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Autore: marasmaa    14/12/2012    1 recensioni
Ero sola ed insicura di tutto quando lui mi trovò. Per caso o forse a causa di un qualcosa più grande di noi, come il destino. Ma ci trovammo e all'improvviso qualcosa ebbe senso.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Chapter Seven.




Avevo passato una bella serata con le ragazze, e non mi ero annoiata come capitava spesso. Però c'era qualcosa che non andava, non c'era Daniel.. o meglio, era presente solo nei miei pensieri. Non avevo fatto caso neanche agli apprezzamenti dei ragazzi sul mio fisico, ogni tanto guardavo un punto fisso e mi perdevo e alla domanda "Abbi, che hai?" rispondevo con un semplice niente. 
Non mi aveva scritto per un'intera giornata e continuavo a non avere sue notizie, così, facendomi coraggio, provai a fare io il primo passo.
Sei morto per caso? Fammi avere tue notizie.. buongiorno comunque :) Ero indecisa sullo smile alla fine del messaggio, usavo poco le faccine, però non sarei voluta sembrare troppo seria.
Appena sentivo uno squillo o un minimo rumore mi avvicinavo al cellulare, poi iniziai a controllarlo ogni tre secondi. Niente. Nessun messaggio.

Zia mi portò ad uno dei bar di San Francisco più carini, con poltroncine e tavolini al posto di sedie scomode e banali. Sembrava di stare nell'Inghilterra dell'800, e noi da brave dame sorseggiavamo il nostro tè.
- Allora, mi vuoi parlare di questo ragazzo? - Zia non resisteva più dalla voglia di sapere, era sempre stata una curiosona. Prima di rispondere guardai il cellulare, inutilmente.
- Non c'è molto da dire.. - Sospirai, dovevo sfogarmi, sentivo il bisogno di confidare tutto a qualcuno e sapevo che zia non lo avrebbe riferito a mamma. - L'ho conosciuto davanti il cimitero, dopo che ero andata a trovare nonna. In realtà già la mattina ci eravamo incontrati, anzi scontrati, mi era quasi caduto addosso! - Zia sgranò gli occhi e assunse l'espressione di chi vuole ascoltare senza perdersi neanche un dettaglio, come da bambini quando la mamma ci vuole raccontare una nuova storia. - Zia tu ci credi al destino? Perché io non so se farlo o meno.. prima non ci credevo, ma averlo incontrato due volte nella stessa giornata in una metropoli cosa vuol dire? - Sorrise aspettando che proseguissi, di solito i commenti li esprimeva sempre alla fine. - Quindi ci siamo conosciuti al parcheggio del cimitero e da lì è iniziato tutto.. è da poco più di una settimana che usciamo insieme, ma il tempo non esiste quando sto con lui. Mi sembra di conoscerlo da una vita e di non conoscerlo affatto, infatti so poco di lui ma non mi importa. Mi fa stare bene, come nessun ragazzo aveva fatto prima d'ora, e questo mi sembra impossibile! Ho anche paura, tanta in realtà.. Non voglio innamorarmi, non so cosa sia l'amore ma tutti gli innamorati finiscono per stare male, e io non voglio, quest'anno sono stata male abbastanza. E poi non lo sento dall'altra sera, non mi risponde al messaggio, si è già stancato? Prima o poi doveva capitare, forse è meglio che sia capitato adesso. - Mi accorsi di aver parlato troppo velocemente senza neanche prendere fiato, respirai. Zia stava ridendo, ero così tanto disperata? 
- Tesoro, hai paura di innamorarti, ma credo che tu lo stia già facendo! Non so se tu ci creda o meno, ma ti sei innamorata a prima vista, è stato un innamoramento lampo! Una volta è capitato anche a me, non sono qui a spiegarti tutta la storia, troppo  lunga, ma è stata una delle storie più belle che io abbia mai avuto. Gli innamoramenti a prima vista sono i migliori, a mio parere. I tuoi occhi si incrociano con i suoi e da subito hai voglia di sapere a chi appertengono quelle due biglie colorate e se ne hai l'occasione, beh è subito amore! Perché non ti importa se è un cretino pieno di sé, o un completo rompiscatole, appena i suo occhi rincontreranno i tuoi.. boom! Di nuovo farfalle nello stomaco! E io e te ne siamo la dimostrazione, anche io provavo le stue stesse cose e avevo paura, tanta paura. Paura che tutto finisse in fretta senza neanche accorgemene, paura che mi stesse solo prendendo in giro, paura di stare male proprio come tutti gli innamorati. Sarò sincera, non è durata molto, solo un mese, poi io sono dovuta partire e ognuno è andato per la sua strada. Ma ne è valsa la pena provarci, perché è stata una delle esperienze più belle, mi sentivo dentro con tutta me stessa.. mi sentivo viva. Sì, ho sofferto, per giorni, per settimane, ma l'amore porta con sé la sofferenza. E tu non puoi sfuggire a questa stupenda e allo stesso tempo struggente esperienza, non si può sfuggire a qualcosa se già ci sei dentro. Lasciati andare, è estate, liberati da ogni pensiero e buttati. Non ti risponde ai messaggi, non ti risponderà più? Almeno ci hai provato. Poi chissà, è possibile che sia successo solo un malinteso, che non durerà solo un mese come è successo a me, ma durerà un anno, due.. tutta la vita! Non voglio illuderti, voglio solo dirti che tutto è possibile e che rimpiangerai più le cose che non hai fatto che quelle che hai fatto.. non farti troppi problemi, la vita è troppo corta per risolverli tutti! Libera, sentiti libera proprio come ti senti quanto sei con lui. A proposito, non mi hai detto neanche come si chiama! - Concluse con un grande sorriso. 
- Daniel, si chiama Daniel. - A pronunciare il suo nome i miei occhi si illuminarono. Zia aveva ragione, mi stavo innamorando, o forse lo ero già. Daniel mi aveva colpito subito, colpo di fulmine si dice? Destino? Qualsiasi cosa era stata ormai ci ero dentro con tutte le scarpe e dovevo lasciare che le cose andassero come dovevano andare, dovevo lasciar fare al tempo, io dovevo solo aspettare. Avrei voluto rivederlo ovviamente, avrei voluto mordere le sue labbra ancora. Ma qualsiasi cosa sarebbe successa, avrei avuto un rimorso e non un rimpianto.

