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Autore: Chanelin90    15/12/2012    4 recensioni
***** COMPLETA ******
La guerra era finita.
Ogni Nazione era tornata a casa propria.
Germania e Italia si ricongiungono e, insieme, convivono per 3 lunghi anni.
Quando Feliciano viene a sapere di portare in grembo il figlio di Ludwig: appare entusiasta! Germania, tuttavia, non reagisce come il ragazzo avrebbe sperato..
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: nessuna | Avvertimenti: Mpreg, Tematiche delicate
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Germoglio Avverso
Capitolo 3


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Se vi dovesse sfuggire qualcosa…Non preoccupatevi: è fatto apposta! Capirete!
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Uscì dal bagno e trovò Ludwig in cucina.  Davanti a sé: una tazzina di caffè.
Feliciano aprì il frigo, come se nulla fosse, e tirò fuori il latte fresco. Ne riempì una ciotola con i corn-flakes.
I due si misero a fare colazione, l’uno di fronte l’altro, senza rivolgersi la parola.
L’atmosfera era particolarmente tesa.

- Sappiamo bene entrambi cosa comporti la nascita di una nuova Nazione..- soppesò Germania.
Feliciano rimase col cucchiaio a mezz’aria alla dichiarazione di Ludwig, ma, subito dopo, masticò i cereali con ancora più vigore.
- O lui…o noi!-
Feliciano cercava di far finta d’ignorarlo, ma come poteva?
- La sua presenza è un errore!-
A quel punto, sbottò, sbattendo la ciotola di latte:- Se lui..- disse indicando il gonfiore che lo caratterizzava -..è qui:  è  EVIDENTE che non è un errore! Significa che il destino ha così sancito e dovremmo essergli grati se potremo stare insieme per sempre!-
 Germania silenziosamente terminò di bere il suo caffè.
Poi guardò il suo compagno, severamente, negli occhi profondi: -Non siamo pronti a una cosa del genere! - Nessuno lo è! Non ora!-
Italia si sentì sprofondare.
Ludwig, nella sua irremovibilità, lo faceva sentire…sbagliato.
- Doitsu..io..comprendo che la decisione appare difficile, ma..-
 -Italia, per una buona volta, mettiti l’anima in pace! Domani torniamo dal Dottor Health e risolviamo questo problema una volta per tutte!-

Feliciano sgranò gli occhi: - Co..come lo risolviamo?-
- Togliamo quella cosa da lì, ovviamente!-
Fu veramente il colmo. La mancanza di sensibilità di Germania metteva a dura prova i nervi del ragazzo..
- CON CHE DIRITTO VUOI IMPORMI UNA SCELTA DEL GENERE???-
Sentì la sua gola vibrare angosciata.
- Possibile che non t’importi niente della mia opinione???- continuò disperato.
Germania si alzò, tenendo gli occhi bassi, per recarsi al lavello.
- Chiamami crudele, codardo o vigliacco..ma non sono pronto a lasciare ad alcuno la guida del mio Paese!-  rispose cinico.
Poi si rivolse a Feliciano che fremeva dallo scoramento.
- Nemmeno tu, dovresti!-
Feliciano trattenne il respiro: - Non hai fiducia in me?-
- Ho molta fiducia in TE!-
 Feliciano strinse e pugni, ma poi li rilassò sconfortato.
- Va bene, Germania..-
Ludwig si avvicinò e gli mise una mano sui capelli per accarezzarlo, ma Italia la scostò bruscamente.
- E’ la cosa migliore da fare, Italia! Anche se può apparire ingiusta!-
Feliciano si mise a piangere.
- Ti prego adesso! Non avercela con te stesso…-
- Non ce l’ho con me…ma CON TE!- Feliciano strozzò la collera nella gola.
Ludwig sospirò sconsolato: - Ebbene..spero tu possa perdonarmi!-
Nonostante i vari tentativi del tedesco di ottenere un minimo contatto fisico con l’italiano, quest’ultimo li rifiutava categoricamente e, infine si avviò per le scale - Non posso!-

- Dottor Health? Sono Ludwig Beilschmidt..si..lo so..proprio per questo..domani è possibile fissare un appuntamento?..No,no.. sta bene..ma abbiamo capito che non siamo pronti..si..è stata una decisione sofferta… il prima possibile.. grazie… la richiamo..-
Feliciano nel suo letto ascoltò tutta la conversazione e nascose le lacrime nel cuscino.

Germania attaccò la cornetta.
Guardò verso il pianerottolo.
L’avrebbe mai perdonato, Feliciano, per questo?
Aveva buoni motivi di ritenere che il ragazzo avesse frainteso.
Non era sicuro che il suo rapporto con lui sarebbe tornato quello di una volta.
A dir la verità, non era nemmeno sicuro che sarebbe tornato un rapporto, considerando l’atteggiamento deluso e scostante d’Italia. Magari ci sarebbero voluti anni.
Il solo pensiero lo angosciava.
Tuttavia, Germania, che era sempre stato il più razionale e metodico tra i due, sapeva di aver fatto la cosa giusta.
Feliciano, semplicemente, non capiva.
Loro erano Nazioni, non un semplice coppia di mortali come quelle che si vedono nei telefilm.
Non esistevano le famiglie tra le Nazioni. C’era un motivo.

