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Autore: JackPortiero    15/12/2012    1 recensioni
By JackPortiero, l'autore della teoria Tobi=Hinata. Beh... che dire... Naruto e Hinata si sono lasciati al primo giorno del 3° anno di Accademia, proprio al termine della saga precedente! :''-( ... E ora!? E ora si riprende esattamente da lì, vedendo un po' come si comporteranno i nostri beniamini da qui a poco prima dell'inizio del vero manga di Kishimoto. Certo che ne incontreranno di gente, in questa missing moment, a partire proprio da "COLUI" che era intervenuto a proteggerli da quei tre odiosi bulletti: SASUKE-KUN, l'idolo delle ragazze! E anche se siamo sembre sotto l'illusione di Tobi/Hinata, quando c'è di mezzo il clan Uchiha, i colpi di scena sono reali e garantiti! ;-)
Genere: Drammatico, Introspettivo, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Madara Uchiha, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Hinata/Sasuke
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'AMORE IN CODICE'
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Punto della situazione:

 

Sasuke, di fronte ad un Hinata indemoniata, è stato appena colpito dallo Shinra Tensei di Madara, che sta provando a controllare il corpo della Hyuga. Tuttavia... il seguente capitolo si svolge POCO PRIMA di ciò, nel lasso di tempo in cui Madara valuta il da farsi con Obito, e SUBITO DOPO che la corvina invoca disperatamente l'aiuto di Kurama.
Il controllo degli Uchiha sul nuovo corpo, però, pare conflittuale e a rischio fallimento, poiché il bijuu ha rinchiuso immediatamente Hinata altrove, affinché non fondesse il suo chakra con quello degli "ospiti parassiti", che oramai, avrete capito, sono coloro che hanno legato ignobilmente il chakra a quello del demone, ritrovandosi dentro di lui come condanna.

Buona lettura, e scusate per il ritardo di questo aggiornamento, spero almeno che l'immi di inizio capitolo sia di vostro gradimento! :P










HINATA e OBITO (...il piano segreto di Madara...)


Non volevi salvare Rin e Kakashi? Puoi unirti a ME!

(Spiral Zetsu, a Obito)

 

(Si incontrano di nuovo, e poi... E' proprio come... se il tizio mascherato avesse DUE volti completamente diversi.)



*****



"Che stupida... è andata proprio come l'altra volta. Per salvarsi si è ciecamente lasciata andare, ha commesso l'errore di scambiarsi col Novecode senza averlo mai liberato..." - commentò una delle anime all'interno di Hinata, non trattandosi però né di Kurama, né di Madara.
"Credo proprio... di doverti obbedire..." - considerò infine Obito, rivolgendosi proprio a Madara, il suo superiore. Indi per cui si avviò nello spirito, a dispensare "il colpo di grazia" alla prigioniera.
"Però..." - si interruppe in principio vergognoso, dopo solo due istanti - "...in fondo, è solo una brava ragazzina; per giunta onesta. Quello che hai in mente di dirle, non sarà un po' troppo?" - questionò quindi senza alcun timore, interloquendo in maniera davvero confidenziale con il dimenticato fantasma degli Uchiha, il quale, tuttavia, lo squadrò con aria di insistita sufficienza, tra l'irritato e il perplesso.

"Fammi capire, Obito..." - si informò quindi tetro, decisamente infastidito dalla perdita di tempo utile - "...per caso, hai intenzione di tradirmi? Ti turba tanto, il fatto che anche lei sia il jinchuuriki del Kyuubi?"

Anche lei... come Rin. Un'uscita davvero infelice. L'avo del clan dello sharingan pretendeva da Obito esaustive delucidazioni, sul perché gli stesse tanto a cuore l'inutile contenitore di entrambi di nome Hinata; ma, nel fare ciò, si era riferito senza il minimo tatto a Rin, con quel suo tono artico e marcio d'altri tempi, in maniera poi fin troppo registrata, decisamente mnemonica. Allora come ora, per la seconda volta.
E Obito, di fronte a una tale evitabile ripetizione degli eventi, da par suo improvvisò invece fuori copione, replicando a questo giro come non poté la prima. In maniera inedita, decisamente istintiva.

