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Autore: Tinkerbell92    14/12/2012    4 recensioni
Freya, Dea dell'Amore e della Magia, è stata cresciuta alla corte di Asgard dai suoi genitori adottivi, Odino e Frigga, in seguito alla promessa fatta dal re degli dèi al padre di lei, il quale perse la vita, insieme alla moglie, durante la battaglia di Jotunheim.
Tutto procede per il meglio, fino a quando Odino non decide di unire in matrimonio Freya ed il Principe Odhr.
Nonostante il promesso sposo sia una persona buona e gentile, Freya non riesce a sentirsi felice per la futura unione, anche perchè, ormai da molti anni, prova segretamente qualcosa di molto profondo per uno dei suoi fratellastri...
NB: STORIA IN REVISIONE (devo assolutamente ricorreggere i vari capitoli)
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 La mia è una lunga storia.
Nacqui in tempo di guerra, poco prima di una grande battaglia, e solo adesso riesco ad interpretare pienamente il significato di ciò.
Quella che può sembrare una coincidenza, agli occhi degli altri, fu, in realtà, un vero e proprio segno: la mia vita non sarebbe stata facile.
Sono una Dea dell’Amore indissolubilmente legata alla Guerra.
Sono una principessa le cui decisioni sono appese ad un filo.
Ma, prima di tutto, sono una donna innamorata che non potrà mai dichiararsi apertamente.
Per spiegarmi meglio, credo che dovrò partire a raccontare dal principio, quando ricevetti una strana profezia da parte di una bambina…
 
Il cielo era limpido come uno specchio e, di tanto in tanto, veniva attraversato da rade nuvolette di passaggio, in quella tranquilla giornata di Settembre.
Mi trovavo nel Cortile d’Addestramento del Palazzo di Asgard, insieme ai miei fratelli e amici, ed ognuno di noi si stava esercitando con delle armi diverse.
Il Cortile d’Addestramento era una specie di gigantesca arena circolare, in cui si poteva trovare praticamente ogni strumento adatto alla battaglia.
Armi, manichini, bersagli … insomma, tutto ciò che un aspirante guerriero necessitava.
Io stavo combattendo contro un fantoccio mobile, utilizzando una lunga asta d’oro.
Forse poteva sembrare un po’ strano il fatto che una dea come me pensasse a maneggiare delle armi, piuttosto che stare in casa a pettinarsi i capelli, ma Odino, mio padre adottivo, desiderava che tutti i suoi figli, senza distinzione di genere o età, fossero in grado perlomeno di difendersi da potenziali aggressori.
Non che ci fosse chissà quale pericolo: la pace regnava sovrana da quando Odino sconfisse Laufey nella Battaglia di Jotunheim, la stessa in cui persero la vita i miei genitori naturali, ma era sempre meglio non abbassare troppo la guardia.
Sì, abbassare la guardia…
Un consiglio che non presi troppo alla lettera, dato che il manichino, con un semplice colpo mirato, mi mandò direttamente col culo per terra.
La mia asta volò a qualche metro da me, finendo tra le gambe di uno degli istruttori, che inciampò e cadde, rovesciando una cesta piena di palle di cannone, – sì, usavamo anche i cannoni- le quali si sparsero per il campo, facendo ingamberare più di qualche duellante.
Arrossii per la vergogna, mentre, qua e là, mi arrivavano delle occhiatacce poco rassicuranti.
Cercai di balbettare qualche scusa, anche se ormai ero abituata a fare figuracce simili.
Insomma, non ero molto portata per il combattimento.
Loki, uno dei miei fratelli, che, per fortuna, non era caduto vittima del mio disastro, interruppe subito la propria lezione di Tiro con l’Arco, raggiungendomi di corsa.
- Freya, stai bene?
Annuii, permettendogli di aiutarmi a rialzarmi.
Era un ragazzino davvero intelligente e premuroso, forse anche un po’ troppo per la sua età.
Aveva i capelli neri e dritti, sempre in ordine, e brillanti occhi verdi, che lasciavano trasparire la sua indole matura e un po’ furba.
