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Autore: Sephta    03/07/2007    4 recensioni
Storia scritta di getto, non so quando finirą nč "sč" finirą. Pił che dirvi altro, non mi resta che piantarla di tediarvi con una noiosa presentazione, e lasciarvi alla storia.
Genere: Triste, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Dannato, dannato, dannato blocco dello scrittore!
Seph




21 ottobre

Ho vagato, ho vagato, ho vagato senza sosta. Ho sbattuto la fronte contro i muri pił o meno un'infinitą di volte. E' buio, non ci vedo. Cammino allungando le braccia davanti a me per evitare possibili ostacoli.
Inizialmente, non riuscivo a capire com'era strutturato questo posto.
I muri arrivavano improvvisi e di tanto in tanto arrivavo in una specie di vicolo cieco.
Inizialmente pensai si trattasse di una stanza, o di varie stanze.
Inizialmente.
Poi capii.
Era un labirinto.
Non so quanto tempo č passato.
E' buio, non ci vedo. Ho perso il senso del tempo.
Quante ore saranno passate?
Comincio a sentire i morsi della fame, ho un buco nello stomaco.
Ahi.
Un'altra testata.
Con le mani esploro questo nuovo muro, cercando di continuare in qualche modo a camminare.
Mi giro e mi rigiro finchč le mie mani non toccano che aria, e prendo a camminare nuovamente.
Ahi, ancora. Un'altro muro.
Un malditesta lancinante mi costringe a sedermi accanto alla parete, a terra. Per la prima volta sfioro il pavimento.
Qualcosa non quadra.
Non sembra semplice terra, polverosa senz'altro.
Sembrano tante pietruzze, probabilmente quadrate, messe vicine.
La mente annebbiata, ci metto un po' a ricordarmi come si chiamava una cosa del genere.
"Mosaico.." mormoro tra me e me.
All'improvviso tutto si accende di luce.
Mi copro istintivamente il volto con le mani, i miei occhi oramai abituatisi all'oscuritą vengono feriti dalla luminositą che senza preavviso si era sprigionata in quel luogo, non saprei dire da dove.
Lame di luce in un labirinto oscuro.
Finalmente riesco a vedere un po' com'č fatto questo posto.
Alzo lo sguardo, il soffitto č alto, le mura del labirinto sono molto pił basse.
Ora cammino con pił sicurezza, affidandomi totalmente all'istinto, svoltando ora a destra, ora a sinistra.
Poi abbasso gli occhi sul pavimento, come ricordandomi solo ora che c'era il mosaico.
Comincio a osservare quello strano disegno che mi trovo a calpestare, quando qualcosa mi distrae.
Non capisco cosa, all'inizio.
Un rumore.
No, un rantolo.
Un mugolio.
Alzo gli occhi.
Un altare.
Una croce.
E, in mezzo a tutto, Jąn.
  
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