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Autore: _keira_    02/07/2007    3 recensioni
<< E’ per questo che non voglio farvi venire con me. Io voglio vendetta perché ho visto morire troppa gente, troppa per i miei gusti. Voi cosa desiderate? Aiutare il vostro pazzo amico che non vuole altro che ucciderlo? Convincere Harry Potter che è un pazzo a voler provare sentimenti omicida? Spronarlo a rifugiarsi nella Tana, coccolato dai genitori che non ha mai avuto? Spiacente, ma Harry Potter non è d’accordo >>
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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GODRIC'S HOLLOW Capitolo 2 Il mattino dopo, Harry si risvegliò con i piedi di Ron che si muovevano accanto al suo orecchio destro, provocandogli uno strano solletico. Una volta in piedi, si accorse che Ginny era accanto alla cucina e che andava avanti indietro con quattro tazze e un sacco di fette biscottate con la cioccolata in un ampio vassoio azzurrino. Posò tutto sulla tavola e quando si accorse della sua presenza, disse: << Buongiorno >> << ‘Giorno… >> disse Harry guardandola. << Cosa stai facendo? >> << Preparo la colazione… >> << Lascia fare a me, in fondo siete degli ospiti… >> disse Harry avvicinandosi. << No, faccio io. Tu, piuttosto, va a svegliare Hermione. Credo che sia in preda ad un attacco di sonno… Non è da lei dormire fino alle dieci del mattino… >> disse in tono sbrigativo. << E’ un sogno oppure mi trovo davanti una signora Weasley in miniatura? >> scherzò Harry. << Piantala e va a svegliare Hermione! >> disse lei sorridendo divertita. Harry sorrise a sua volta e dopo aver percorso le scale, avanzò lungo il corridoio che portava alla stanza dei suoi, dove Hermione e Ginny avevano dato una bella ripulita. Harry bussò prima alla porta per essere sicuro di non entrare in un brutto momento, ma poi vedendo che non rispondeva, entrò. Stava dormendo, come previsto. Aveva alcune ciocche di capelli sul viso e mormorava qualcosa nel sonno. Quando Harry si avvicinò, sentì cosa stava dicendo. Alcune parole incomprensibili, forse di qualche lezione di Antiche Rune particolarmente eccitante da essere ricordata dell’anno prima. Ma poi riuscì a distinguere chiaramente le parole “Harry” e “Non andare via”. Qualcosa gli strinse il petto. Era ora di svegliarsi da quel brutto sogno. << Hermione… Hermione svegliati… >> disse, scostandole i capelli dal viso. << Harry, ti prego… >> mormorò lei. << Hermione, svegliati, sono qui… >> << Harry, non andare! >> << Hermione! Hermione! >> Hermione si alzò subito a sedere, svegliandosi. Sembrava molto turbata e aveva cominciato a sudare. << Tu cosa ci fai qui, mi spiavi?! >> disse vedendolo. << No, credimi… >> << Mi stavi spiando, non è così? >> continuò Hermione prendendolo a cuscinate. << Hermione, basta! Basta! Mi ha mandato Ginny, ha detto che dovevo svegliarti! >> Hermione lanciò il cuscino sul letto dopo aver incastrato Harry in un angolo. << Davvero? >> chiese. << Davvero… chiedi a lei se non ci credi… >> Si guardarono intensamente per qualche istante, il tempo necessario perché Hermione cominciasse a parlare a ruota libera. << Fa… fa caldo, non credi? >> << Oh, si… molto… emh… >> stava dicendo Harry, poi cambiò discorso. << Ho sentito che mormoravi qualcosa nel sonno, prima… Cosa… cosa hai sognato? >> Hermione si staccò da Harry e lui poté giurare di aver visto un lampo di paura nei suoi occhi. << Ho sognato te che scappavi verso una luce verde… Un’Avada Kedavra, forse… In pratica, ho sognato la tua morte >>. Cadde un silenzio pesante, durante il quale Harry si chiese perché continuava a fissare Hermione in quel modo. E anche lei sembrava confusa quanto lui. << Forse è meglio andare di sotto. Sento l’odore del cioccolato… Ginny sta preparando la colazione? >> chiese Hermione fissandolo. << Si. Una