Prima d’incominciare questo capitolo sono felice di
ringraziare Francychan che anche questa volta che ha recensito. Per gli errori
di battitura chiedo scusa, ma tendo a scrivere di sera tardi e non mi accorgo
molto degli errori. Grazie anche a chi mi ha messo nei preferiti. Ne sono
troppo felice e spero di nono deludervi. In questo capitolo ci sarà lo
scontro Harry/Ginny.. se scontro si può dire eheh...ma Hermione? Leggete
se vi interessa e ditemi che ne pensate critiche e non, mi fanno comunque
piacere! Siate comunque magnanimi altrimenti mi demoralizzo
Finito
il pranzo Harry era beato sulla sua sedia con un sorriso ebete aspettando che lo
stomaco reclamasse la sua morte tanto che era rimpinzato di roba.
-Molly
è sempre mitica, cazzo che mangiata.-
Sirius
se la rideva dello spaparanzamento
del suo figlioccio, anche se gli dava filo da torcere. Sarebbe venuto li anche
solo per i pranzi della strega, se non ci fosse stato Harry.
“Harry
ormai è pomeriggio inoltrato, è una mia impressione o Herm manca
all’appello? Mi sembra strano, si era così profusa a farti una
sorpresa. Non è da lei.”
Il
ragazzo lo guardò piano e inespressivo.
“Herm
oggi si è vista con Victor. Non le faccio neanche una colpa, so quanto
può essere dura non vedere la persona a cui tieni per molto tempo. E poi
ha detto che sarebbe tornata verso sera e neanche troppo tardi. E io mi fido di
lei.”
“Sicuramente
sarà come dici tu, ma quel Victor mi piace sempre di meno. Insomma lei
è una streghetta in gambissima tutto pepe ed è sprecata con uno
stoccafisso come quello non credi?”
“Già
forse hai ragione, ma se è felice...” stava pensando a qualcosa
con cui cambiare argomento.
“A
proposito Sirius l’altra notte, quando Ron e Herm sono venuti a
prendermi, ho fatto strani sogni. I ragazzi non si sono preoccupati più
di tanto dicendo che potrebbero essere soltanto incubi, ma per due volte di
seguito ho sentito la stessa risata metallica e così perfida. Sembrava
quella di ...”
“Voldemort?
Pensi che sia entrato nei tuoi sogni?”
Harry
lo guardò un po’ allarmato.
“Beh
non saprei dirlo con certezza, ma una volta sentivo le voci di Ron e Hermione
che urlavano dal dolore e mi chiamavano, e nell’altro ero in una stanza
in penombra dove c’erano tre specchi, in uno vedevo la mia immagine,
avevo una paura folle, e quando arrivò la risata incominciai a tremare e
sudare freddo. Solo che non sono riuscito a distinguere le forme su gli altri
due specchi perché era buio.” Ripensava a quelle sensazioni di
disagio e puro terrore che provava in quei momenti, gli sembravano così vere.
Eppure poteva essere soltanto che era preso dagli incubi? Beh è
un’ipotesi plausibile visto tutto quello che aveva passato da quando
aveva un anno fino ad allora. Però... non sapeva perché ma non ne
era molto convinto.
“Harry
i tuoi amici hanno ragione a pensare che siano solo incubi, non dobbiamo vedere
il male anche dove potrebbe non esserci. Comunque appena ai sensazioni e
visioni del genere di nuovo nel sonno e specialmente quando sei sveglio,
avvisami immediatamente ok? In fondo non è la prima volta che tu e
Voldemort avete questo tipo di contatto, potrebbe esserci qualcosa sotto di
molto malvagio, non dobbiamo lasciare nulla al caso.”
Si
sentiva consolato che Sirius cercasse di consolarlo e di metterlo
all’erta , una cosa che amava nel suo padrino era la sua
sincerità anche se forse alle volte era priva di tatto, ma non era
capace di mentirti e si faceva in quattro per le persone a cui teneva, e sapeva
che era tra quelle. Sorrise contento.
