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Autore: Mar_Alex01    15/12/2012    1 recensioni
La mia vita era perfetta: i miei genitori non mi avevano mai fatto mancare nulla,i miei fratelli si erano sempre presi cura di me,avevo un fidanzato magnifico,non avrei mai potuto chiedere di meglio,e lo avrei addrittura sposato,avremmo passato la nostra vita insieme.
Poi però,capii che la mia via non era una favola e che i famosi lieti fine non esistono affatto.
[Dalla storia]
L’avevo riconosciuto,non era cambiato di una virgola,i capelli ancora mossi dal vento di fine Ottobre,come quella mattina di Febbraio.
Gli occhi blu che brillavano anche nell’oscurità della notte,scrutavano i miei curiosi di scoprire qualcosa di non raccontato.
Accennò un piccolo sorriso, appena visibile e si mosse,io mi allontanai,e tornai in camera mia.
Mi buttai sul letto,convincendomi di averlo sognato,e non che fosse veramente arrivato a casa, solo quando chiusi gli occhi con un sorriso stampato in faccia capii quanto mi era mancato.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I,I can’t get these memories out of my mind
And some kind of madness
Has started to evolve.
Muse-Madness
 

 
La mattina arrivò più veloce del previsto e della notte precedente ricordavo veramente poco,credevo di aver sognato Louis,anzi ne ero certa,i miei sogni non mi avevano abbandonata,dal matrimonio erano passati direttamente a lui.
Perché? Cosa avevo fatto di male?
Poi quel giorno sarebbe arrivato Louis a casa,mi era passata per la mente l’idea di andarmene a fare un giro ma poi sarebbe sembrato che lo volessi evitare come realmente era,ma erano giochetti che facevo al liceo,Harry mi aveva ricordato che al liceo non ci stavamo più,eravamo degli adulti e come tale non potevo uscire ed evitarlo,uffa.
Mi alzai e mi trascinai in cucina,sentivo delle voci in giardino,ma avevo troppo sonno,avevo passato la notte in bianco a pensare.
-Buongiorno dormigliona- Mi salutò Amanda,un po’ troppo affettuosa quella mattina,forse aveva messo troppo zucchero nella cioccolata.
-Che ore sono?- Chiesi tirandomi fino ai palmi delle mani le maniche del mio pigiamone.
-Le dieci e mezza- Rispose lei,versando dei cereali in una tazza.
Quindi non si era addolcita per il troppo zucchero.
-I miei sogni sono peggiorati- Dissi rubandole la scatola di mano.
-Devo dirti una cosa importante- Mi zittì subito versando il latte.
-Tocca prima a me!- Aspettai che finisse e presi la bottiglia di latte e versai anche io quanto me ne serviva.
Lei mi guardò e mi incitò a continuare.
-Invece del matrimonio,stanotte ho sognato Louis,credo di cominciare ad impazzire!- Esclamai prendendo un cucchiaio pulito dalla lavastoviglie.
-No,non credo- Disse una voce fin troppo familiare.
Non era Amanda,non era Harry,avevo paura di girarmi e controllare chi fosse,perché un’idea già l’avevo e non volevo vederlo,perché era a casa così presto?
Però ero un’adulta così mi girai verso la porta sul retro da cui era entrato.
Lo guardai io stessa negli occhi,non sapevo resistergli e fu come quattro anni fa,quando nostri occhi si incontrarono per la prima volta.
Quel blu oceano che mi catturava ogni volta,anche in quel momento non fallì,i suoi sorridevano insieme a lui,erano brillanti,felici,spensierati come quelli di un bambino,eppure nascondevano un velo di tristezza,un desiderio irraggiungibile conosciuto solo da loro.
-Ciao Louis- Dissi dopo un interminabile momento e dopo aver ricordato come si facesse a parlare.
-Era quello che cercavo di dirti- Mi rimproverò Amanda.
Eppure come faceva lui ad assicurarmi che non l’avessi sognato e che non stessi impazzendo. Volevo saperlo ma mi conoscevo troppo bene,non glielo avrei mai chiesto.
-Louis è arrivato stanotte- Si intromise Harry.
Allora non l’avevo sognato. Era vero,l’avevo visto arrivare veramente.
-Kate è stata la prima a vedermi arrivare- Disse Louis divertito.
Amanda e Harry si girarono verso di me con uno sguardo interrogativo.