"Ma perché..." - lo provocò il ragazzo, in maniera beffardamente esplicita - "...a te la Hyuga non ricorda nessuna donna? sei rimasto uguale, vecchio testardo!? Neanche questa volta hai deciso di andarci piano con lei per il mio stesso identico motivo?"

Il parallelo con l'infelice Mito Uzumaki, ci stava tutto. E Madara non rispose nulla. Se l'era cercata; stette semplicemente in silenzio.

"Dannato Itachi, dunque tu lo sapevi..." - rifletté tra sé e sé l'orgoglioso re degli Uchiha - "...e tu, puttanella (...si sta riferendo affettuosamente "all'altra Hinata", ndr), sei andata in giro a spifferarlo al tuo amichetto!"

"Capisco..." - fece intanto il punto della situazione il discepolo - "...per ora, deve andare tutto come in passato. E poi, noi, siamo i cattivi della situazione! Questo mondo è totalmente privo di valore anche per me, per cui vado, distruggo l'insignificante sciacquetta, e torno. Fino a quel giorno... tutto andrà come previsto, anche in caso di volgimento procederemo come avremmo davvero agito la prima volta..."

A questo punto, però, di fronte a certi assurdi vaneggiamenti, Madara si portò lateralmente la mano sul capo, sfiorandoselo appena, come se provasse un irritante e inaspettato mal di testa.
"NON posso crederci... Tu questa volta sei sopravvissuto, al Quarto, in teoria non dovresti nemmeno ritrovarti qua." - puntualizzò dapprima l'uomo eterno - "Dunque alla fine è successo: ti sei fuso completamente con lei, non è vero?" - indovinò per cui retoricamente, senza capacitarsi. E Obito si mostrò tranquillo, confermando una simil comunione di intenti in religioso tacere.
"Sarebbe questo, dunque, il tuo grande piano?" - tirò quindi le conclusioni Madara - "Affidare il tuo ruolo e i tuoi sogni a una ragazzina innamorata, morire come il nemico del mondo, essere solo una copertura!?"

Il giovane, da par suo, provò quindi a sottolineare qualcosa, ossia che la totale simbiosi con lo Zetsu a Spirale era la nuova e libera differenza del suo personale percorso, l'unico motivo per il quale era sopravvissuto all'Hondaime. Ma, con aspro cinismo, venne immediatamente interrotto.
"Tu... ti sei rammollito. Non capisci più nulla, Obito..." - scosse incredibilmente la testa il cofondatore del Villaggio della Foglia - "Io... non sto recitando. NON ho bisogno, di cambiare..." - premesse innanzitutto Madara - "Né c'è alcun bisogno che questo mondo cambi ulteriormente." - sentenziò poi orribilmente, dispotico - "NON cambierà proprio nulla, da questo ridicolo teatrino. E questo perché non c'è nessuna speranza, per la quale possa cambiare qualcosa con dei meteodi ordinari. Così come non ha alcun senso che rinascendo inconsapevole, lei affronti nuovamente questo calvario..." - rallentò quindi un attimo, stranamente pensieroso, prendendo un bel respiro.
"LEI... può solo ambire a essere un frammento del mio Odio." - valutò quindi definitivamente - "E quando Uzumaki Naruto morirà allo stesso identico modo, non due, ma cinque, dieci, cento volte... Tutto quello che le rimarrà sarà solo l'odio e la vendetta di un dio, e capendo che qualunque sforzo è vano, di fronte alla follia di questo mondo, dopo aver distrutto la Foglia cinque, dieci, cento volte, pur di fuggire questo eterno ritorno oblierà ogni cosa e verrà infine strisciando da me, a farsi cancellare la memoria e a consegnarmi le chiavi del genjutsu di Itachi, abdicando il suo sogno romantico e accettando di buon grado un infinito coito ininterrotto!" - concluse in ultimo davvero sarcastico, con un sconcio risolino, e fare parecchio divertito.

