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Autore: Clairy93    15/12/2012    4 recensioni
Clairy è orfana e da sempre vive in un collegio. Una strana voglia sulla spalla sembra tutto ciò che può in qualche modo collegarla alla sua famiglia. Sembrerebbe una storia comune, se non fosse per la scoperta di un magico armadio che condurrà Clairy in un mondo parallelo, Narnia.
Questa fan fiction è ambientata dopo "Il Principe Caspian", infatti il nostro principe, ancora innamorato di Susan, non sarà così felice dell'arrivo improvviso di Clairy.
Clairy avrà la possibilità di vivere l'avventura che sempre ha sognato e scoprire chi è veramente. Ma è necessario unire le forze perchè gravi ostacoli e nuovi pericoli minacciano Narnia...
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caspian, Susan Pevensie
Note: Movieverse, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Cosa stai cercando?” domandò Clairy incuriosita.
“Presto lo saprai…” rispose Caspian misterioso.
Quella mattina avrebbero ricominciato gli allenamenti, come da Caspian proposto. Raggiunsero così l’armeria e la moltitudine di scudi, archi, armature, spade di vario genere e dimensione le tolsero il fiato ma allo stesso tempo le trasmetterono una strana sensazione di sconforto.
Caspian ricomparve dopo poco.
“Poiché abbiamo riscontrato qualche difficoltà nel maneggiare la spada, credo che…un arco sia perfetto per te.”
Caspian glielo consegnò assieme alla faretra con le frecce.
“Tu credi che riuscirò ad imparare?” domandò Clairy incerta.
“Ora lo scopriremo…”
Clairy allungò il passo per raggiungere Caspian.
Raggiunsero uno spiazzo dell’immenso giardino nel quale erano sistemati numerosi bersagli per il tiro con l’arco e fantocci, un poco sinistri, per esercitarsi con la spada.
“Allora…Il tiro con l’arco può in qualche modo risultare semplice, in realtà è un tecnica molto particolare che va studiata nei minimi dettagli per essere appresa correttamente. Richiede una grande concentrazione e capacità nel focalizzare al meglio l’obiettivo...”
Si mise in posizione, pronto per scagliare una freccia che colpì precisamente il centro del bersaglio.
Clairy rimase a bocca aperta.
Dannazione, in cosa non è bravo?
“Complimenti!” gioì Clairy.
“Potrai riuscirci anche tu quando avrei appreso ciò che devi sapere e ovviamente, quando avrai fatto abbastanza pratica.”
“E se fossi così brava da non averne bisogno?” domandò Clairy con un sorrisetto scaltro.
Caspian le si avvicinò e la strinse a sé.
“Potrò vantarmi di sposare una principessa guerriera.” e la baciò dolcemente.
“Grazie per esserti offerto di aiutarmi Caspian...”
“E’ un piacere Clairy. Ora prova tu!”
Clairy non trovò particolari difficoltà nel maneggiare l’arco. Problemi giunsero appena dovette scagliare le sue prime frecce. Doveva valutare parecchi elementi prima di scoccare il colpo, le frecce finivano dappertutto tranne che sul bersaglio.
Tuttavia dopo qualche errore, con sua grande sorpresa, Clairy riuscì a scagliare dei colpi precisi e ogni bersaglio centrato la riempiva di gioia.
Magari Caspian avrebbe rivalutato la possibilità di farla partecipare alla guerra…
Con quella piccola distrazione la freccia non colpì il bersaglio bensì una povera rondine che passò indisturbata proprio in quel momento.
Clairy si spaventò e guardò Caspian allarmata. Ma entrambi scoppiarono in una fragorosa risata.
No, direi che se partecipassi alla guerra sarebbe…una rovina!


“Clairy è tardi, andiamo a dormire!” disse Caspian.
La notte era calata eppure Clairy era così presa dal tiro con l’arco che avrebbe voluto allenarsi ancora. Tuttavia la stanchezza di parecchie ore di allenamento si faceva sentire.
“Tre minuti e arrivo Caspian!”
“D’accordo. Ti aspetto in camera…” le diede un rapido bacio ed entrò nel castello.
Il cortile era deserto ma quell’atmosfera calma e silenziosa la aiutava a concentrarsi.
Due tiri e centrò il bersaglio. Si preparò a scagliare la terza freccia ma un rumore catturò la sua attenzione. Abbassò l’arco e si diresse verso il brusio.
Camminò cauta per il cortile fino a che non notò l’ombra di due figure. Si nascose immediatamente dietro una parete, sporgendosi leggermente, e la scena non fu certo rassicurante: le sentinelle del castello giacevano a terra, immobili, mentre alcuni abitanti degli Inferi si stavano intrufolando silenziosi.