“Beh
ragazzo era di questo che volevi parlarmi?”
“Oh
no! Cioè anche, però prima intendevo un problema un po’
più personale... ehm un problema di ‘ragazze’ “.
Dopo
l’attimo di sorpresa a felpato si illuminarono gli occhi color topazio
divenendo macchie di luce.
“Ragazze?
Fantastico! Ahah e chi è la fortunata? O per caso sei in un vicolo cieco
nel tragico e famosissimo trio amoroso che prima o poi prende ogni persona? Ma
le conosco? Ci hai già fatto qualcosa?”
-È
un po’ troppo euforico a parer mio- . “Sirius ehm come mai tutta
questa allegria?”
“
Come mai? Non ti rendi conto? Io che do consigli su ragazze! Sono stato il ruba
cuori più strafottente alla tua età ed ora mi ritrovo al lato
opposto, è fantastico! Ti porterò sulla mia strada! Grande!
Ahah!”
-
Quegli anni ad Azkaban gli avranno fatto perdere qualche rotella, sembra un
bambino che abbia avuto il giocattolo che tanto desiderava- . Decise di far
cadere l’argomento e di riprenderlo quando il suo padrino si fosse dato
una calmata, caso mai quella sera prima di ‘ morire’ nei
festeggiamenti.
“Harry
vieni un attimo? Ho bisogno di parlarti”. Era la signora Weasley che
assieme al marito lo guardavano con aria preoccupata. Sembravano così
sciupati, non se n’era accorto prima, forse non gli aveva dato troppa
attenzione per l’arrivo di Sirius. Arthur si passava una mano nei capelli
nervosamente, capelli rosso fiamma come quello dei figli. Stuzzicato da
quell’improvviso cambiamento dei coniugi, si diresse verso di loro
minimamente intaccato dal loro nervosismo e ancora beato del pranzo di prima.
“Eccomi
ma, Molly, come mai hai quell’espressione preoccupata?”
La
strega guardò il marito e poi ritornò a guardare nelle iridi
verdi del ragazzo.
“Oh
Harry niente di che, solo che io ed Arthur dobbiamo partire per una faccenda,
mancheremo qualche giorno. Rimarrà Sirius con te e gli altri ragazzi,
per quanto possa essere scapestrato non credo vi possa far correre dei pericoli
men che meno a te Harry”
“Dove
andate? Vi tocca sbrigare affari per l’Ordine? Posso darvi una mano se
volete...”
“NO!
Cioè volevo dire, oggi è il tuo compleanno, perché devi
pensare anche oggi all’Ordine? Goditi almeno questa giornata fino in
fondo. Non preoccuparti andrà tutto bene, solo volevamo dirti: non
allontanarti da qui va bene?”
“Certo
ma, cosa succede? Sicuri di stare bene?”
Questa
volta fu il signor Weasley a rispondermi.
“Harry
tranquillo, noi stiamo benissimo, dobbiamo solo sbrigarci a fare questa
faccenda, una sciocchezza se si pensa, ma potrebbe essere più seria se
perdiamo altro tempo. È solo questione di tempo. Ma andrà tutto
bene tranquillo. Solo non andartene troppo in giro intesi? Almeno finchè
non torniamo io e mia moglie. Promettici solo questo.”
“Va
bene come volete. Farò attenzione. Ma perché vi preoccupate per
me? Cosa potrebbe succedermi?”
Li
guardò in viso in cerca di una risposta perché non ci stava
davvero capendo nulla. Cosa prendeva a quei due?
“
Beh diciamo che è solo per cautela, in fondo non si è mai al
sicuro in questi tempo, dopo che Tu-Sai-Chi è di nuovo tra noi”.
Li
fissò ancora per qualche istante cercando di carpire qualche notizia
più dettagliata, ma dalle loro facce non cavò un ragno dal buco.
