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Autore: black 91    02/07/2007    3 recensioni
Eccomi con la mia seconda ff!!! Non voglio anticiparvi molto, vi dico solo che parla di una ragazza un po' chiusa che deve fare i conti con la vita di campagna dopo aver vissuto in città 16 anni della sua vita. Lo so, detta così non fa molto effetto, ma provate a leggere il prologo, è corto, non vi costa nulla, lasciatemi anche una piccola recensione, tutti quanti quelli che si prendono la briga di leggere, così mi renderò conto se vale la pena continuarla. Vi dico anche che non mancheranno i colpi di scena, parla anche di una cosa che piace a tutti: la musica, eggià. Vi ho incuriosito? Aspetto le vostre recensioni! Kissoni!!!
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Goten, Nuovo personaggio, Trunks
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 4: SENTIMENTI

 

Nella grande metropoli era calata la notte, il cielo era scuro e le stelle si accendevano come lampadine, ma dalla strada non si potevano vedere, perché il suolo che ospitava la metropoli era illuminato a giorno, tra lampioni e macchine in corsa la vita era frenetica come al solito.

Tra le automobili che solcavano l’asfalto nero delle strade c’era anche una limousine dello stesso colore della strada, anche se questa era molto lunga ospitava solo tre persone: il guidatore, una popstar e il suo bodyguard.

Poco dopo l’auto si fermò davanti ad una villa enorme e lì la donna scese accompagnata dalla sua guardia del corpo, non salutò nemmeno il guidatore, per lei era solo un uomo come un altro, neanche degno di essere visto da una persona del suo rango, invece quell’uomo conosceva bene la cantante, lavorava per lei da qualche anno e gli era piaciuto, già, ma questo era tempo fa, infatti l’unica persona che lo aveva trattato da uomo era la figlia della star, una ragazza deliziosa, completamente diversa dalla madre, per sua fortuna, ma ora lei sembrava scappata, l’uomo fece un ghigno, in fondo la sedicenne non era da biasimare, la vita lì dentro era un po’ come la prigionia, una prigione lussuosa con ogni tipo di comodità, ma pur sempre una prigione.

La donna dai lunghi capelli platinati si fece aprire la porta d’ingresso e appena fu dentro lasciò la giacca in mano a una delle inservienti che le erano corse incontro, una di esse cominciò a parlarle.

-salve signora Sharon- la star rispose con un verso scocciato e andò per la sua strada verso la sua camera.

-la signorina Saori non è ancora tornata… è passato più di un mese dalla sua scomparsa… forse dovremmo andare a prenderla…-

-non si preoccupi, la mia piccola Saori in questo momento è al settimo cielo, pensa di avere la propria vita nelle sue mani, ma presto si accorgerà che quel paesucolo di campagna dove si è andata a rintanare è troppo piccolo e tornerà a casa da sola, dobbiamo solo aspettare-.

Detto questo Sharon andò nella sua stanza e si sdraiò sul suo spazioso letto, troppo grande per una persona sola, poco dopo sentì il rumore di acqua scrosciante provenire dal suo bagno personale, sembrava proprio che qualcuno avesse aperto la doccia.

-ehi, Oscurità! Guarda che lo sapevo che eri lì-.

Un uomo giovane, sui venticinque anni, apparve alla vista della donna, che lo guardò dall’alto in basso, aveva proprio un bel fisico, con gli addominali scolpiti e i muscoli ben distribuiti, non era per niente sproporzionato come gli atleti che si vedono in giro, lui aveva i capelli neri e scompigliati e dei bellissimi occhi azzurri.

-allora sai anche quello che devi fare- rispose il ragazzo malizioso.

-dai, sono appena tornata da un concerto-

-vorresti dire che preferisci dormire piuttosto che fare la doccia con me?-

-non stavo dicendo questo… lasciami prendere un po’ di fiato-

-e va bene, ti aspetto dentro-.

Il ragazzo sparì chiudendosi la porta del bagno alle spalle.

Sharon stava pensando al suo sguardo, era triste, come quello di sua figlia e a volte non lo riusciva a sostenere perché quella sedicenne era l’unica persona che la spaventava veramente, perché quella ragazzina non aveva paura di niente, riusciva sempre a farla sentire una merda e aveva mandato a monte molte interviste, sì, era felice di non averla più tra i piedi e non si sentiva per niente in colpa riguardo a quello che pensava, era stato un errore, solo un errore, una cazzata giovanile, infatti era rimasta incinta ad appena diciassette anni, nei primi momenti della sua carriera.

Alla fine decise di raggiungere il ragazzo con cui aveva una storia da un po’, non lo sapeva neanche lei che cosa provasse per lui, ma era uno svago che poteva permettersi.

