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Autore: Meme__    12/12/2012    2 recensioni
Nel Maggio 2012, una scolaresca si trova in gita a Milano. Cosa succederebbe se una directioner incontrasse i suoi idoli? E se anche una non-directioner li incontrasse?
Saranno scintille di sarcasmo e dolcezza, pazienza e amore, lontananza e tristezza, amicizie combattute e amori a prima vista... vi va di dare un'occhiata?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Girls, I'm in love with you and all your little things.
Capitolo quattro.


 
Il museo era la cosa più noiosa che potesse esserci a Milano, perciò, dalle tenebre della mia borsa blu, continuavo a scambiarmi SMS con Niall.
Ormai era mezzogiorno e mezzo e io stavo letteralmente morendo di fame.
«Ragazzo, con quest'ultimo quadro è finito il giro, potete and...» Nessuno più ascoltava la guida. Alla parola "finito" già tutti erano fuori.
Era diventata una giornata nuvolosa e la mia felpa scura non bastava a ripararmi dal venticello freddo.
La prof ci accompagnò a via Montenapoleone e ci lasciò liberi di scorrazzare in quella zona.
Siamo fuori, scrissi.
«Oh, menomale, perché non avrei resistito un altro minuti senza abbracciarti» esclamò una voce alle mie spalle.
Mi girai e trovai il mio dio greco nascosto sotto una giacca collegiale, e un paio di occhiali a goccia.
«Ciao, bel ragazzo» mormorai gettandogli le braccia al collo e stampandogli un bacio.
«Ciao, amore» mormorò dopo aver ricambiato.
Mi strinse la mano mentre salutavo gli altri, lasciandola solo quando abbracciai Louis.
«Che facciamo, bella italiana?» chiese Niall.
«Siamo tutti turisti, sexy irlandese, ma io proporrei di andare a mangiare.»
«Oh, se è così...» mormorò  guardandomi come se sapesse qualcosa che a me sfuggiva.
«Cosa mi nascondi, biondino?» Lo guardai torva.
«Io... ma cosa dovrei nasconderti? Ti pare che ti nascondo qualcosa dopo» Guardò l'orologio da polso. «neanche sei ore ce stiamo insieme?» Sorrise.
«Lo spero per te sennò a calci in culo ti rimando in Irlanda» borbottai.
«Sei importante per me, mettitelo nella testolina, bellissima ragzza, non farei nulla per allontanarti da me, non riuscirei a resistere senza te qui a fianco,» mormorò abbassandosi fino a scontrare i suoi occhi con i miei «okay?»
Annuii.
«Ora, però,» continuò «devo bendarti!» Sorrise mentre la mia vista si oscurava.
«Hei! Io sono un'imbranata, cadrò e mi romperò le ossa. Non mi sembra carino passare gli ultimi tre giorni di gita a letto colorata di bianco» borbottai. 
Una mano strinse la mia, un'altra afferrò il mio fianco destro.
«Credi che io ti lascerò cadere?»
«Dove mi porta, signore?»
«Su una stella diceva un tizio in un film. Ma io sono originale, ti porto sulla luna!» esclamò continuando ad accompagnarmi cambiando strada.
«Luna?» chiesi curiosa.
«Scala!» avvertì prima di rispondere con un:«Sorpresa!» per zittire la mia curiosità.
Scendemmo le scale e mi disse: «Ferma.» Mi girò verso sinistra e poi sciolse la benda.
Comparse dal buio che prima mi avvolgeva una porta quasi interamente di legno, con la parte alta di vetro disegnato. Sul vetro c'era la rappresentazione di due ragazzi in basso a destra e la luna piena in alto, nel centro del vetro. Sul muro accanto alla porta, in alto, c'è un'insegna con scritto La luna.
«Entriamo?»
«Qui?Come?Perché?» chiedo stupita a mia volta.
«Sì, con i piedi, per mangiare» rispose tranquillo riprendendo la mia mano nella sua mentre di avviava all'interno.
«Avete prenotato?» chiese in italiano il cameriere.
«Abbiamo prenotato un tavolo» rispose Niall in inglese, non avendo capito la domanda.
«Il nome, signore?» chiese il cameriere, questa volta in inglese.
«Morini.»
«Prego, mi segua» mormorò dopo aver appuntato qualcosa su un libro che portava in mano. Ci accompagnò in una saletta adiacente all'ingresso dove ci trovavamo.