Gli sorrisi, senza lasciargli la mano: - Sto bene, grazie Loki.
Lui aprì la bocca per dire qualcosa, quando Thor, nostro fratello maggiore, ci raggiunse ridendo: - Freya! Non riesci proprio a passare cinque minuti nell’Arena senza combinare qualche casino?
Arrossii un po’, incrociando le braccia: - Non è che la lotta sia una delle mie attività preferite…
- Si vede! Inizio a pensare che tu sia proprio negata!
Mi morsi un labbro, visibilmente infastidita dal suo atteggiamento strafottente, ma Loki lo fissò con severità: - Freya non è negata, ha solo bisogno di un buon maestro. Non tutti hanno la fortuna di possedere le tue doti di guerriero, Thor.
Thor sorrise, scostandosi bruscamente dal viso un ciuffo di capelli biondo miele, lo stesso colore dei miei, mentre io gettai a Loki uno sguardo di riconoscenza.
Io e lui avevamo un legame davvero speciale.
Vuoi per il fatto di avere la stessa età, vuoi per il fatto di possedere dei caratteri compatibili, noi due eravamo praticamente inseparabili.
Lui mi difendeva, quando Thor mi prendeva in giro, ed io lo ascoltavo quando aveva bisogno di confidarsi.
L’unica cosa strana del nostro rapporto, era che, quando mi trovavo con lui, improvvisamente mi ricordavo che, in realtà, non avevamo gli stessi genitori ed il sangue che scorreva nelle mie vene immortali era diverso dal suo.
Non sapevo perché, ma succedeva sempre e solo quando incontravo il suo sguardo.
Thor mi ridiede l’asta che avevo perso e ci strizzò l’occhio: - Intanto che c’è confusione, vorrei approfittarne per fare un giretto. I Tre Guerrieri stanno convincendo Sif a venire con noi.
- Venire dove?- domandai, alzando un sopracciglio scettica – Non vorrai combinarne un’altra delle tue, fratello? Ricordi cos’è successo, l’ultima volta che ci siamo allontanati senza permesso?
Thor alzò gli occhi al cielo: - Non fare la guastafeste, Freya! Stavolta non ci scoprirà nessuno. Comunque, io tra un po’ vado con i ragazzi al Bifrost, voi fate come vi pare.
Sospirai, mentre Loki abbassava lo sguardo: - Mi sa che ci conviene seguirlo… forse nostro padre sarà più indulgente, se anche tu sei coinvolta…
- Forse- replicai, gettando poi un’occhiataccia a mio fratello maggiore – Tanto, fermarti non possiamo, giusto, Thor?
- Precisamente!- annuì tronfio lui – Sbrigatevi, allora, prima che ci scoprano!
Riuscimmo, non so come, ad eludere la sorveglianza ed arrivare al Bifrost senza farci scoprire.
Il Bifrost, o Ponte dell’Arcobaleno, era un congegno che collegava i Nove Regni dell’Universo e permetteva, da Asgard, di raggiungere qualsiasi luogo in pochissimo tempo.
Aveva la forma di una gigantesca stanza sferica, che si trovava ai confini della terra di Asgard, sulla superficie del mare.
Attraversammo il lungo ponte colorato che vi conduceva e, non appena arrivammo a destinazione, trovammo i nostri compagni già pronti a partire. O quasi.
Sif, una delle mie migliori amiche, ci venne incontro con una smorfia, gli occhi azzurri alzati al cielo.
Aveva lunghi capelli neri, che teneva spesso raccolti in una stretta coda, ed uno sguardo combattivo.
Non c’era da stupirsi del fatto che fosse una tra i migliori guerrieri del nostro corso d’addestramento: aveva un fisico agile e slanciato, riflessi pronti ed un’incredibile rapidità.
Thor le gettò uno sguardo interrogativo: - C’è qualche problema?
- Temo proprio di sì- rispose lei, indicando tre ragazzi alle proprie spalle, impegnati a discutere con una bambina dai capelli rossi.
Thor spalancò gli occhi incredulo: - Oh, no!