Si tolse il costosissimo vestito che aveva, mostrando un seno invidiabile, ma non del tutto vero, infatti anni prima aveva deciso di rifarselo, come anche gli zigomi e il naso, né più né meno delle sue colleghe.

Entrò nel bagno e vide il ragazzo dentro la doccia, l’aprì e vi entrò, sotto lo sguardo estasiato di lui, subito si baciarono e mentre lei schiacciava le sue mani sugli addominali di lui, quest’ultimo le palpeggiava il sedere in modo poco ortodosso.

Ormai era l’alba, ma il ragazzo era sveglio, nel letto insieme alla popstar, non riusciva a chiudere occhio da un bel po’ di tempo, si sentiva meschino e soprattutto un traditore nei confronti di Saori, si girò dall’altra parte, dando le spalle alla donna, la quale si voltò verso di lui, era sveglia.

-hai notizie di Saori?- chiese lui senza voltarsi a guardarla.

-che te ne frega, ora per te basto io- disse lei con voce suadente e mordicchiandogli il lobo dell’orecchio.

-che cosa stiamo facendo?- chiese lui.

-ci divertiamo-

-già…- rispose lui poco convinto.

 

Nel piccolo paese di campagna era una mattina come tutte le altre, il sole era alto e le foglie cadevano una dopo l’altra, la temperatura si era abbassata in modo notevole, non si poteva uscire senza almeno una giacca, ormai eravamo a metà ottobre.

Saori uscì di casa e stranamente vide Trunks ad aspettarla.

-ciao Trunks, che ci fai qui?- disse lei sorpresa come poche volte.

-volevo chiederti una cosa-

-dimmi…-

-ieri Goten è venuto a casa mia verso sera ed era felicissimo, dice che finalmente abbiamo una cantante, non dirmi che sei proprio tu?-

-esatto… non sono riuscita a separarmi dalla mia musica-

-sono contento che tu faccia parte dei nostri, ma non ho capito il motivo che ti tratteneva-

-è una storia lunga…-

-ok, non me ne vuoi parlare… non fa niente-

-scusami, ma ho avuto un passato difficile e non parlarne mi aiuta ad allontanarlo-

-non ti devi scusare, ho capito-.

Quel ragazzo era veramente complicato, Saori non sapeva mai come prenderlo, non capiva se era interessato a lei oppure no, ma anche lei era molto confusa, prima credeva di avere una cotta per il ragazzo dai capelli lilla, ma ora non ne era più molto sicura, perché il giorno prima, nella sua stanza, con Goten era successo qualcosa che non si sapeva spiegare.

-lo sapevi che nel nostro paese c’è un altro gruppo?- disse ad un certo punto Trunks.

-sul serio?-

-sì, ma è composto da sole ragazze, fanno musica pop-

-che orrore!-

-è quello che penso anche io, ma nel gruppo c’è anche mia sorella Bra-

-è quella ragazza dai capelli turchini…-

-che fa un po’ la troia? Esatto… oltre a lei ci sono le sue amiche Marron e Pan-

-queste due non le ho mai sentite-

-loro sono delle ragazze normali, non si fanno molto notare-

-soprattutto una biondina di nostra conoscenza, vero?-.

I due si girarono di scatto e videro Goten tutto sorridente.

-scusate ma non ho potuto fare a meno che ascoltare il vostro discorso-

-GOTEN!!! Ti avevo detto di non spifferare ai quattro venti che mi piace Marron!!-

-ohoh… vacci piano amico, perché sei stato tu ora che l’hai urlato a metà paese- disse il moro con gli occhi semichiusi e indicandolo.

Trunks diventò rosso come un pomodoro e si tappò immediatamente la bocca per paura che potesse dire altre cose che non avrebbe mai voluto divulgare.

Saori si mise a ridere, stranamente non le aveva fatto male questa rivelazione, anzi, le aveva messo addosso una curiosità tremenda.

-bhè, allora se è la ragazza che piace a Trunks, la devo proprio vedere- disse la ragazza dagli occhi color pece.

-è una ragazza non molto alta, dai capelli biondi e gli occhi azzurri, gentile, timida e intelligente, fa il liceo classico nella nostra stessa struttura ed è riuscita a conquistare il cuore del nostro Trunksino- disse il moro facendo gli occhi dolci all’amico disgustato verso il finale del discorso.

Saori si divertiva un sacco con i suoi nuovi amici e non ci pensava neanche lontanamente di tornare alla sua vecchia vita.

Quel giorno avrebbe avuto le prove con il resto della band, ormai conosceva bene tutti i componenti, si era integrata alla grande come consigliera, ma quel giorno era tesa, avrebbe dovuto prendere il microfono e cantare al ritmo delle note che suonavano loro e aveva paura di non essere all’altezza, ma non voleva darlo a vedere, perché lei era conosciuta come una ragazza forte che non si spaventa davanti a niente e le piaceva che le persone avessero tale considerazione di lei.

