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Autore: giormoments    14/12/2012    5 recensioni
Pairing: larry | Rating: arancione | Conteggio parole: 5076 | AU | lime.
Nel 2010 Harry Styles pensava che quello sarebbe stato senza ombra di dubbio l’anno più bello ed intenso della sua vita.
Aveva diciotto anni e si godeva la vita.
Era uno dei ragazzi più desiderati e popolari della città, era il capitano della squadra di calcio della scuola.
Aveva voti alti, con quel suo visino dolce e sfacciato riusciva ad ottenere il meglio in tutte le materie, un po’ impegnandosi, un po’ sfruttando quel suo carattere svergognato.
Non gli sarebbe bastato un libro di 100 pagine per contenere tutti i nomi delle ragazze che avrebbero fatto carte false pur di passare anche solo un’ora in sua compagnia.
Peccato, però, che a lui non interessasse nessuna di queste. E non perché se la tirasse o fosse uno solitario. Semplicemente: era già felicemente fidanzato.
Nel 2010, precisamente il 15 maggio, aveva finalmente trovato l’occasione ed il coraggio per dichiararsi a Louis Tomlinson, 19 anni, bello da morire.
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Piccola nota: ho modificato il primo capitolo aggiungendo un pezzetto di 'introduzione' al secondo (e ultimo). Se non l'avete visto vi consiglio di andarvelo a leggere per poter capire cosa sta succedendo ;)



Like you were never gone

2. Can you feel that love again?




«Harry» sussurra più a se stesso che al riccio. Sono a più di due metri di distanza ma Harry lo sente.
«Ciao Lou» sussurra mentre sente che sta per svenire, per sentirsi male, per rimontare in macchina e scappare da quello che sente sarà un errore mastodontico. Ma è solo la paura a fargli pensare una cosa del genere. In effetti, è stato già rifiutato una volta. Cosa gli assicura che non succederà di nuovo?
«Che... Che diamine ci fai qui?» gli chiede Louis avvicinandosi. Poi sembra pensarci un attimo e «Ma certo, Zayn» e Harry sorride affondando il naso nello sciarpone di lana.
«Mi ha detto che saresti tornato a casa per le vacanze e di questa cena per gli ex-alunni e... Non lo so nemmeno io che ci faccio qui» ammette con un’alzata di spalle.
«Non sei mai stato un tipo razionale» dice Louis sorridendo, appoggiandosi accanto a lui sulla macchina.
«Allora, come mai quest’anno hai deciso di tornare a casa per le vacanze? Sono tre anni che non torni per Natale» inizia Harry. Inizia quel discorso che lo sa, potrebbe essere potenzialmente distruttivo o potrebbe farlo finalmente tornare a vivere.
«Come sai che non torno a casa per Natale da tre anni?»
«Oh andiamo Lou! Anche se io e te ci siamo lasciati non significa che io abbia tagliato i ponti con la tua famiglia! Specialmente con le tue sorelle. Le incontro spesso e tra una chiacchiera e l’altra esce fuori l’argomento Louis. So che sono tre anni che non torni a casa, so che ti manca ancora un anno per laurearti e che hai cambiato facoltà due volte pur di non tornare qui» gli elenca Harry con la voce rotta specialmente nell’ultima parte.
«Dannate pettegole» bisbiglia Louis ironizzando. «Sì, sono tre anni che non festeggiamo il Natale tutti insieme, ho sempre avuto impegni durante le vacanze di Natale. E pensavo che sarebbe stato più facile per tutti se io non fossi tornato» strano come quel ‘tutti’ suonasse più come un ‘te’.