Diedi una rapida occhiata alla scena: Volstagg, il più grosso e forte tra i nostri compagni, cercava in tutti i modi di spiegare a Hefring, la più giovane tra i figli di Odino, perché non potesse accompagnarci in quel piacevole viaggetto fuori programma.
Accanto a lui, Hogun, il più posato e intelligente dei miei amici, osservava quello che accadeva, con i suoi impassibili occhi scuri, mentre Fandral, senza perdere il suo solito charme, camminava su e giù nervosamente, scompigliandosi, di tanto in tanto, i capelli biondi.
Non appena si accorse di noi, Hefring corse incontro a Thor, con gli occhi colore del mare spalancati: - Thor! Perché non mi hai detto che andavate a fare un giro? Io voglio venire con voi!
- Hefring, sei troppo piccola per seguirci…- cercò di spiegarle mio fratello pazientemente, ma lei pestò un piede a terra con forza: - No! Io voglio venire con voi! Altrimenti lo vado a dire a papà!
Volstagg spalancò le braccia, con aria esasperata: - Ho cercato di spiegarglielo, ma lei mi ricatta!
- Mocciosa testarda- sibilò Thor, visibilmente infastidito, mentre Loki non perse occasione di punzecchiarlo: - Avrà preso da suo fratello maggiore, probabilmente…
Trattenni una risatina e presi in braccio Hefring: - Ormai è qui, Thor… tanto vale portarla con noi…
- Che scatole!- sbuffò lui – Prima o poi la lego a un albero e la lasciò là.
Hefring gli fece una linguaccia, mentre una colonnina d’acqua si alzò dal mare sotto di noi, incurvandosi ad arco e lavando Thor dalla testa ai piedi.
Mio fratello si girò furioso, ma Sif lo spinse frettolosamente dentro alla stanza sferica del Bifrost, evitando una delle solite risse.
Guardai Hefring severamente, mentre lei rideva compiaciuta: - Non dovresti usare i tuoi poteri contro di noi…
- Ma se l’è meritato!- protestò lei – Fa sempre il gradasso. Adesso, almeno, abbiamo un gradasso bagnato!
- Hefring…- cominciò Loki, ma non riuscimmo ad evitare di scoppiare a ridere.
Thor si affacciò sulla soglia, fissandoci minaccioso: - Vi sbrigate?
Annuimmo, cercando di trattenere le risate, ed entrammo all’interno della stanza circolare.
Davanti la piattaforma del teletrasporto, c’era un ragazzo dalla pelle scura, abbigliato con un’elegante armatura d’oro, che ci fissava con aria assorta: - Marinate di nuovo la scuola, ragazzi?
Aveva una voce calma e profonda.
Sif fece un passo verso di lui: - Vorremmo fare una gita, fratello. Le cose, all’Arena, iniziavano a diventare incredibilmente noiose…
- Per non dire pericolose- aggiunse Fandral, strizzandomi l’occhio.
Heimdall, il guardiano del Bifrost, nonché fratello maggiore di Sif, alzò un sopracciglio: - Sapete che il Re degli Dèi non sarà contento di questo…
- Torneremo prima che se ne accorga!- promise Thor, che, nel frattempo, si era già asciugato – Mi assumo ogni responsabilità.
Heimdall sospirò rassegnato, abituato ad assecondare i capricci di mio fratello, e ci permise di salire sulla piattaforma: - Destinazione?
Ci guardammo tutti con aria confusa, poiché non avevamo pensato ad una mèta, ma Thor sorrise spavaldo: - Vorrei fare un giretto ai confini di Asgard, nei pressi dell’Yggdrasil…
- Che cosa?- esclamammo all’unisono, fissandolo allucinati.
- Nella Terra dei Sapienti ai piedi dell’Albero Sacro? Thor, ma sei pazzo?- gli disse Loki, con un certo nervosismo nella voce – Non è saggio avventurarsi in quel luogo. Ci sono forze antiche che è meglio non risvegliare…
- Oh, ma quante storie!- sbottò nostro fratello – Avete, forse un’idea migliore?