Entrò nella camera.
La cosa positiva è che Italia  si trovava nel LORO letto.
La cosa negativa è che stava dormendo e, quindi, Germania non avrebbe potuto parlare con lui.Probabilmente ne aveva bisogno.
Adesso che si era rassegnato, sarebbe stato molto più facile, anche per Ludwig, esprimersi al meglio senza ferirlo ulteriormente. Sapeva di non essere un grande comunicatore. Non era nel suo stile.
Si stese sul letto anche lui.
Riflettè e,  improvvisamente, l’ansia lo colse.
 Non negò a se stesso di sentirsi in colpa per aver messo Italia in quella condizione. In pratica: aveva deciso tutto lui.
Il fatto che poi l’avrebbero dovuto operare proprio il giorno dopo, senza possibilità di appello, certamente, non testimoniava a favore della sua indulgenza, né, tantomeno, della suo essere comprensivo.
Non che potesse esserci soluzione alternativa all’intervento, sia ben chiaro, ..ma.. perlomeno..
“ Va bene..Domani, con calma, parlerò con lui e, se necessario, posticipiamo di qualche giorno ..quando ..quando..lui si sentirà pronto! ”
Compiaciuto della sua magnanimità, abbracciò Feliciano e si addormentò.


 Quella notte Feliciano abbandonò la dimora dove conviveva col tedesco.
-  Forse sono solo un egoista! - disse all’indirizzo del bambino  - Ma voglio che tu possa sopravvivere!-
Affrontò il clima autunnale, con le sue piogge, per raggiungere i suoi confini.
Non sapeva a chi poteva confidare un tale segreto, ma sapeva chi era l’unico di cui potersi fidare.

Bussò alla porta e, chiaramente, lo accolse la solita, brusca, eppure così famigliare, voce arrabbiata: - PORCA PUTTANA! CHI CAZZO E’ A QUEST’ORA DI NOTTEEEEEE???-
Feliciano bussò ancora.
- SPERO CHE NON SIA TU SPAGNA! PERCHE’ TI ASSICURO CHE HO GIA’ UNA LAPIDE IN SERBO PER TE!-
Italia diede un altro colpo.
- CHIUNQUE TU SIA…SEI UN UOMO MORTO!-

Romano aprì la porta, puntando la pistola dritta sulla fronte del fratello:- TI AMMAZ…-
Rimase allibito quando si accorse chi era il disturbatore notturno.
- Feli..ma..che..- si ricompose, ma abbassò l’arma – CHE CAZZO CI FAI QUI A QUEST’ORA DI NOTTE E DOPOTUTTO QUESTO TEMPO, PERALTRO ??? COS’E’ IL MANGIA-PATATE TESTA DI CRAUTO TI HA BUTTATO FUORI??-
Feliciano, bagnato da capo a piedi, a causa della pioggia, arrossì.: - Veramente..sono io che me ne sono andato!-
- OH! FINALMENTE! Perlomeno una buona notizia!- apprezzò il maggiore soddisfatto.
- Ma ho paura, Romano!- ammise Italia.
Romano fu costretto a interrompere i festeggiamenti, a fronte dello sguardo preoccupato e angustiato del fratello.
- Che hai combinato?- sbuffò.
Feliciano si limitò a non rispondere, abbassando il capo.
 Un lampo illuminò il paesaggio. Il rombo seguì poco dopo.
Romano s’incupì traendo a sé le conclusioni a cui era pervenuto:- Se quella testa di cazzo si avvicina gli spezzò le ossa, una a una, tranquillo..
Feliciano sobbalzò: - Non è quello..io aspetto..un figlio suo..-

Italia si sarebbe potuta aspettare qualuque reazione esagerata da parte del maggiore: urla, minacce, schiaffi..qualunque cosa. Tutto. Tranne quello.
Romano rimase in silenzio. Lo fissava con gli occhi sbarrati, ma non era sbroccato.
- E lui non lo vuole!- completò Feliciano.

-Entra!- lo ammonì Romano. Era angosciato pure lui.
Feliciano mise piede a casa sua. L’aria era ricolma di profumo di lasagna e di tempera.  Profumo di casa, insomma.
Feliciano si mise seduto e fissò il fratello.
Quest’ultimo prese posto di fronte a lui, guardandolo seriamente e, poggiati i gomiti sulle ginocchia, si portò le mani sotto il mento, incrociando le lunghe e affusolate dita
- Quindi? Che vuoi fare?- domandò, poco dopo, sporgendosi.
- Io voglio tenerlo!- supplicò il minore, esasperato.
Passò altro tempo.
C’era qualcosa che non andava.
Un’atmosfera che Feliciano non ricordava appartenere a loro.
- Feliciano..se me l’avessero detto, probabilmente… non ci avrei mai creduto: questa volta, però…e detesto dirlo..quel maledetto crucco ha ragione!-
- CHE?-
agghiacciò Italia.
- Non puoi..non DEVI tenerlo!-folgorò Romano.


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