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Autore: Uzumaki_Devil_Dario    15/12/2012    5 recensioni
Quando il giorno diventa notte, Tokyo cambia e diventa un nuovo mondo: la reputazione si crea nelle competizioni sulle strade e la vita pulsa del motore delle automobili dalle carene fiammanti e dai carburanti pompati al protossido di azoto.
Qui la parola "velocità" è sinonimo di forza e di vita. O sei veloce o non sei niente.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Una cosa che Ayame era certa di odiare più di chiunque altro era il lunedì, soprattutto quelli in cui suo padre la mandava ad aprire il locale prima di lui. Quella mattina in particolare le sembrava di essere uno zombie che camminava, alzava la serranda dell'ingresso ed entrava per cominciare ad allestire il tutto. Certe volte pensava che Naruto-kun avesse davvero ragione: chi mai poteva venire a quell'orario a mangiare ramen? << E allora perché mi tocca alzarmi tanto presto? >>
Se era questo che le sarebbe toccato fare quando avrebbe preso la gestione del negozio alla pensione di suo padre, bella fregatura allora! Sì, cucinare il ramen e simili le piaceva, forse doveva già ritenersi comunque fortunata ad avere un lavoro assicurato per il domani... ma quanto era vero il mondo, dopo il passaggio di proprietà si sarebbe fatta degli orari più comodi, poco ma sicuro.
Prima di aprire completamente, però, pensò di passare per qualche minuto all'edicola sulla strada a fianco; sfogliare una o due riviste mentre aspettava l'orario ideale le sembrava una più che buona prospettiva.
"Ouch!"
"Ehi!"
La prospettiva che dopo ebbe fu un'altra, quella del pavimento sul quale era andata a cadere con tanto di goffo tentativo di appoggiarsi a qualcosa o comunque attutire l'urto, causa lo spazio ristretto tra bancone e muro. Passò qualche momento a terra lamentandosi del fianco sul quale era caduta, accorgendosi solo poi che aveva inciampato contro i piedi di una persona.
<< C'è qualcuno qui! >>
Fece per afferrare il palo di saggina poggiato lì accanto, per poi cominciare ad agitarlo contro chiunque fosse l'intruso. Lo colpì sulla testa nonostante la difesa che lui si faceva con le braccia, ignorandolo che le diceva di fermarsi fin quasi a gridarlo. Solo dopo due colpi, calmandosi un momento, scoprì contro chi stava lottando.
"Naruto-kun?"
"Che diavolo, ma eri sorda?"
Il ragazzo era semisdraiato a terra, stava con la schiena poggiata alla parete prima che Ayame lo colpisse. Si massaggiava la chioma bionda dove aveva ricevuto le bastonate, lanciando ingiurie a bassa voce contro quel maledetto palo di scopa. Ayame si ricordò di averlo ancora in mano e che si sentiva in imbarazzo per averglielo agitato contro. Si sedette sui talloni di fronte a lui.
"Accidenti, scusami. Ti ho fatto male?"
"Tu cosa dici?"
"Intendevo se te ne ho fatto molto... aspetta, ma perché mi devo scusare? Sei tu che mi hai spaventata a morte!"
"E per questo mi spacchi il cranio a bastonate? Grazie, eh! Grazie tante!"
"Se apro il locale a prima mattina e trovo qualcuno già dentro, aver paura che sia un ladro o un malintenzionato mi pare la reazione più normale del mondo!" ribatté con ovvietà "Invece trovo te. Che ci facevi qua dentro e disteso sul pavimento?"
Ma la domanda, invece di indurlo a dare risposta, causò un improvviso rabbuiarsi dell'espressione del ragazzo. Quasi si dimenticò anche del dolore alla testa. La sua faccia incupita fece intuire ad Ayame che c'era qualcosa che non andava, qualcosa di cui preoccuparsi.
"Che cosa è successo?"
"Niente." mentì senza esitare "Non è successo niente."
"Non sono una scema, raccontala a un altro."
Ma se anche c'era un motivo, lui si ostinava a non dirglielo. Più che altro, pareva deprimersi e allo stesso tempo arrabbiarsi se solo ci pensava; depressione e rabbia che cercava di affogare da solo dentro di sé e nel silenzio.