Stavamo per protestare, quando Thor fece un cenno a Heimdall: - Apri il passaggio.
Il guardiano annuì, con un sospiro, ed azionò il meccanismo di teletrasporto.
Fummo risucchiati da un lampo di luce e, prima ancora di rendercene conto, posammo i piedi su un suolo antico e misterioso.
Sebbene fossimo in Autunno, il paesaggio che ci circondava era tipicamente invernale.
Un vento gelido soffiava con forza sui nostri volti, costringendoci a socchiudere gli occhi.
Non ero mai stata in quella zona ed uno strano senso di inquietudine si impadronì di me.
D’istinto, mi strinsi forte al braccio di Loki,
-Fate attenzione a dove mettete i piedi!- ci disse Thor, portandosi una mano davanti al volto – Il luogo in cui ci troviamo è protetto da strane forze. Il tempo cambia rapidamente, in modo inaspettato e inspiegabile. I visitatori non sono molto graditi…
- E allora ci spieghi perché hai scelto di venire proprio qui?- gridò Sif, per sovrastare il rumore del vento.
Thor sbuffò annoiato: - Volete qualcosa di divertente e avventuroso o no?
Sif scosse la testa, evitando di replicare, e tutti seguimmo il suo esempio.
D'altronde, parlare con Thor, a volte, era la stessa cosa di parlare a un muro.
Mio fratello indicò uno strano bosco che si stagliava alla nostra destra e disse: - Per di là passa un ruscello che sfocia in una delle fonti che si trova ai piedi dell’Yggdrasil. Se lo seguiamo, potremo arrivare all’Albero in fretta.
Con un sospiro di rassegnazione, ci inoltrammo nella fitta boscaglia, camminando su sentieri così friabili e stretti, che più e più volte rischiammo di cadere.
Il vento soffiava di meno, ma quel luogo oscuro faceva lo stesso paura.
Volstagg si caricò Hefring sulle spalle, in modo da non rischiare di perderla, mentre Sif ci gettò uno sguardo di ammonimento: - Restiamo uniti. Sarebbe piuttosto inquietante ritrovarsi da soli in questo luogo antico…
- Più che inquietante, letale- mormorò Hogun, socchiudendo gli occhi a mandorla – La forza che protegge la Terra dei Sapienti non fa sconti a nessuno sprovveduto che vi ci si avventuri. Dobbiamo essere vigili, non sappiamo incontro a quali stregonerie potremmo andare…
- O quali forze antiche potremmo risvegliare…- mormorai, con un brivido.
Sentii la mano di Loki afferrare la mia, passandomi una piacevole scossa.
Lo guardai sorridendo, mentre lui mi sussurrò: - Non lasciare la presa.
Camminammo per parecchi minuti, ma del presunto fiumiciattolo non c’era neanche l’ombra.
Thor continuava a proseguire spavaldo, anche se era chiaro come il sole che non aveva la più pallida idea di dove stesse andando.
- Dovrebbe essere qui… tra un po’, di sicuro, lo troveremo…
Stavamo iniziando a perdere la pazienza, quando, all’improvviso, qualcosa ruppe l’innaturale silenzio che ci circondava.
Una flebile vocina infantile cantava una canzoncina antica nel dialetto degli Elfi.
- Lo sentite?- sussurrò Fandral, guardandosi attorno – Chissà da dove proviene…
Iniziammo a far vagare lo sguardo qua e là, senza scorgere nulla, quando, all’improvviso, Hefring notò qualcosa dietro un masso: - Hey, quello cos’è?
Ci avvicinammo guardinghi e Thor estrasse un pugnale: - Altolà! Rivelati!
Restammo tutti col fiato sospeso, mentre la voce si zittiva.
Ci fu un attimo di inquietante silenzio, poi, una figura si alzò lentamente, voltandosi verso di noi.
Era piccola, incappucciata, con un ampio mantello rosso.
Sembrò squadrarci per un secondo, poi parlò: - Chi siete?
Thor ci fece cenno di stare indietro: -Io sono Thor, figlio di Odino, e loro sono i miei fratelli e amici. Tu chi sei? Quali sono le tue intenzioni?
