergli una risposta. Ti senti impacciata nel prendere la penna e imbarazzata nel scrivergli la risposta. Non vuoi e non puoi aspettare ancora un quarto d’ora, questa tua cotta ti sta logorando dall’interno, ti senti ormai prossima alla follia.
VORREI CHE LA CAMPANELLA SUONASSE, COSI’ POTREI FINALMENTE CONFESSARTI I MIEI SENTIMENTI.
P. S NON DEVI PER FORZA RISPONDERE
Quando glielo passi e lo vedi che leggere ti senti leggera e serena come non sei da quando ti sei innamorata di lui. La soddisfazione di esserti tolta quel peso dura poco, fino a quando con la coda dell’occhio lo vedi impugnare la penna che ti ha rubato una settimana fa e cominciare a scrivere un secondo biglietto.
NON DEVI PER FORZA ASPETTARE LA CAMPANELLA. TI AVVERTO CHE NON SONO MAI STATO UN TIPO ROMANTICO
La testa ti gira nonostante sia terribilmente vuota, non capisci cosa intenda veramente, vuole forse che ti dichiari adesso? Ormai ti sei  buttata, tanto vale andare fino in fondo, no? E se stessi fraintendendo? Se ti stesse prendendo in giro? No, lo conosci bene ormai, non ti farebbe mai una cosa simile, e se ti stessi sbagliando? Hai il cervello pieno di domande e di dubbi, inizi a vacillare nelle tue certezze, perché non si può aprire una voragine sotto la tua sedia? Stringi violentemente la biro nelle mani, tanto che le nocche accennano a diventare pallide, ti maledici e maledici lui che è dannatamente… lui.
MI PIACI             
Gli ripassi il foglio, lo vedi sorridere di un sorriso che trovi semplicemente da ebete. Ti sporgi per vedere cosa sta scrivendo, ma circonda il biglietto con il braccio che non usa per scrivere e una volta finito anziché passarti il biglietto lo ripone nell’astuccio che butta nello zaino dalla parte opposta del banco.
Non vuoi, ma strabuzzi gli occhi, che diavolo fa? Ti risponde e non ti fa vedere la risposta? Hai sempre saputo che è un idiota, ma non hai mai creduto fino a questo punto. È un idiota, ma tu lo sei ancora di più di lui perché te ne sei innamorata.

Passi i dieci minuti più lunghi della tua vita. Passi dall’essere arrabbiata, al frustrata, dall’indifferente al di nuovo arrabbiata.
La campana che tanto sospiravi suona, ti alzi di scatto e fai per andartene il più lontano possibile da lui, ti afferra il polso. Che ironia, solo un quarto d’ora prima dovevi essere tu a raggiungerlo, ora, invece, è lui che cerca te. Ti mette in mano il biglietto di prima che non l’hai visto recuperare, neanche lo apri e lo lasci cadere a terra. Quei giochetti t’innervosiscono, lui t’innervosisce, tu stessa t’innervosisci. Dovevi solo dichiararti, come sei finita in questa situazione?
Mentre si piega per raccogliere il biglietto ti dà della stupida, ti offendi anche se te lo dice con il sorriso sulle labbra. Non ti rimette il foglio in mano come ti aspettavi, lo apre e te lo mostra.
ERA ORA, PENSAVO NON ME LO AVRESTI MAI DETTO

  
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