E poi lui non aveva nessuna voglia di raccontarle tutto. Non gli andava di dirle che aveva deciso di giocarsi tutto quello che aveva, soldi e reputazione, in una nottata, che non aveva più di che mantenersi e pagare l'affitto. Non voleva, ma quando poi si accorse che gli occhi di Ayame stavano puntando da un'altra parte, dietro di lui, verso il borsone che sporgeva dall'entrata nel cucinino, si rese conto che tutto sarebbe venuto fuori in ogni caso.
"Che cos'hai lì?"
La ragazza si rialzò e si avvicinò alla borsa, Naruto fu lì lì per dire qualcosa e allungare un braccio per fermarla. Non fu comunque in grado di dire niente, stette a guardare Ayame che aprì e frugò ciò che c'era dentro il borsone: qualche vestito, della biancheria, documenti d'identità, un paio di riviste sui motori e pochi soldi. Non ci mise molto a capire a grandi linee come stessero le cose, con Naruto addormentato nel locale e con la borsa piena dello stretto indispensabile. Lo guardò negli occhi per capire se aveva colto nel segno, e vedere che lui non sosteneva lo sguardo e non negava niente le diede conferma.
"Tu dormi qui." dedusse "Da quanto? Naruto-kun, dimmi da quanto."
"Una settimana" si arrese alla fine.
"Una settimana? Ti hanno sbattuto fuori casa, dormi qui dentro e in una settimana non ti è mai venuto in mente di dircelo?"
"E perché? Ci pensavate tu e tuo padre a darmi soldi? Grazie tante ma no, sai che non mi piace ricevere elemosina."
In tutta risposta, Ayame, indispettita, gli rifilò uno scappellotto pesante sulla nuca "Baka ritardato! Quando imparerai che prima o poi dovrai chiedere aiuto anche agli altri? Se provi a fare sempre tutto da solo, non combini niente."
"Ci posso uscire benissimo da me da questo casino. Ci sono finito dentro da solo e da solo rimedio."
"Bel rimedio, dormire nel luogo di lavoro è l'unica cosa che ti è venuta in mente. Non è che ti viene in mente anche di spacciare roba strana per ingranare di nuovo?"
"Scommetto che ti credi molto divertente." decisamente non lo era, ancor meno ironizzare sulla situazione era la prima cosa che Naruto aveva voglia di fare. "Non mi hanno cacciato, sono io che me ne sono andato da lì." sapeva che Ayame, testarda com'era, avrebbe continuato a tormentarlo di domande solo fin quando non avesse avuto risposte "Non credo serva spiegarti il perché."
"Avevi ricevuto la paga lunedì scorso." ricordò la ragazza "Che ne hai fatto di tutti quei soldi?"
Si sedettero sugli sgabelli sul lato del bancone per i clienti. Le fu raccontato tutto: dell'Underground, delle corse clandestine che si disputavano nelle notti di Tokyo e la possibilità di farne parte, dei clan, dello spocchioso Sasuke Uchiha e della succosa prospettiva di incrementare il denaro vincendo solo una gara, dell'enorme sbaglio di manovra che aveva fatto e che gli era costato una cocente sconfitta, e del fatto che fra i soldi che aveva messo nella posta in gioco c'erano anche quelli per l'affitto del mese. E ora che era rimasto con ben poco, non aveva assolutamente l'intenzione di farsi beccare di nuovo al verde dal signor Watanabe, così aveva preso in fretta e furia le prime cose necessarie sotto mano e se n'era andato dal monolocale prima che fosse il macellaio corpulento a buttarlo fuori.
"Potresti benissimo tornare a casa" disse Ayame. Naruto capì subito a quale casa lei si riferisse.
"No, nel modo più assoluto! Lo sai che quando me ne sono andato ho detto che avrei fatto da solo grandi cose, senza che fossi tornato da loro strisciando?"
"E quali erano queste grandi cose che avevi in mente? Andare con la tua macchina a gareggiare nelle corse clandestine?"
"Cosa volevi che facessi con un bolide del genere, che ci andassi a passeggio? Quell'auto è fatta per correre."
"Non sto parlando di questo, baka!"
Stavolta Ayame fu sul punto di gridare, fu un momento in cui Naruto sobbalzò intimorito e capì che il discorso stava prendendo una piega più seria.
