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Autore: fedenow    03/07/2007    12 recensioni
TRADUZIONE: l'autrice inglese di questa storia mi ha gentilmente concesso di tradurla. La guerra si avvicina, malinconia, tristezza, preoccupazione, ma su tutto...Ron e Hermione.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Pretending to be strong
Guardate che perla ho trovato girovagando in rete!
Potete trovarla al sito www.checkmated.com:. Se ve la cavate bene con l'inglese, vi consiglio di andarci: è un ottimo archivio di ff!!
Buona lettura!

FINGERE DI ESSERE FORTE

-PRETENDING TO BE STRONG-


L’umore che aleggiava sulla casa si intonava con le nubi scure nel cielo. Nessuno aveva detto più di tre parole in tutta la mattina. Hermione aveva un nodo allo stomaco che non voleva proprio andare via. Poteva sentire le lacrime dietro i suoi occhi, ma non si concedeva di piangere. Doveva fingere di essere forte. L’incertezza di cosa sarebbe successo stava distruggendo interiormente tutti loro, ma la decisione era stata presa. Lei e Ron avevano giurato di stare con Harry fino alla fine, per quanto questa potesse essere vicina, e ciò era esattamente quello che Hermione aveva intenzione di fare.

Quando non riuscì più a sopportare l’espressione straziante sul viso della signora Weasley, salì al piano superiore per preparare i bagagli. Innanzitutto sarebbero tornati al numero 12 di Grimmauld Place per vedere se c’era qualcosa che era stato trascurato, ma non sarebbero rimasti lì molto.
Dopo questo…chi lo sa? Harry era il capo. Aveva cercato di persuaderli molte volte che era troppo pericoloso e a lasciarlo andare da solo, ma loro non avevano ascoltato nulla di tutto ciò. Sapevano che lui era segretamente riconoscente per la loro lealtà, ma lui voleva anche che non venissero feriti.

“Questa è una guerra, Harry”, aveva detto Ron. “Tutti vengono feriti”.

Questo è il momento in cui Hermione l’aveva davvero capito. Non pensava che sarebbe sopravvissuta, se avesse perso Harry o Ron. Pensare a questo ora, le procurò un brivido alla spina dorsale, e il nodo allo stomaco si strinse.

Un colpo alla porta la riscosse da questo pensiero, e realizzò che aveva messo solo qualcosina nel baule. Aprì la bocca per dire “avanti”, ma non ne uscì nessuna parola. Si schiarì la voce a provò ancora.

“Avanti.” La sua voce suonava tranquilla e atona.

La porta si aprì e Ron spinse dentro la sua testa. Le rivolse un debole sorriso ed entrò, chiudendo con calma la porta dietro di lui. Sembrava che ognuno cercasse, per qualche motivo, di fare meno rumore possibile.

“Ciao…”, disse Ron in una sorta di bisbiglio. Si passò una mano fra i capelli, superò il punto in cui Hermione era seduta sul pavimento e guardò nel baule quasi vuoto.

“Bhe, hai fatto un sacco di progressi!”, disse. Hermione scoppiò in una risata falsa e guardò su verso di lui. Si aspettava di vedere la stessa espressione di terrore che si trovava su ogni faccia della casa quel giorno, ma vide qualcos’altro, invece. Lui appariva…nervoso e inquieto: spostava il proprio peso da un piede all’altro e i suoi occhi guizzavano da lei alla pioggia che martellava sulla finestra, al pavimento.

Aprirono la bocca per dire qualcosa contemporaneamente.

“Vai prima tu”, disse Ron.

“No, tu”, insistette Hermione rapidamente.

“Io…Io avevo solo qualcosa che volevo…volevo dirti…”, borbottò lui, guardando dappertutto tranne che verso di lei.

“Che cosa?”, chiese cautamente. Ora lei stava diventando nervosa.

“Io-” Ma prima che potesse dire un’altra parola, Ginny aprì la porta.
Le teste di Hermione e Ron si voltarono per guardarla. Quella si fermò e sembrò valutare per un momento se entrare o meno.

“Ti serve aiuto per fare i bagagli?”, chiese. Ginny non l’aveva detto, ma Hermione poteva affermare che lei sperava di partire con loro. Lei, comunque, era minorenne e i suoi genitori glielo avrebbero proibito.

“Sì, Ginny, sarebbe fantastico.”, disse Hermione nonostante non riuscisse a staccare gli occhi da Ron.

“Io…vado”, disse Ron, alzandosi. Si alzò anche Hermione e uscì dalla porta con lui.

“Cosa volevi dirmi?”, bisbigliò mentre Ron se ne andava.

“Oh…”, disse, gettando un’occhiata oltre le spalle di Hermione, a Ginny, “Niente…Non…non ci pensare.” E con questo si voltò e camminò lungo il corridoio, lasciando Hermione a fissarlo.

Quando ebbero finito di preparare i bagagli di Hermione, le ragazze portarono il baule al piano inferiore, e trovarono ciascuno fondamentalmente nella stessa posizione in cui Hermione li aveva lasciati. Il signor Weasley seduto su una poltrona vicina al camino spento, con la testa fra le mani. Fred e George sul divano, guardando in direzioni diverse. Molly Weasley in piedi, guardando la pioggia battere contro la finestra, con le braccia incrociate sul grembo. Harry aveva fatto i bagagli e era seduto sul suo baule, fissandosi i piedi intensamente. Il baule di Ron era lì, ma Ron non c’era.

