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Autore: Mils    16/12/2012    7 recensioni
Kristen ha sempre studiato a casa, circondata dai suoi fratelli.
Adesso che sta finalmente andando a una scuola normale, non vede l'ora di vivere tutte quelle cose che finora le sono state impedite. Ma saprà riconoscere il limite? O finirà con il perdersi in quei tristi occhi chiari?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pov Kristen




Mi siedo sul letto, fissando l'oggetto che ho fra le mie mani. L'ho comprato questa mattina, subito dopo che Cameron è uscito di casa per andare a pranzo fuori con Victoria, la sorella di Robert. Naturalmente, prima sono passata a casa mia, ho salutato mia madre e mio padre e anche Dana e Taylor; ovviamente a loro non ho spiegato il vero motivo della mia presenza lì, gli ho detto semplicemente che Robert mi aveva accompagnato da loro e che era passato a salutare alcuni suoi amici mentre io ero lì. Mio padre mi ha creduto o almeno non ha fatto domande, mentre ho sentito lo sospetto di mia madre ogni volta che la guardavo negli occhi o l'abbracciavo, ma neanche lei ha chiesto niente grazie al cielo. E adesso invece sono qui, ho preso un taxi e sono tornata a casa di Cameron subito dopo essere passata in farmacia.
Mi tremano le mani.
E se..?
Non iniziare, eh! Sicuramente sarà la tua solita paranoia e niente di più, e voglio crederci con tutto il cuore.
Mi rigiro la scatolina bianca con le scritte blu fra le mani.
Continuo così per almeno mezz'ora, indecisa su cosa fare.
Decido che forse è meglio chiamare Robert, prima, giusto per farmi passare l'ansia. Non lo sento da ieri sera e ormai sono a casa di Cameron da quattro giorni, inizio a sentire terribilmente la sua mancanza ma sono sempre più sicura di aver preso la decisione giusta: stare da sola, passare un po' di tempo con Cameron, mi ha fatto ricordare quanto sia facile essere felici quando non ci si deve preoccupare di ogni cosa tutti i giorni, ma mi ha fatto anche capire quanto abbia bisogno di Robert per essere davvero felice, quel genere di felicità che puoi avere solo quando hai la persona che ami al tuo fianco.
Robert risponde al secondo squillo.
«Ehi, piccola».
«Ehi..», vorrei sembrare più allegra per non farlo preoccupare ma il test di gravidanza sulle mie ginocchia mi impedisce di esserlo.
«Tutto okay, piccola..? Sembri in ansia per qualcosa.. hai cambiato idea? Vuoi che ti venga a prendere?», sento la speranza nella sua voce e mi spezza il cuore doverla uccidere subito.
«No, ehm.. sto bene. Sul serio».
«Okay... allora, che mi racconti?».
«Niente di che.. tu?».
«La casa è vuota senza di te...».
«Non è tecnicamente una "casa", Rob..» dico, giusto per cambiare argomento.
«Si, già.. be', mi manchi comunque, amore.. quando torni a casa?».
«Tra un po'.. ho solo bisogno di parlare un po' con Cameron.. e fare alcune cose.. manca poco, davvero», i miei occhi continuano a non lasciare quell'odiosa scatoletta bianca. E' così.. fredda, sconosciuta, estranea al mio mondo.
«Parlare con Cameron, fare cose, okay... come vuoi, amore... solo, sbrigati, perché mi manchi. Non vedo l'ora di venirti a prendere».
«Potrei prendere un pullman».
«Non se ne parla, ti vengo a prendere io. Davvero, Kris, mi manchi troppo».
«Hai parlato di nuovo con quella là?» chiedo, non so neanche io il perché. Ultimamente la notte faccio sempre lo stesso incubo: Robert e quella troia che stanno insieme e io che sparisco piano piano dalla sua vita, e ho una pancia enorme. Mi sveglio trattenendo le urla e con il viso bagnato dalle lacrime. Mentre faccio a Robert quella domanda rivivo nella mia testa quell'incubo.
«Sai benissimo che non l'ho fatto».
«Io non so niente, Robert. Non sapevo niente neanche quando vi ho scoperti mentre vi baciavate».