«Non eri obbligato ad esiliarti dall’altra parte dell’Inghilterra solo per non vedermi» sussurrò Harry affondando il viso nella sciarpa e piantando lo sguardo sull’asfalto. «Però vorrei delle spiegazioni»
«Harry» la voce di Louis era leggermente strozzata ma non si fermò «Sapevo che prima o poi avremmo dovuto affrontare questo discorso e so anche che ti devo delle spiegazioni, ma ora ho da fare» disse indicando con la testa il ristorante. «Sono in ritardo e mi stanno aspettando»
Il corpo di Harry fu scosso da una risata che durò un secondo e poi scosse la testa, staccando la schiena dallo sportello dalla macchina per mettersi di fronte a Louis.
«Prego, scappa di nuovo. Te l’avevo detto, non so perché sono venuto qui ed avrei dovuto rimanermene a casa. Avrei preferito che Zayn non mi avesse detto nulla. E ora se non ti dispiace, dovresti toglierti dal mio sportello, vorrei tornare a casa» disse Harry col tono più freddo che Louis avesse mai sentito nella sua voce e per un attimo rimase sorpreso a guardarlo con gli occhi e la bocca spalancata. Poi si decise a togliersi e si avviò verso l’entrata anche se la sua mente gli urlava di non fare il codardo e tornare indietro.
Poco prima dell’entrata si voltò ed «Harry!» lo chiamò, voltandosi. Quello stava per chiudere lo sportello e si blocco guardandolo. «Aspettami qui» gli disse mentre entrava di fretta sotto lo sguardo sorpreso ed incuriosito del riccio.
Non sapeva cosa avesse intenzione di fare quindi lo aspettò fuori dalla macchina con la schiena appoggiata allo sportello. Lo vide uscire due minuti dopo e senza dirgli nulla si infilò al posto del passeggero. Harry continuava a guardarlo, poi lo imita e sale in macchina. Ma non ha idea di dove andare.
«Dove andiamo?» gli chiede mentre mette in moto.
«Io sto a casa di Fizzy, ma lei è fuori città per lavoro»
«Ok, allora vieni da me» gli dice, anzi, gli impone. Ma da Louis non arriva nessuna risposta negativa ed Harry si dirige verso casa sua.
Mentre entrano, a Louis sembra di essere tornato indietro di quattro anni. Casa Styles è rimasta la stessa, non è cambiato assolutamente niente. Lo fa sentire a casa anche se non dovrebbe. Casa sua non è più quella, ma è a Liverpool.
Senza dirgli niente Harry tira dritto al piano di sopra e Louis lo segue per le scale.
Appena entra nella stanza di Harry gli si annoda lo stomaco. Quel letto. La loro prima volta.
«Non è cambiato proprio niente qui eh. E’ esattamente come me la ricordavo» dice sedendosi sul letto. Harry si siede accanto a lui e gli sembra di essere una calamita. Il suo corpo fa di tutto per avvicinarsi a Louis ma lui si impone di rimanersene fermo dov’è.
«Conosci mia madre, è una conservatrice. Non cambia mai niente a meno che questa non cada a pezzi. Ha cambiato solo il suo materasso, per il resto è tutto esattamente come quattro anni fa»
«Il suo materasso» ripete Louis sorridendo. «Se avesse saputo quello che ci abbiamo fatto, su quel materasso, l’avrebbe cambiato subito» dice ridendo.
«L’avrebbe bruciato, penso» sorride Harry, togliendosi il cappotto.
Louis lo fissa mentre compie quel gesto così banale e quotidiano. Harry indossa un maglioncino attillato che gli risalta il fisico e Louis non può fare a meno di notare quanto sia cresciuto bene e quanto sia diventato sexy. Non che prima non lo fosse, ovvio, ma crescere gli aveva fatto decisamente bene.
«Lou, mi devi spiegare» dice di botto. Prima iniziano a discutere, meglio è.
«Io... non so da dove iniziare, sono sincero» sussurra mentre inizia a torturarsi le unghie.
Harry sorride a quel gesto che gli era mancato così tanto e poggia una sua mano grande su quelle di Louis per farlo smettere e il viso del più grande prende fuoco. Si bea per qualche secondo di quel tepore familiare ma poi le ritrae.