Clairy trasalì. Non poteva perdere nemmeno un secondo.
Scattò rapida verso l’entrata del castello più vicina.
“Ci stanno attaccando!!!”
I nemici la fissarono allarmati e urlarono qualcosa che Clairy non riuscì a comprendere poiché all'improvviso percepì un dolore lancinante al braccio destro. Una freccia nemica l’aveva sfiorata.
Scorte di uomini armati uscirono da ogni angolo, pronti per respingere i nemici misteriosamente introdottisi nel castello.
“Clairy!!!”
Caspian corse verso di lei.
“Entra subito nel castello!”
Caspian notò preoccupato la ferita sanguinante al braccio.
“Sto bene Caspian. Ora vai!”
“Fai come ti ho detto Clairy! Subito!!!” le urlò Caspian prima di scomparire tra il mucchio si scudi, spade e corpi che rapidamente si afflosciavano. 
Clairy però si arrestò appena vide Trumpkin tra la folla.
Combatteva con un abitante degli Inferi ma un soldato nemico era alle spalle dello gnomo, pronto per colpirlo con un’ascia.
Clairy afferrò rapida una freccia e, nonostante il dolore al braccio, prese la mira e scagliò il colpo.
La freccia trafisse il soldato che cadde a terra.
Trumpkin notò l’uomo e la freccia conficcata nel suo petto. Si voltò immediatamente verso Clairy con un’espressione poco rassicurante.
“Clairy!!!” gridarono all’unisono Trumpkin e Caspian, richiamando la sua attenzione.
Clairy si voltò e notò Caspian tra la folla per un breve istante prima di sentirsi sollevare da terra.
“Portala via di qui, sbrigati!” dichiarò una voce roca.
“No!!!” l’urlò furioso di Caspian echeggiò.
Clairy tentò di divincolarsi in tutti modi ma la presa era irremovibile e intanto Caspian scomparì tra la calca.
Clairy scalciò e urlò.
“Sta ferma!!!” l’ammonì l’uomo.
“Mettimi giù!!!”
L’uomo si fermò e la buttò letteralmente a terra.
L’oscurità circondava ogni cosa, il buio era troppo fitto per capire in che parte del giardino l’avessero portata.
La luce di una lanterna la colpì in viso ed ebbe bisogno di qualche secondo per abituarsi a quel bagliore.
Riuscì finalmente a vedere il volto dei rapitori: un abitante degli Inferi con i suoi tipici occhi rossi e un sorriso poco amichevole sul volto, e un uomo robusto e tarchiato con una profonda cicatrice sulla guancia.
Clairy indietreggiò spaventata ma picchiò la schiena contro una superficie fredda e liscia.
I due rapitori sghignazzarono.
“Ma che cosa volete da me?!” domandò Clairy terrorizzata.
“Noi da te non vogliamo niente...” rispose l’uomo con la cicatrice.
“Anche se…” l’abitante degli Inferi si avvicinò rapido a Clairy, afferrandola per un braccio “Finché non arriva il capo potremmo divertirci anche noi…”
“Basta!” una voce nell’oscurità spaventò l’abitante degli Inferi che istantaneamente lasciò Clairy, fuggendo insieme all’altro rapitore.
Clairy rimase immobile, anche il semplice respirare le parve difficile tanto era terrorizzata. Non voleva voltarsi. Non ne aveva il coraggio.
Senti dei passi e dopo poco, il volto della figura misteriosa fu illuminato dal chiarore della luna.
“Danag!!! Siete voi! Siete venuto a…salvarmi…“ ma le parole gli morirono sulle labbra.
Danag, il medico che si era dedicato alle cure di Caspian, le era sembrato pericoloso fin dal primo momento e chissà perché, aveva il presentimento che non fosse lì per salvarla.
“Clairy…E’ un piacere rivedervi!” disse Danag, mostrando dei canini particolarmente…lunghi e appuntiti.
“Cosa volete?”
Danag si inginocchiò di fronte a lei.
“Niente che io già non abbia principessa. Mi sembrate sorpresa nel vedermi…Dopotutto mi pareva fosse chiaro che sarei tornato e che sareste diventata mia...”
“Voi siete pazzo…” dichiarò Clairy sconvolta.
“Avete ragione, sono pazzo di voi Clairy. A quanto pare, Caspian ha fatto male i suoi conti…”
E in quel momento a Clairy tutto apparve chiaro. Caspian le aveva nascosto un particolare fondamentale sulla storia di Danag: perché con i numerosi medici del castello, Caspian avrebbe dovuto scegliere proprio Danag?