perfetta imitazione della signora Weasley >> Hermione sorrise, ma poi tornò seria. << Non so cosa diamine mi sta succedendo. >> confessò. << Neanch’io… >> disse Harry a sua volta, spontaneamente. Erano così vicini che Harry poteva distinguere le grinze delle coperte impresse sulla sua guancia. << Harry, Hermione! Cosa state combinando lì sopra?! >> era la voce di Ron. << Si è svegliato… >> disse Harry. << Perché, prima dormiva? >> << Non te l’ho detto? >> chiese Harry. << Perché avresti dovuto? >> << Già… perché? >> disse Harry confuso. Hermione sorrise. << Sembri sconvolto… >> << E’ che… non credo di aver mai provato tante emozioni tutte insieme… >> << Ragazzi! Mi state facendo preoccupare, scendete, avanti!! >> urlò Ginny. << Sarà meglio andare di sotto o ci prenderanno per dispersi… >> disse Hermione staccandosi dall’angolo. << Già… >> disse Harry allontanandosi dall’angolo. Lo aspettava una giornata imbarazzante. Harry percorse le scale titubante come non mai, con Hermione che sembrava apparentemente tranquilla davanti a lui. << ‘Giorno… Ehi, ti sei messa all’opera… >> << Già e a quanto pare anche voi due non perdete tempo… Che diamine combinavate là sopra? >> chiese Ron infastidito. << Niente di allarmante, non preoccuparti… Ho il sonno pesante di questi tempi… >> borbotto Hermione. << La prossima volta prendo un cannone per svegliarti, d’accordo? >> commentò Harry togliendo dal tavolo un po’ di polvere per poterci mangiare. Hermione lo guardò come a dire: “Non esagerare”, poi disse: <> Harry guardò l’orologio che aveva ancora al polso. Erano passate ben 10 ore e mezzo dal suo compleanno, e lui che la notte prima sperava che un quarto d’ora potesse passare in fretta! Euforico, gridò: << Accio bacchetta magica!! >> e immediatamente il suo fidato bastoncino contenente la stessa piuma di fenice di quella del suo acerrimo nemico, gli volò in mano. Un semplice incantesimo e la polvere sparì: il tavolo era tornato lucido. << Bene, ora si può mangiare… >> disse Ginny posando le fette biscottate sul tavolo. Durante la colazione nessuno fiatò, le bocche erano intente a divorare la colazione, che era a dir poco squisita. << Allora, hai intenzione di andare al cimitero oggi? >> chiese Ginny, mentre toglieva il momentaneo ed enorme pezzo di tovagliolo che aveva fatto apparire a mo’ di tovaglia. << Oh, si… se solo Hermione si sbrigasse con quella doccia… >> mormorò Harry guardando il piano superiore. << Vuoi che ti accompagni? >> chiese Ron che esaminava un fitto strato di polvere che si era depositata su uno degli antichi mobili marciti. << No, no, ci andrò da solo… >> disse Harry sicuro di sé. << Harry, il bagno è libero!! >> si sentì urlare sopra le loro teste. << Alleluia… >> mormorò Harry, prima si salire le scale. Raggiunse lo scricchiolante attico maleodorante e dopo aver guardato in una serie di stanze alla ricerca del bagno, trovò Hermione in una di esse, con gli occhi spalancati, i capelli bagnati e un asciugamano avvolto intorno al corpo. Indicava qualcosa che Harry, dal corridoio, non poteva, così si addentrò nella stanza… << Cos’è quello! >> gridò Hermione. Harry diede un’occhiata. In un mobiletto stipato in fondo alla stanza, in un posto dimenticato da Dio, qualcosa si muoveva facendo sobbalzare il comodino stesso. << Un Molliccio, direi… >> disse Harry estraendo la bacchetta. Con un piccolo gesto, lasciò che il cassetto si aprisse e qualcosa di simile a un Mangiamorte ne uscì… << E’ Voldemort! >> urlò Hermione spaventata. << E’ un semplice Molliccio, Hermione… Riddikulus! >> Il Molliccio Voldemort si trasformò in una Mandragola vecchia e raggrinzita, e in quel breve attimo Harry ebbe paura di perdere il dono dell’udito a causa delle sua urla, poi, in un gesto disperato, gridò un incantesimo Tacitante. La mandragola tacque all’istante. << O mio