"Una corsa clandestina! Ma ti rendi almeno un po' conto di cosa sarebbe potuto succedere? A quanto correvi? Duecento e più chilometri orari? O forse di più? Almeno per un momento, ti è passato per la testa che a quella velocità ti sarebbe potuto accadere qualcosa, che ti potevi benissimo fare male? Oppure che ti avrebbero arrestato se ti fossi ritrovato la polizia dietro?"
"Beh, non è esattamente questo che ti preoccupa quando corri. No, pensi più che altro ad arrivare solo primo."
Pessima mossa risponderle con tanta ironia nella voce, contribuì solo a irritarla di più fino a farla alzare in piedi e rimproverarlo dall'alto "Ma allora non mi ascolti!"
"No, sei tu che non ascolti me!"
Ma la raggiunse subito, in modo che tornassero a guardarsi a pari livelli, senza prediche, ammonimenti o cose del genere. Voleva parlare, dire la sua, quel che aveva vissuto davvero quella notte nonostante l'epilogo imprevisto, far capire le sue motivazioni e quello a cui stava davvero puntando "Guarda dove siamo, Ayame. Dovrei stare in un chiosco di ramen per tutta la vita? So che a te questo piace e non dico che sia un brutto lavoro, ma a me non basta. Voglio di più, devo poter avere di più. Diamine, si vive una vita sola, viviamola come si deve!"
Non che questo potesse chiudere il discorso, tuttavia si fece sentire e per un po' Ayame si bloccò. Era ormai una vecchia abitudine che Naruto-kun la chiamasse "Nee-chan", tanto che reputarsi una sua vera sorella più grande le veniva quasi normale... ma adesso che l'aveva chiamata per nome in modo così diretto, percepì in parte il suo stato d'animo, quasi lo comprese. Ma si convinse che questo, in fondo, non concludeva nulla.
"C'è modo e modo di vivere." disse "Non devi per forza fare qualcosa di decisamente illegale ogni notte per le strade della città."
"È l'unica maledetta scelta che ho. Non avrei neanche bisogno di fare così tante corse. Se solo... se solo avessi abbastanza soldi, potrei aprire una mia officina, lo sai? E poi chissà, magari col tempo potrei diventare il meccanico di auto da rally o cose così. Posso farcela, posso davvero farcela. L'unico problema adesso è che adesso non ho più i fondi per ricominciare."
Abbassò lo sguardo depresso a terra e non fu detto altro per un pezzo. Ayame sospirò arresa nel vederlo in quel modo, convinto della strada che aveva voluto intraprendere, deciso a non prenderne altre ma anche demoralizzato dal pessimo esito che aveva avuto il suo primo tentativo. Era un irresponsabile, pensava, uno stupidissimo irresponsabile a fare una cosa del genere. Avrebbe dovuto dirgli qualcosa per fermarlo, fargli cambiare idea, almeno per il suo interesse... ma se lui era così stupido, lei doveva esserlo altrettanto e anche di più per la decisione che prese in quel momento. Afferrò il bordo della sua maglietta e la sollevò per vedere il busto nascosto di sotto, osservò con approvazione il petto sufficientemente tonico per la sua età e il lieve accenno di tartaruga sull'addome. Naruto non capì cosa le passasse per la testa.
"Che stai facendo?"
"Per lo meno ti sei tenuto in forma." commentò la ragazza "Meglio così, ci sarà più richiesta."
"Più richiesta di cosa?"
"Stasera tu ed io andiamo a farci un giro fuori. Voglio portarti in un certo posto."
"Eh?"
Naruto arrossì vistosamente. Ayame capì cosa gli stesse passando per la testa e cercò una dose extra di sana pazienza dentro di sé prima di chiarire "Non è un appuntamento, baka! Ti porto dove forse posso rimediarti un bel po' di grana."
"Ah! O-ok, scusa, è che... pensavo che..."
"Lo so cosa pensavi. Comunque ora vedi di mettere quel borsone da qualche parte, tra poco arriverà anche mio padre."
E di sicuro non c'era tutta questa intenzione di dire ogni cosa pure a lui.

"Qui?"
"Qui."