Obito, tuttavia, interdetto, non si stava dilettando un granché... Dopo appena qualche secondo, sibilò amareggiato qualcosa al suo interlocutore, e lo mandò tristemente a quel paese. Poi, non udendo più alcuna replica a smentita della sua bieca indifferenza, dissolse a rilento il reciproco contatto di chakra con l'indurito e irrecuperabile avo.

Il perfido Madara, dunque, rimase di nuovo totalmente solo. Abbandonato da tutti, come era giusto che sia.

"NO... Io non scappo da nessuna parte, Obito. Andrò avanti fino in fondo." - fraseggiò dopo un po' l'Uchiha, perfettamente calato nel suo ruolo - "E poiché non esiste alcuna speranza che un bamboccio incompetente possa fermarmi, proprio per questo farò piazza pulita. Nessuno potrà impedirlo!" - stabilì infine, consapevole delle conseguenze - "IO... farò lo Tsukuyomi Infinito a qualsiasi costo! E dimentichi di quello che è stato, voi tutti ci sarete..." - si ripromise machiavellicamente - "Ma tu, invece, se vuoi tornare a fare l'idiota e tradirmi nel momento culminante, questo è il momento opportuno per testarlo..."



(.....)



Il flusso sanguigno di Hinata, nel mentre, si era letteralmente, miracolosamente, interrotto. Così, capriccioso, su due piedi. E come un sonnambulo, un fantasma, una perfettissima macchina per uccidere, la sagoma di Hinata si era già propriamente destata in piedi, in guisa/conferma di realtà, e a cornee viola, ben spalancate.
 

Indirizzata da una specie di lucida disperazione, Hinata aveva ormai consegnato il suo corpo all'ignoto spirito che aveva dentro, senza alcuna certezza matematica dei risvolti, o delle conseguenze. Senza sapere, quindi, se l'avesse affidato a un fedele compagno, o l'avesse piuttosto prostituito irrimediabilmente al nemico. Eppure... l'aveva fatto così, al di fuori di alcuna contrattazione, senza pensarci troppo, con estrema e virtuosa prontezza, poiché era davvero l'unica speranza che rimaneva.
Tutto fuorché per stupidità, viltà, o interesse, quindi, ma solo per l'inestimabile e profondissimo dolore per i trascorsi Naruto, che divino aveva per un attimo trasceso l'umana comprensione.

"FA MALE!... Ma c-cosa ne stai facendo di me! cosa sono q-queste catene!... T-tu... tu mi hai usato! TI SEI PRESO GIOCO DI ME, KURAMA!!"

La Hyuga, oramai, intuiva bene, di aver azzardato, di aver assurdamente affidato l'anima a un entità imprevedibile, un essere senziente ma scevro d'ogni controllo, resosi spietato col passare del tempo.
Eppure, con lei, così benevolo, così volutamente stabile, sofferente e pieno di conflitti, proprio come lei, quasi fosse, fra le tante cose, l'espressione più pura di ciò che era e provava.
A un passo dalla morte, dunque, conscia della necessità di lasciar spazio a un po' di cattiveria, Hinata aveva concesso interamente le sue membra, finanche gli occhi, a quella specie di suadente voce che con Rabbia parlava per lei, sperando si trattasse nientemeno di Naruto, dato che Kurama sosteneva sempre di essere ciò che la ragazza cercava, o teneva davvero nel cuore.

"Mi ha puntato con gli occhi!..." - si mise in guardia in Sasuke - "...è proprio come pensavo! Il suo sangue è contaminato, e agisce sulla rigenerazione! C'è una qualche specie di mostro, che la tormenta!"