Era venerdì. Erano passati sei giorni da quando non lo sentivo. L'altro giorno mi ero anche preparata per andarlo a cercare, ma appena uscita fuori mi guardai e scoppiai a ridere istericamente per poi rientrare. Dove potevo andarlo a cercare se non sapevo neanche dove abitasse? Mi stava per venire un attacco di panico, quando pensai alle parole di zia, a lei era durata un mese, a me una settimana.. doveva andare così. 
Mamma mi aveva incaricato di fare la spesa, così mi vestii pensando che mi avrebbe fatto bene uscire, stare fuori e pensare a qualcosa il cui nome non iniziasse con la D.
Prima di uscire di casa squillò il cellulare, mi ero anche dimenticata di prenderlo! Misi sotto sopra il divano del salotto e poi tutta la cucina, per poi trovarlo in dispensa, oh povera me! Squillava ancora, ma non era un numero registrato nella rubrica. Sbuffai. Visto che non aveva smesso di squillare pensai che fosse qualcosa di importante e decisi di rispondere.
- Pronto Abgail? Sono Daniel. - Mi mancò il respiro, la gola diventò secca e iniziai a tossire. Voleva farmi avere un infarto?
- Abgail? - 
- Ssi, sono io! - Non riuscii a pronunciare altro. Avrei voluto prenderlo a brutte parole, mandarlo a quel paese per avermi fatto stare uno schifo in questi giorni.
- Io e te dobbiamo parlare, che ne dici di oggi pomeriggio? -
- Non ti sei fatto sentire per giorni e tutto quello che sai dire è che dobbiamo parlare? Mi aspettavo almeno uno 'scusa per essermi comportato da cretino', che fine hai fatto? - E all'improvviso esplosi. 
- Hai ragione, scusa. - Al sentire le sue scuse mi calmai e sorrisi, sorrisi perché era stupendo risentire la sua voce. - Allora va bene oggi pomeriggio? Se vuoi dimmi dove abiti, ti vengo a prendere io! Ti prometto che risponderò a tutte le tue domande.. cioè a quelle che potrò rispondere. - 
- Va benissimo, ti mando per messaggio il mio indirizzo. A dopo. -
A dopo. Non mi importava cosa avesse dovuto dirmi, quel 'dobbiamo parlare' non mi piaceva affatto, non portava mai niente di buono. Ma non mi importava. Ero contenta, l'avrei rivisto, forse per l'ultima volta, ma l'avrei fatto.

