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Autore: TwistedRocketPower    13/12/2012    11 recensioni
Traduzione ad opera di Leana
Quando Kurt aveva nove anni, sua madre, una donatrice di organi, morì. Ora, a diciassette anni, Kurt è alla ricerca di chi ha ricevuto il suo cuore... ma, finirà per trovare molto di più.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Warblers/Usignoli | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Traduzione, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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-IN A HEARTBEAT-

CAPITOLO 1 - SEEK





 
“Mi dispiace, non possiamo più fare nulla”


 
Kurt era seduto alla scrivania, fissando lo schermo del computer. Aveva appena cercato su Google il nome di sua madre, passando oltre gli articoli sulla sua morte di molti, molti anni fa.

 
Li aveva letti tutti tante e tante volte, guardando le foto laterali, tanto che non ne aveva più bisogno.

 
La prima volta fu sorpreso di alzare gli occhi e trovare quegli articoli; non si sarebbe mai aspettato che qualcuno li avesse messi su internet, ma era contento che fossero lì.

 
Ogni volta che le mancava, stranamente, leggere quegli articoli lo aiutava… ma, oggi, non voleva rileggerli ancora. Stava cercando un’altra cosa.

 
Non trovando quello che cercava, tornò sulla barra di ricerca e aggiunse ‘donatore’ al nome, quindi cliccò su ‘cerca’.

 
Alcuni link saltarono nuovamente fuori, ma questa volta ce n’era uno in più. Cliccò su esso per scoprire che si trattava di un giornale di una piccola cittadina dell’Ohio – Creation era il suo nome – che Kurt non aveva mai sentito nominare. Decise che non era il momento per fare commenti sul nome della città.

 
L’articolo parlava di un uomo, John Davies, che aveva bisogno di un trapianto di fegato. Stava ormai perdendo le speranze di riceverne uno, sapendo che stava per morire… non c’era altra scelta.

 
Poi, un giorno, ricevette una telefonata. Doveva andare immediatamente in ospedale.

 
Non fece nessuna domanda, semplicemente ci andò. Fu subito portato in sala operatoria. Tutto successe così rapidamente che non era nemmeno sicuro di quello che era successo finché non si era svegliato.

 
Sì, gli era stato detto per intero quello che stava succedendo, prima di essere messo sotto anestesia. Gli era stata data la possibilità di rifiutare se avesse voluto “ma, sul serio, chi rifiuterebbe di vivere?” aveva detto John.

 
Kurt continuò a leggere, scoprendo che John aveva disperatamente voluto sapere da chi avesse ricevuto il fegato. Il suo dottore gli diede un nome, Elizabeth Hummel, ma era tutto.

 
L’uomo proseguì dicendo che avrebbe voluto ringraziare la famiglia di Elizabeth. A volte sembra spaventoso che una persona debba morire per far sì che un’altra sopravviva, ma lui aveva detto “Sarò eternamente grato a Elizabeth e alla sua famiglia per avermi dato un’altra possibilità per vivere”.

 
Le lacrime si stavano accumulando negli occhi di Kurt. Finì di leggere l’articolo e vide una foto dell’uomo con i suoi due nipoti. Dopo averla fissata per un paio di minuti, tornò sulla pagina principale di Google digitando il nome dell’uomo e la città da cui veniva.

 
L’articolo apparve di nuovo… e sotto, il suo necrologio.

 
Kurt si sentì il cuore sprofondare. Ci cliccò sopra, sperando che fosse un altro John Davies di Creation.

 
Era proprio lui.

 
La stessa foto di lui con i suoi due nipoti era sul necrologio e sotto c’era scritta una breve biografia della sua vita, compreso il trapianto di fegato. Chiunque l’avesse scritto, disse che erano stati felici per i quattro anni in più che erano stati concessi a John. Sarebbero sempre stati grati al suo donatore e sapevano che si sarebbero incontrati in cielo perché quello era il desiderio di John. Poter incontrare la donna che gli aveva salvato la vita.

 
Kurt finì di leggere il necrologio mentre una sola lacrima gli scendeva sul viso.

 
Mentre era ancora sconvolto dal fatto che John fosse morto, non poteva fare a meno di essere felice. La famiglia di Davies sembrava incredibile e lui era così orgoglioso che sua madre li avesse aiutati. Un uomo aveva potuto guardare i suoi nipoti crescere altri quattro anni grazie a lei… era una cosa di cui essere felice.

 
Kurt non riusciva a credere quanto avanti fosse nella ricerca. Era riuscito a trovare una delle tre persone che aveva ricevuto un organo da sua madre.

 
Poteva segnare ‘fegato’ fuori dalla lista.

 
Ora doveva trovare gli ‘occhi’ e il ‘cuore’.

 
Cercò un’altra volta il nome di sua madre con la parola ‘donatore’, come prima, ma non trovò nulla di nuovo.

 
“Kurt, la cena!” lo chiamò suo padre.

 
Kurt sospirò. “Arrivo”.
 