Dio… >> disse Hermione sollevata. << Perché sei entrata qui dentro? >> chiese Harry contrariato, guardandola. Distolse subito lo sguardo, il suo cuore stava letteralmente spaccando le costole a causa del rapido battere. << Ho sentito dei rumori… Ehi! Ehi, ehi, ehi, fuori di qui! Non vedi come sono conciata, maiale! >> disse spingendo Harry fuori dalla stanza. << Ehi, non è colpa mia se ti ho vista con la mascella fino a terra, mentre cercavo il bagno! >> si scusò Harry mentre usciva di forza sul pianerottolo. << E’ la porta in fondo a destra… >> disse Hermione. Harry sentì che era appoggiata alla porta, proprio come lui che se ne stava immobile sulla soglia della porta. << Ti dispiacerebbe sparire adesso, questa stanza è a dir poco terrificante… >> Harry non ci pensò due volte e si chiuse nel bagno, pronto per farsi una doccia. Quello che stava accadendo era troppo inverosimile. Ed Hermione sembrava pensarla come lui. Poco dopo era sulla stradina isolata che portava a Godric’s Hollow, con la mente annebbiata da pensieri che non riguardavano certo i suoi genitori. Il cielo era terso e limpido, neanche una nuvola sembrava avere il coraggio di offuscare quella meravigliosa mattinata. Il caldo era ancora soffocante malgrado settembre fosse già iniziato, e il tempo sembrava voler rimanere così fino alla comparsa di novembre. Novembre… Dove si sarebbe trovato a novembre? In una tomba a riposare accanto ai suoi genitori? O ad esultare con tutti i suoi amici della morte di Voldemort? Ora come ora, non poteva saperlo. Sapeva solo di essere l’unica anima viva che vagava per le strade che portavano al cimitero, anch’esso isolato e pieno di erbacce. Varcato il cancello, Harry si ritrovò davanti un immensa distesa di lapidi su cui molta gente aveva indubbiamente versato fiumi di lacrime, triste come Harry, per aver perso dei parenti. Cercò speranzoso fra le varie insegne che dicevano R.I.P. e infine trovò quella che apparteneva ai suoi genitori: all’ombra di un vecchio albero, i suoi genitori riposavano esamine sotto il duro terreno incolto. Qualcosa si strinse nel petto di Harry. Si chinò e strappò con forza le erbacce che crescevano parassite sulla lapida dei suoi. Poi osservò la superficie della pietra. Gli occhi pieni di lacrime. Avrebbe voluto dir loro tante cose, talmente tante che non sapeva da dove cominciare, tanto che rimase in silenzio a fissare la tomba, gli occhi lucidi. Voleva confessare tutta la sua paura in un incarico così grande che una stupida profezia gli aveva affibbiato, avrebbe voluto gridare che era stufo di vivere circondato dalla paura che lui o qualche suo amico potesse morire da un momento all’altro a causa di Voldemort. Si sentiva estremamente debole, si vergognò da solo del suo stato d’animo, si asciugò il volto bagnato con la maglietta che indossava. Doveva essere forte. Mentre fissava i nomi dei suoi genitori come se avesse potuto vederli in carne e ossa da un momento all’altro, pensò a ogni cosa che doveva dirgli, e difficoltosamente proferì parola. Si sentiva uno sciocco a parlare con un pezzo di pietra. << Io… vorrei dirvi che… be’… ho paura. Io… non so perché l’ho detto >> cercò di correggersi come se avesse confuso gli Incantesimi Levitanti con quel Tacitanti davanti ad un’adirata professoressa McGranitt. << so solo che difficilmente lo riconosco a me stesso… >> Fissò la lapide. Stava parlando a un pezzo di pietra marmorea. Improvvisamente sentì l’impulso di lasciare quel posto. Si alzò, non staccando mai i suoi profondi occhi azzurro cielo dalla pallida roccia. Prese ad asciugarsi di nuovo la guancia. << Stai bene? >> chiese qualcuno dietro di lui. Harry si voltò di soprassalto. Ginny era dietro di lui. << Oh, ciao… emh… che ci fai qui? Hai qualche tomba su cui piangere come un bambino di tre anni? >> chiese Harry cercando di