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Autore: Gailycurly    13/12/2012    1 recensioni
Non è che non vivo più se tu non ci sei. E' che mi sembra di andare avanti senza uno scopo. Mi alzo la mattina e penso che sarà solo un giorno come un altro, in cui incontrerò persone che non vale la pena incontrare, parlerò con altre con cui in realtà non mi va di parlare. Penso al fatto che non potrò mandarti un sms in caso dovesse succedermi qualcosa di divertente, che perciò non sarebbe poi così divertente. Penso che non potrò più contare i giorni che ci separano e allora, quello che prima era il terzo giorno lontano da te, oggi è solo un semplice venerdì. Guarda come piove, sembra non voglia mai smettere. Ed io continuo a trascinarmi in questi giorni vuoti, bagnati, senza senso. Senza te.
Genere: Avventura, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stavo attraversando la strada, frettolosa e attenta a non farmi mettere sotto da un qualunque pazzo che si aggirasse per le vie di Holmes Chapel alle 8:40 di mattina. Stavo andando al lavoro.
Lavoro in una redazione, mi piace molto scrivere ed occuparmi di articoli, o tutto ciò che riguarda un giornale. E’ la cosa che amo di più.
Arrivata davanti Starbucks per prendermi un misero frappè al cioccolato e caramello, mi suonò il telefono.
Chi poteva essere a quell’ora del mattino!?
“Pronto…?!” chiesi titubante.
“Tesoto, Ally! Sono Anne!” mi disse. Anne? Anne!? La mamma di Harry.
“Ciao Anne! Quanto tempo!”
“Eh sì tesoro! Che stai facendo!?” continuò ancora.
“Sto prendendo un frappè al volo e poi corro in redazione! Ti serviva qualcosa?!”
“In verità ho chiamato per…per chiederti una cosa!”
“Di’ pure!”
“Oggi è sabato…e in vista delle vacanze natalizie Harry si è preso delle belle ferie. Che dici se vieni a mangiare qui? Ci saranno i ragazzi! Sono ansiosi di conoscerti!” mi propose.
Oh…Harry…non….non mi sembra il caso, sul serio!” dissi titubante.
“Andiamo! Dal lavoro finisci alle 13, è perfetto! Manderò Harry ed i ragazzi a prenderti, un bacio e ti aspetto!”
“No no, Anne…Anne?! Pronto?!” porca troia, ha già chiuso.

“Buongiorno Jake!” esclamai.
“Giorno!” mi rispose il biondo, nonché mio collega.
“Giorno Elvis, giorno Ross!”  esclamai ancora, sedendomi nella mia scrivania e accendendo il computer.
“Giorno!” esclamarono rispettivamente.
Elvis era un semplice collega, mentre Ross era la mia migliore amica da sempre.
“Tutto bene?!”  chiesi.
“Sì, a parte il malumore di Katerine.” Katerine, il capo. O meglio ‘la capa’, la stronzaggine personificata.
“Non ne posso più! In questo periodo è un’isterica di merda!” dissi, estenuata.
“Eh sì.” Sospirò Ross.

Ed anche questo giorno di lavoro era finito, adesso mi toccava sorbirmi quel dannato pranzo. Avrei sperato di non vederlo almeno per altri dieci giorni. Mi dovevo preparare psicologicamente, non può essere tutto in una volta!
Presi il mio cappottino, salutai tutti e mi recai giù, davanti il portone d’uscita. Avrei dovuto aspettare Harry e gli altri 4 grilli canterini. Beh, per adesso nessuna traccia.
Mi sedetti su degli scalini ed aspettai.
Sentii un clackson. Bene, una macchina nera sta accostando, scorgo la chioma riccioluta dal finestrino, è lui.
Okay, calma Ally, calma. Com’è che non sento più il mio cuore? Sto svenendo.
No, calma.
“Ally! Quanto tempo!” disse, correndo verso di me ed abbracciandomi.
“Eh sì, quanto tempo!” dissi, fredda.
“Tutto bene?! E’ qui che lavori? Da quando? Non mi hai mai detto niente!”
“Da un anno Harry, e quando te l’avrei dovuto dire? Tutte ste volte che ti sei fatto sentire, guarda!” dissi, sarcasticamente. Rimase impassibile.
“Beh entriamo…a casa ci sono gli altri 3, qui c’è solo Louis.” Disse, aprendomi la portiera da gentiluomo.
Sbucò dai sedili anteriori una testa castana con due occhio azzurri, più azzurri del mare.
Ciao! Sono Louis e tu devi sposarmi!” esclamò questo tizio. Che fosse pazzo?
Guardai Harry strabuzzando gli occhi, chiedendogli silenziosamente cosa avesse quell’idiota che non andasse.
“Oh, tranquilla, fa così perché ama le righe.” Disse, riferendosi alla mia maglia a righe, Harry.
“Oh, emh, certo Louis…piacere Ally.” Dissi, ancora sotto shock.

Una volta arrivati a casa, ad accogliermi ci fu la mia seconda mamma Anne, ed altri 3 tizi.
Si presentarono e ci accomodammo a tavola. Come al solito, Anne aveva preparato un ben di Dio.
Era tutto squisito, e i 4 tizi erano dei cretini assurdi! Ho passato tre quarti di tempo a ridere.
Harry invece…era atono, come se lì non ci fosse.
Il pomeriggio mi fecero fermare lì, a casa di Harry. Ci guardammo un film horror, cioè…si guardarono. Io la sera voglio dormire. Sul serio! Ho una paura tropppppo tremenda.
Comunque, Harry si comportava sempre in modo strano, così decisi di parlargli.
“Harry, non è che possiamo parlare…in privato!?” chiesi.
“Certo…emh..ecco vieni, usciamo in terrazza.” Disse, guardando uno dei ragazzi.
Lo seguii e uscimmo, stava nevicando.
“Beh? Che succede?!” chiesi.
“Niente.” Rispose.
“Harry…ti conosco da quando eravamo alti un metro e un kinder bueno. So che c’è qualcosa che non va.” Ammisi.
“No! Ti dico che non c’è niente che non va, non c’è niente che non va, ok? Niente. Niente. Ok? Va bene!”
Schiarii la voce.
“Certo, certo.” Dissi, guardando altrove.
Subito mi si fiondò tra le braccia, rimasi quasi immobile tanto ero stupita. Il cuore da un momento all’altro poteva esplodere.
Mi dispiace. Mi dispiace di essere cambiato, mi dispiace di non essere più il tuo migliore amico, mi dispiace non esserti più accanto.” Disse, mentre una lacrima rigava il suo viso.
“Ehy! Ehy ma scherzi?! Non…non fa niente.”
“E invece fa! Scusami Ally. Sono un coglione.”
Risi.  “Hai ragione, sei un coglione!”, e gli scompligliai i ricci, come i vecchi tempi.
Lui mi baciò sul naso e mi sorrise.
E che sorriso.
Ci ero ricascata, sono sempre la stessa stupida.
  
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