Passarono due settimane e ancora niente. Non aveva trovato altro su sua madre o su chi aveva ricevuto i suoi organi.
 
Sapeva che non poteva cercare più a fondo… suo padre non era molto d’accordo con lui su questa faccenda (ed era per questo che non gli aveva ancora detto di John), quindi sapeva che il suo computer poteva essere la sua unica fonte di informazioni al momento.


 


 
Una settimana dopo, Kurt non riuscì più a trattenersi. Dopo cena, mentre Carole e Burt stavano seduti sul divano a guardare il telegiornale, Kurt si sedette sulla poltrona di suo padre.

 
Burt sapeva automaticamente che stava per succedere qualcosa. “Cosa c’è che non va, Kurt?”

 
Kurt si voltò verso suo padre. “Non ti arrabbiare”.

 
Burt spense la televisione. “Kurt” disse con tono d’avvertimento.

 
“Ho trovato la persona che ha ricevuto il fegato della mamma… tre settimane fa”

 
La sua affermazione fu accolta con il silenzio. Carole si voltò a guardare Burt, aspettando che rispondesse. Kurt fece la stessa cosa, eccetto che il suo cuore stava battendo fortissimo.

 
“Tre settimane fa?” chiese Burt calmo.

 
Kurt annuì. “Lo so che non volevi che cercassi qualcosa a riguardo fino a che non avessi avuto diciotto anni, ma non potevo aspettare. Ho trovato un articolo su di lui… è m-morto, ho anche trovato il suo necrologio, ho solo… non volevo tenertelo nascosto”.

 
Burt sospirò… un sospiro molto, molto lungo.

 
Guardò Carole che si limitò ad annuire, poi si alzò e si diresse verso le scale.

 
“D-dove stai andando?” chiese Kurt, spaventato dal fatto che suo padre fosse troppo sconvolto per restare.

 
“Tornerà” lo rassicurò Carole.

 
Rimasero seduti in silenzio mentre aspettavano.

 
Come aveva detto Carole, suo padre tornò con una busta in mano.

 
Tornò a sedersi sul divano e fissò la busta, poi la porse a Kurt.

 
“Che cos’è?” chiese Kurt.

 
“Tanto tempo fa, poco dopo la morte di tua madre, volli sapere chi aveva ricevuto i suoi organi. Chiesi in giro, cercando di trovare qualche informazione e alla fine trovai qualcuno che poteva ottenere qualche informazione.

 
“Ci lavorarono a lungo, fino a quando non trovarono qualcuno. Dissero che non li avevano costretti a mettersi in contatto come me, ma solo se avessero voluto e che avrei presto ricevuto una lettera da parte loro.

 
“Quasi otto mesi dopo, ricevetti un biglietto per posta. Lo aprii. Era la persona che aveva ricevuto il suo fegato.

 

“Lo lessi ed era come riaprire tutte le mie ferite in via di guarigione e versarci del sale sopra. Sono stato male per un paio di settimane, ma non riuscivo a smettere di leggerlo… fino a quando non mi costrinsi. La richiusi nella busta e la lasciai lì.

 
“Tre mesi più tardi ricevetti un’altra lettera. Questa aveva un…” Burt fece una pausa, schiarendosi la gola. “Aveva un cuore disegnato sul retro della busta e io… sapevo cosa c’era dentro e n-non riuscii ad aprirla. La misi insieme all’altra lettera, con la busta ancora sigillata e non la guardai più”.

 
Kurt guardò la busta. Improvvisamente la sentiva pesante. Come se pesasse una tonnellata.

 
Si alzò in piedi, la busta in mano, e abbracciò suo padre. “Grazie” gli disse “Grazie mille”.

 
“Prego, Kurt”

 
Dopo aver abbracciato suo padre, abbracciò anche Carole. Non era sicuro perché, ma ne sentiva il bisogno.

 
“Vado ad aprirle al piano di sopra” disse Kurt dopo aver lasciato Carole.

 
Era arrivato a metà scala quando suo padre lo chiamò.

 
“Kurt?”

 
“Si?”

 
“Non lasciare che si riaprano certe ferite” gli disse guardandolo dritto nei occhi. “Non lasciare che ti tiri giù. Okay?”

 
Kurt annuì lentamente. “Va bene, papà”



 



 
Una volta tornato nella sua stanza, Kurt chiuse a chiava la porta. Non poteva permettere che Finn irrompesse in quel momento. Appoggiò la busta al letto e la fissò.

 
Era quasi come se fosse un animale vivo o forse una grande palla di energia che se l’avesse toccata lo avrebbe fulminato.

 
Camminò. Avanti e indietro, avanti e indietro.

 
Non sapeva esattamente perché si sentiva in quel modo. Tre settimane fa, quando aveva trovato John, non era così. Si, aveva una sorta di ossessione nel trovare le altre due persone da allora, ma non aveva riaperto nessuna ferita… giusto?