«Che ne dici di iniziare dal fatto che non sapevi più se mi amavi o no?»
«Io... Ero confuso, ok? Eravamo lontani e non poterti toccare mi distruggeva» inizia con voce tremante. «Non vederti più era una tortura. Mi mancava tutto. Poi abbiamo iniziato a sentirci sempre di meno e non dovrebbe essere così in una coppia» continua mentre gli si inumidiscono gli occhi.
«Pensi che io stessi meglio? Pensi che non stessi male non vedendoti più tutti i giorni e sapendoti lontano chilometri da me in una città sconosciuta?» incalza Harry con voce cauta. «Io stavo come te Lou, non capisco perché hai dovuto fare così»
«Te l’ho detto, ero confuso. Una città nuova, visi nuovi. Eri l’unico appiglio che mi teneva ancorato alla sanità mentale e poi hai iniziato a svanire anche tu»
«Io non sono svanito Lou, io ero sempre lì per te, pronto ad ascoltarti. Sei tu che hai deciso di rovinare tutto» stavolta la calma sta venendo meno. Gli serve una risposta, non chiede tanto.
«Non mentire Harry, lo sai benissimo che le cose non andavano bene negli ultimi mesi e...»
«Dannazione Lou, se una cosa non funziona bene non è da buttare! Si aggiusta! Si trova sempre il modo di aggiustarla! E non ci credo alla balla del ‘non so più se ti amo o no’. Non ci voglio credere che dopo quello che abbiamo passato insieme, dopo tre mesi di lontananza non sai più se mi ami. Non ci credo» sbotta Harry. Era proprio quello che voleva evitare. Nonostante avesse tutto il diritto di ricevere delle spiegazioni, non voleva agitare Louis. Ed ora si ritrovava ad alzare la voce.
«Hai idea di quello che mi hai fatto passare? Lo sai quanto tempo ci ho messo per uscire da questa camera e staccarmi da quel cuscino che profumava ancora di te? Le sai tutte queste cose?» gli pizzicano gli occhi ma è deciso a non farsi vedere debole, quindi ricaccia le lacrime indietro ed attende una risposta.
«Secondo te io stavo bene? Secondo te dopo che ho fatto quella telefonata sono uscito a divertirmi? Anche io sono stato male Haz» risponde con voce instabile Louis mentre alza lo sguardo verso gli occhi di Harry.
«Si ma è stata una tua decisione, te ne rendi conto? Sei stato male per colpa tua! Hai deciso tu di rompere con me, non io! Io non avrei mai preso una decisione del genere! Io ti amavo!» la sua voce è decisamente alta ma non gli interessa, che i vicini sentano le loro urla, ora deve tirare fuori tutto quello che si è tenuto dentro per quattro lunghi anni.
«Harry, ti prego, smettila di urlare. Non mi rendi le cose facili» sussurra Louis prendendosi il viso tra le mani.
«No, Lou, non piangere, ehi» si avvicina Harry posando una mano su quella di Louis e scansandola dal suo volto. I loro visi si trovano a pochi centimetri di distanza ed Harry sente quella forza spingerlo verso Louis farsi più forte. Si avvicina sempre di più fino a sentire il suo respiro su di sé.
Proprio mentre sta per baciarlo Louis si allontana e si alza.
«No, Harry scusa, non possiamo. Non... Non ce la faccio. Non sarei dovuto venire qua. In realtà non sarei proprio dovuto tornare a Londra. Scusa» dice mentre si sporge per prendere il suo cappotto e corre verso le scale.
Ma Harry è deciso a non finirla lì, quindi si alza e lo rincorre. Lo vede scendere le scale e dalla sua camera gli grida «Stai scappando di nuovo!»