“Siete stato voi…Avete ridotto voi Caspian in quello stato!”
Il sorriso assassino che comparve sul volto di Danag fu sufficiente.
“Perché lo avete fatto?”
“Lasciate che vi spieghi principessa... Come sapete Caspian si era addentrato nel nostro territorio e io avuto il piacere di fargliela pagare. Ma poi capì, avrei potuto usarlo a mio vantaggio e, con il permesso del mio signore, sono venuto qui e mi sono fatto spacciare per un medico. Caspian aveva intuito cosa fossi e capì che se mi avesse cacciato nessuno avrebbe curato le sue ferite. Aveva assoluto bisogno di me. E devo proprio ammettere che venire qui è stata la scelta migliore che potessi fare perché ho potuto incontrare voi, la bellissima principessa, la futura regina di Narnia. Il mio piano era eliminare Caspian ma voi…voi avete piacevolmente scombussolato i miei piani. E questa notte, consegnerò Caspian al mio padrone e finalmente potrò saziare la mia sete.”
“…Che cosa siete?” domandò Clairy in fin di voce.
“Sono certo che già sappiate la risposta…dopotutto avete dubitato di me fin dall’inizio…”
La sua carnagione pallida, i canini, i suoi occhi…
Non può essere un…
La mente di Clairy incominciò ad annebbiarsi per la paura e le forze che parevano abbandonarla.
Se avesse dato ascolto a Caspian…se fosse rientrata nel castello…Quanto avrebbe voluto che arrivasse per salvarla…
“Perché puoi rimanere alla luce del sole?” domandò Clairy, cercando in qualche modo di rimandare l’inevitabile.
“Ottima osservazione!” dichiarò Danag. “Devi sapere che alcuni di noi dopo secoli, riescono in parte ad abituarsi alla luce del sole senza tramutarsi in cenere. Dopo la tua trasformazione non potrai più vedere la luce del sole, ma ti abituerai…Hai l’eternità davanti a te…”
Danag le prese il mento tra le dita.
“Non mi toccare!” Clairy provò a liberarsi da quella stretta così forte e appena tentò di gridare aiuto, Danag la baciò.
Clairy cercò invano di divincolarsi e allontanarsi da quelle labbra che la baciavano e la esploravano furiosamente.
In quel momento Clairy percepì una fitta dietro la schiena: il suo arco. Portò una mano dietro di sé cercando di afferrare una freccia dalla faretra.
Pronta per trafiggere Danag, lui le bloccò il polso fermando il colpo a mezz’aria e lo strinse finché Clairy dovette lasciare cadere la freccia per il dolore della sua stretta.
“Cosa pensi di fare piccola Clairy?” domandò divertito Danag.
Riprese a baciarla frenetico e percepì le sue mani fredde tra i capelli, sul collo, sui fianchi, sulla schiena.
Era inutile, non avrebbe potuto contrastare Danag e la sua forza.
Clairy rimase immobile, sperando che tutto finisse presto. Purtroppo morire in quell’occasione avrebbe significato risvegliarsi e vivere un’eternità di bramosia di sangue.
Le lacrime le bagnarono le guance e i capelli.
“Non piangere…” le sussurrò Danag “A quanto vedo, Caspian ti tratta con i guanti…Ma non bisogna essere troppo permissivi…”
Danag le diede uno schiaffo che la scaraventò a terra.
Il dolore alla spalla ferita e al viso le offuscarono la vista ma Clairy tentò comunque di rialzarsi, cercando disperatamente di allontanarsi.
Danag fu immediatamente accanto a lei, afferrandola. Il suo sguardo bramoso si posò sulla ferita al braccio.
“Non posso resistere ancora…”
Danag spostò con particolare delicatezza la testa di Clairy così da esporre completamente il suo collo.
Appena percepì le sue labbra sulla pelle, cercò con tutta la forza che le rimaneva di allontanare il suo volto con la mano. Ma Danag le circondò il collo in una presa inflessibile che le tolse il respiro.
E non appena Danag ridusse la forza della sua stretta, Clairy percepì i canini appuntiti penetrarle lentamente nel collo.
Ma in un attimo il dolore si sostituì alla fitta che sentì al braccio ferito quando Danag la lasciò e lei cadde a terra.
Clairy intravide Danag, trafitto da alcune frecce, che si dimenava mentre veniva accerchiato ed immobilizzato dai soldati che lo gettarono in un fuoco ardente. Ben presto le urla di dolore  cessarono e il vampiro si tramutò in cenere.