Quella, in tutta risposta, si abbassò il cappuccio.
Una massa di capelli castani ricadde sulle sue spalle.
Restammo piuttosto interdetti, quando un paio di profondi occhi nocciola ci fissarono curiosamente, mentre il volto graziosissimo di una bambina si rivelava ai nostri sguardi stupiti.
Dimostrava qualche anno in meno di me, aveva una carnagione incredibilmente pallida ed uno sguardo così profondo che sembrava penetrare l’anima.
Dopo averci osservati per un po’, parlò con voce dolce ma, al tempo stesso, antica: -Io sono Skuld, figlia di Hodras, ma molti mi conoscono come Sybilla. Io sono una delle tre che tutto sanno.
-La figlia di Hodras!- esclamò Hefring - Questo vuol dire che tu sei... una Norna!
Skuld, o Sybilla, annuì.
Thor la guardò stranito: -Cioè questa mocciosa sarebbe una delle tre sagge? Una delle tre dee che conoscono tutto?"
- Thor, io porterei rispetto - suggerì Loki con un po' di timore – Ricorda che le Tre Norne sono in grado anche di decidere il Destino degli esseri viventi…
Gli accarezzai un braccio con la mano libera, poi annuii, rivolta verso Thor.
Sybilla ci fissò ancora per qualche secondo, poi, senza preavviso, si voltò e parlò con la sua solita voce flemmatica: - Questo luogo non è sicuro per i viaggiatori forestieri. Seguitemi.
Iniziò ad incamminarsi verso un sentiero tortuoso, senza alcuna esitazione, mentre noi, dopo esserci brevemente consultati con lo sguardo, decidemmo di seguirla.
Di tanto in tanto, Sybilla si girava a controllare e diceva: - Sbrigatevi! In questi sentieri è facile perdersi.
Cercammo di obbedire, ma lei era piuttosto veloce e bastò un attimo di distrazione a farla sparire dalla nostra vista.
Inutile dire che fummo presi da un potente attacco di panico.
- Sybilla!- chiamammo, cercando di gridare il più forte possibile – Sybilla, dove sei?
Thor colpì un albero con un pugno: - Maledizione! Vuoi vedere che quella piccola serpe ci ha abbandonati? Si sarà offesa perché le ho dato della mocciosa…
- Se è offesa con te, non vedo perché dovremmo rimetterci anche noi!- strillai, sempre più incapace di mantenere la calma.
L’unica cosa che mi impediva di sclerare, era il calore della mano di Loki.
Un ringhio minaccioso ci fece sobbalzare e, improvvisamente, un branco di strani lupi ci accerchiò: erano di aspetto canide, ma più grossi rispetto ai lupi normali, e di un colore più pallido.
Thor tirò fuori nuovamente il pugnale, e noi lo imitammo, sfoderando le nostre armi.  
Assumemmo una posizione di difesa, mentre il cerchio di lupi si stringeva sempre di più: gli animali non parevano per nulla spaventati dal luccichio delle lame.
Proprio mentre uno di loro stava per balzare verso di noi, udimmo un fischio acuto.
Le belve si voltarono stupite, mentre tre figure di diversa altezza apparivano dal nulla davanti a noi.
Una di loro avanzò lentamente ed i lupi le corsero incontro, come un branco di cagnolini.
Le si accucciarono ai piedi, mentre quella alzava lo sguardo.
Era una ragazza che dimostrava qualche anno più di me, con i capelli lunghi e rossi, gli occhi verdi ed i tratti simili a quelli di un elfo. Una mantella verde la riparava dal vento gelido.
Alle sue spalle, c'era un’altra fanciulla ancora più grande, dai capelli biondi e gli occhi celesti,  vestita con abiti di pelle ed un mantello blu scuro.
Accanto a lei, Sybilla ci fissava impassibile.
Riponemmo le armi, mentre Thor fece un passo in avanti: - Beh… grazie…
Sybilla scosse la testa: - Vi avevo detto che in questi sentieri era facile perdersi…
Stavamo per ribattere, quando la più grande delle tre alzò la mano con fare imperioso: -Non è saggio stare qua fuori. Seguiteci, o forestieri! Vi condurremo in un luogo più sicuro.  