Questa sala aveva le pareti chiare e accoglieva a vista d'occhio una dozzina di tavoli rotondi e di legno scuro, di cui una buona parte era già occupata. 
«Prego.» Il cameriere mi scostò la sedia e, dopo che mi fui seduta se ne andò.
«Oh, mister...» Oddio, non so il suo cognome, pensai.
«Horan.» Sorrise. «Neanche io so il tuo.»
«Fides» risposi. «Allora, mister Horan, cosa facciamo?»
«Mi sembra ovvio: mangiamo!» Ridemmo.
«Oh, cosa?»
«Aspettiamo i menù. Nel frattempo parlami di te.»
«Non so che dirti... facciamo un gioco: amo e odio!» proposi «Amo i bambini. Odio le sveglie.»
«Amo Nando's. Odio... uhm... la folla.»
«Amo i girasoli, le rose, le margherite, le gerbere... e tutti i fiori! Odio gli uccelli che cantano alle quattro del mattino.»
«Amo le famiglie grandi. Odio gli uccellini parlanti.»
Il cameriere ci portò due menù, blocando il nostro gioco.
Niall lo aprì e lo guardò sconvolto. «Capisco solo pasta, spaghetti e tiramisù.»
Risi. «Allora ti aiuto io!» Avvicinò la sua sedia alla mia e io iniziai a tradurre i piatti spiegandogli, per quanto ne sapevo, il contenuto.
«Allora prendiamo due lasagnìa
«No,» risi« la-sa-gna!»
«La-sa-gnia!» Risi più forte.
Afferrai il suo volto. «La» gli diedi un bacio sulla guancia destra «sa» gli diedi un bacio sulla guancia sinistra «gna!» gli stampai un bacio sulle labbra.
«Ah! Lasagna!» esclamò finalmente in modo giusto.
«Poi prendiamo una bistecca con insalata e patatine» esclamai tutta contenta.
«Va bene, va bene» mormorò prendendomi la mano.
Il cameriere si avvicinò di nuovo. «Pronti per ordinare?»
«Sì,» disse lui «prendiamo due la-sa-gna» Ridemmo tutti, compreso il cameriere «e due bistecche con insalata e patatine» concluse tirando un sospiro di sollievo.
«Torno tra poco» si liquidò.
«Allora, dolce ragazzo, dicevamo?»
«Lasagna» scandì baciandomi.
«Oltre alle tue indiscutibili doti...» mormorai stringendogli una mano.
«Ah, dicevamo che sei indiscutibilmente bellissima.»
«Sicuro? Non me ne ricordo!»
«Sì, sono sicuro. Parlavamo di come sono belli i tuoi occhi.»
«I tuoi non scherzano. Sono di una bellezza disarmante, come questo,» sfiorai il suo naso con un dito della mano libera «queste, » passai il dito sulle sue labbra morbide e leggermente dischiuse «e senz'altro questi!» esclamai passando le dita tra i suoi capelli.
«Anche se fossero normali capelli scuri?» chiese insicuro.
«Saresti bellissimo anche senza» mormorai «perché le cose più belle che hai sono qui» Passai il dito sulla sua tempia «e qui.» Portai la mano sul suo cuore.
«Così? No, sono tutto fuorché bellissimo.»
«Cosa?Cosa?Cosa? Pinocchio, ma dove vai? Pinocchio, ma cosa fai?» canticchiai.
«Picocchio?» chiese scatenando la mia risata.
«Pinocchio!» esclamai. «Era una burattino delle favole a cui ogni bugia faceva crescere il naso.»
«Io non sono Pinocchio!» rispose indispettito.
«Sei il mio burattino» mormorai avvicinando al suo viso. «Sei il mio bellissimo e dolcissimo burattino.» Gli stampai un bacio dolce e mi staccai appena prima che il cameriere portasse i nostri piatti.
«Vino o acqua?» chiese con sguardo dolce ma tono impostato.
«Acqua e coca?» propose guardandomi. Annuii e il cameriere se ne andò.
«Come la mangio?» chiese guardando il piatto in modo strano.
«Così!» Afferrai la forchetta, tagliai un pezzo di lasagna, lo infilzai e lo portai alle sue labbra. Masticò con uno sguardo diffidente e mandò giù.
«Diamine, è buonissima!» esclamò afferrando la sua forchetta. Con lentezza tagliò un pezzo e lo mise sulla forchetta.