Hermione posizionò il suo baule di fianco a quello di Harry e andò in cucina. Ron non era nemmeno lì. Si girò per andare in salotto, ma si fermò quando scorse la finestra. Ron era fuori - proprio in piedi in mezzo al giardino - sotto la pioggia. Hermione andò alla porta sul retro e la aprì.

“Ron?”, chiamò. Lui non la sentì. Mosse un passo nell’erba fangosa, poi corse, fermandosi circa due piedi dietro di lui. Ron stava in piedi con gli occhi chiusi, completamente fradicio, lasciando che le gocce di pioggia gli scorressero lungo il viso.

“Ron…”, sussurrò la ragazza. Quello si voltò di scatto, trasalendo.

“Ron, cosa – Cosa stai facendo?”, domandò Hermione, diventando sempre più inzuppata con il passare dei secondi.

“Non lo so”, sospirò, “Immagino che avevo solo bisogno di pensare.”

“Oh…bhe, dovresti entrare a pensare. Non sarai di aiuto a Harry se ti ammali.”

Ron sbuffò. “Tu riesci a pensare là dentro?”, chiese, accennando con il mento alla casa.
Aveva ragione.

“Bene, dunque…Io torno dentro. Probabilmente partiremo presto.” Hermione si voltò per tornare alla porta della cucina, ma Ron allungò una mano e afferrò il suo polso. La ragazza non sapeva cosa dire, così si limitò a guardare i suoi occhi, mentre sembravano combattere contro qualcosa. Alla fine, dopo alcuni momenti, Ron spostò la propria mano dal polso alla mano della ragazza, e la portò più vicina, così si trovarono uno di fronte all’altra.

“Io…”, cominciò, ma poi si bloccò e deglutì profondamente, gettando velocemente un’occhiata alla mano che teneva quella di lei. Quando tornò a guardare Hermione, c’era determinazione nei suoi occhi, e non spostò più lo sguardo.

“Questa guerra, non promette di essere facile. Un sacco di persone saranno ferite…un sacco di persone moriranno…” Fece una pausa e deglutì ancora. “Dovunque Harry andrà, sarà pericoloso. Lo sappiamo, l’abbiamo saputo fin dal primo anno, ma adesso è…è diverso…Non abbiamo più Hogwarts che ci protegge.” La stretta sulla mano di Hermione si serrò. La pioggia stava cadendo più insistentemente che mai, ma lei non ci fece caso.

“Prima…prima di iniziare questa cosa, c’è qualcosa che devo dirti…perché forse non avrò un’altra occasione.” La sua voce si incrinò su queste ultime parole. Fece un respiro profondo.

“Ti amo.”

Hermione lasciò che le parole le entrassero in testa. Le servì un momento per comprendere appieno quello che aveva appena sentito. Tentò di parlare, ma la sua voce, un’altra volta, la tradì. Gli occhi di Ron non si staccarono mai dai suoi, mentre aspettava nervosamente una risposta.

“Ti amo anch’io”, riuscì infine a sussurrare.

Con ciò, Ron avvolse le sue braccia intorno alla vita di Hermione, attirandola completamente a sé, e la baciò. La baciò come se il modo stesse per finire da un momento all’altro, e lui potesse perderla. Rimasero stretti l’uno all’altra per un tempo infinito, come se non ci fosse un domani. Probabilmente non ci sarebbe stato un domani. Tutti i pensieri sembravano aver abbandonato Hermione. La voglia di essere forte svanì, e calde lacrime le scivolarono lungo le guance, mischiandosi alla pioggia fredda.

Quando si staccarono, continuarono comunque a tenersi vicini, mentre il respiro diveniva affannoso. Ron alzò una mano e scostò dal viso di Hermione una ciocca di capelli bagnati. Il giovane Weasley sorrise, il primo sorriso reale che Hermione aveva visto in quei giorni.
Hermione sapeva che non doveva più fingere di essere forte. Aveva la forza dei suoi migliori amici che l’avrebbe mandata avanti.
Qualunque cosa fosse capitata, loro tre l’avrebbero affrontata insieme.


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E ora i classici ringraziamenti!
- A eLlOpThTiEeHP, che mi ha gentilmente permesso di tradurre questa sua ff: thank you so much!!
- A mia sorella che mi ha dato una mano con i dubbi che avevo sulla traduzione.
- A tutti voi, che leggete le mie storie (e magari le commentate...;)

Sia a me sia a ellopth... farebbe moooolto piacere ricevere qualche recensione, quindi...cliccate sotto!! Magari mettete qualche smile o qualche parolina in inglese, così se l'autrice verrà a dare un'occhiata, non si sentirà completamente smarrita!!

Vi avviso inoltre che l'autrice sta scrivendo un seguito per questa storia, che alla fine dovrebbe avere 3 capitoli: penso che tradurrò anche quelli, se sono belli come il primo!!!! Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate!!
Ciaoooooooo
   
 
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