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Autore: FloxWeasley    12/12/2012    3 recensioni
Piccoli spaccati di vita quotidiana di una minuscola Kate e di papà Jim, tutti diversi tra loro ma con un unico filo conduttore... Non dirlo alla mamma!
[Tratto dal primo capitolo]
«Forza, stasera niente storie per il bagno!»
L'entusiasmo della bambina si sgonfiò come un palloncino, dipingendole una smorfia in volto.
«Con tutto il rispetto, Kathy, ma puzzi come un maialino».
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Kate Beckett
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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L'albero di Natale

 

La bambina stava seduta sul divano con le gambe e le braccia incrociate, scocciata.
Jim guardò il termometro e poi la figlia, sorridendole un po' incredulo.
« Mi spieghi com'è possibile che tu non abbia nemmeno una lineetta di febbre? » domandò.
Avevano mandato a casa tutta la scuola elementare per un'epidemia di influenza, e quello scricciolo di bambina era ancora sana come un pesce. Lei sbuffò.
« Te l'avevo detto che stavo bene » esclamò, facendogli la linguaccia.
L'uomo sorrise nuovamente e dopo aver scrollato le spalle andò a riporre il termometro.
Lei gli trotterellò dietro.
« E ora che si fa? » domandò, annoiata.
« Bella domanda! Quando mi hanno chiamato avevo in programma dormite sotto il piumone e schifose minestrine e mi ritrovo con un concentrato di energia! Dimmelo tu, peste! » Kate fece un sorriso sdentato e prese a saltellare sul posto, allegra.
« Facciamo l'albero, papà! Così facciamo una sorpresa alla mamma! » esclamò.
L'uomo ci pensò su un attimo. Poi improvvisamente se la caricò sulle spalle come un sacco di patate, mentre quella rideva a crepapelle.
« Dove mi stai portando? » gridò, emozionata.
« Ti chiuderò in cantina così avrò tutto il giorno per me... » sogghignò quello, per poi concludere con una risata malvagia. Lei urlò di nuovo, per gioco.
Però quando realizzò che era veramente lì che la portava, si spaventò davvero e sgranò gli occhi.
« Papà... non mi chiuderai davvero in cantina, vero? » domandò. Lui rise.
« Certo che no, scricciolo, anche se la tentazione è forte... Siamo venuti quaggiù a prendere l'albero e gli addobbi! » disse allegramente.
Kate urlò di gioia e cercò di divincolarsi dalla presa del padre.
« Ehi, sta' un po' ferma lassù! » la sgridò bonariamente lui. La bambina rise nuovamente e obbedì. Dopotutto, avrebbe anche potuto godersi quel viaggio gratis a bordo del Jim Express.


Mezz'ora dopo stavano entrambi in piedi in mezzo ad un mucchio di addobbi e ad un vecchio abete un po' storto. Kate non faceva altro che saltellare da un piede all'altro, desiderosa di cominciare.
« Pronta, Kathy? »
« Certo! »
« E allora... iniziamo! » esclamò Jim battendo le mani.

 

L'albero di Natale in casa Beckett non era solo una tradizione, ma un vero e proprio ordinamento. Ogni anno compravano una pallina nuova, che veniva appesa per prima, e poi via con le lucine, i festoni, le palline colorate e delicatissime – che puntualmente, da quando Kate aveva iniziato a metterci le mani, rischiavano di sfracellarsi per terra. Quel giorno ben quattro palline erano state salvate dai riflessi di Jim, mentre ad un'altra non era toccata la stessa sorte fortunata.
Avevano appeso tutti i lavoretti fatti dalla bambina nel corso del tempo, compreso il sottobicchiere dipinto di quell'anno. Ultimo ma non meno importante, l'angioletto di vetro comprato ai mercatini di Natale un paio di anni prima. Non per niente, il preferito della piccola di casa.

« Ci siamo, Kathy! Adesso il puntale! » esclamò allegramente Jim.
La bambina batté le mani, eccitata.
« Posso metterlo io quest'anno, papà? Sono grande adesso! »
« E va bene... ti alzo io, ma non dirlo alla mamma, ok? »
Lei annuì e prese il prezioso puntale dalla sua scatola con meticolosa cura.
Quel coso non le piaceva, ma piacendo alla mamma doveva assolutamente essere trattato bene. Jim la sollevò, lei si sporse in avanti per appoggiarlo sulla punta dell'abete con la lingua tra i denti per la concentrazione, e fin lì tutto bene.

Ma ad un tratto l'uomo inciampò in qualcosa e perse l'equilibrio; con uno strillo acuto Kate si ritrovò per terra, arruffata e confusa.
Allungò una mano per raccogliere il puntale, ma si accorse che la mano non andava esattamente devo lei voleva.
« Papà, il braccio non risponde ai miei comandi! » gridò, spaventata.
Lui le si accucciò di fianco, preoccupato. Lo prese piano in mano.
« Ti fa male? » domandò.
« Un- un po'... » rispose lei tirando su col naso.
« Ha! E adesso chi glielo dice alla mamma? Pensava di trovare a casa una bambina febbricitante, e ne trova una con un braccio rotto! » esclamò, riuscendo anche a strappare un sorriso alla figlia.


Fu un Natale particolare, quello: Kate non lo passò a letto, ma con un braccio legato al collo.

 

 

 

 

{Angolino della pazza autrice
Non preoccupatevi... capita a tutti i bambini di rompersi qualcosa! u.u
Oh, il fatto di sentire il braccio che non risponde ai comandi è autobiografico, AHIA.
Ebbene sì, rieccomi qua... che ve ne pare della piccola Kate e di Jim?
Li ho resi bene?
ADORO scrivere sui bambini! :))
Beh, alla prossima!

  
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