"M-ma perché, c-continui a combattermi, nii-chan... I-io non sono, una facile... vi amavo entrambi davvero..."

La Volontà dello Yin della Volpe, ubriacante, aveva raggiunto di per sé una sua propria consapevolezza, e andava al di di ogni immaginazione. Ed era ancora instabile, privo di qualsivoglia definizione.
Ambiva a cancellare ogni traccia di Hinata, così come intendeva proteggerla e realizzarla al di sopra di qualsiasi cosa.
Era stato a un passo... dal corromperla; di lei avrebbe sfruttato a vita l'egoistico desiderio di aver sempre con sé Naruto, anziché proteggerlo, se un giorno si fosse trattato solo di questo...


"Merda... Hinata-sama è sopravvissuta sfruttando il potere del Kyuubi..." - articolò mentalmente Kabuto, abilmente nascosto - "Ma la situazione, è addirittura peggiore. Sembra solo indecisa sul da farsi, ma in realtà... è sul punto di esplodere! ha già perso totalmente il controllo!..."

"E' chiaro che sta provando a combattere il demone... E che se provassi a fermarla, si sentirebbe attaccata come una bestia, e per la paura impazzirebbe...
Ma tu, Sasuke-kun, non ti stai rendendo conto, contro cosa combatti!?... dovresti fuggire, stai commesso un errore, a mostrare tutta questa ostilità, lo sai!?..."

"A meno che..." - si sistemò meglio le lenti la spia, divertita e preoccupata al tempo stesso, intravedendo come una possibilità - "...a meno che tu non sia un gran caro idiota!"

"Ottima reazione, comunque... Ora che la vedi in piedi e che sei rinsavito, vuoi rifarti, eh!?... Ma il tuo, è puro protagonismo, rimane il fatto che l'hai sgozzata!..."
 
"Non c'è perdono, per quello che ho fatto..." - si riprese con decisione il potenziale sharingato - "...ma ora, ti libererò da quel mostro!... Farò quest'ultima cosa, dopodiché..."
 

VUOTO. Solo vuoto, per come la stava inquadrando orribilmente il suo niichan. E tra simili equivoci e apparenti contraddizioni, appesa al filo di ciò che si sarebbe persuasa di fare, la corvina era in bilico, tra il Kyuubi e Kurama, dal quale si era lasciata raschiare in vista di un futuro incerto, che la svuotava interiormente come a un jinchuuriki è impossibile chiedere, con la forza di lasciarsi alle spalle il primogenito sorriso della madre, e scommettendo tutto su quello di Naruto, il quale, al pari di Sasuke, aveva assicurato di volerle bene in maniera indissolubile, come una cara e mai più orfana sorella acquisita.

Ciò avrebbe potuto avere dei riscontri terribili, nell'animo di Hinata, se la cosa si fosse anch'essa rivelata falsa, o se, ancor peggio vera, Naruto avesse perso ignobilmente la vita.
Una vera Forza Portante, infatti, era simile a un incolore involucro informe. Lasciava trasparire ciò che custodiva alla pari di un vetro, e traeva forma da questo come l'argilla...
Ma in un tale infinito universo di possibilità... la Hyuga vi si ritrovava certo suo malgrado, posta come al centro di un oscuro vortice, e aveva perciò bisogno di un'unica e un'assoluta certezza, un fraterno e indissolubile legame vitale, per ritrovar la luce e fuggire la commiserazione, come anche per rialzarsi e astenersi dal collassare, o risolversi ciclicamente nella Spirale della perdizione.

