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Autore: Sprezia    02/07/2007    1 recensioni
harry è preoccupato perchè i suoi amici da quando la scuola è chiusa per le vacanz enonsi sono fatti sentire e non capisce il perche innervosendosi e preoccupandosi... la notte nel letto fa strani sogni...
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Il trio protagonista, Sirius Black
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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“L’aria si potrebbe tagliare con un coltello per l’afa che c’è oggi

Prima d’incominciare questo capitolo sono felice di ringraziare Francychan che anche questa volta che ha recensito. Per gli errori di battitura chiedo scusa, ma tendo a scrivere di sera tardi e non mi accorgo molto degli errori. Grazie anche a chi mi ha messo nei preferiti. Ne sono troppo felice e spero di nono deludervi. In questo capitolo ci sarà lo scontro Harry/Ginny.. se scontro si può dire eheh...ma Hermione? Leggete se vi interessa e ditemi che ne pensate critiche e non, mi fanno comunque piacere! Siate comunque magnanimi altrimenti mi demoralizzo

 

Finito il pranzo Harry era beato sulla sua sedia con un sorriso ebete aspettando che lo stomaco reclamasse la sua morte tanto che era rimpinzato di roba.

-Molly è sempre mitica, cazzo che mangiata.-

Sirius  se la rideva dello spaparanzamento del suo figlioccio, anche se gli dava filo da torcere. Sarebbe venuto li anche solo per i pranzi della strega, se non ci fosse stato Harry.

“Harry ormai è pomeriggio inoltrato, è una mia impressione o Herm manca all’appello? Mi sembra strano, si era così profusa a farti una sorpresa. Non è da lei.”

Il ragazzo lo guardò piano e inespressivo.

“Herm oggi si è vista con Victor. Non le faccio neanche una colpa, so quanto può essere dura non vedere la persona a cui tieni per molto tempo. E poi ha detto che sarebbe tornata verso sera e neanche troppo tardi. E io mi fido di lei.”

“Sicuramente sarà come dici tu, ma quel Victor mi piace sempre di meno. Insomma lei è una streghetta in gambissima tutto pepe ed è sprecata con uno stoccafisso come quello non credi?”

“Già forse hai ragione, ma se è felice...” stava pensando a qualcosa con cui cambiare argomento.

“A proposito Sirius l’altra notte, quando Ron e Herm sono venuti a prendermi, ho fatto strani sogni. I ragazzi non si sono preoccupati più di tanto dicendo che potrebbero essere soltanto incubi, ma per due volte di seguito ho sentito la stessa risata metallica e così perfida. Sembrava quella di ...”

“Voldemort? Pensi che sia entrato nei tuoi sogni?”

Harry lo guardò un po’ allarmato.

“Beh non saprei dirlo con certezza, ma una volta sentivo le voci di Ron e Hermione che urlavano dal dolore e mi chiamavano, e nell’altro ero in una stanza in penombra dove c’erano tre specchi, in uno vedevo la mia immagine, avevo una paura folle, e quando arrivò la risata incominciai a tremare e sudare freddo. Solo che non sono riuscito a distinguere le forme su gli altri due specchi perché era buio.” Ripensava a quelle sensazioni di disagio e puro terrore che provava in quei momenti, gli sembravano così vere. Eppure poteva essere soltanto che era preso dagli incubi? Beh è un’ipotesi plausibile visto tutto quello che aveva passato da quando aveva un anno fino ad allora. Però... non sapeva perché ma non ne era molto convinto.

“Harry i tuoi amici hanno ragione a pensare che siano solo incubi, non dobbiamo vedere il male anche dove potrebbe non esserci. Comunque appena ai sensazioni e visioni del genere di nuovo nel sonno e specialmente quando sei sveglio, avvisami immediatamente ok? In fondo non è la prima volta che tu e Voldemort avete questo tipo di contatto, potrebbe esserci qualcosa sotto di molto malvagio, non dobbiamo lasciare nulla al caso.”

Si sentiva consolato che Sirius cercasse di consolarlo e di metterlo all’erta , una cosa che amava nel suo padrino era la sua sincerità anche se forse alle volte era priva di tatto, ma non era capace di mentirti e si faceva in quattro per le persone a cui teneva, e sapeva che era tra quelle. Sorrise contento.

“Beh ragazzo era di questo che volevi parlarmi?”

“Oh no! Cioè anche, però prima intendevo un problema un po’ più personale... ehm un problema di ‘ragazze’ “.

Dopo l’attimo di sorpresa a felpato si illuminarono gli occhi color topazio divenendo macchie di luce.

“Ragazze? Fantastico! Ahah e chi è la fortunata? O per caso sei in un vicolo cieco nel tragico e famosissimo trio amoroso che prima o poi prende ogni persona? Ma le conosco? Ci hai già fatto qualcosa?”