“Ok
allora aspetterò qui, buona fortuna:” salutò Arthur con la
mano sorridente e si fece abbracciare, o per meglio dire stritolare da Molly.
“Fa’
attenzione figliolo..”
“Certamente.”
Così
se ne andarono.
Appena
guardò in volto al suo padrino però era certo che quella promessa
non l’avrebbe mantenuta. Sarebbe uscito a festeggiare il suo compleanno
da mago maggiorenne. Non gli aveva mai fatto paura un’ avvertimento, se
sarebbe arrivato qualcosa lo sarebbe riuscito a combattere, e poi con lui
c’era sempre Sirius. Poteva stare tranquillo.
Si
stava facendo sera e ormai era tardi ma della sua amica non si sapeva ancora
nulla. Stava incominciando a spazientirsi e ad arrabbiarsi. Possibile che
l’aveva mollato in quel modo? Prima tanto impegno per fargli una sorpresa
poi sparisce per un ottuso che dopo tre anni non riesce ancora a dire il suo
nome “Eeeeemmione”. Quel gorilla, aveva ragione Ron.
E
come se avesse sentito i suoi pensieri,il rossino spunto dalla porta con un
diavolo per capello.
“Ma
dove si sarà cacciata quella cretina! Oh ma appena torna mi
sentirà, eccome. Un mese a farmi un testa grossa quanto un pallone per
far si che fosse tutto perfetto, e ora lei sparisce. Dannazione!”
A
sentire quelle parole Harry si corrucciò ancora di più e
andò a sprofondarsi in una poltrona nel soggiorno, solo con i suoi
pensieri. Questo durò si è no qualche minuto perché si
presentò un altro problema che gli tormentava la mente quel giorno. Una
ragazza dagli occhi stupendamente violacei e affascinanti, con un corpo non
meno sollecito a fantasie molto poco caste. Insomma arrivò Gin.
“Harry
che fai qui tutto solo?”
“Aspetto
Sirius e Ron, dovrebbero arrivare tra qualche minuto. Noi usciamo ma tu non
dire niente ai tuoi ok? Mi avevano vietato le uscite notturne, ma vado a
divertirmi lo stesso, ne ho bisogno.”
Ginny lo guardava con un sorriso
malizioso sul viso che la rendeva un bocconcino allettante.
“Certo
Har tranquillo. Divertiti pure lo sai che i miei sono esagerati a volte.”
Il
ragazzo girò lo sguardo verso la finestra aperta dalla quale si sentiva
il canto acre delle cicale e un leggero venticello fresco smuoveva le tende.
Cercava di non guardare la sorellina del suo amico per evitare brutti pensieri.
Ma gli arrivo quel dolce e candido profumo di rose, la sua fragranza e lo fece
andare in estasi.
“Posso
farti compagnia finchè non arrivano?”
“Oh
beh, se proprio vuoi siediti pure.” E non se lo fece ripetere due volte, ma
invece di sedersi da un’altra parte si fece spazio nella stessa poltrona
di Harry abbastanza spaziosa da far sedere due persone insieme, anche se
avrebbero dovuto essere incollati. Ed erano uno addosso all’altra.
L’odore
di Gin orma gli aveva dato alla testa. Si voltò verso di lei per vedere
cosa avesse intenzione di fare visto che non si era fatta scrupoli a mettersi
affiancò a lui consapevole dell’aderenza dei corpi.
Un
suo seno era accostato al suo braccio sinistro, morbido. Il sorriso della
ragazza era dolce e provocante mentre con disinvoltura accarezzava con e dita
di una mano leggermente il collo di Harry che venne colto dai brividi.
