Fanfic su artisti musicali > Miley Cyrus
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Autore: smilershope    14/12/2012    1 recensioni
Una semplice, normale, ragazza. Allison.
Con un sogno, solo uno: incontrare lei, Miley.
Miley Cyrus, si, il suo idolo, la sua vita, la sua ispirazione.
Ma lei è italiana, il che complica il tutto.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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era già il mattino seguente e decisi di uscire con Casey, lei sapeva tutta la storia del concerto, e sapeva che volevo trovarmi un lavoro.
Partimmo e in macchina iniziammo a parlare.
C: Dove vorresti andare a lavorare?
A: Non so, proviamo in un bar o una pizzeria?
C: Oh, si conosco un bar perfetto, puoi farci i turni lì. E ti pagano pure abbastanza.
A: Bhè? Andiamo.
C: Sai che ci verrò pure io al concerto vero? HAHAHA
A: Ovvio, si, ma tu hai 20 anni e puoi andare tranquillamente, io ne ho 17.
C: Verrai con me, mamma sa che sono responsabile.
A: HAHAHAH ma troppo si.
*arrivammo in quel bar*
C: Salve, questa è mia sorella e cercava lavoro, volevamo sapere se..
X: Oh, si, ci servirebbe una barista. Sei disposta? Non è un lavoro facile.
A: Sono pronta a tutto.
X: Perfetto lasciami il tuo numero di telefono e ti chiamerò quando mi servi.
A: *********** Perfetto, grazie mille, arrivederci.
X: Grazie a voi!
*tornammo a casa*
Come al solito la mamma fece l'interrogatorio, non ne potevo più.
A volte si lamenta perchè con lei non parlo molto con lei, ma come faccio?
Non riesce a capirmi, quando parlo di Miley, cambia discorso all'istante e non gliene frega nulla della mia vita. Sono inutile per lei.
Così un giorno decisi di affrontarla.
A: Ei, mamma?
M: Dimmi.
A: Sai, ad Aprile c'è un concerto di Miley a Londra, so che è un pò lontano ma credo che se andrei con...
non mi lasciò finire di parlare.
M: Ah, vai ad aiutare papà in garage, sta sistemando gli scatoloni.
A: Mamma mi ascolti quando parlo?
M: Si si vai da papà adesso.
A: Mamma come fai a trattarmi così? come?
M: Io ti tratto benissimo ok? Smettila di lamentarti.
Andai via con le lacrime che mi rigavano la faccia, mi sdraiai nel letto e chiusi la porta  a chiave, non facevo che sentire le urla di mia madre contro di me. E' insopportabile questa vita. Non riuscirò a resistere a lungo.
 
L'indomani mattina mi chiamò quello del bar e mi disse di andare a lavorare lì, la sera.
Mi disse che mi avrebbe pagata 10€ a serata per ora, e a me andavano bene, considerando che dovevo andarci quasi tutte le sere.
Così la sera andai lì, e tornai a casa che erano le 02:30 di notte, e mia mamma era seduta nel divano ad aspettarmi.
M: Cosa hai fatto fin'ora? Eh? Sei stata con uno vero?
Lei non sapeva che lavoravo, non volevo.
A: Mamma non sono affari tuoi.
M: Ah non sono affari miei? Ma vattene a quel paese.
A: Grazie.
M: L'ho detto che sei diversa, non sei come tutti gli altri, sei un'estranea, sei uno scherzo della natura, ecco cosa sei.
Quelle parole le ricorderò per tutta la vita..
A: Spero solo che quando sarò grande non diventerò così con mia figlia.
M: Così come eh?
A: Così bestia come te. Mi tratti peggio di un animale.
M: TU SEEEEEI UN ANIMALE.
A quella frase presi la borsa con i miei soldi e la mia roba, i miei cd, e tutto ciò che mi rimaneva e uscii di casa.
M: Toorna subito qui.
A: Non mi rivedrai mai più promesso.
Non sapevo più dove andare, ero senza casa, senza soldi, senza cibo ed era notte fonda..

  
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