-È un po’ troppo euforico a parer mio- . “Sirius ehm come mai tutta questa allegria?”

“ Come mai? Non ti rendi conto? Io che do consigli su ragazze! Sono stato il ruba cuori più strafottente alla tua età ed ora mi ritrovo al lato opposto, è fantastico! Ti porterò sulla mia strada! Grande! Ahah!”

- Quegli anni ad Azkaban gli avranno fatto perdere qualche rotella, sembra un bambino che abbia avuto il giocattolo che tanto desiderava- . Decise di far cadere l’argomento e di riprenderlo quando il suo padrino si fosse dato una calmata, caso mai quella sera prima di ‘ morire’ nei festeggiamenti.

 

“Harry vieni un attimo? Ho bisogno di parlarti”. Era la signora Weasley che assieme al marito lo guardavano con aria preoccupata. Sembravano così sciupati, non se n’era accorto prima, forse non gli aveva dato troppa attenzione per l’arrivo di Sirius. Arthur si passava una mano nei capelli nervosamente, capelli rosso fiamma come quello dei figli. Stuzzicato da quell’improvviso cambiamento dei coniugi, si diresse verso di loro minimamente intaccato dal loro nervosismo e ancora beato del pranzo di prima.

“Eccomi ma, Molly, come mai hai quell’espressione preoccupata?”

La strega guardò il marito e poi ritornò a guardare nelle iridi verdi del ragazzo.

“Oh Harry niente di che, solo che io ed Arthur dobbiamo partire per una faccenda, mancheremo qualche giorno. Rimarrà Sirius con te e gli altri ragazzi, per quanto possa essere scapestrato non credo vi possa far correre dei pericoli men che meno a te Harry”

“Dove andate? Vi tocca sbrigare affari per l’Ordine? Posso darvi una mano se volete...”

“NO! Cioè volevo dire, oggi è il tuo compleanno, perché devi pensare anche oggi all’Ordine? Goditi almeno questa giornata fino in fondo. Non preoccuparti andrà tutto bene, solo volevamo dirti: non allontanarti da qui va bene?”

“Certo ma, cosa succede? Sicuri di stare bene?”

Questa volta fu il signor Weasley a rispondermi.

“Harry tranquillo, noi stiamo benissimo, dobbiamo solo sbrigarci a fare questa faccenda, una sciocchezza se si pensa, ma potrebbe essere più seria se perdiamo altro tempo. È solo questione di tempo. Ma andrà tutto bene tranquillo. Solo non andartene troppo in giro intesi? Almeno finchè non torniamo io e mia moglie. Promettici solo questo.”

“Va bene come volete. Farò attenzione. Ma perché vi preoccupate per me? Cosa potrebbe succedermi?”

Li guardò in viso in cerca di una risposta perché non ci stava davvero capendo nulla. Cosa prendeva a quei due?

“ Beh diciamo che è solo per cautela, in fondo non si è mai al sicuro in questi tempo, dopo che Tu-Sai-Chi è di nuovo tra noi”.

Li fissò ancora per qualche istante cercando di carpire qualche notizia più dettagliata, ma dalle loro facce non cavò un ragno dal buco.

“Ok allora aspetterò qui, buona fortuna:” salutò Arthur con la mano sorridente e si fece abbracciare, o per meglio dire stritolare da Molly.

“Fa’ attenzione figliolo..”

“Certamente.”

Così se ne andarono.

Appena guardò in volto al suo padrino però era certo che quella promessa non l’avrebbe mantenuta. Sarebbe uscito a festeggiare il suo compleanno da mago maggiorenne. Non gli aveva mai fatto paura un’ avvertimento, se sarebbe arrivato qualcosa lo sarebbe riuscito a combattere, e poi con lui c’era sempre Sirius. Poteva stare tranquillo.

 

Si stava facendo sera e ormai era tardi ma della sua amica non si sapeva ancora nulla. Stava incominciando a spazientirsi e ad arrabbiarsi. Possibile che l’aveva mollato in quel modo? Prima tanto impegno per fargli una sorpresa poi sparisce per un ottuso che dopo tre anni non riesce ancora a dire il suo nome “Eeeeemmione”. Quel gorilla, aveva ragione Ron.

E come se avesse sentito i suoi pensieri,il rossino spunto dalla porta con un diavolo per capello.

“Ma dove si sarà cacciata quella cretina! Oh ma appena torna mi sentirà, eccome. Un mese a farmi un testa grossa quanto un pallone per far si che fosse tutto perfetto, e ora lei sparisce. Dannazione!”

A sentire quelle parole Harry si corrucciò ancora di più e andò a sprofondarsi in una poltrona nel soggiorno, solo con i suoi pensieri. Questo durò si è no qualche minuto perché si presentò un altro problema che gli tormentava la mente quel giorno. Una ragazza dagli occhi stupendamente violacei e affascinanti, con un corpo non meno sollecito a fantasie molto poco caste. Insomma arrivò Gin.