Mi misi un jeans stretto e uno di quei top larghi, poi legai i miei capelli in una treccia a spina di pesce. Prima di mettermi le mie amate converse mi guardai allo specchio una decina di volte. Mi sedetti sul divano e aspettai ansiosamente Daniel. Le attese mi mettevano sempre tanta ansia, infatti mi mordevo sempre le labbra e mi muovevo continuamente.
Squillò il cellulare, mi affacciai alla finestra e lo vidi davanti la sua macchina. Colpo al cuore, non me lo ricordavo così bello. Uscii di fretta da casa e mi fermai davanti a lui. Non sapevo come salutarlo, aspettai che facesse lui qualcosa. Mi guardò prima senza dire nulla, poi esclamò un semplice 'hey' e andò in macchina facendomi cenno di entrare. Deglutii, avevo il magone. Entrai in macchina e lo fissai. Non disse nulla, accese solo la radio e partì.
Tutto il viaggio fu silenzioso, c'era solo la musica della radio di sottofondo. Lui non parlava, e così neanche a me uscivano le parole di bocca. Sembrava particolarmente in ansia.
- Ma dove stiamo andando? - Dovevo rompere quel silenzio.
- Oh, al green park.. Siamo stati bene lì l'altra volta. - L'avrei corretto, eravamo stati benissimo. Lo continuai a guardare silenziosamente.
Arrivammo e scavalcammo il cancello arrugginito. Quel parco era bellissimo, ed era ancora più bello perché lì ci eravamo baciati per la prima volta. Lo seguii e mi fermai dove si fermò lui. 
- Scusami ancora per non essermi fatto sentire in questi giorni e per essere sembrato scontroso.. -
- Tranquillo, vorrei sapere solo il perché.. Hai detto che avresti risposto alle mie domande. - Accennai un sorriso, cercando di calmare la tensione. 
- Ho pensato molto, stranamente, visto che non amo pensare.. E sono arrivato alla conclusione che dobbiamo smettere di frequentarci. - Ecco, una doccia fredda. Mi voltai a fissare il paesaggio e ascoltai il suo silenzio, sì perché il suo silenzio parlava, e mi stava appena dicendo che non era quello che voleva, non voleva chiudere definitivamente i nostri rapporti.
- Perché? Dammi almeno una spiegazione. - Mi girai di scatto e lo fissai, quasi fulminandolo.
- Non c'è sempre un perché, è così e basta. - Abbassò gli occhi, non riusciva a reggere il mio sguardo. 
- Hai detto che hai pensato, hai riflettutto, e a che conclusioni sei arrivato? Perché vuoi chiudere con me? E non uscirtene con scuse del genere 'non c'è sempre un perché'. I perché in questi casi ci sono sempre. - Senza accorgemene alzai la voce.
- Perché? Vuoi sapere perché? - Alzò di nuovo gli occhi, sembrava che si stessero riempendo di lacrime e di rabbia. Non poteva avere due occhi così belli, così profondi, e così maledetti. - Perché non ti merito. -
- Per favore, è la scusa più banale di sempre! - 
- No, è vero, io non ti merito. Tu sei stupenda, gentile, disponibile, limpida e onesta. Io.. io non sono così gentile, così disponibile e soprattutto così limpido e onesto! Qualche anno fa ho iniziato a drogarmi, a fare uso di droghe pesanti e per fortuna poi ne sono uscito, ma in quel periodo ho fatto cose terribili. Rubavo per procurarmi i soldi, trattavo male tutti e ho anche picchiato un amico che per me era come un fratello, sono arrivato quasi ad ucciderlo. Ho perso tutti, ho fatto soffrire anche mia madre, sono stata la causa della fine del suo matrimonio con papà. Ora mi ritrovo con mio zio, un padre che ogni tanto mi viene a trovare solo perché gli faccio pena e una madre che vive in Europa. Perdo sempre tutti perché non riesco a dare alle persone le giuste attenzioni. Sono una frana nei rapporti umani. Capito ora perché non ti merito? Se continuo a frequentarti perderò anche te, ti farò solo soffrire. Non sono un bravo ragazzo, e neanche il cattivo ragazzo che piace sempre a tutte. Io sono solo un fallimento, non sono fatto per le relazioni. Non riesco a badare a me stesso, non posso badare ad altri. - Lo guardavo con gli occhi lucidi, mentre buttava tutto fuori assieme alle lacrime. Finalmente si era aperto a me. Non ero spaventata dalle sue parole, non avevo paura del suo passato, sapevo che potevamo costruire il nostro presente insieme e quello che dovevo fare era convincerlo di vivere la nostra storia giorno per giorno. Non dissi nulla, lo lasciai piangere. A volte le lacrime servono a svuotarsi. Mi buttai su di lui, lo strinsi forte in modo tale che potesse trasferirmi le sue paure, cosicché non avrebbe sentito tutto il peso su di lui. Volevo aiutarlo, ci saremmo aiutati a vicenda. 







hil's corner *


ho riaggiornato, anche se nessuno più si caga la storia lol
questo capitolo mi piaciucchia, quindi spero di avere
qualche recensione :) lo continuerò presto, se state
leggendo la storia mettetela almeno tra seguite,
mi farebbe molto piacere :3
buona giornata,
baci ila 
  
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