-Non guardate me! Io ero certa fosse un sogno- Mi giustificai mettendo in bocca un cucchiaio di cereali.
Mi sentivo a disagio con Louis in casa,e soprattutto mi metteva disagio che lui mi avesse vista col mio pigiama a pecorelle,ma non importava,finii i miei cereali più in fretta che potei e mi precipitai di sopra.
Chiusi la porta della mia stanza a chiave e scivolai sul pavimento prendo domi la testa tra le mani.
Non avevo sognato Louis stanotte,cosa buona.
Lui mi aveva appena visto in pigiama,precisamente il mio pigiama post-depressione di pail con le pecorelle,cosa non molto buona.
E soprattutto,quando l’ho guardando negli occhi quando mi ha sorriso,il mio stomaco ha fatto i salti mortali,io l’ho convinto a ingoiare i cereali, e soprattutto sentire la sua voce,mi ha ricordato di come mi era mancata,la sua bellissima fastidiosa voce per casa,la sua fantastica voce quando canticchiava davanti ai fornelli,e questa non era decisamente una cosa buona,era una cosa orribile.
La peggiore delle cose che potesse capitare: detestarlo,ma allo stesso tempo scoprire che per tutto questo tempo non avevo altro che bisogno di lui.
Mi rimisi in piedi e indossai dei vestiti decenti,quella mattina sarei uscita,non potevo permettermi di nuovo di provare quelle strane emozioni,che poi io per Louis provavo emozioni?
Non lo odiavo,non era mio amico,mi era totalmente indifferente,era questo il problema,lui doveva rimanere ad essermi indifferente se qualcosa fosse cambiato,le cose non si sarebbero messe affatto bene.
Scesi giù sfoderando uno dei miei sorrisi più falsi e cambiai la borsa marrone con quella blu.
-Dove vai?- Mi chiese Amanda.
-Non lo so,devo uscire da questa casa,penso che tu mi capisca- Dissi a bassa voce in modo che solo lei potesse sentirmi.
Lei annuì e sorrise debolmente,poi mi accompagnò alla porta -Tranquilla,devi solo abituarti-
-Speriamo- Mormorai,poi salutai Harry e forse salutai anche Louis urlando un ‘ciao’ diretto a tutti,i due mi risposero con un gesto della mano,dato che erano impegnati a leggere qualcosa sull’i-Phone di Harry.
L’aria fresca pungeva delicata sul mio viso,infilai le mani in tasca,e il naso sotto la sciarpa bianca,camminavo senza una vera meta,aspettando che qualcosa di interessante catturasse la mia attenzione.
Passai davanti alle vetrine di negozi,anche davanti al parco,il verde mi metteva di buon umore,era il colore della speranza,mi attirava.
Attraversai la strada e mi ritrovai nella piccola ma piacevole distesa di verde,i bambini giocavano e anziani si riposavano sulle panchine,ne trovai una libera anche io e mi sedetti,il prato era leggermene bagnato,e quello non era decisamente un bel posto per le mie scarpe da ginnastica bianche.
L’aria era fresca,lo smog cittadino della frenetica Londra lì era più attenuato,meno percepibile era una bella sensazione,respirare aria relativamente pulita.
Una coppia felice mi passò davanti con un passeggino,mi sarebbe piaciuto avere dei bambini un giorno,ma forse pensarci quando stavo per sposarmi era troppo presto,avevo appena ventun’anni, troppo presto per mettere su una famiglia vera e propria,pensare ad un futuro,a dei figli,ma non troppo presto per sposarmi con la persona che amavo di più al mondo.
Però andò tutto storto e quindi la mia idea di avere una famiglia felice e perfetta era in qualche modo andata in fumo.
Anche il parco mi stancava,possibile che tutto in quella città mi ricordasse Louis,proprio la persona dalla quale cercavo si scappare?
Andai via e continuai a camminare per le vie di Londra da sola,tormentata dai miei pensieri,finché la vetrina di un negozio non attirò la mia attenzione.
C’era appeso un cartello con scritto a caratteri cubitali: “CERCASI COMMESSA”
Ci pensai un attimo sopra,se avessi lavorato di pomeriggio,avrei avuto tutta la giornata occupata,quindi avrei visto Louis solo di sera a cena,constatai che era proprio quel che mi serviva.
Avevo vissuto otto mesi senza di lui,e adesso era arrivato a sconvolgere me e i miei piani per dimenticarlo,vederlo il meno possibile mi avrebbe solo aiutato.