“Harry che fai qui tutto solo?”

“Aspetto Sirius e Ron, dovrebbero arrivare tra qualche minuto. Noi usciamo ma tu non dire niente ai tuoi ok? Mi avevano vietato le uscite notturne, ma vado a divertirmi lo stesso, ne ho bisogno.”

 Ginny lo guardava con un sorriso malizioso sul viso che la rendeva un bocconcino allettante.

“Certo Har tranquillo. Divertiti pure lo sai che i miei sono esagerati a volte.”

Il ragazzo girò lo sguardo verso la finestra aperta dalla quale si sentiva il canto acre delle cicale e un leggero venticello fresco smuoveva le tende. Cercava di non guardare la sorellina del suo amico per evitare brutti pensieri. Ma gli arrivo quel dolce e candido profumo di rose, la sua fragranza e lo fece andare in estasi.

“Posso farti compagnia finchè non arrivano?”

“Oh beh, se proprio vuoi siediti pure.” E non se lo fece ripetere due volte, ma invece di sedersi da un’altra parte si fece spazio nella stessa poltrona di Harry abbastanza spaziosa da far sedere due persone insieme, anche se avrebbero dovuto essere incollati. Ed erano uno addosso all’altra.

L’odore di Gin orma gli aveva dato alla testa. Si voltò verso di lei per vedere cosa avesse intenzione di fare visto che non si era fatta scrupoli a mettersi affiancò a lui consapevole dell’aderenza dei corpi.

Un suo seno era accostato al suo braccio sinistro, morbido. Il sorriso della ragazza era dolce e provocante mentre con disinvoltura accarezzava con e dita di una mano leggermente il collo di Harry che venne colto dai brividi.

-Mi sta provocando- pensò. –Mi sta provocando e non so il perché. Che posso fare? Devo far finta di nulla? Ma è così irresistibile. La sua pelle sembra così morbida e vellutata. Devo darmi una controllata- così era deciso a spostarla via o ad alzarsi lui stesso ma appena incontro i suoi occhi... non capì nulla. Si perse in quelle iridi diventate ancora più scure col calar della notte che sembravano quasi color pece. Si perse ad ammirarle cercando il fondo a quelle due strade prive di luce ma al col tempo così brillanti.... fece scendere lo sguardo su quelle gote dalle linee dolci arrossate appena dal caldo , si soffermò sulla bocca, invitante, leggiadra, gustosa e tenera da mordicchiare. Se l’avesse provata per una volta non sarebbe successo nulla. E poi sembrava che Gin non avesse nulla incontrario. Era bella come il desiderio stesso che provava. Le linee del suo corpo. Il seno sviluppato sodo e morbido era da prendere tra le mani e accarezzarlo riempiendolo di baci, come il suo collo chiaro e delicato, dolce e così femminile, sembrava talmente indifesa che aveva paura che si rompesse al minimo tocco, eppure è una ragazza così forte che sapeva stuzzicare e provocare con i suoi modi, i suoi sguardi...

E la stessa cosa stava provando la ragazza in quel momento. Harry aveva quello sguardo incandescente che faceva ribollire il sangue nelle vene ad ogni ragazza, lo desiderava così ardentemente perché non si rendeva conto di quanto fosse bello. Quei capelli scuri e morbidi invitavano chiunque ad accarezzarli, il suo viso era come se chiedesse di essere riempito di baci, la bocca invece, professava la voglia di essere maltrattata.

Fece scendere la mano sul petto del ragazzo, per sentire (anche se al di sopra della maglia purtroppo), le linee e incavature dei muscoli tesi di lui, mentre non smetteva di sorridergli.

Avrebbe voluto tirargli per i capelli la testa all’indietro e mangiucchiare la pelle del collo sentendolo ansimare per il dolore e per il piacere, ma non doveva esagerare. Ancora non era convinta se a lui avrebbe fato piacere o meno.