Mentre Naruto guardava perplesso e confuso l'entrata affollata sotto un'insegna a luci blu intermittenti, Ayame sorrideva allegramente alla vista del posto. Il "qui" era l'Otogakure: nessun posto migliore di una discoteca per portare il nome "nascondiglio del suono". Tutta la musica house, hop e altro proveniente dal locale era udibile fino al lato opposto della strada, Ayame era già esuberante e impaziente all'idea di entrare lì dentro. Al contrario, Naruto non lo era così tanto alla prospettiva di trovarsi di fronte a quelle guardie energumene all'ingresso, considerato che per andare lì non si erano procurati nemmeno uno straccio di biglietto.
"Non per mettere in dubbio la tua genialità, nee-chan, ma non sarebbe meglio darmi qualche altro dettaglio?"
"Di questo non preoccuparti. Ora, se vuoi che ti aiuti, devi promettermi una cosa prima di andare."
"Vale a dire?"
"Che farai tutto quello che ti dirò di fare stasera, senza domande, senza "se" e senza "ma", d'accordo?"
"E sulla base di cosa non dovrei diffidare dal fare una simile promessa?" Ayame lo sapeva che per lui la parola data era sempre sacra.
"Mettila così: se tutto va come deve andare, i tuoi problemi saranno risolti." alzò la mano destra in segno di giuramento "Possa un fulmine centrarmi qui e adesso se mento."
Non che fosse una gran garanzia, visto che quella sera il cielo era sereno. Naruto esitò qualche momento prima di dare il consenso con un sospiro pesante "Oh, e va bene, promessa fatta! Però non farmi fare niente di imbarazzante."
Non glielo assicurò ma lo prese lo stesso per mano e fece per portarselo appresso per attraversare la strada, Naruto però fece qualche resistenza e la fermò prima che scendesse dal marciapiede "Aspetta, aspetta un attimo. Mi vuoi spiegare come faremo a superare l'ingresso non appena vedranno che non abbiamo neanche l'ombra di un pass?"
Evitò comunque di dirglielo e continuò a portarlo con sé fino al locale, saltando l'intera fila per arrivare direttamente alle guardie corpulente. Né la prima alta e di aspetto tarchiato per via della pancia prominente, né la seconda con folte basette, braccia e torace tutti bicipiti, tricipiti e pettorali, davano l'impressione che li avrebbero lasciati passare con tanta cortesia... ma con sorpresa di Naruto, alla ragazza bastarono un saluto e un amichevole sorriso tutto denti perché i due abbandonassero momentaneamente l'aria intimidatoria, caratteristica fondamentale del mestiere, e rispondessero al saluto sorridendo.
"Ciao, ragazzi. Come va la serata?"
"Buonasera, Ayame-san."
"Il capo c'è?" chiese lei.
"Certamente. Prego."
Si fecero da parte e le aprirono la strada togliendo il gancio del nastro che chiudeva l'ingresso, i due ragazzi entrarono lasciandosi dietro il disappunto e le proteste della gente a cui invece toccava accalcarsi lì e aspettare. Ayame guidò Naruto nel corridoio, dal cui fondo arrivavano fasci luminosi a colori cangianti delle sale da ballo, induceva a pensare che conoscesse quel posto come fosse casa sua. Naruto la fermò un momento "Beh? Mi dici che storia è questa?"
"Non te l'aspettavi, eh?" sghignazzò "Io posso andare e venire qui quando voglio, in ogni momento. Il proprietario del locale è una persona che conosco bene: è mio fratello."
"Che? E da quando tu hai un fratello? Che per di più possiede tutto questo?"
"Sei rimasto senza parole, confessa."
"Che ti aspettavi, mi avevi raccontato la stragrande balla che tuo fratello fosse un ingegnere alla NASA! A momenti pensavo che il fratello neanche l'avessi davvero!"
"La prossima volta impari a credermi."
"Un cugino di secondo grado esploratore nel deserto del Gobi." Naruto elencò con le dita della mano ogni storia che Ayame gli aveva raccontato sulla sua famiglia dai mestieri più improponibili "Uno zio e una zia ricercatori astronomici negli USA. Altre due cugine stiliste di capi d'abbigliamento indossati da star americane. Addirittura un altro cugino che lavora come assistente nello studio di disegno di Hiromu Arakawa! E tu e tuo padre sareste gli unici della famiglia che si accontentano di un chiosco di ramen? Allora io, Nagato e Naruko siamo dei modelli per creare un nuovo gruppo della Crypton Future Media!"