non mascherare la sua tristezza. << No fortunatamente… Be’… a casa tua ci chiedevamo se stessi bene e Hermione ha pensato ad una tua fuga… Così mi ha mandata a controllare… >> << Che pensiero dolce… >> ironizzò Harry. << Vero… >> disse Ginny, imbarazzata. Era la seconda volta che si ritrovavano soli dopo una concitata discussione. <> << Si. >> Poi tornò a fissare la lapide, cosa che non lo fece sentire meglio. << Da quanto sei qui? >> chiese poi Harry agitato, temendo che avesse ascoltato quel suo briciolo di imbarazzata conversazione che aveva sostenuto con i suoi defunti parenti. << Giusto quel poco che mi è bastato per capire… >> disse lei avvicinandosi, i capelli rossi che rispecchiavano il colore del sole. << Mi hai ascoltato? >> chiese Harry più imbarazzato che sconvolto. << Si. E non vedo il motivo per cui debba sentirti così… >> Harry abbassò la testa, gli occhi di nuovo lucidi. << Alle volte fa bene sfogarsi. Guarda Ron che piange come una femmina tutte le volte che vede un mostriciattolo a otto zampe! >> Harry sorrise. Ginny sapeva come tirar su il morale della gente. << Allora? Qual è la tua spiegazione? >> chiese Ginny, tornata seria. << Sono solo spaventato, niente di preoccupante, Ginny… >> << Si che lo è. E’ allarmante, aggiungerei, non ti ho mai visto così depresso >> << Depresso, io? Hai sbagliato persona… >> << Non fare il finto tonto. Se c’è una persona che ti sa leggere dentro, ce l’hai davanti. Quei tuoi occhi blu celano qualcosa di molto più angosciante di una semplice “paura”… >> Harry la fissò. << Cosa, esattamente? >> << Harry, vuoi compiere un omicidio o sperare che la tua vita finisca con un omicidio? >> chiese lei, estremamente seria. << Cosa stai insinuando? >> << Lo sai bene… >> << In questi tempi sei molto strana, Ginny. Hai in mente di diventare una psicologa? >> << Babbanologia non fa per me. E poi adesso non posso diventare niente visto che Hogwarts è stata chiusa. E non sperare di rivoltare il discorso chiedendomi non voce scandalizzata: “COME? Hanno chiuso Hogwarts?!”, perché ho intenzione di andare fino in fondo a questa situazione e capire cosa ti turba… >> Harry chiuse la bocca che aveva effettivamente aperto per esprimere la sua ripugnanza nel fatto che Hogwarts fosse stata chiusa. << In effetti sapere che alla fine dovrò sostenere una lotta contro Voldemort non è una prospettiva invitante, ma essere consapevoli che uno di noi ucciderà l’altro è un fatto sconvolgente. Mi dovrò dare alla macchia se lo ucciderò, i Mangiamorte sono troppo numerosi e sicuramente qualcuno di loro si eleverà sopra la folla per essere il nuovo Voldemort. Se invece sarà Voldemort a uccidere me, bè… allora… non dovrò darmi alla macchia ma sarò una macchia. Morire non fa per me… >> confessò alla fine Harry, fissando la lapide. << Morire non fa per nessuno. >> disse Ginny, confortandolo. << Allora perché continuate a credere che voglia morire? >> chiese Harry disperato, guardandola. << Non è un consiglio morale molto incoraggiante… >> << Lo so, scusami, Harry, io… non volevo… E’ solo che… bè… era strano che tu non ci volessi intorno, ma ora credo di aver capito. Bè… adesso vado, se vuoi restare un altro po’ con i tuoi sarà meglio che… >> << No! >> la interruppe Harry. Voleva lasciare quel posto alla svelta. << Cioè, io… vengo con te. Ho già detto quanto più mi sarei immaginato di dire. >> Ginny annuì e insieme si diressero di nuovo alla casa abbandonata, più taciturni che mai. << Ben ritrovati! >> esplose Ron aprendo la porta. << Non sono mai stato più felice di rivedervi! >> << Problemi? >> disse Ginny entrando in casa, seguito da Harry, che appena varcata la porta, chiuse la porta. Ron si gettò di peso sul divano e uno piccolo sbuffo di polvere si sollevò dai cuscini. << Problemi? Eccome se ci sono problemi! Hermione è chiusa in bagno da