Ma la cosa buffa ed ignota a chiunque, in tutto questo, persino al rinato Itachi, è che il fratello adottivo era Saske, e che tra lui e Naruto non era stata una mera questione di priorità affettiva, ma di semplice antecedenza, e soprattutto di Nindo, proprio perché innanzitutto, in qualunque modo la si mettesse, la resa non era un'opzione da prendere mai, nemmeno in lontananza, in considerazione.
Ma tolto questo, a seconda degli usi e delle circostanze più congeniali, i due rivali, che si odiavano e non si capiva mai bene per cosa competessero, in fondo si capivano, ed erano nella medesima condizione di estremo bisogno, nella quale avrebbero potuto scambiarsi benissimo i ruoli, il ruolo di Samurai, per quanto la corvina li amasse infinitamente entrambi, essendo due cose così estreme e diverse, come le due facce dello stesso identico medaglione...

Ora, per lei, per la Hyuga, era un momento assai delicato. L'attimo in cui dall'interno si sarebbe potuto distruggerla o manovrarla con estrema facilità, tanto è facile trascrivere su di una pagina bianca.
Tutto, sarebbe dipeso dall'incipit... La romantica e giovane Hinata aveva un buco nero, da riempire nel cuore, e, seppur piena di candore, era comunque sveglia e ben conscia, di come un vile può approfittarsi dei sentimenti di una giovane donna, macchiandola e stracciando per sempre la sua anima, cosa che nel suo caso avrebbe colmato ogni misura, significando forse l'epilogo di tutti suoi sogni.

"Ti senti spoglia di ogni difesa, vero?... Ma anche volendo, ora come ora come, non posso nulla, per aiutarti... Adesso sai cosa vuol dire ESSERE AL MIO POSTO."
 
Sarebbe stato... fin troppo. Essere posseduta in senso lato e nel sonno da Kurama era un conto, era astratto, non certo più un problema. Aveva presto imparato a conviverci, considerato che succedeva ogniqualvolta perdeva conoscenza, e a malincuore, non avvicinandosi mai al bijuu, con la sola voce aveva imparato a metterlo a cuccia quando voleva, se incominciava a dar fuori di matto.
Ma che oltre a tutto questo, oltre che a doverle obbedire astrattamente nei suoi sogni, lo spirito potesse smarcarsi da essi ad un minima debolezza, e soverchiarla e praticarle ogni genere di violenza, o al contrario,
essendo al suo servizio, realizzarla e renderla felice, invertendo così facilmente sogno e realtà... Beh, l'aveva ormai fantasticato da tempo, ma non ci aveva mai voluto credere. O, per meglio dire, pensare...


Era davvero orribile. Lei era lo strumento di Kurama, oppure più facilmente viceversa?... Chissà, poi, se esistevano sul serio questi fantomatici padroni; chissà, infine, che faccia aveva davvero Kurama...
In ogni caso sembrava una situazione irrisolvibile, irrimediabilmente strumentale e assente di certificazioni, in cui entrambi potevano ragionevolmente dubitare, e non fidarsi di una sola parola.
Infatti, col pretesto di farla sopravvivere, lo Spirito si era appena messo a giocare con l'inedito corpo, proprio come fanno i ragazzini viziati con il nuovo regalo, incuranti di romperlo presto.
Senza contare, in tutto questo, la cinica beffa, ossia che tutto l'amore di Naruto che nel liberarsi aveva sentito in precedenza, in realtà era stato l'imperdonabile trucco di Kurama nell'imprigionarla.

E così... nuovamente incerta di ogni legame, la corvina era stata incatenata e ridotta finanche in ginocchio, al pari di bijuu che vestiti non tiene, e dopo esser stata tradita e svuotata interiormente, fu confinata nelle più profonde interiorità di se stessa, ivi spogliata appunto di ogni difesa fisica e mentale, e tenuta infine così, legata agli arti a forma di croce, denudata in maniera quasi perversa, senza alcun ritegno.