«E' stata lei a baciare me, te l'ho detto.. amore, perché stai tirando di nuovo fuori questa storia? Stava andando tutto bene.. pensavo che avessi capito.. che mi avessi perdonato, anche se non ho fatto niente, perché è stata lei a fare tutto e io...».
«Okay, okay.. basta, ho capito, mi hai ripetuto questa storia non so neanche io quante volte, Rob», mi sfrego gli occhi con la mano libera e prendo in mano la scatoletta, leggendo svogliatamente le scritte che ci sono dopo.
«Mi dispiace..».
«Non importa, Rob.. è passata, hai ragione.. sono venuta qui per allontanarmi anche da quella faccenda, per capire meglio e ti posso assicurare che lo sto facendo.. solo che ancora non ho.. deciso, o capito bene.. non so come spiegarlo, ma dammi ancora un po' di tempo, okay?».
«Si, va bene..».
«Dico davvero..».
«Okay..».
«Ti amo!» quasi lo grido, perché vorrei averlo qui con me per abbracciarlo e baciarlo, ma è colpa mia se non è qui e non posso farci niente adesso.
Sento quasi il suo sorriso dall'altra parte della cornetta. «Anche io, amore mio. Mi manchi. Adesso devo andare a fare le prove, ma ti chiamo quando torno. Okay, piccola?».
«O..okay, ciao amore».
«Ciao, piccola, stai attenta» e riattacca e sono di nuovo sola.
Guardo quella scatolina.
Mi alzo e mi chiudo in bagno.
In quel momento mi viene in mente che non sento Sam da due giorni e anche lei mi manca un sacco.
E che forse lei è l'unica a cui posso dire cosa mi sta succedendo, ma non voglio metterla in mezzo, non voglio creare casini a nessuno perché se questa cosa finirà male colpirà tutti quanti come una bomba a orologeria, anche se alla fine l'unica a scoppiare sarò io.
Così apro la scatoletta e tiro fuori la stecchetta.
E' fredda e la odio subito.
Leggo le istruzioni e cerco di capire meglio che posso cosa devo fare. Cioè, so benissimo cosa devo fare, l'ho visto nei film e letto nei libri, ma non è che sia proprio un gran bello spettacolo vedere qualcuno pisciare su un test di gravidanza quindi, di solito, durante quella parte del film, cambio canale. Adesso me ne pento amaramente, ma ormai è fatta e devo cercare di fare tutto senza commettere errori.
Tengo quell'affare stretto su una mano sperando che mi cada dentro il water e quando ho finito lo appoggio sul lavandino e mi lavo le mani, indecisa su cosa fare mentre aspetto che passino i tre minuti.
Mi siedo sulla tazza del water e mi stringo le mani, cercando di cacciare indietro le lacrime.
E' così che doveva essere il mio primo test di gravidanza?
Compirò diciassette anni fra due mesi.
Vivo - o almeno vivevo - in un camper con il mio ragazzo perché ho deciso di inseguirlo nel suo sogno di diventare un cantante, che ora sembra davvero assurdo.
Non ho futuro, ho solo un passato di cui ho paura.
Un'ansia che mi divora dall'interno e che adesso non posso neanche più combattere con le medicine per paura di far del male a... qualunque cosa ci sia dentro di me, sempre che ci sia qualcosa. Quindi me la devo tenere tutta dentro, nessun sollievo, nessuna medicina da ingoiare per addormentarmi.
I tre minuti sono passati ma io ancora non voglio alzarmi.
Mi torturo le mani, cerco qualcosa da dire, da pensare, mi vengono in mente un sacco di scenari orribili nella mia testa finché non mi decido ad alzarmi e controllare. Mi tremano le mani e non ho il coraggio di guardare.
Il mio unico pensiero, prima di abbassare lo sguardo sulla stecchetta, va' a Robert e a quanto io abbia rovinato tutto.





Positivo.
E' incredibile quanto una parola possa influenzare la vita di una persona.
Continuo a guardare quella parola finché non svanisce per via delle lacrime che iniziano a cadermi dagli occhi.