-Mi
sta provocando- pensò. –Mi sta provocando e non so il
perché. Che posso fare? Devo far finta di nulla? Ma è così
irresistibile. La sua pelle sembra così morbida e vellutata. Devo darmi
una controllata- così era deciso a spostarla via o ad alzarsi lui stesso
ma appena incontro i suoi occhi... non capì nulla. Si perse in quelle
iridi diventate ancora più scure col calar della notte che sembravano
quasi color pece. Si perse ad ammirarle cercando il fondo a quelle due strade
prive di luce ma al col tempo così brillanti.... fece scendere lo
sguardo su quelle gote dalle linee dolci arrossate appena dal caldo , si soffermò
sulla bocca, invitante, leggiadra, gustosa e tenera da mordicchiare. Se
l’avesse provata per una volta non sarebbe successo nulla. E poi sembrava
che Gin non avesse nulla incontrario. Era bella come il desiderio stesso che
provava. Le linee del suo corpo. Il seno sviluppato sodo e morbido era da prendere
tra le mani e accarezzarlo riempiendolo di baci, come il suo collo chiaro e
delicato, dolce e così femminile, sembrava talmente indifesa che aveva
paura che si rompesse al minimo tocco, eppure è una ragazza così
forte che sapeva stuzzicare e provocare con i suoi modi, i suoi sguardi...
E
la stessa cosa stava provando la ragazza in quel momento. Harry aveva quello
sguardo incandescente che faceva ribollire il sangue nelle vene ad ogni
ragazza, lo desiderava così ardentemente perché non si rendeva
conto di quanto fosse bello. Quei capelli scuri e morbidi invitavano chiunque
ad accarezzarli, il suo viso era come se chiedesse di essere riempito di baci,
la bocca invece, professava la voglia di essere maltrattata.
Fece
scendere la mano sul petto del ragazzo, per sentire (anche se al di sopra della
maglia purtroppo), le linee e incavature dei muscoli tesi di lui, mentre non
smetteva di sorridergli.
Avrebbe
voluto tirargli per i capelli la testa all’indietro e mangiucchiare la
pelle del collo sentendolo ansimare per il dolore e per il piacere, ma non
doveva esagerare. Ancora non era convinta se a lui avrebbe fato piacere o meno.
Alzò
lo sguardo verso Harry che la fissava desideroso di lei. All’improvviso
preso da chissà cose, perse il controllo. Mise una mano sul fianco della
e con l’altra le prese la testa per avvicinarla a se, ma quando senti il
calore del suo viso andò piano per guastarne ogni particolare. Non
l’aveva mai vista da così vicino ed era veramente magnifica. Quell’ultima
goccia di autocontrollo andò a farsi sfottere e se la baciò con
passione, violenza e desiderio esplorando con la mano sotto la sua maglia.
Aveva ragione. Era morbida e fragile e questo gli fece perdere tutto il
sennò. L’inchiodò sul divano per devastarle la bocca.
Sentire le sue labbra era un paradiso, le avrebbe volute mordere fino a quasi
farle uscire il sangue. La cosa più bella è che lei corrispondeva
appieno al suo bacio. Anche lei aveva lo stesso desiderio di esplorare quel
paradiso mai concesso fino ad allora. Alzava le anche per aderire meglio al suo
corpo affinché potesse sentire sotto di se ogni sua curva. Il sapore di
quel bacio era idilliaco, il ritmo sempre più frenetico e quasi
affannoso. Voleva sentirla tutta, conoscere in quel momento ogni sua parte e sentire
tutti i sapori che lei aveva da offrirgli. Ormai era andato. Non capiva nulla.
Sentiva solo la bocca di lei e il calore del suo corpo che lo eccitavano come
non mai. Era euforico. Dalla bocca scese al collo annusandole la pelle. Se la
mangiò quasi viva riempiendola di succhiotti. Sentiva il corpo teso
verso di lui, il suo affanno.. se la stava divorando in minuti e lei non aveva
resistito, forse desiderava anche lei la stessa cosa visto che le sue mani gli
frugavano dappertutto accentuando il suo desiderio.