E' vero, che nessuno sarebbe mai andato lì a violentarla... Ma lei che ne sapeva? Ed anche se quello era solo un sottostrato di realtà, per la prima volta poté sperimentare un timore del genere...
Il dolore interiore che provava, piuttosto, quello sì, che era fottutamente vero, benché immateriale. E a ben riflettere, considerando la prassi caustica, lapidaria, e sbrigativa con cui lo spirito l'aveva schiavizzata, era come se Kurama avesse prestato sempre buon viso a cattivo gioco, con lei, ma in realtà la odiasse profondamente, con tutta la trattenuta bile che aveva in corpo, non agognando altro che la frazione di secondo in cui, facendole finalmente abbassare la guardia, avrebbe potuto umiliarla nel peggiore dei modi, e schiacciarla come l'insulso insetto che pensava che fosse.

Era davvero così. Qualcuno, nonostante fosse con lei dal principio, e la conoscesse ormai nel profondo, non l'aveva mai considerata per nulla preziosa, eccezion fatta, forse, per i purissimi occhi.

Ma incredibilmente era Madara, non Kurama, che si riduceva a impossessarsi delle pupille di una giovane Hyuga, e che nella vera realtà aveva provato tutto questo risentimento nei suoi confronti, essendo ad un tempo, per via della madre, una discendente diretta della stirpe dei Senju, e dunque la prosecuzione di tutto ciò che aveva combattuto e che odiava.
E tuttavia, l'Uchiha, nonostante i rancorosi sforzi, era come bloccato dalle neutrali riflessioni della giovane saggia, del tutto presa, alla pari di Kabuto, in un'introspettiva ricerca di una personalità più stabile.

Era questo, il necessario punto di svolta per Madara. Il giudizio che avrebbe infine tratto di sé la ragazza, era ciò che le avrebbe concesso di confidare per sempre in se stessa, o condotta ad arrendersi cedendo il passo al suo parassita, che al momento, tra il dover ripristinare il suo nuovo corpo, il valutarne i parametri, e il prenderne il totale possesso, ci stava
impiegando decisamente più del previsto...

"Dannazione! Sei forte di testa..." - si complimentò l'avo degli Uchiha, divertito - "...ma questa volta ho un estremo vantaggio, su di te, e poiché so già come andranno le cose, agirò in maniera del tutto diversa!" - imprecò con nervosa compostezza, non riuscendo a smuoversi da questa situazione di stallo - "Piuttosto... perché non ti rassegni e ti vai a nascondere per la vergogna, nel vedere l'orrore che sei diventata!?" - la canzonò poi ironicamente, incominciando ad alzare il pesante braccio verso un agguerrito Sasuke, che capendo bene di non trovarsi più di fronte al byakugan, riteneva fosse meglio studiare la strana mutazione, e attendere con estrema prudenza la prima mossa dell'avversario.

"Non serve a nulla, colpire il suo orgoglio di donna..." - ripristinò curiosamente i contatti Obito - "Lei, è come Orochimaru. La sua costante ricerca di perfezionamento, è più forte di tutto..." - si avventurò nel paragone, convinto.

A tutti, sarebbe potuta sembrare una divertente barzelletta, questa, ma non a Madara, preso di petto da un commento tutt'altro che forzato, rimase alquanto combattuto, nel sentir nominare il nome della serpe.
Forse, l'orgoglioso Uchiha, avrebbe potuto... aspettare? in fondo quanti mesi mancavo, all'esame dei chunin?... La speranza non era del tutto morta, quel giorno...

"Davvero, vuoi scombinare tutto, e vanificare lo scontro del secolo!?" - lo incalzò ulteriormente Obito, scorgendo come una crepa nell'animo del suo superiore - "Proprio ora..." - sottolineò la tempistica - "...in base agli ordini che mi hai dato, dovrei distruggere senza pietà il suo spirito. E anticipare a Rikudou... come è morto Naruto."

"ZITTO, Obito!" - l'ammutolì repentinamente l'uomo - "Sta arrivando qualcuno..." - gli rivelò, o meglio, rammentò.