Alzò lo sguardo verso Harry che la fissava desideroso di lei. All’improvviso preso da chissà cose, perse il controllo. Mise una mano sul fianco della e con l’altra le prese la testa per avvicinarla a se, ma quando senti il calore del suo viso andò piano per guastarne ogni particolare. Non l’aveva mai vista da così vicino ed era veramente magnifica. Quell’ultima goccia di autocontrollo andò a farsi sfottere e se la baciò con passione, violenza e desiderio esplorando con la mano sotto la sua maglia. Aveva ragione. Era morbida e fragile e questo gli fece perdere tutto il sennò. L’inchiodò sul divano per devastarle la bocca. Sentire le sue labbra era un paradiso, le avrebbe volute mordere fino a quasi farle uscire il sangue. La cosa più bella è che lei corrispondeva appieno al suo bacio. Anche lei aveva lo stesso desiderio di esplorare quel paradiso mai concesso fino ad allora. Alzava le anche per aderire meglio al suo corpo affinché potesse sentire sotto di se ogni sua curva. Il sapore di quel bacio era idilliaco, il ritmo sempre più frenetico e quasi affannoso. Voleva sentirla tutta, conoscere in quel momento ogni sua parte e sentire tutti i sapori che lei aveva da offrirgli. Ormai era andato. Non capiva nulla. Sentiva solo la bocca di lei e il calore del suo corpo che lo eccitavano come non mai. Era euforico. Dalla bocca scese al collo annusandole la pelle. Se la mangiò quasi viva riempiendola di succhiotti. Sentiva il corpo teso verso di lui, il suo affanno.. se la stava divorando in minuti e lei non aveva resistito, forse desiderava anche lei la stessa cosa visto che le sue mani gli frugavano dappertutto accentuando il suo desiderio.

Avrebbero dato sfogo ai loro istinti se la voce dell’unica persona che non avrebbero avuto il coraggio di guardare in viso se fossero andati avanti. Ron.

Si separarono di botto tutti scomposti intontiti e poco capaci di rendere e volere, ancora immersi in quei momenti di contatto. Si guardarono negli occhi cercando di risistemarsi. Gin scattò sul divano a sedersi ben distante da Harry e incominciò a fischiettare ma non riusciva a non sorridere, era troppo felice. Era sicura che ormai ce l’aveva fatta. Era solo dispiaciuta che fossero stati interrotti così bruscamente. Ma era anche certa che ci sarebbe stata un’altra occasione.

Harry invece era sconvolto da se stesso. Ma che aveva combinato? Era impazzito? Aveva baciato Ginny, e che bacio per giunta! Di certo non si sarebbe fermato li se avesse potuto. La guardò di sottecchi. La desiderava ancora più di prima ora che sapeva, adesso che aveva dato il primo morso voleva tutto il dolce. Ma era una cosa fuori discussione, non doveva accadere anche se... lui avrebbe voluto il contrario.

Sbucarono dalla porta del soggiorno il suo amico e il suo padrino tutti elettrizzati per la serata che stava per seguire, piena di baldoria. –Beh con un inizio del genere- pensò il ragazzo della cicatrice, -penso che la serata sarà ricca di sorprese- . sentiva ancora il sapore di Gin sulla lingua e poi pensò che non aveva accarezzato quei suoi delicati capelli, e anche se non lo ammetteva a se stesso, era convinto che ci sarebbe stata l’occasione di rifarsi.

Era euforico e allarmato allo stesso tempo e il rossino se ne rese conto.

“Harry tutto bene? Sei strano ultimamente, ah ho capito! Sei elettrico per la serata eh? A chi lo dici! Chissà quel pazzo di Felpato dove ci porterà! Mi ha promesso che la sbronza è inevitabile, speriamo anche in qualche donzella! Che ne dici?”

“Ron per le ragazze posso dirti che è l’ultima cosa che cerco questa sera! Ho già avuto la mia dose! Un fantastico regalo di compleanno!” e sorrise ironico all’amico un po’  stranito per non aver capito il senso della battuta. Ma la prese poco sul serio. Intanto la ragazza seduta sul divano si girò di scatto sentendo quelle parole allarmata ma poi vedendogli arrivare un sorrise mille volte più bello dei ricordi che ne possedeva, si tranquillizzò e fu felice di esser stata una scoperta più che piacevole.

“Allora Ronnino divertitevi questa sera mi raccomando!  Io vado in camera di George a vedere cosa fa con i suoi intrugli e farmene dare qualcuno da utilizzare a scuola. Ciao e buonanotte a tutti e tre! Ci vediamo domani se sarete ancora in grado di parlare e intendere!” con un piccola risata si diresse verso le scale che portavano al piano superiore.

Sirius però era il più elettrico dei tre, chissà perché era euforico di portare due ragazzini sulla cattiva strada. Non vedeva l’ora di vedere le loro facce sorprese e sbronze, e le cose stupide che gli avrebbe fatto fare. Li avrebbe resi suoi alleati nel mondo del divertimento ahah.

 

Uscirono di casa. La serata ebbe in questo modo inizio.

Da lontano una ragazza sulla scopa osservava la scena dei tre che si allontanavano. Era triste e dispiaciuta di aver perso il compleanno del suo amico. Non se lo sarebbe perdonato molto presto. Ma Victor l’aveva tormentata di rimanere, l’aveva quasi costretta a scegliere tra lui e i suoi amici. Solo che non era sicura che il ragazzo fosse la scelta giusta. Li vide allontanarsi nella notte sulle loro scope. No , ne era sempre più convinta.

  
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