In pochissimo tempo, le tre ragazze ci fecero uscire dal bosco e proseguirono fino a giungere nei pressi di una grotta illuminata da un piccolo falò.
Ci fecero accomodare, mentre Loki, preso coraggio, domandò timidamente: - Siete voi, le Norne?
La bionda guardò le altre due con uno sguardo enigmatico e poi rispose: -Siamo noi.
-E vedete ogni cosa?- incalzò Thor, con un lampo di curiosità negli occhi celesti.
-Solo se siamo insieme- rispose la seconda, quella con i capelli rossi - Perchè ognuna di noi vede soltanto ciò che riguarda del tempo che le appartiene.
- Passato, Presente e Futuro?- domandò Loki, che aveva letto dei libri a riguardo.
- Precisamente- rispose la donna bionda -Io, Urd la Primogenita, vedo il Passato. Nessuna azione compiuta prima di questo momento non mi è nota, io conosco ogni cosa del tempo che fu.
- Io, Verdandi la Secondogenita, vedo il Presente- continuò la rossa -Posso scrutare ogni momento presente, posso sentire le emozioni ed i pensieri di chi sta vivendo in questo momento. In quanto a Skuld…- indicò  la Terzogenita di Hodras, che sorrise lievemente.
- Vede il Futuro...- sussurrò Hefring.
Sybilla la guardò annuendo.
-Nulla di quel che sarà le è sconosciuto. Tuttavia, il potere di Skuld è ambiguo, perchè nulla è già stato scritto, sta a noi scegliere il percorso. Quello che lei vede è una possibilità di ciò che sta
per avvenire a seconda di come uno si comporta.- spiegò Urd. 
- Mmmh, è complicato- mugugnò Fandral grattandosi la testa -Ma comunque io lo trovo forte! Sybilla lo fissò con un lieve sorriso e rispose: -Quel che trovi complicato ora, potrai trovarlo
più comprensibile in futuro.
Fandral sorrise a sua volta, fissandola con uno sguardo incredibilmente dolce.
Improvvisamente, mi sorse spontanea una domanda: - Ma, se voi siete le tre Norne… in teoria, non dovreste trovarvi ai piedi dell’Yggdrasil? A bagnare il suo tronco con le acque della Fonte di Urd?
Sui volti delle tre sagge, si dipinse un sorriso enigmatico: - L’Universo è pieno di misteri, giovane Freya- disse Verdandi, con tono pacato – E la nostra terra è certamente il luogo più misterioso di tutti. Ci sono cose che solo noi possiamo capire. A voi basta sapere che l’Albero Sacro è ben custodito e curato.
- Mh, okay, quindi non ce lo farete nemmeno vedere?- borbottò Thor, guardandole accigliato.
Urd scosse la testa: - Non siete ancora pronti per questo. Solamente quando sarete ammessi al Consiglio degli Dèi, potrete godere della visione dell’Albero Sacro. Come dice nostro padre, “Ogni cosa a suo tempo”. E, a proposito di padri- ci fissò con aria severa – Odino non resterà ancora molto all’oscuro della vostra fuga. E’ giunto il momento, per voi, di tornare indietro.
- Ma noi vorremmo sapere qualcosa di più!- protestò Sif -Voi conoscete ogni cosa! E a noi piacerebbe sapere di più, conoscere il Passato e le grandi battaglie, il Presente, il Futuro!
-Porta pazienza, giovane Sif- le rispose dolcemente Verdandi- Forse potremmo trovare un compromesso.
- Sorella, non avrai mica intenzione di concedere il Dono delle Norne così?- si allarmò Urd.
- Il Dono delle Norne?- ripetei, mentre gli altri si guardavano stupiti – Che cosa significa?
- Significa che vi concederemo di interrogarci tutte e tre per una sola volta- spiegò Sybilla – E’ un raro privilegio, che concediamo pochissime volte.