"Lo so... A differenza di Naruto, è dannatamente puntuale..." - si mantenne tranquillo l'altro, in attesa di risvolti - "Questa storia, si fa davvero interessante. Che intendi fare, boss?" - s'informò interessato.

Il fiero Uchiha dalle mille battaglie ci pensò su un attimo, in fondo prendere di mira la persona che stava giungendo così di fretta, poteva essere dannatamente divertente...

E va bene, Obito... Starò a vedere come andrà questa volta, ma solo perché il Quarto Hokage è stato tolto opportunamente di mezzo...

 

"Madara, io credo che dovremmo..." - cercò di aggiungere qualcosa il sottoposto, non scorgendo la ripetizione.

"Lascia perdere. HO un piano, Obito!..." - velocizzò le parole il senpai - "Oramai sta per spuntare fuori, e faremo scegliere al nostro miserabile contenitore chi deve colpire!..." - proclamò perverso, senza indecisioni.
"In questo modo..." - riprese dopo un attimo - "Se ci chi cascherà o vorrà far scegliere a noi, la fregheremo e la metteremo costantemente di fronte a un bivio... Le faremo credere che siamo noi, a comandare, fino a che non vorrà saperne più niente, di tutto questo, chiedendoci per pietà che le sia oscurata la vista, e lasciandoci finalmente campo libero." - terminò nella breve enunciazione.

"Lo stesso banale trucco dell'altra volta!?..." - ridacchiò il discendente - "E' proprio da ragazzini! Ok, così mi piaci... allora io vado..." - si ricompose subito, iniziando a riflettere sul come approcciare Hinata.

"SI'... Tu ora vai e tieni impegnata quell'ipocrita con qualche fandonia o carineria, facendole perdere la concentrazione. Non deve capire, che può liberarsi in qualsiasi momento col Mukoton..." - sottolineò in maniera fondamentale - "In seguito, io... non provando più per un attimo a forzare il legame con questo corpo, le farò vedere il tempo scorrere molto più velocemente, e restando spiazzata da questo e dal tuo voltafaccia, crederà che stiamo noi, per colpire, e dopo aver fatto scegliere a lei chi deve sacrificare, per l'incolmabile senso di colpa capirà che è solo un'inetta, una mocciosa inadatta al ruolo di combattente!"

"Se facciamo le due cose in sincronia..." - osservò facilmente Obito - "...non ci capirà nulla e non avrà alcun tempo di reazione, e dovrebbe funzionare. Ma nel caso fuggisse una simile responsabilità e lasciasse scegliere noi?" - interrogò poi, retorico - "Mi par proprio di capire, che non intendi colpire Sasuke..." - indovino infine, conoscendolo ormai da millenni.


"ESATTAMENTE..." - confermò subito Madara - "SE SARA' COSI' DEBOLE DA FUGGIRE, IO LA FARO' SENTIRE COME LA INUTILE FECCIA IPOCRITA CHE E'..."


"Non le ammazzerò davanti agli occhi il suo niichan, ma vedrà cadere la persona che vuole da sempre raggiungere, il vero motivo per cui segue le orme di Naruto."

 

LA PERSONA... CHE SI E' PRECIPITATA FIN QUI PER SALVARLA






"IO AMMAZZERO' SENZA PIETA'... LA SUA ADORATA SORELLA!"



*****

 









Non ti pare, di aver dimenticato qualcosa?

In un mondo dove è impossibile amare, tu COSA sei disposta a sacrificare, per i tuoi Sogni?

Amore in Codice inizia qui.
..




















































































































































 

Oggi che non c'era papà,
non c'era bisogno di fingere, che siamo nemiche.

Potevi stare un po' a casa con me,

invece di lasciarmi sola ed uscire col tuo fidanzato.

A me sarebbe bastato, stare un po' in silenzio con te, per capire...
Ma invece, era vero. Tu pensi a tutto, tranne che a me. NON ti importa nulla, di me.

Io... TI ODIO, per te sono solo un...






...fine capitolo.

  
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