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Autore: TheOnlyWay    13/12/2012    10 recensioni
Harry si limitò a rimanere in completo silenzio, ma aumentò la presa sulla mano di Celine. Lei era certa che l’unico motivo che lo tratteneva dallo scoppiare a ridere fosse la signora Darling, appena ricomparsa con il vassoio.
Riusciva a malapena a tenerlo in equilibrio e Julian non sembrò nemmeno accorgersene, visto che andò a sedersi sulla poltrona davanti a Celine.
Harry alzò gli occhi al cielo e borbottò un “coglione” che probabilmente sentì soltanto la sua finta fidanzata.
Si alzò e raggiunse la signora Darling, che camminava ancora più lentamente del solito per evitare di ribaltare tutto il contenuto del vassoio a terra.
«Lasci che l’aiuti, signora. Vada pure a sedersi.»
L’anziana donna sembrò riflettere qualche istante, poi sorrise, perché Harry era stato così gentile e lei proprio non era abituata a ricevere attenzioni di quel genere. Il suo Julian, a volte, era un po’ distratto. Ma Harry era uno che prestava attenzione ai dettagli, e aveva inquadrato alla perfezione il nipote della donna.
Perciò posò il vassoio sul tavolino, tornò a sedersi accanto a Celine e le posò la mano sulla coscia con un fare un po’ possessivo.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2. Kindness

 
 
 
 