Avrebbero
dato sfogo ai loro istinti se la voce dell’unica persona che non
avrebbero avuto il coraggio di guardare in viso se fossero andati avanti. Ron.
Si
separarono di botto tutti scomposti intontiti e poco capaci di rendere e
volere, ancora immersi in quei momenti di contatto. Si guardarono negli occhi
cercando di risistemarsi. Gin scattò sul divano a sedersi ben distante
da Harry e incominciò a fischiettare ma non riusciva a non sorridere,
era troppo felice. Era sicura che ormai ce l’aveva fatta. Era solo dispiaciuta
che fossero stati interrotti così bruscamente. Ma era anche certa che ci
sarebbe stata un’altra occasione.
Harry
invece era sconvolto da se stesso. Ma che aveva combinato? Era impazzito? Aveva
baciato Ginny, e che bacio per giunta! Di certo non si sarebbe fermato li se
avesse potuto. La guardò di sottecchi. La desiderava ancora più
di prima ora che sapeva, adesso che aveva dato il primo morso voleva tutto il
dolce. Ma era una cosa fuori discussione, non doveva accadere anche se... lui
avrebbe voluto il contrario.
Sbucarono
dalla porta del soggiorno il suo amico e il suo padrino tutti elettrizzati per
la serata che stava per seguire, piena di baldoria. –Beh con un inizio
del genere- pensò il ragazzo della cicatrice, -penso che la serata
sarà ricca di sorprese- . sentiva ancora il sapore di Gin sulla lingua e
poi pensò che non aveva accarezzato quei suoi delicati capelli, e anche
se non lo ammetteva a se stesso, era convinto che ci sarebbe stata
l’occasione di rifarsi.
Era
euforico e allarmato allo stesso tempo e il rossino se ne rese conto.
“Harry
tutto bene? Sei strano ultimamente, ah ho capito! Sei elettrico per la serata
eh? A chi lo dici! Chissà quel pazzo di Felpato dove ci porterà!
Mi ha promesso che la sbronza è inevitabile, speriamo anche in qualche
donzella! Che ne dici?”
“Ron
per le ragazze posso dirti che è l’ultima cosa che cerco questa
sera! Ho già avuto la mia dose! Un fantastico regalo di
compleanno!” e sorrise ironico all’amico un po’ stranito per non aver capito il senso
della battuta. Ma la prese poco sul serio. Intanto la ragazza seduta sul divano
si girò di scatto sentendo quelle parole allarmata ma poi vedendogli
arrivare un sorrise mille volte più bello dei ricordi che ne possedeva,
si tranquillizzò e fu felice di esser stata una scoperta più che
piacevole.
“Allora
Ronnino divertitevi questa sera mi raccomando! Io vado in camera di George a vedere
cosa fa con i suoi intrugli e farmene dare qualcuno da utilizzare a scuola.
Ciao e buonanotte a tutti e tre! Ci vediamo domani se sarete ancora in grado di
parlare e intendere!” con un piccola risata si diresse verso le scale che
portavano al piano superiore.
Sirius
però era il più elettrico dei tre, chissà perché
era euforico di portare due ragazzini sulla cattiva strada. Non vedeva
l’ora di vedere le loro facce sorprese e sbronze, e le cose stupide che
gli avrebbe fatto fare. Li avrebbe resi suoi alleati nel mondo del divertimento
ahah.
Uscirono
di casa. La serata ebbe in questo modo inizio.
Da
lontano una ragazza sulla scopa osservava la scena dei tre che si
allontanavano. Era triste e dispiaciuta di aver perso il compleanno del suo
amico. Non se lo sarebbe perdonato molto presto. Ma Victor l’aveva
tormentata di rimanere, l’aveva quasi costretta a scegliere tra lui e i
suoi amici. Solo che non era sicura che il ragazzo fosse la scelta giusta. Li
vide allontanarsi nella notte sulle loro scope. No , ne era sempre più
convinta.