ore, io ho un urgente bisogno di… >> << … chiaro, Ron, ho afferrato il concetto, non c’è bisogno che ti spieghi oltre… >> disse Ginny interrompendolo. Salì di corsa le scale e sparì sul pianerottolo superiore. << Forse le donne non apprezzano i particolari, chi le capisce? >> commentò Harry con un’alzata di spalle. Si sedette su una delle sedie e aspettò che Hermione si presentasse in cucina dicendo che aveva avuto un momentaneo sfogo di diarrea, ma non accadde. Le uniche voci che si sentivano erano quelle di Ginny che bussava furente alla porta del bagno, implorando Hermione di aprirla. << Ma che diavolo sta succedendo? >> chiese Ron accigliato. << Forse si è addormentata sul water… >> mormorò Harry. << Ehi, quello posso farlo solo io quando leggo la Gazzetta, chiaro? Non le permetterò di rubarmi questo primato! >> disse Ron furente salendo le scale di corsa. Harry lo seguì. << Che primato? >> gli chiese, raggiungendo Ginny. << Quello del sonnellino sulla tazza, è chiaro… >> Appena raggiunsero l’unica figlia femmina della famiglia Weasley, era a dir poco sconvolta. << Hermione non risponde, comincio ad essere spaventata… >> mormorò. << Sfonda la porta se necessario. Non ti preoccupare, io e Harry ci rintaniamo in quella stanza aspettando che sia uscita dal bagno… >> aggiunse Ron vedendo l’espressione ripugnante della sorella. Poi lui e Harry se ne andarono nella stanza lontana tre porte dal bagno, quella accanto all’aula in cui Harry aveva trovato il molliccio. << Certo che questa casa è piena di porte… Che se ne facevano i tuoi di tante stanze visto che eravate solo in tre? >> chiese Ron guardandosi in torno. << Non lo so, forse volevano una famiglia numerosa, chi può saperlo? >> disse Harry amaramente. << Com’è andata al cimitero? >> chiese poi Ron, estremamente serio. << Mi sono sentito un imbecille… Ho parlato per una frazione di secondo a un vecchio pezzo di pietra e mi sono sentito un’idiota… >> << In fondo il tuo messaggio non era mica riferito alla pietra, no? Ti basta questo per non sentirti uno scemo >> << Che pensiero profondo… >> ironizzò Harry, subito dopo aver sentito un rumore simile a quello di una porta che viene sfondata. << Grazie… >> commentò Ron. Un urlo spezzò la loro conversazione. << Hermione! >> era Ginny. Harry, spaventato a morte mentre già si preparava psicologicamente al peggio, aprì la porta della stanza e corse per il piano, seguito da Ron. Ginny era inginocchiata accanto a Hermione, che giaceva con le braccia aperte sul pavimento dello spazioso bagno. << Hermione… >> mormorò Harry in preda ad un infarto, mentre si inginocchiava accanto a lei. Ron, col terrore negli occhi, si chinò accanto a lui. << Cos’ha? >> chiese tremante. << Non lo so, era qui quando ho sfondato la porta… >> Harry le controllò il battito, premendole un dito sulla pelle morbida del collo. << E’ ancora viva… >> disse, sollevato. << Bisogna portarla al San Mungo… >> disse Ginny. << No… >> mormorò Hermione, riprendendosi. << Sono… sono solo svenuta… Sto, sto bene… >> si mise a sedere, incerta, mentre Ron le sorreggeva le spalle con il suo braccio. << Hermione, cos’è successo? >> chiese una spaventatissima Ginny. << Non lo so… sono solo svenuta… Forse è a causa del caldo… >> Harry sapeva bene che c’era poco di vero in quell’affermazione. Decise di chiarire le cose quando si fosse ripresa. Insieme a Ron la trasportarono sul letto dei genitori di Harry e Ginny cominciò a trafficare per la cucina intenta a preparare il tè al piano inferiore. << Il tè non fa mai male in certi casi. >> disse Ron guardando la sorella. << E io che credevo che ammutolisse per dispetto! Ti rendi conto, era svenuta nel bagno! Se Ginny non avesse sfondato la porta con la magia… >> disse Ron scendendo le scale dopo essere stato un po’ con Hermione. << Non sarebbe mica morta, come sempre