 
Era stato solo qualcosa negli occhi di suo padre mentre gli aveva parlato. Qualcosa nel modo con cui gli aveva detto ‘non lasciare che ti tiri giù’. Stava parlando per esperienza, questo era certo, ma non sarebbe successo con Kurt, no? Erano passati nove anni da quando sua madre era morta, era abbastanza per non lasciarsi coinvolgere emotivamente in tutta quella faccenda… giusto?

 
Kurt smise di camminare, si mise le mani sui fianchi e fissò la busta. “Fallo, Kurt! E’ quello che vuoi”

 
E con questo, prese la busta, la aprì e tirò fuori la prima lettera.

 
Era quella di John.

 
Aprì la busta che era già stata precedenetemente aperta da suo padre e lesse:

 
Cara famiglia Hummel

 
Sono così felice di essere qui. In primo luogo, voglio ringraziarvi per tutto. So che deve essere difficile senza Elizabeth, ma la sua morte mi ha salvato la vita e le sarò per sempre grato.

 
Kurt sorrise, ricordando che era la stessa cosa scritta nell’articolo che aveva letto, poi continuò a leggere.

 
So che niente potrà alleviare il dolore per la sua perdita, ma sappiate che non avete perso tutto di lei. Non sto parlando del fatto che io, e speriamo molti altri, hanno un pezzo di lei ora, ma sto parlando del fatto che il suo spirito sarà sempre con voi.

 
Non so nulla di lei o di qualcuno di voi, ma ho la sensazione che sia stata un donna magnifica.

 
Ci sono così tante cose che vorrei dirvi, ma voglio essere breve, per ora.

Spero che continueremo a parlare in futuro e magari, un giorno, poterci incontrare di persona.

 
Ancora una volta vi ringrazio dal profondo del mio cuore

 
John Davies


 
Kurt era rimasto seduto sul letto finché non ebbe finito di leggere la lettera. Aveva la sensazione che John gli sarebbe piaciuto. Sembrava come un nonno. Avrebbe voluto avere la possibilità di conoscerlo.

 
Rilesse la lettera altre due volte prima riappoggiarla acconto a lui sul letto.

 
Prese di nuovo la busta, tirando fuori l’altra lettera.

 
Questa aveva un cuore disegnato sul retro, proprio come aveva detto suo padre. Sapeva cosa voleva dire: chi aveva inviato quella lettera aveva ricevuto il cuore di sua madre… qualcuno che aveva il suo stesso battito.

 
Aprì la busta, senza pensare a guardare l’indirizzo o il nome.

 
Aggrottò le sopracciglia quando vide la carta all’interno della busta.

 
Carta da disegno, per l’esattezza.

 
Carta da disegno rosa, per essere ancora più precisi.

 
Sulla parte anteriore della cartolina fatta a mano, c’era un cuore gigante rosso che copriva la maggior parte della pagina.

 
Aprì lentamente la cartolina, aspettandosi che fosse una specie di orribile scherzo, quando vide che il tutto era scritto in un mix di blu, verde e arancione. Poi cominciò a leggere.

 
Ciao, famiglia Hummel. La mia mamma mi ha detto che tua moglie e mamma mi ha dato un cuore nuovo. So che siete tristi per la sua perdita, ma sono così felice del mio nuovo cuore. Devo prendere una medicina ogni giorno per essere sicuro che il cuore stia bene, ma non mi dispiace. Dal momento che vi manca il suo cuore, volevo darvi questo.

 
Sotto era disegnato un altro cuore enorme, questa volta con tanti cuoricini disegnati all’interno. Ognuno aveva un colore diverso.

 
Grazie per avermi dato il suo cuore. Prometto che me ne prenderò cura.

 
Kurt non si era accorto di star piangendo finché non sentì cadere una lacrima sulla mano.

 
Mise la lettera sulle gambe e si asciugò le lacrime sulle guance.

 
Un bambina aveva ricevuto il cuore di sua madre… non pensava nemmeno che fosse possibile. Pensava che i bambini potessero ricevere organi solo da altri bambini… non avrebbe mai pensato… dio, non sapeva a cosa pensare.

 
Kurt afferrò la busta e guardò il nome sulla parte anteriore.

 
Era scritto con un inchiostro blu, in modo disordinato; gli diceva che chi aveva ricevuto il cuore di sua madre era un ragazzo. Ora sapeva come si chiamava e quel’era il suo indirizzo.

 
Kurt si avvicinò alla scrivania, dove c’era il computer e lo accese. Aprì Firefox ma, invece di andare su Google, andò su Facebook. Sapeva che se voleva trovare un ragazzo giovane, non c’era opzione migliore di Facebook.

 
Così, con il cuore in gola e le lacrime che gli rotolavano giù dal viso -  ancora non sapeva perché non si era fermato – digitò il nome del ragazzo sulla barra di ricerca.


 
Blaine Anderson

 
 
 





 
 
Note dell’autore:

ok, devo ammettere che non so come funzionino queste tipo di cose, ma per questa storia facciamo finta che sia così :)

Spero che vi piaccia e che mi facciate sapere cosa ne pensate e se continuare o no!

Grazie in anticipo! :D
  
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