Il mattino seguente, Celine inviò un messaggio ad Harry, informandolo che sarebbe passata a prenderlo intorno alle quattro.
Harry le rispose quasi immediatamente.
Passo io. Non ho intenzione di farti guidare. E comunque il mio Range Rover è molto più figo del tuo trabiccolo.
Stupido cantante da quattro soldi.
Celine si impose di non rispondere e andò a prepararsi. Doveva fare del suo meglio per dare un’ottima impressione alla signora Darling. Perciò scelse uno dei completi più sobri del suo guardaroba – un tailleur color crema e una camicia bianca – e un paio di decolleté rosse (okay, quelle non erano molto sobrie, ma erano le sue preferite) e si chiuse in bagno.
Quando mancavano dieci minuti alle quattro, Harry le mandò un altro messaggio, per informarla di essere già lì sotto casa.
Celine afferrò il cappotto nero e la borsa e senza salutare nessuno uscì. Harry e il suo “fantastico Range Rover” erano a pochi metri di distanza. Li percorse in fretta, senza risentire minimamente del tacco alto tredici centimetri e salì in macchina.
Harry le sorrise.
«Dove la porto, signorina?» domandò, ammiccante. Celine sbuffò.
«Cos’aveva la mia macchina, che non andava?» rispose di rimando. Harry alzò gli occhi al cielo.
«Voi Gaillard siete una polemica continua. Non vi và mai bene niente.» si lagnò, mettendo in moto il motore.
Celine annuì e ridacchiò.
«Pretendiamo il meglio, se è quello che intendi.»
Non era affatto vero, altrimenti non si sarebbe mai nemmeno sognata di vivere in una zona praticamente sconosciuta di Londra in una minuscola ed anonima villetta. Ma era curiosa di sentire la risposta di Harry.
«Ce l’hai davanti.»
E in quanto a presunzione, c’era da dire che il signorino non scherzava per niente. Fin troppo abituata a trattare con gente dall’autostima mastodontica, Celine non si scompose affatto.
Si chiuse in un silenzio pacifico e per niente imbarazzato: erano lontani i tempi in cui i ragazzi la mettevano in soggezione. Ora era lei ad essere irraggiungibile, non il contrario.
«Guarda che scherzavo.» aggiunse Harry, poco dopo. «Be’, non proprio, ma ammetterai anche tu che non sono così male.» proseguì, lanciando un occhiata allo specchietto retrovisore.
«Sai qual è la cosa che mi piace di più di te, Harry?» rispose Celine, pacata.
«Cosa, la mia bellezza?»
«No, la modestia.»
Harry scoppiò a ridere, trascinando con sé anche Celine. Si guardarono negli occhi per un istante, prima che Harry tornasse a prestare la sua più completa attenzione alla guida.
«Allora, mi spieghi cos’hai in mente? Hai detto che era una sorpresa.»
«Tra poco lo vedrai.» annunciò Celine con aria misteriosa. Disse a Harry di svoltare a sinistra, poi gli intimò di fermarsi proprio di fronte ad una piccola villetta.
«Hai affittato una casa solo per noi due?» domandò Harry, incredulo. Insomma, lui mica si aspettava che Celine fosse così intraprendente. Restò decisamente di sasso.
Ma ci rimase ancora peggio, quando Celine attaccò a ridere di gusto, tanto che dovette aspettare dieci minuti buoni prima di essere in grado di pronunciare una frase di senso compiuto.
«Che tonto. Ma per chi mi hai preso?»
Non sapeva se sentirsi oltraggiata, offesa o se continuare a ridere di fronte all’espressione quasi delusa di Harry.
«E allora che ci facciamo qui?» domandò.
«Comincia a parcheggiare il tuo Range Rover, poi ti spiego.»
Mentre si avviavano verso la casa, Celine riassunse brevemente i suoi progetti: aveva bisogno di cambiare aria, lavoro e frequentazioni e, soprattutto, aveva bisogno di un po’ di pace. Non l’avrebbe mai trovata, se avesse continuato con la sua solita routine. Raccontò anche di Lottie, che ultimamente sembrava un po’ troppo giù di morale.
«Anche Zayn è preoccupato per Lottie. Lo siamo tutti, in effetti.» confermò Harry, quando Celine fece per rispondere, la interruppe con un cenno della mano. «Ci siamo affezionati a tua sorella, lo sai? È una specie di caso clinico, ma è adorabile.»
«Caso clinico?»
«Be’, si. Non vorrai mica dire che sta bene di cervello!»
Celine ci rifletté con attenzione per qualche secondo: no, decisamente Harry aveva ragione. Sua sorella Lottie non era propriamente quel che si dice una persona equilibrata, tantomeno era in grado di ponderare ogni decisione con lucidità. Era istintiva, isterica e mezza esaurita. Ma, ehi!, chi non lo era?
«Come darti torto?» mugugnò. Nel frattempo, avevano raggiunto l’ingresso dell’abitazione. Celine si pettinò un po’ i capelli con le dita, comunicò ad Harry che il nome che aveva fornito era Joanne Stevenson e suonò il campanello.
Un minuto dopo, la signora Darling aprì la porta e osservò con attenzione sia Celine, che Harry.
«Buon pomeriggio, signora Darling.»
«Anche a lei, Joanne.»
«La prego, mi dia del tu.» le disse Celine, con un sorriso sereno. Harry, al suo fianco, si schiarì la voce, tanto per ricordarle di essere ancora presente.
«Oh, giusto. Signora Darling, lui è Harry.» lo introdusse, con un cenno della mano. La signora annuì e sorrise brevemente.
«E’ il tuo fidanzato?»
«Si. Stiamo insieme da poco e siamo innamoratissimi. Non è vero, tesoro?» Celine afferrò la mano di Harry, che inarcò un sopracciglio, scettico. Si, certo.
«Certo che si, dolcezza.» si affrettò a confermare, quando Celine gli rifilò una gomitata sui fianchi, nel momento in cui la signora Darling annunciava che il suo caro Julian sarebbe arrivato presto.
«Vado a preparare il tè, voi accomodatevi pure.»
Quando fu certo che la signora fosse a debita distanza e che non potesse sentire una sola parola, Harry si voltò verso Celine e sorrise.
«Tesoro?» domandò, sarcastico. Celine sbuffò.
«Senti, non rompere. Credo che la signora si sia convinta che sarei la candidata ideale per stare al fianco del suo caro Julian. E siccome lui non mi piace, questa è stata l’unica cosa che mi è venuta in mente. Ma ti giuro che quando ti ho chiamato non ci avevo pensato per niente.» spiegò, sottovoce.
Ogni tanto gettava un’occhiata alla cucina, tanto per essere certa che la signora Darling non fosse all’ascolto. Anche se, in effetti, a ottantanove anni, il suo udito probabilmente era un po’ compromesso, ma era meglio non correre il rischio.
Qualche istante dopo, un rumore di passi annunciò l’arrivo dell’ultimo ospite. Il caro Julian si presentò in salotto con un sorriso un po’ incerto e una camminata un po’ claudicante.
La prima cosa che pensò Celine, era che probabilmente doveva avere una gamba più lunga dell’altra, o altrimenti non avrebbe zoppicato in quel modo.
Harry si limitò a rimanere in completo silenzio, ma aumentò la presa sulla mano di Celine. Lei era certa che l’unico motivo che lo tratteneva dallo scoppiare a ridere fosse la signora Darling, appena ricomparsa con il vassoio.
Riusciva a malapena a tenerlo in equilibrio e Julian non sembrò nemmeno accorgersene, visto che andò a sedersi sulla poltrona davanti a Celine.
Harry alzò gli occhi al cielo e borbottò un “coglione” che probabilmente sentì soltanto la sua finta fidanzata.
Si alzò e raggiunse la signora Darling, che camminava ancora più lentamente del solito per evitare di ribaltare tutto il contenuto del vassoio a terra.
«Lasci che l’aiuti, signora. Vada pure a sedersi.»
L’anziana donna sembrò riflettere qualche istante, poi sorrise, perché Harry era stato così gentile e lei proprio non era abituata a ricevere attenzioni di quel genere. Il suo Julian, a volte, era un po’ distratto. Ma Harry era uno che prestava attenzione ai dettagli, e aveva inquadrato alla perfezione il nipote della donna.
Perciò posò il vassoio sul tavolino, tornò a sedersi accanto a Celine e le posò la mano sulla coscia con un fare un po’ possessivo.
Celine arrossì lievemente. Okay, era lei a mettere gli uomini in soggezione, e okay, non arrossiva da un pezzo. Ma la mano di Harry era grande e il suo tocco era delicato e deciso al tempo stesso.
E poi, doveva ammettere che il suo comportamento nei confronti della signora Darling, l’aveva lasciata piacevolmente sorpresa. Non aveva mai conosciuto un ragazzo capace di tanta gentilezza.
E per lei, abituata ad essere trattata come una bionda insensibile e dal cuore di ghiaccio, la gentilezza era una qualità degna di ammirazione.
 
 
 
***
 
 
 
Buonasera fanciulle! Come state? ^^
Ecco qua il secondo capitolo, super puntuale! Mi amate? Io mi amerei.
Okay, basta, la smetto.
Ehm, non ho molto da dire questa volta, perciò mi limiterò a ringraziarvi di cuore per aver recensito il primo capitolo e per aver inserito la storia tra le seguite, preferite e ricordate.
Grazie mille, veramente.
Come al solito, vi invito a farmi sapere che pensate, per me sarebbe molto importante!
Vi adoro <3

Per chi volesse, su Twitter sono @FtheOnlyWay :)
 
   
 
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