- Più che pochissime- replicò Urd con severità – Solo quando qualcuno se lo merita davvero.
- Io sono ottimista, riguardo a questo- rispose Verdandi con un sorriso – Sento che questi ragazzi hanno qualcosa di speciale. E poi, non possiamo mandarli via a mani vuote.
Urd sospirò e annuì: - E va bene.
Un sorriso spavaldo si dipinse sul volto di Thor, che ci bisbigliò tronfio: - Visto che abbiamo fatto bene a venire?
Gli lanciammo un’occhiataccia, ma preferimmo non commentare.
-Quindi risponderete alle nostre domande?- domandò speranzoso Hogun, rivolgendosi alle Norne.  
-Ne avete una a testa- stabilì Udr -Per ciascuna di noi.
-Solo una?- Volstagg alzò un sopracciglio - Non sappiamo se ci basterà...
-La regola è così, giovane Volstagg" rispose risoluta Urd - Ma credimi, sarà sufficiente. Per iniziare, la norma è questa. Se vi dimostrerete degni, avrete a disposizione più di una domanda, ma questo accadrà solo quando, e se, sarete pronti e più maturi. Ora non posso dirvi di più. Ogni cosa a suo tempo.
Ci guardammo tra noi in silenzio, fino a quando, non incontrai per caso lo sguardo di Sybilla.
La ragazzina diede un’occhiata alla mia mano, ancora stretta in quella di Loki, e sorrise in modo enigmatico.
Forse stava per dire qualcosa, ma Urd le posò una mano sulla spalla: - Sorella, è ora che tornino a casa. Accompagnali fuori, qui abbiamo delle faccende da sbrigare…
Sybilla annuì e ci invitò, con un gesto, ad alzarci.
Verdandi ci sorrise apertamente: - Arrivederci, giovani dèi. Spero di rivedervi presto.
- Ehm, sì…- rispose un po’ incerto Thor – Ci faremo vivi.
- Scegliete con cura le vostre domande- si raccomandò Urd – Spero che il nostro dono vi torni utile.
Le salutammo un po’ timidamente, poi seguimmo Sybilla fuori dalla grotta.
La ragazzina ci condusse fino all’entrata del bosco, poi gridò forte: - Heimdall!
Seguì un attimo di silenzio, poi, un fascio di luce, proveniente dal cielo, si diresse rapidamente verso di noi.
Mentre stavamo per venire risucchiati dal potere del Bifrost, gettai un ultimo sguardo alla misteriosa veggente.
Per un attimo, mi sembrò che i suoi occhi fossero diventati bianchi e, un istante dopo, udii la sua voce nella mia testa: “Fa’ attenzione, principessa. Presto, arriverai di fronte a un bivio.”
Sussultai, mentre Loki mi sussurrava premuroso: - Va tutto bene?
Annuii velocemente, guardando di nuovo Sybilla.
I suoi occhi erano tornati normali, ma la sua espressione mi provocò un grande senso di inquietudine.
Una fortissima luce ci avvolse, mentre, all’orizzonte, mi parve di scorgere la sagoma di un grande albero.
Ma fu solo per un istante.
 
***
Angolo dell’Autrice: Ecco qua il primo capitolo della storia.
Non ne sono convintissima, anche perché è la prima volta che mi “muovo” tra i personaggi ed i luoghi della mitologia nordica.
So che nel film non viene menzionata la parentela tra Sif e Heimdall, però, dopo aver scoperto che, nel fumetto, loro due sono fratelli, ho scelto di attenermi all’originale.
Per quanto riguarda Hefring, probabilmente nota come “La piccola rompipalle”, diciamo che è uno sfizio che mi sono tolta, dato che adoro tutte le divinità che hanno a che fare con l’acqua, e l’ho eletta come mia “controparte asgardiana” :)
All in all, diciamo che il capitolo mi è servito soprattutto per presentare i personaggi, che, in questa parte della storia, sono ancora dei ragazzini.
Se qualcuno vorrà dirmi cosa ne pensa, ne sarò davvero felice.
Cercherò di aggiornare il prima possibile.
Un bacio :)
  
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