“Siamo
tutti pronti per
partire, ma Joanne mi si avvicina e dice: - Gioia, ti va di rimanere
con me?
Vivere qui a Londra? Studiare qui? Vivere con me come se fossi mia
figlia? –
Oh, miseriaccia, ora sono davvero indecisa..”
Sono
indecisa, ma rispondo di si senza
indugio, qui a Londra starò bene, ne sono certa. Qui si sta
divinamente, ho
cambiato nome, ora mi chiamo Elizabeth Green, ho tinto i capelli di
nero e ho
fatto il laser in tutto il corpo, non ho più un pelo..
Joanne è fantastica, le
voglio molto bene, una a volta a settimana andiamo in una libreria
caffè, dove
possiamo leggere e comprare libri e ordinare qualcosa di caldo o freddo
a
seconda della giornata , in tutta tranquillità, Londra
è magnifica, non delude
mai, ma non ho mai avuto dubbi su questo.
Sono
passati quattro anni, ora ho diciannove
anni, e sto finalmente bene, è tutto come doveva essere fin
dall’inizio, ho una
“madre” che mi capisce, vivo in un paese stupendo,
è tutto perfetto.. la mia
vecchia famiglia? Non so più niente di loro, so che non mi
hanno dimenticata,
come io non ho dimenticato loro, so che continuano a cercarmi, ma so
anche che
io non tornerò indietro. Sto attraversando la strada,
Buckingham Palace è
sempre uno spettacolo, mi perdo a guardare Londra, con occhi sognanti,
sono in
mezzo alla strada e un pirata della strada, viene verso di me, quando
me ne
rendo conto è troppo tardi.. la macchina mi prende in pieno;
faccio un volo di
qualche metro, sbatto la testa a quel che sembra il marciapiede, vedo
tutto il
mio sangue, uscire copiosamente e abbandonare il mio corpo, il mio
cuore sta
battendo molto velocemente, ad un certo punto smette di battere, e so
che è
finita, anche se ho ancora sette minuti, prima che il mio cervello si
spenga
definitivamente, provo ad aprire gli occhi anche se sento la testa come
se
fosse sul punto di scoppiare, mi costringo ad aprirli, guardo il cielo
grigio
che copre perennemente, quasi prepotentemente, questa città,
fin da quando l’uomo
ha memoria, credo.. Sorrido, il tempo sta per scadere, quanto
è passato? Cinque
o sei minuti, credo, ma non ne sono sicura.. sento le sirene
dell’ambulanza
rimbombarmi nelle orecchie e farsi sempre più vicine, ma
ormai è tardi, chiudo
gli occhi, ma continuo a sorridere, per quanto i miei muscoli mi stiano
implorando pietà.. il tempo a mia disposizione è
finito, in fondo ho sempre
saputo, in un certo senso, che questo mondo non era fatto per me, o
forse, più
semplicemente, ero io a non essere fatta per lui..
Grazie
Joanne,grazie di tutto.
Angolo
autrice:
Beh, questo è
il mio ultimo capitolo, grazie
per chi ha letto la mia storia, e per chi la leggerà.. spero
che la mia storia
non faccia così schifo.. beh un bacio. A presto.
–Cris.