Ayame gli fece una linguaccia come risposta, che comunque fu liberamente ignorata.
"Allora, mi vuoi dire che dovremmo fare qua? Se vuoi cercarmi un lavoro, ti dico subito di lasciar perdere, due impieghi io non me li so gestire."
"Tranquillo, non sarà necessario. Ora stai fermo qui e aspettami, torno subito."
Lo lasciò lì all'uscita del corridoio che sfociava nella sala e si allontanò zig-zagando fra i tavoli fino a sparire in fondo al locale, Naruto poté solo stare lì ad aspettare che tornasse.
La pista da ballo troneggiava in mezzo alla sala, grande e circolare, gremita di gente che versava taniche di sudore e brio al ritmo di decibel scatenati, il pavimento illuminato mutava colore a dissolvenze ogni mezzo secondo, tutto lo spazio era attraversato da sbalzi di luce dai riflettori e dava così l'effetto di vedere la gente muoversi a scatti. L’area dei tavoli per la clientela circondava la pista lungo tutta la circonferenza su una piattaforma rialzata di tre gradini, poco illuminato rispetto al centro della sala, e in fondo alla parete di destra alcuni tavoli avevano comodi divani rossi invece che sedie. Il bancone in fondo a sinistra era occupato per la maggior parte da ragazze amiche fra loro che si facevano dei drink in compagnia. C'erano anche un paio di ragazzi che però dovevano aver bevuto qualche bicchiere di troppo, a giudicare da come anche da lontano si vedesse quanto allungassero le mani in maniera morosa verso le compagnie abbordate.
Si accorse del ritorno di Ayame, ma solamente perché agitava la mano mentre si avvicinava, la musica copriva qualunque richiamo la ragazza aveva tentato. Quando lei lo raggiunse lo prese di nuovo per mano.
"Su, vieni!"
Per un attimo sembrò volesse portarlo sulla pista da ballo, invece all'ultimo deviò e lo portò con sé al bancone. Perfino il barista conosceva la ragazza e la salutò.
"Bene, Naruto." disse lei "Ora sali qua sopra."
"Dove? Sullo sgabello?"
"Sul bancone. E togliti questo."
"Che?"
Là il frastuono era meno forte e le parole potevano arrivare abbastanza chiare, per cui fu impossibile che il ragazzo non avesse capito. Gli fu preso e sfilato via il cappotto con la forza, poi lei continuò a esortarlo a salire. Pur parecchio perplesso, Naruto lo fece, alcuni dei più vicini lo guardarono come se fosse uno fuori di testa. Al che, Ayame agitò un braccio verso il deejay in fondo alla sala, che ricevette il segnale e, terminata la musica del momento, chiuse tutte le luci per volgerle unicamente verso il bancone. Più precisamente, su Naruto.
"Ehi! Ma che diavolo...?"
"Attenzione, ragazze! State tutte quante bene a sentire, amiche mie!" la voce di Ayame risuonò di colpo, amplificata dal microfono che aveva inspiegabilmente tirato fuori da chissà dove "Per una notte soltanto, una di voi potrà avere questo fustacchione di ragazzo che vedete qui accanto a me!"
E Naruto non credette di sentire e vedere quello che stava davvero sentendo e vedendo. Ma era uno scherzo? Si stava riferendo proprio a lui?
"Capelli biondi, splendidi occhi azzurri, un sorriso tutto denti eeee..." gli alzò la maglia per mostrare un accenno di quel che c'era sotto "... un bel fisico divino tutto quanto da divorare per la fortunata di stasera!"
Lo espose dall'alto verso il basso con la mano. Sì, si stava riferendo proprio a lui.
"Nee-chan, che diavolo stai facendo?"
"Volevi il mio aiuto? Non tirarti indietro ora ." coprì per un attimo il microfono dalla sua voce, poi "Bene, ragazze, non siate timide, non fatevi eliminare dalla concorrenza e cercate di accaparrare questo vigoroso stallone da monta! L'asta parte da cinquemila yen!"