Clairy si sentì sollevare delicatamente da terra e si ritrovò nel petto accogliente di Caspian, finalmente protetta e al sicuro.
“Clairy…” sussurrò Caspian.
Clairy iniziò a piangere nervosamente, scossa da singhiozzi violenti.
Caspian la portò all’interno del castello, adagiandola su una sedia.
Jocelyn le corse incontro spaventatissima.
“Clairy! Santo cielo ma cos’è successo?!”
“E’ stata morsa…” rispose Caspian preoccupato.
Jocelyn sbarrò gli occhi allarmata.
“Clairy!”
La ragazza cercò di focalizzare Jocelyn e prestare attenzione alle sue parole.
“Clairy ascoltami…Ti ha costretto a bere il suo sangue?“
“No…no.” Clairy scosse la testa meccanicamente.
“Arrivo subito...Intanto tamponale questo sul collo!” Jocelyn tese a Caspian un fazzoletto e corse via.
Caspian si inginocchiò accanto a Clairy e le appoggiò delicatamente la pezzuola sul collo insaguinato.
“Sei ferito...” Caspian aveva un graffio sulla guancia sinistra.
“Non preoccuparti…” Caspian intrecciò la sua mano con quella di Clairy. Era davvero preoccupato.
Jocelyn ritornò con alcuni flaconi e bende.
Prima di tutto strappò la manica dell’abito di Clairy per disinfettare la ferità al braccio. Le spalmò un unguento che la fece sobbalzare per il bruciore a contatto con la pelle.
“Lo so tesoro ti darà un po’ fastidio…” disse Jocelyn.
Caspian strinse ancora di più le sue mani tra le sue.
“E’ morto vero?” domandò Jocelyn rivolta a Caspian.
Lui annuì.
Clairy fu scossa da un brivido.
Jocelyn fasciò la ferita al braccio e al collo.
“Ecco fatto! Hai perso parecchio sangue Clairy, ma ti basterà un po’ di riposo e ti rimetterai. Come ti senti tesoro?”
“Stanca...”
“Lo credo. Prendi questa, ti farà stare meglio…” Jocelyn le porse una fiala di vetro e Clairy bevve il liquido all’interno.
Caspian la aiutò ad alzarsi e sostenendola, raggiunsero la loro stanza.
Adagiò Clairy sul letto.
Finalmente qualcosa di familiare…
“Ora riposa amore mio…” le disse Caspian accarezzandole la guancia. Aveva gli occhi lucidi.
“Avrei dovuto darti ascolto. Mi dispiace tanto…” sussurrò Clairy.
“Clairy, ti prego, l’importante è che tu stia bene…”
Le baciò la fronte. 
“Mi assento per un attimo Clairy. Sarò di ritorno tra pochissimo.”
Clairy annuì tristemente, non trovando la forza di opporsi.
Rimase immobile e chiuse gli occhi.
Il bacio di Caspian era così delicato…così dolce. Percepì una sensazione insopportabile di gelo attorno a lei, il buio opprimente e macchie rosse, sparse ovunque. Clairy riaprì gli occhi spaventata e rabbrividì.
Provò ad alzarsi e si diresse barcollando allo specchio poco lontano e osservandosi, notò quanto il suo viso fosse stanco e pallido, i suoi occhi cerchiati, i capelli scompigliati in una massa disordinata. Clairy si toccò istintivamente il collo bendato, macchiato di rosso. Le parve di vedere Danag riflesso nello specchio, accanto a lei, con il suo sguardo famelico.
Clairy sussultò terrorizzata e la vista si oscurò improvvisamente. Tentò di raggiungere il letto ma le gambe cedettero e cadde sul pavimento.
E ancora una volta si ritrovò tra le braccia accoglienti e sicure di Caspian che la sollevarono e la fecero sdraiare sul letto.
Il dolore alla testa era insopportabile.
Caspian le sollevò la testa e le porse un bicchiere. Clairy tentò di allontanarsi.
“Clairy bevi!“ le ordinò Caspian avvicinandola al bicchiere.
Clairy bevve il liquido che le provocò un violento conato per quando fosse amaro.
Caspian le accarezzò i capelli e il respiro tornò normale e la nausea passò. Anche i dolori alla testa sembravano gradualmente diminuire.
Fu pervasa da un opprimente senso di stanchezza. Tentò di tenere gli occhi aperti ma le palpebre si fecero estremamente pesanti.
Percepì il calore di Caspian e la sua stretta intorno alla sua mano. Ma il buio la inghiottì…e non sentì più nulla.
 

 
   
 
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