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Autore: hauntedoranges    15/12/2012    3 recensioni
La folla era in delirio, gridava fortissimo.
La ragazza era spettinata e sudata. Se ne stava seduta sul palco vuoto di fronte ad una schiera di persone che desideravano lei, la sua voce.
E piangeva.
Piangeva e sorrideva.
Harry non potè fare a meno di pensare che era bellissima.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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I use to think that love was for dreamers,
"Love at first sight" I never believed it,
Had my head on tight, I lived in the real world,
But that was until I met you.
Now everything is changed.








Harry aprì gli occhi lentamente.
Non avrebbe voluto svegliarsi, non avrebbe voluto con tutte le sue forze, ma qualcosa dentro di lui gli aveva ripetuto continuamente ‘è solo un sogno.’
Guardò fuori dal finestrino dell’aereo. Era notte fonda e sotto di loro le luci di Los Angeles sembravano piccole stelle. Erano quasi arrivati.
Louis accanto a lui russava, mentre nel sedile posteriore Niall e Zayn dormivano appoggiati l’uno all’altro.
Passò qualche minuto e una voce metallica risuonò nell’aereo: ‘si avvertono i gentili passeggeri che sta iniziando l’atterraggio.’ Harry strattonò Louis. «Svegliati dormiglione, stiamo per atterrare. E smettila di russare così forte!» Louis si mosse di scatto urlando « che, che, che succede, dove sono? »
Harry ridacchiò « calmati amico,stiamo atterrando. Allacciati la cintura, veloce. »
Louis ignorò il riccio e girandosi di scatto verso gli altri urlò «Benvenuti in LA gente!»

Due ore e mezza dopo stavano scendendo dalla macchina che li aveva attesi all’aeroporto. L’albergo era enorme, uguale a quello della rivista che Harry aveva quasi consumato a furia di sfogliare. Era tardissimo, le tre e mezza di notte, forse. L’unica cosa che i ragazzi volevano era un qualcosa che assomigliasse anche solo lontanamente ad un letto. Si incamminarono verso l’entrata secondaria, Harry si reggeva a stento camminando con gli occhi socchiusi.
Per questo non la riconobbe subito. O meglio, non riuscì immediatamente a capire si stesse effettivamente immaginando o sognando tutto.
Spalancò gli occhi e cercò di mettere a fuoco quella figura dietro la porta di ingresso, seguita da due uomini che si trascinava dietro due grandi valige.
E la vide. Al cento per cento, era lei.
Si, ne era sicuro. Liam stava osservando la faccia imbambolata di Harry e gli disse «Harry c’è qualcosa che non va? Ti vedo strano, chi stai guardando?- si sporse nella direzione in cui puntava lo sguardo dell’amico.
Questo si affrettò a guardare in un’altra direzione  «niente, è tutto okay» disse « sono solo un po’ stanco»
Liam alzò le spalle e proseguì verso l’entrata.
Venti, diciannove, diciotto passi li dividevano. Diciassette, sedici, quindici, ancora qualche metro e sarebbero entrati nella Hall in cui quella ragazza minuta con i capelli raccolti in una treccia stava aspettando qualcosa. Quattordici, tredici, dodici, le mani di Harry cominciarono a sudare. Dieci, nove, otto, tutto questo non era normale e lui lo sapeva. Non poteva reagire così, non era normale, non lo era! Sette, sei, cinque, quattro, tre, due..
Niall spinse la porta a vetri ed entrò seguito dagli altri quattro.


Erano passati 45 minuti. 45 interminabili minuti da quando Effy aveva varcato la porta a vetri dell’atrio dell’albergo, seguita dai sui due body guard che l’avevano accompagnata in giro per tutto il mondo e che ormai erano po’ la sua famiglia, Marcus e John.
Una ragazza giovane in uniforme rossa davanti a lei si muoveva freneticamente scrivendo al computer, facendo telefonate e mormorando ogni due secondi ‘mi scusi signorina, rintracceremo la sua camera il prima possibile.’
Effy le ripetè per la centesima volta un fintissimo ‘non si preoccupi’, anche se dentro di lei avrebbe voluto sdraiarsi sul bancone della reception e addormentarsi li nel giro di due minuti. Era stanca, spettinata, con due occhiaie enormi e sperava tanto che nessun paparazzo fosse spuntato da chissà dove per farla finire dritta nella prima pagina di qualche giornalino per ragazze.
I suoi pensieri furono interrotti dal rumore della porta che si apriva e da due paia di occhi blu fare capolino subito dopo. Niall Horan entrò nella grande sala, seguito da Zayn Malik, Louis Tomlinson, Liam Payne e.. Harry Styles.
Effy sussultò. ‘Gli One Direction al completo, bene! Mannaggia a me e alla mia infelice idea di non pettinarmi stamattina. Avranno idea di chi sono?’ pensò fra se e se. Tutti e cinque le rivolsero uno sguardo incuriosito e visibilmente emozionato, e questo rispose subito al suo interrogativo. Effy gli sorrise.
Zayn fu il primo ad avvicinarsi, seguito dagli altri. Si presentarono come se fossero degli sconosciuti e la situazione sembrò un po’ comica a tutti. Si strinsero la mano e azzardarono due baci sulla guancia e quattro chiacchiere, anche se erano tutti visibilmente distrutti dal viaggio. Effy non poté fare a meno di notare l’insistente sguardo di Harry e il suo sorriso enorme che la sorprese e stordì un po’.
‘starà ridendo di me e delle mie occhiaie’ pensò.
Passarono cinque minuti e la ragazza in uniforme rossa diede le chiavi delle stanze ai ragazzi, che la saltarono e sparirono dentro l’ascensore. Effy si girò e perdendo la calma quasi urlò: « Senta Effy Baidley, B A I D L E Y, forza, non è difficile! La mia stanza è stata prenotata più di due mesi fa dagli organizzatori dell itun…»
« come scusi?» la interruppe quella. «mi ripeta il suo cognome?»
Effy fece un lungo respiro e scandendo bene ogni lettera disse: «Baidley.»
«poteva dirlo prima!» esordì la ragazza. «Avevo capito Buddy! Ecco a lei le sue chiavi»
Effy incredula le strappò le chiavi dalle mani e si girò di scatto senza dire una parola. Se restava li un minuto di più le avrebbe tirato un pungo in faccia, e altro che qualche giornalino per ragazze, sarebbe finita sulla prima pagina del New York Times.
Raggiunse la sua stanza e il primo pensiero che ebbe era quello di potersi tuffare tra delle candide lenzuola ed abbandonarsi ad un lungo sonno.
Si cambiò, si lavò e finalmente realizzò il desiderio che attendeva da ore.
Il morbido cuscino di piume le avvolse la testa e le coperte fino al collo la riscaldarono affinché potesse dormire notti tranquille.

Effy sognò un ragazzo moro.
Un ragazzo alto, e moro, con tantissimi capelli sbarazzini.
Il ragazzo alto e moro non aveva un volto, però lei pensava fosse bellissimo.
Il ragazzo alto e moro la osservava mentre lei girava su se stessa ad un passo dal cadere nella lunga distesa verde in cui si trovavano.
  
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