Louis si ferma di colpo. Quelle parole hanno colpito nel segno. E’ un codardo e sta scappando dall’amore della sua vita per... Perché, poi? Non lo sa nemmeno lui.
Con il viso rigato di lacrime si volta e torna indietro. Si avvicina ad Harry e lo bacia con una forza tale da farlo barcollare all’indietro.
Harry avverte la familiare sensazione del vuoto sotto i piedi e Louis lo sente sorridere e stringerlo forte a sé, staccarsi solo per asciugargli le lacrime e poi tornare a tuffarsi sulle sue labbra mordendole, leccandole, baciandole.
Per quale cavolo di motivo aveva deciso di abbandonarlo?
Lo spinge indietro fino a farlo cadere sul suo letto, sul loro letto, e corre a far combaciare di nuovo i loro corpi stendendosi su di lui.
Dio, quanto gli era mancato... Gli era mancato tutto di Harry. Dal suo stringergli possessivamente i fianchi, alle sue labbra rosse che stanno percorrendo tutta la superficie della sua mandibola e del suo collo, gli era mancato l’odore di vaniglia dei suoi ricci.
Per quattro lunghi anni era riuscito a farne a meno soprattutto grazie alla lontananza. Ma sapeva benissimo che se l’avesse rivisto ci sarebbe ricascato. Era ovvio che lo amava ancora.
I vestiti volano sul pavimento e per Harry i gemiti di Louis sono come musica.
Entrambi sentono di nuovo quella sensazione di completezza e pienezza quando Harry entra in Louis.
Dopo quattro anni, dopo quasi mille e cinquecento giorni, si appartengono di nuovo. Finalmente sono di nuovo una persona sola e si appartengono come d’altronde avevano sempre fatto, anche a chilometri di distanza.
E’ bellissimo quando Louis, esattamente come la prima volta che si sono appartenuti, gli sussurra quel ‘ti amo’ strozzato tra gemiti ed Harry risponde spingendosi sempre più a fondo dentro di lui mentre gli dona piacere con la mano.
Harry quasi non ci crede che sta succedendo davvero e sente il bisogno di toccarlo per rendersene conto. Gli passa una mano tra i capelli bellissimi e sudati e gli bacia dolcemente le labbra già occupate dai gemiti che si fanno sempre più forti.
Vengono nello stesso momento ed è la sensazione più bella del mondo quando Harry ricade sfinito tra le lenzuola e Louis gli si accoccola sul petto.
Gli era mancato anche il respiro affannato di Harry dopo aver fatto l’amore.
Si beano per qualche minuto dei loro respiri che tornano pian piano regolari e dei loro cuori che battono all’unisono.
«Scusa» sussurra Louis all’improvviso. «Sono stato uno stronzo e non te lo meritavi. Potrai mai perdonarmi?» dice alzando lo sguardo verso gli occhi verdi del riccio.
Lo vede sorridere e posargli un bacio leggero tra i capelli disordinati.
«Ti ho perdonato nel momento in cui ti ho visto. Ti amo troppo per riuscire ad essere arrabbiato con te» dice prendendogli la mano ed incastrando le loro dita, che combaciano alla perfezione.
Louis gli bacia il petto e «Non so come ho fatto a poter anche solo pensare di poter fare a meno di questo» dice posandogli la mano sul cuore, sentendo i battiti accelerati. «O di questo» continua, mentre la sua mano passa a posare una carezza sulla sua guancia nivea. In quell’esatto momento un sorriso spontaneo nasce sul viso di Harry e «Esatto, parlavo proprio di questo» dice mentre si sporge per baciargli la fossetta adorabile che si forma ogni volta che sorride.
Harry gli prende quella mano e inizia a posarvi dei baci dolci, per poi passare alle sue labbra. Lo sente sospirare ed avvicinarsi fino a finire di nuovo sopra di lui.
«Aspetta» biascica mentre Harry cerca di zittirlo con le labbra. Si allontana e «E adesso?» bisbiglia facendosi scuro in volto.