Nel tragitto per la casa di Goten le tremavano le gambe, difatti andava pianissimo, ma era in buon orario, non poteva permettersi di arrivare in ritardo proprio quel giorno.

Si era vestita di nero (che strano… in tono ironico…) ma oltre alle immancabili borchie, al polso sinistro portava una piccola catenina d’argento, che aveva un forte valore affettivo per Saori: un giorno di quattro anni prima lei e la sua amica, che si chiamava Dalila, erano andate a fare shopping, o meglio, la mora ci era stata trascinata dall’amica, così erano passate davanti ad un oreficeria e avevano visto questi due bracciali d’argento, erano come delle catene, gli anelli erano uno attaccato all’altro, non potettero non prenderli, perché credevano che la loro amicizia fosse come una catena, indissolubile, nulla avrebbe potuto romperla; se le mettevano soprattutto quando facevano musica insieme Saori indossava il suo sul polso sinistro, Dalila sul polso destro, perché loro due si completavano a vicenda, finché erano insieme erano una squadra imbattibile, ma purtroppo una forza più potente di loro ha distrutto questo equilibrio così perfetto e mentre una abbandonava la vita per andare in un mondo migliore, l’altra sprofondava sempre più in basso, poiché non c’era nessuno in grado di tirarla su, perché la sola persona che poteva farlo era la causa di questo suo precipitare. (che frase contorta…)

Dalila era una ragazza solare, sempre allegra ed ottimista, riusciva sempre a tirare su il morale a Saori anche dopo una sfuriata della madre, di corporatura era esile, come una spiga di grano, ma come questa, se infuriava la tempesta si piegava soltanto senza mai spezzarsi, i suoi capelli erano di un colore castano chiaro mentre gli occhi erano anch’essi castani, ma scuri e luminosi, come quelli di una cerbiatta.

La ragazza dai capelli corvini non si accorse neanche del suo arrivo a casa dell’amico, tanto era presa dai suoi pensieri, così rimase una manciata di secondi fuori dalla porta del capanno, luogo dove si svolgevano le prove, aveva quasi paura ad entrare, poi prese un bel respiro e aprì la porta, scoprì che dentro c’erano già tutti, mancava solo lei.

Le corsero in contro Rick e Goten.

-mancavi solo tu!!- le disse l’amico dai capelli neri, come i suoi.

-eggià… vediamo un po’ come te la cavi al microfono- le disse l’altro.

Ormai tutto il gruppo era in posizione, Chez al basso, Rick alla batteria, Trunks con le cuffiette da DJ, Goten alla chitarra e in mezzo al palchetto improvvisato c’era Saori.

La melodia cominciò, la canzone era quelle che piaceva tanto alla ragazza, quella che l’aveva conquistata dalla prima volta che l’aveva sentita, tutti gli strumentisti erano al lavoro, stavano andando alla grande, poi arrivò il suo momento, quello in cui mise la sua voce per intonare quella canzone fantastica, le note si susseguivano e le parole uscivano dalla sua bocca, Trunks era quello che dirigeva un po’ il tutto e si accorse che la voce dell’amica era semplicemente perfetta, senza incrinature e molto rock, finalmente comprese l’impazienza di Goten nel fargliela sentire, quella ragazza era come un angelo piovuto dal cielo per aiutarli, era la loro salvezza, era certo che con lei al microfono avrebbero fatto strada, lo sperava con tutto il cuore, perché quello era il suo sogno e lo stava inseguendo insieme al resto della band, alla quale si era appena aggiunta Saori, una vera rivelazione.

Alla fine della canzone tutti si complimentarono con lei, era ufficialmente entrata a far parte dei “Rock Party”! Lei era felicissima, non avrebbe potuto sperare di meglio.

Poi inevitabilmente tutti tornarono nelle loro case, tranne Saori, che era stata trattenuta da Goten.

-tu sei semplicemente fantastica a cantare, il nostro sogno di sta per avverare- disse Goten ancora entusiasta.

-grazie, non merito tutti questi complimenti-

-te li meriti tutti invece! Allora ci vediamo domani per le prove?-

-va bene, alla solita ora?-

-sì… vuoi restare qui a mangiare?-

-non saprei… devo chiedere a mio padre…-

-no problem! Vieni in casa che c’è il telefono-.

La ragazza acconsentì, in fondo, per quanto adorasse suo padre, in quel momento non aveva molta voglia di tornare a casa, le piaceva la compagnia di Goten.