Era una fottuta pazzia, diavolo se lo era! Ma funzionava, funzionava eccome! All'improvviso tutta la popolazione femminile presente gridò eccitata alla sola idea di avere quel ragazzo per sé per una notte intera, tutte già mettevano mano nelle borse per tirare fuori i contanti. Naruto era lì lì per obiettare qualcosa, dire di fermarsi, ma era come se si trovasse da solo contro tutte. Assecondare gli sembrò la sola cosa possibile e neanche riuscì a crederci che lo stesse per fare. Doveva essere matto anche lui.
"Cinquemila yen!" arrivò la prima offerta. E altre al seguito.
"Seimila!"
"Seimilacinquecento yen!"
"Settemilaecinque!"
Continuò così per un po', Naruto passeggiava avanti e indietro lungo il bancone per dar mostra di sé e incrementare le offerte, Ayame continuava a incitare la folla di ragazze e a evidenziare il fisico del ragazzo con la mano.
"E chi l’avrebbe detto che potessi piacere così tanto alle donne, eh?"
"Taci, ok?"
Mani si alzarono in continuazione agitando banconote verdi, svolazzanti o raccolte in rotoli. Quando si arrivò a diecimila yen, le offerte si bloccarono per qualche momento, c'era quasi il rischio che nessuno offrisse di più e non era ancora abbastanza. Però il deejay ci mise il suo zampino facendo partire "Baby Got Back" di Sir Mix-A-Lot, alla cui musica il ragazzo esposto intuì subito cosa fare e cominciò a far danzare il bacino a ritmo, anche abbassando di qualche centimetro i jeans e sfilando via la cintura.
Le puntate tornarono di colpo, al punto da arrivare a venticinquemila yen nel giro di mezzo minuto. Ayame fece qualche segno a Naruto, il quale colse e sgranò gli occhi per l'incredulità... ma alla fine seguì ciò che gli fu detto e si tolse la maglietta per mostrare del tutto il fisico ben accentuato e le braccia più da meccanico che da venditore di ramen. Gettò via il vestito per lasciarlo ad Ayame.
"Siamo a trentamila yen! Chi offre di più?"
"Io dico trentottomila!"
"Quarantanovemila e stanotte me lo pappo io!"
"Sessantamila!" ormai non davano più nemmeno peso a quanto si stesse alzando il prezzo.
"Stiamo calme, ragazze" Ayame cercò di allontanare qualche mano che si allungava troppo.
"Ottantamila!"
Con orrore di Naruto, che cercò di mascherarlo il più possibile, a fare quell'ultima offerta era stato un ragazzo che cercava di distinguersi in mezzo alle ragazze e neanche se ne vergognava. Ayame guardò l'amico senza trattenersi dal ridere, al contrario di Naruto che non era esattamente euforico.
"Ti prego, fai qualcosa!" implorò a bassa voce "Non voglio abbassarmi le mutande per uno al posto di una."
"Ottantamila e siamo fermi, nessuno vuole sganciare di più? Ottantamila e uno... Ottantamila e due..."
"T-t-trecentomila!"
Tutto quanto si fermò di colpo, tranne la musica a palla. Tutte le ragazze si girarono a guardare verso il punto da cui era provenuta quella voce timida, debole e balbettante che aveva lanciato quell'offerta così alta da surclassare tutte le altre.
"Come scusa?" chiese Ayame "Puoi ripetere più forte?"
La ragazza in questione si fece spazio per avvicinarsi un po' di più al bancone. I suoi lunghi capelli corvini non bastarono a coprire l'evidente imbarazzo che aveva sul volto nel sentirsi così osservata e al centro dell'attenzione.
"Tre... trecentomila" ripeté, poggiando sul tavolo il più grosso rotolo di contanti che Naruto avesse mai visto.


SPAZIO AUTORE
Uuuh, e chi sarà mai la ragazza misteriosa che ha "comprato" Naruto per una notte?
Dunque, lascio solo una precisazione prima di salutarvi. Innanzitutto, per chi non la conoscesse, la Crypton Future Media è la casa software che ha usato il programma Vocaloid per creare quei famosi personaggi cantanti quali Hatsune Miku, Kagamine Rin/Len e altri, quasi sicuramente li conoscerete.
Poi, se non conoscete la canzone che ho inserito nel capitolo, eccovela qui :) link. E per finire, preciso che il ragazzo che ha cercato di prendersi Naruto non è Sai, per chi se lo fosse chiesto XD Ciao a tutti!

   
 
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