«Cosa intendi?» chiede il riccio accarezzandogli delicatamente la schiena muscolosa.
«Io devo tornare a Liverpool tra una settimana» dice Louis, pronto a ricevere una scarica di botte e parolacce da parte del riccio. «Non è cambiato nulla. Cioè, qualcosa è cambiato» sorride alludendo alla loro riconciliazione «ma io vivo comunque a Liverpool e tu vivi qui a Londra. Non voglio infangarmi di nuovo in una relazione a distanza. Ho bisogno di averti vicino» afferma posando delicatamente il mento sul petto del più piccolo in attesa di una risposta.
«Vedi...» inizia Harry e Louis può bearsi di nuovo del rumore del suo cuore che accelera i battiti. Che avrà mai di tanto importante da dire per agitarsi in quel modo?
«Tu sai che mi sono appena laureato?» chiede tastando il terreno.
«Sì, signor avvocato, non sei l’unico a parlare con le mie sorelle» lo schernisce Louis ridendo.
«Sta’ zitto!» lo zittisce Harry sporgendosi per baciarlo.
«Scusa, signor avvocato, continua pure» dice Louis tornando serio e maledettamente curioso di sapere dove vuole arrivare.
«Bene, quindi saprai anche che ho continuato anche con il calcio, vero?» domanda e continua subito quando Louis gli fa un cenno di assenso con il capo. «Qualche settimana fa ad una partita della mia squadra sono venuti degli osservatori da alcune città inglesi ed uno di loro mi ha offerto un posto nella sua squadra di livello superiore alla mia. Mi sono informato e mi propongono anche degli stage in alcuni uffici di avvocati medio-importanti» prosegue .
«Ma è una notizia meravigliosa! Complimenti!» dice Louis abbracciandolo ed appropriandosi delle sue labbra rosse.
«A Liverpool» conclude e Louis si immobilizza.
«Cos... Scusa, puoi ripetere?» dice il più grande. Ha capito bene?
«Mi hanno offerto un posto in una squadra ed uno stage lavorativo a Liverpool» ripetere sorridendo verso il viso ancora incredulo e confuso di Louis.
«Lou, non è difficile da capire: mi trasferisco a Liverpool» dice stringendo ancora una volta i fianchi del più grande con le mani.
Louis rimane ancora per qualche secondo con lo sguardo perso, poi si risveglia dal suo stato di trance e «O mio dio!» urla saltando a cavalcioni su di lui.
E non c’è bisogno di altre parole, Louis si inabissa nelle labbra rosse piegate in un sorriso felice di Harry e si appartengono di nuovo, ripetutamente, nel loro letto.





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Ok, è finito. Ecco a voi il secondo ed ultimo capitolo di questa fanfiction che nessuno ha apprezzato o recensito (tranne Brandys ♥ e le mie cucciole preferite) e vi posso quasi capire, chi mi segue sa benissimo che raramente (anzi quasi mai) mi piace quello che scrivo... Pensavo che questa sarebbe piaciuta, ed invece... Quell'unica recensione lì è abbastanza demoralizzante, lo ammetto, ma ho voluto postare per me, per Crissi e Deb che mi hanno sopportata mentre la scrivevo e scleravo perché non se la filava nessuno, e per quelli, se ci sono, che hanno letto senza recensire.
E poi mi sono detta: magari qualcuno vuole leggere l'ultimo capitolo per recensire, no? Spero sia così, vorrei proprio vedere qualche recensione in più!

Bene, basta con le lamentele!
Mi ci sono affezionata un sacco a questa ff e ho capito che mi piace scrivere cose a più capitoli... Ed è per questo che tornerò con un'altra storia di massimo 5/6 capitoli, ovviamente larry e ovviamente AU ♥
Non so che altro dire se non un altro grazie a Cris e Deb che mi so(u)pportano as usual ♥
  
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