-mamma!!-

-Goten? Sei tu?-

-certo che sono io!! Può stare un’amica a mangiare?-

-va bene, tanto una porzione in più o una in meno non fa differenza, con tutto quello che vi mangiate tu e tuo padre!-.

Joe acconsentì, gli piaceva che sua figlia frequentasse Goten, quel ragazzo gli era molto simpatico, come anche suo padre, che andava spesso al suo bar, erano brava gente.

-allora cara, tu devi essere Saori, Goten ci ha parlato di te- disse Chichi mentre erano tutti a cena.

-sì esatto…- rispose lei un po’ imbarazzata.

-sei la figlia di Joe, mi ha parlato di te anche lui e poi mi sembrava di averti già visto al suo bar verso l’inizio di settembre- le disse Goku, il padre di Goten.

-sì, ho voluto dargli una mano per ricambiare il grosso favore che mi stava facendo-

-sappiamo che vieni dalla metropoli, ma per quale motivo ti sei trasferita qui?- chiese la donna.

-mamma!! Ma ti sembra il caso?- Goten aveva un’aria severa e Saori ne aveva assunta una triste, Chichi capì di aver fatto una terribile gaffe.

-scusami, effettivamente non sono affari miei…-

-allora, Saori, qual è il tuo cibo preferito?-.

Goku se ne veniva sempre fuori con una delle sue, era per cambiare discorso quando la moglie straparlava.

-papà, sei sempre il solito, pensi sempre a mangiare- gli disse scherzosamente Goten.

-che posso farci, a me piace un sacco il cibo- rispose lui con aria seria, sembrava un bambino e di questo se ne accorse anche Saori che non potè fare a meno di sorridere, il suo amico aveva una famiglia invidiabile.

Per tutta la sera i due rimasero in compagnia di Goku che sprizzava simpatia da tutti i pori, come il figlio, per certi versi erano molto simili.

Si fece tardi e Joe passò a prendere Saori, salutando anche la famiglia di Goten.

-lo sai, mi sono davvero divertita stasera, tuo padre è troppo forte…-

-anche io mi sono divertito in tua compagnia, mia madre oggi ha dato il meglio di se a cucinare, dovresti venire più spesso-

-molto volentieri, ciao! A domani!!-

-a domani!!-.

La guardò allontanarsi e andare con suo padre verso casa, come faceva una sola ragazza a provocargli tutte quelle emozioni? Lei era diversa da tutte le altre, lei non lo desiderava, lei non puntava tutto sull’aspetto esteriore, era bellissima anche così com’era e lui non le avrebbe cambiato neanche un capello.

Sentì una mano posarsi sulla sua spalla.

-è proprio una bella ragazza, non trovi?- gli chiese Goku.

-sì… è fantastica, ma noi siamo solo amici-

-andiamo… non vorrai farmi credere che non ti piace neanche un po’-

-bhè… è speciale-.

Tornò a posare lo sguardo laddove prima camminava Saori, ma ormai lei non c’era più, quella ragazza era riuscita a penetrargli nel cuore, come avrebbe voluto rivelarglielo, provare con lei sensazioni che non aveva mai provato con nessuna, aveva già dato più di un bacio, ma questi non significavano nulla, era convinto che se fosse riuscito ad impossessarsi delle sue labbra avrebbe provato un’emozione almeno un milione di volte più forte rispetto alle volte precedenti, lei era Saori, la Sua Saori.

 

 

 

 

Sono tornata!!!! Il capitolo l'avevo finito da un po', ma non lo so nemmeno io perchè non l'ho pubblicato... chi mi capisce è bravo... allora, passo ai ringraziamenti:

LORIGETA: Saori è una persona con le idee chiare, certo, quei due figoni da paura l'hanno messa in difficoltà, ma penso che tu già intuisca per chi batte maggiormente il suo cuore... tvttttb

Stella: O_____O' Accidenti... spero che non ti abbia fatto troppo male leggere un fatto che ti ricorda uno dei momenti più tristi... io non so che dire... mi dispiace troppo... PERDONAMI!!!! Ma spero che continuerai a leggere la mia ff... anche se non mi stupirei se non vedessi più le tue recensioni... me tanto dispiaciuta!!!! tvttttb

CamyllaSsj5: ahah!! Fortissima la storia dello sternocleidomastoideo!! (sapevo che cos'era, sembro scema ma c'è qualche neurone nella mia testolina.. hihi). Effettivamente la cosa poteva somigliare a un triangolo, ma ora non lo sembra più, visto che Saori non è più molto convinta di quello che prova per Trunks... sono contentissima che segui ancora la mia ff e spero che ti sia piaciuto anche questo capitolo, anche se un po' insulso e con un titolo che... lasciamo perdere... tvttttb

Kissoni!!!! 

 

 

  
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