 «Apri la bocca» mormorò imboccandomi.
Masticai lentamente, non abbandonando mai il suo sguardo. Deglutii e abbassai il capo.
Nel frattempo il cameriere aveva portato le bibite. Mi versai un po' d'acqua e la bevvi.
«È buona?» chiese Niall.
«Tesoro, la mangio a ogni festa comandata, non batterà mai quella di mia mamma.»
«Tua mamma ne faf una più buona?» fece stupito.
«Baby, mia mamma è del Sud. Usa le ricette di mia nonna. Hai dubbi?»
«Oh, la cucina della nonna» esclamò sognante.
Intanto mangiavamo la lasagna con gusto.
«E tu sai cucinare»
«Certo che sì!» risposi. «Il mio forte sono i dolci. Amo fare torte, biscotti, cupcakes, pancakes, e chi più ne ha più ne metta.»
«Dolci?» fece curioso.
«Sì, mi vengono bene... Ma non mi piacciono più di tanto, a eccezione per la cioccolata.»
«Cosa ti piace?»
«Le schifezze. Tutto ciò che aumenta il mio già largo girovita.» Risi, posando la forchetta. «E a te che piace?»
«Oh, mi piace il cibo in generale. Forse il pollo...»
Iniziai a ridere davanti al suo sguardo compiaciuto. 
Sorrise. Io mi calmai e ricambiai il sorriso.
«Sei bellissima quando sorridi»  mormorò avvicinando la sua mano alla mia guancia.
«Disse il ragazzo più bello del mondo.» 
«Dov'è?»
«Pinocchio, ma cosa fai?» canticchiai ancora.
«Picocchio? Ancora con lui?»
«Pi-no-cchio! E poi se tu dici bugie è normale che mi venga da cantare.»
«Io non dico bugie» fece risentito, tirandosi indietro ma non lasciando la mia mano.
«Guarda, guarda questo naso come cresce» scherzai picchiettando un dito sulla punta del suo naso.
Mi fece una linguaccia, tornando vicino a me. «Ridi, ridi... che ora me la vedo io» mormorò avventandosi sulle mie labbra.
Ci staccammo appen in tempo per l'arrivo del cameriere con il secondo.
«Patatine!» esclamai battendo le mani quando il piatto mi arrivò davanti. «Grazie!»
Il cameriere sorrise e se ne andò.
Tagliai la bistecca e iniziai a mangiarla infilzandola con un po' d'insalata. Niall mangiava guardandomi.
«Buona?» chiesi appema finita la bistecca e l'insalata.
«Sì, buonissima!» esclamò.
Sorrisi e iniziai a mangiare le mie amate patatine.
Il cameriere tornò a prendere i piatti, appena avemmo finito. «Ordinate anche il dolce o andate via?»
«Andiamo via, grazie» rispose Niall.
«Ma come? Senza pagare?» chiesi al ragazzo.
«È già tutto pagato.» Sorrise e si alzò. Mi scostò la sedia e mi porse la mano.
Il cameriere tornò e ci precedette all'entrata. «Grazie per aver pranzato con noi. Spero abbiate passato dei bei momenti. A presto.» Ci aprì la porta, sorridente.
Uscimmo nella fredda stradina milanese e mi strinsi le braccia al petto, alla ricerca di calore.
«Hai freddo, tesoro?» chiese stringendomi a sè, prendendomi per il fianco.
«Un po'...» ammisi.
Si tolse la giacca e me la posò sulle spalle.
«No, tu congele...» 
«Pensa un po' a te!» scherzò «Io sto bene. Sono un camino, guarda!» Mi accarezzò una guancia. Ed effettivamente era caldo.
Mi strinsi, allora, nella sua giacca, infilando le braccia nelle maniche e arrotolandole, perché erano troppo lunghe. «Ok, grazie.» sorrisi baciandogli una guancia e riafferando la sua mano. «Dove andiamo?» chiesi dopo aver svoltato ed essere tornati a via Montenapoleone.
«Torniamo dai ragazzi e chiediamo se vogliono un gelato? O un dolce?» propose.
Battei le mani. «Voglio un babà.»
«E bbabbà sia!»
 ______________

«Amo la panna» mormorai leccando il labbro superiore di Niall.
Stava mangiando un gelato a cinque gusti con panna e continuava a sporcarsi, per il mio piacere di poterlo pulire.