A quel punto aprii la porta di vetro e feci un sorrisone a trentadue denti alla probabile proprietaria del negozio che aveva cominciato a guardarmi.
-Salve, le serve qualcosa?- Mi accolse la donna,forse era un po’ più grande di me,massimo trent’anni.
-Sono qui per il lavoro- Dissi sorridente indicando il cartello appeso fuori.
-Certo,seguimi- Mi disse e ci dirigemmo verso un locale inaccessibile al pubblico.
Di quel negozio in realtà sapevo solo che si vendevano vestiti da donna.
Un buon inizio per iniziare a lavorare li,ovvio,non ci ero mai andata a fare compere,anche se  ce l’avevo praticamente a due isolati da casa.
La donna mi invitò a sedermi su una sedia davanti alla sua scrivania,poggiai la borsa su quella accanto a me e poi la proprietaria cominciò a parlarmi:
-Dunque,immagino che tu abbia visto il cartello- Mi disse. Io annuii.
-Come ti chiami?- Continuò.
-Katherine Marshall,ma può chiamarmi Kate- Le dissi sorridendo.
-Dammi del tu- Replicò la donna,agevolandomi. -Io sono Ashley,Ashely Cooper,e sono la proprietaria del negozio- Mi disse ancora.
-Abbiamo quell’annuncio in vetrina da settimane,ma nessuno si era mai fatto avanti,poi sei arrivata tu- Continuò,io mi limitavo ad annuire,gli avevo anche fatto un favore,in un certo senso.
-Hai esperienze lavorative?- Mi chiese gentile.
-Beh…in realtà non molte,quasi nulla,se conta posso dirti che durante il liceo mi misi a lavorare in un bar,ma solo per sei mesi- Dissi timidamente.
-E cosa fai nella vita?- Mi domandò                                    
-Sono all’università,studio giurisprudenza- Le risposi. Lei mi guardò annuendo.
-Adesso,lasciamo stare queste domande e te ne farò una soltanto e mi devi rispondere sinceramente- Mi disse Ashley.
-Dimmi- Dissi io,per la prima volta forse sicura di me.
-Tu,questo lavoro,lo vuoi veramente?- Mi chiese,perforandomi con i suoi occhi marroni.
Ripensai all’università,ai soldi che mi servivano,al bisogno di distrarmi,di stare meno tempo possibile in casa.
Forse quel lavoro mi avrebbe aiutata,mi avrebbe tenuto la testa impegnata e le mille domande sarebbero rimaste fuori,insieme alle risposte che dovevano ancora arrivare.
Allora dissi di si.
-Ashley,io ne ho bisogno,davvero e non solo perché studio e mi servono dei soldi ma…è una questione abbastanza personale,mi aiuterebbe davvero molto- Dissi ricambiando lo sguardo pieno di tutto quello che sentivo,che non si poteva esprimere a parole.
-Sei in prova per una settimana,preferisci mattina o pomeriggio?- Mi chiese Ashley alzandosi.
In quel momento faticavo così tanto a trattenere la mia felicità che l’abbracciai.
-Ehi,capisco la tua euforia ma sei solo in prova- Mi disse ancora ridendo.
-Già…beh…preferisco di pomeriggio,grazie!- Dissi entusiasta.
-Bene,inizi domani, si apre alle tre, cerca di stare mezz’ora prima,si stacca alle sette e mezza,va bene?-
-Va più che bene! Grazie mille- Esclamai ancora,ci stringemmo la mano ed io uscii contentissima dal negozio.
Forse la mia teoria valeva anche al contrario: come una bellissima giornata si trasformava in un incubo,una giornata orrenda si trasformava in una accettabile
Dopo la salita c’è sempre una discesa,e la mia forse stava finalmente iniziando.


BUON SABATO PIPOL (?)
Come promesso ho aggiornato oggi,sabato mattina e sono le 12:12 wow.
Anyway oggi mi sento felice,asdfghjj.
Tipo che ieri ho saltato scuola facendo finta di avere la febbre :') solo che non ho potuto usare il pc,fuck.
Beh tutto ha un prezzo çç
Ok,io come al solito ringrazio tutti quelli che recensiscono e i lettori 'silenziosi' ai quali ricordo che una recensione non morde ^^
Fatemi sapere cosa ne pensate e ci rileggiamo (?) lunedi pomeriggio :3
-Mar

  
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