sei melodrammatico >> disse Ginny. << Io mi riferivo alla mia vescica! >> scherzò Ron. Ginny gli fece volare la propria ciabatta davanti al naso. << Com’è che è svenuta? >> chiese Harry serio, sedendosi al tavolo. << E’ quello che le ho chiesto anch’io. E lei continua a dirmi che fa molto caldo in questo periodo… >> << Le persone anziane svengono per il caldo, non le ragazze di appena diciassette anni… >> convenne Harry. Ron fece spallucce, come a dire.” Se vuoi una spiegazione non cercarla da me”. << Io vado di sopra. Voglio vedere se sta bene… >> << Portale questo >> disse Ginny dandogli una tazza fumante con una massa brodosa e dorata all’interno. << Così sì che sviene, è bollente quel coso! >> disse Ron, massaggiandosi la faccia che un momento prima era stata colpita dalla pantofola di Ginny. << Vuoi avere anche l’orma della mia seconda pantofola piantata in faccia? >> chiese minacciosa Ginny. << Sei peggio di mamma… >> Harry li guardò, poi raggiunse il piano superiore lasciandoli litigare nervosamente. Bussò con la mano libera alla porta della stanza di Hermione, lei disse un debole << Avanti >> e Harry abbassò la maniglia. Era stesa sul letto, con dei cuscini dietro la schiena, intenta a leggere un libro di Antiche Rune. << Te lo sei portato dietro? >> chiese Harry vedendolo. << Un piccolo ricordo di una vita passata… Mettilo lì… >> disse a Harry vedendolo con la tazza e indicando un comodino poco distante dal letto matrimoniale. << Come stai? >> chiese poi. Hermione abbassò il libro e Harry si sedette accanto a lei. << Meglio di quanto voi tre possiate credere. >> << Allora perché ti abbiamo appena ritrovata svenuta nel bagno? Credimi, quando Ginny si è messa ad urlare ho temuto il peggio… >> << Sai meglio di me che Ginny è una che s’impressiona facilmente, anche se ha un carattere davvero coraggioso per la sua stazza… >> << Perché sei svenuta? >> le chiese Harry a bruciapelo. << Te l’ho detto fa caldo… >> << Io ti ripeto quello che ho detto poco fa a Ron e Ginny: Solo un vecchio di ottant’anni potrebbe svenire per il caldo, e non mi sembra che tu abbia ottant’anni, ma diciassette. E non sembra neanche che tu abbia quelli, visto che sei dimagrita spaventosamente. >> << Non sono dimagrita… >> disse Hermione indignata. << Ah, no? E perché allora, hai preso a portare le cinte sui pantaloni? >> Hermione lo fissò scioccata. << Non devo spiegare di certo a te il motivo per cui metto le cinte, Harry! >> I suoi occhi dorati lo trafissero e lui si sentì morire. << Hermione, voglio solo sapere che ti sta succedendo… Ho l’impressione che tu ci stia nascondendo qualcosa… >> Hermione non parlò, ma continuò a fissarlo adirata. << Hermione, avanti… Eri stesa davanti allo specchio del lavandino, questo significa che hai visto qualcosa lì dentro… Cos’era? >> Ora le labbra di Hermione si erano dischiuse in segno di shock. La mente di Harry lavorava febbrilmente su tutte le cose che potevano fare quelle labbra color ciliegia, ma non era questo il momento di pensarci. << Credo che tu abbia sentito parlare di Avversa Specchio in vita tua >> disse alla fine. << Oh, si… >> << Bene, lo specchio sul lavandino è un Avversa Specchio. >> << Cosa?! >> chiese Harry sconvolto. << C’erano alcune immagini che fluttuavano all’interno. Le loro iridi sono diventate bianche… >> disse con voce tremante. << Questo significa che… >> << Questo significa che in quel momento qualcuno del Lato Oscuro o Voldemort stesso era molto vicino a me. >> lo interruppe Hermione, fissandolo spaventata. << Non credo di essere mai svenuta di terrore in vita mia… >> disse abbassando lo sguardo.<< Ma credo che le tue paure si stiano avverando, Harry. >> continuò. Harry la fissò esterrefatto. << Uno di noi, o tutti e quattro, è in pericolo di vita… >>
  
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