«Oh, ora anche tu ti sei sporcata!» esclamò baciando il mio naso. Io stavo mangiando il babbà, come lo chiamava Niall, con la crema.
«Smettetela di fare i piccioncini!» esclamò Louis uscendo dalla pasticceria gelateria dove ci eravamo accampati. Fuori alla gelateria c'erano due tavoli grandi e alcuni piccoli. Noi ci eravamo accampati su uno di quelli vicino all'entrata. Liam e Harry erano ancora all'interno a scegliere i gusti con Giulia.
Fuori io e Nall, continuavamo a scherzare e coccolarci, mentre Zayn e Louis parlottavano tra loro.
«Che vi confesssate?» chiesi.
«Confessare? Noi?» rispose Louis, fingendo di non sapere a che mi riferissi.
«Sì, voi! Cosa confabulate?»
«Niente, niente che t'interessi.» Mi fece una linguaccia Zayn.
Scrollai le spalle e continuai a fare le coccole al mio ragazzo.
«Oh, che diabete!» esclamò Giulia sedendosi con Harry e Liam.
Finito di mangiare, mi pulii le mani con una salviettina imbevuta e mi sedetti in braccio a Niall.
Lui prese a baciarmi il collo. «Smettila!» sussurrai voltandomi verso di lui, baciandogli le labbra.
«Dai! Mi scoccio! Sono senza far nulla.»
«E vuoi far impazzire me?» sussurrai al suo orecchio.
«Magari.» Sorrise. «No, voglio solo che tutti sappiano che sei mia.»
«Tua?»
«Mia, tutta mia. Solo mia» mormorò attaccando il mio collo con le sue labbra.
«Solo tua» ansimai per effetto della sua lingua che mi torturava.
Quando si staccò, notai il suo sorriso soddisfato. Presi lo specchio con uno strano sospetto.
«No!» urlai. «Non puoi lasciarmi segni simili!» Sbuffai.«Allora anche...»
«No, amore, io ci lavoro con la faccia.» Rise.
«Ridi, ridi...» mormorai abbracciandolo e baciandogli il collo... o forse no!
«Ahia! Dai non puoi mordermi così.»
«Perché tu sì?»
«Io non ti ho morso! E a te è piaciuto! Dì la verità!»
«Dopo ce lo vediamo in camera» sussurrai roca al suo orecchio.
«È una promessa?»
«È una minaccia.»
«Ok, ora che avete finito, andiamo che sono le quattro. Abbiamo un'ora per tornare in albergo» esclamò Giulia alzandosi.
Notai, allora, che tutti avevano finito di mangiare.
«Va bene.» Mi alzai. Niall strinse la mia mano.
«Noi torniamo fra un po'» esclamò lanciando un occhiolino ai ragazzi e estrando di nuovo la benda dalla tasca del pantalone.
«Dove andiamo?» chiesi mentre legava il nastro ai miei occhi.
«Sorpresa!» esclamò dopo poco togliendomi dall'oscurità.
Eravamo in un parco, dall'apparenza abbandonato, con un'altalena al centro.
Mi ci diressi saltellando come una bambina, mi sedetti e poi mi ricordai di non sapermi spingere.
«Nanì, amore mio, mi aiuti?» 
Venne alle mie spalle e incominciò a spingermi. «Come mi hai chiamato?»
«Amore?»
«No, l'altro.»
«Ah, Nanì.» Sorrisi. «Tutti ti chiamano Niall, io ti chiamerò Nanì.»
«Mi piace, suona bene» sorrise anche lui.
Dopo un po' mormorai:«scusa se ti peso così, ma non so dondolarmi.»
«Scherzi? Mi piace farlo. Fin quando sarai con me non dovrai imparare a dondolare. Ti spingerò sempre io» mormorò. «Tu... sei... importante... per me...» sussurrò al mio orecchio tra una spinta e l'altra. 


Hi, guys!

Allora allora allora, il capitolo, come avete letto sopra, non è corretto e quindi invocò pietà per gli errori che avete trovato, ma proprio non ce la facevo ad applicarmici ancora.
Non so che dire, se non ringraziare quelle quattro fanciulline che mi seguono (Ary, Gre', Anto e Vivy e qualcun'altro di cui mi dimentico ma che sarà la prima la prossima volta) *-* Cioè, io vi anoanoano<3<3<3
E poi... niente più.
Fatemi sapere cosa ne pensate :D
Bacioni, Memè <3
   
 
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