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Autore: heiscodelario    16/12/2012    4 recensioni
Ci sono tante storie d'amore, di ogni genere, corte, lunghe, appassionanti, in cui i protagonisti sono una star e una ragazza normali, o due ragazze, o due ragazzi, ma se questa volta i protagonisti fossero i ricordi?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo tre.
Cercavo di concentrarmi su quelle maledette pagine di chimica ma niente, non ci riuscivo, continuavo a pensare a quel pomeriggio con Niall. Erano passati tre giorni ormai e io ancora non ci potevo credere, dopo essersi finalmente staccato mi aveva salutato sorridendo ed era tornato a casa saltellando di gioia.
“Dai Amy studia” continuavo a ripetermi in testa “una pagina sola”. Niente tutto inutile, fissavo le foto del libro senza nemmeno provare a leggere. Non ci potevo credere, mi stavo scervellando per una storia del genere quando magari lui non ci stava nemmeno pensando.
Presi il giacchetto, infilandomelo scesi le scale ed uscì, avevo bisogno d’aria, le pareti di quella camera non non riuscivano più a contenere i miei pensieri.
Incominciai a passeggiare a zonzo, attraversai il parco, mi incamminai verso il centro senza capire dove stavo andando, erano i piedi che si muovevano mentre la testa era da tutt’altra parte.
-lo sai che le ragazze non dovrebbero girare da sole con il buio?- saltai dalla paura emettendo un piccolo urlo e mi girai per vedere chi aveva appena interrotto i miei pensieri.
-e tu lo sai che non dovresti far venire gli infarti alle persone?-
Harry scoppiò a ridere di gusto mentre io lo guardavo innervosita –scusami, non volevo- mi disse continuando ancora a ridere
-stronzo-
-gentilissima come sempre Amy-
-è una mia dote- dissi con aria spavalda
-zitta Morris e vieni con me-
-che ne sai che voglio venire con te e che non ho niente da fare?-
-lo so, Styles sa sempre tutto- mi prese per un braccio e mi trascinò verso il parco
-dimmi almeno dove stiamo andando-
-dove ci porta il cuore-
-sei anche un poeta ora?-
-io sono tutto-
-problemi nel pulire i pavimenti? Volete far venire un infarto a qualcuno? Volete farvi una risata? Chiamate Styles, a soli 500 sterline- dissi con voce da venditore mentre lui scoppiò a ridere continuando a trascinarmi.
Camminammo per 10 minuti buoni, arrivammo fino alla fine del parco ed entrammo nel bosco dove incominciai ad avere paura –Styles mi stai portando nel bosco per stuprarmi e lasciare il mio corpo in qualche parte nascosta?-
-no cretina, guarda- mi disse indicando un punto verso l’altro.
Sopra un albero c’era una piccola casetta di legno coperta dalle foglie dell’albero tra cui spuntava una scaletta che molto probabilmente serviva per salire. Aveva un piccolo balconcino e sulle due finestre c’erano delle tendine di pizzo bianco. Era la cosa più bella che avessi mai visto.
-ti piace?- mi disse guardando la mia espressione stupita e meravigliata
-Harry è bellissima-
-l’abbiamo costruita io e mio padre quando ero piccolo, è sempre stato il mio rifugio segreto-
-quante ragazze ci hai portato?- dissi squadrandolo male
-nessuna, sei la prima e non so nemmeno perché te la sto facendo vedere- disse abbandonando quella sua espressione dolce
-sono onorata-
-devi sentirti onorata. Dai saliamo- mi prese il braccio e mi aiutò a salire.
Dentro non c’era assolutamente niente, solo qualche grumolo di polvere qua e là –come mai non c’è niente?- chiesi stupita
-è piena dei miei pensieri. Vengo qui per riflettere e prima che tu te lo chieda, si so riflettere.-
Sorrisi e incrociai i suoi occhi verde smeraldo. Erano bellissimi.
Si sdraiò a terra e io feci lo stesso vicino a lui –Vengo qui quando Londra incomincia a pesarmi, c’è tranquillità a volte mi ci addormento pure- disse fissando il sorriso
-io ho sempre desiderato una casa sull’albero ma non c’era mai nessuno che mi aiutava a costruirla. Questa è davvero bellissima-
-Hai fame?- mi disse guardandomi
Stavo morendo di fame, non avevo mangiato a pranzo e ora sentivo il mio stomaco combattere per avere del cibo –se devo essere sincera si-
Lui prese un pacco di biscotti dallo zaino che aveva con se, lo aprì e lo posò sul pavimento e incominciammo a dividerli tra una chiacchiera e l’altra.
Quel giorno scoprì un altro Harry, uno diverso da quello strafottente che si era dimostrato nei giorni in cui eravamo usciti in gruppo. Era molto dolce e anche divertente se voleva, mi raccontò di quando aveva conosciuto i ragazzi a una festa o di sua sorella Gemma e del rapporto meraviglioso che aveva con lei o della sua passione mai coltivata per il canto, gli avevo chiesto anche di cantare ma non si era fatto convincere. Si era poggiato con la testa sulla mie gambe e mentre io giocavo con i suoi riccioli gli raccontavo di mia madre. Non avevo mai pensato di riuscire ad aprirmi con qualcuno che non conoscevo.
-Harry- dissi sottovoce
-mh..-
-che ore sono?-
prese il cellulare e controllò –le 7:00-
-dannazione devo andare-
-ti accompagno aspetta-
Non volevo andarmene da quel paradiso naturale, volevo continuare a sentire la testa di Harry sulle mie gambe e scavare sempre più in fondo al suo carattere.
Mi accompagnò fino all’uscio di casa e mi salutò con un bacio sulla guancia –ci si vede in giro Amy-
-ciao Harry- entrai in casa con un sorriso enorme spiaccicato in faccia, salii direttamente in camera e mi buttai sul letto con addosso ancora i vestiti e quella felicità estrema che mi era piombata contro da quando avevo visto Harry.

Il giorno dopo quando tornai da scuola aprii la casella delle lettere per controllare la posta e tra le lettere trovai un bigliettino piegato in due, con una scrittura un po’ storpia c’era scritto ‘Amy’ sul davanti, lo aprii e lessi  ‘Poiché quei tasti audaci son così fortunati, dà a loro le tue dita, e a me le labbra, da baciare (Sheakspeare)’ alzai la testa dal foglio incredula, cos’era quello ora? 
  
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