E ora? Che gli dico a Robert? E' tutto finito, rovinato, ed è colpa mia.
Crollo sul pavimento, sperando che Cameron faccia tardi o anzi non torni proprio a casa perché non sarei in grado di guardarlo negli occhi sapendo adesso la verità.
Cosa dirà, lui? E Cameron? Mi uccideranno entrambi, compresi i miei genitori. Forse solo mia madre cercherà di salvarmi, ma forse solo per uccidermi lei più tardi.
Non posso neanche prendere le mie medicine e questo mi uccide perché ormai ero abituata a imbottirmi di pastiglie ogni volta che l'ansia e la paura provavano a farmi visita ma ora non posso.
Mi tengo le mani sulla pancia, quasi senza pensarci.
Non puoi farcela da sola, mi suggerisce una vocina.
E ha ragione.
Dove penso di andare da sola? Non so fare niente da sola, sono ancora una bambina.. che aspetta a sua volta un bambino. Per poco non scoppio a piangere peggio di prima, rischiando di inondare la stanza di lacrime come mai prima. Perché questa non è una rottura, non è un vestito che mi sta largo o stretto, non è una presa in giro a scuola né una litigata con Robert, è una creatura innocente che cresce dentro di me! E io non so neanche se voglio che accada, o come comportarmi.
Afferro il telefono e compongo il numero come meglio posso, cercando di vedere oltre le lacrime.
«Sam? Puoi venire qui..? Sto a casa di Cameron; per favore vieni in fretta... è.. è un casino, Sam, vieni ti prego..».




Pov Robert




«Rob, basta, lasciala in pace..», Marcus alza gli occhi al cielo e sbuffa mentre si siede sul divano accanto a me con la chitarra in mano; sta cercando di farmi provare una canzone che abbiamo iniziato a scrivere ieri sera da almeno mezz'ora ma io continuo solo a fissare il telefono nella speranza che si illumini e che spunti il nome di Kristen.
«Marcus, cazzo, sto in ansia, okay? Non la sento da quasi due ore e non risponde ai messaggi... e se avesse trovato un altro?».
«Gesù, Robert! Sei peggio di una tredicenne».
«E' colpa mia.. questa situazione, intendo. E' normale che io abbia paura di perderla, no?».
«Ma tu non la perderai, Cristo santo! Sei un cazzo di paranoico. State insieme da molto, almeno per i tuoi standard, vi amate, lei ha capito che hai sbagliato e non è stata colpa tua, si è solo presa una pausa per tutto quello che è successo da quando state insieme ma non vi siete lasciati e vi sentite tutti i giorni. Adesso, per carità di Dio, puoi per piacere provare questa fottuta canzone così da evitarci una figura di merda davanti a tutti stasera?» mi butta addosso la chitarra, che afferro al volo.
«Si, hai ragione, scusami..».
«COSA? Robert Pattinson mi ha appena chiesto scusa? Ma che ti sta facendo quella ragazza? Devo scrivere una canzone su di lei, anzi, su voi due! E voglio lei nel video musicale!».
Metto la chitarra per terra e do un pugno al braccio di Marcus. «Tu, la mia ragazza, non la metti in nessunissimo video musicale, coglione».
«Ahi! Cazzo, Rob, guarda che fai male, eh».
«E secondo te perché l'ho fatto? Per farti bene? Idiota».
Sto per aprire di nuovo bocca quando il mio cellulare inizia a squillare.
«Oh-oh, qualcuno qui è contento» mi prende in giro Marcus, indicando il sorriso che mi si è formato appena ho visto il nome di Kristen sullo schermo.
Spingo via Marcus e mi alzo per rispondere, andando verso la camera da letto. La nostra camera da letto.
«Ehi, piccola», so che la fa' sembra imbarazzare questo nomignolo e mi piace immaginare le sue guance colorarsi mentre mi siedo sul letto.
«Rob.. Rob.. devi venire qui».
In un altro momento avrei urlato di gioia per una frase del genere, ma il modo in cui lo dice - la voce che trema e l'ansia che trapela chiaramente - mi fa' solo scattare in piedi, già pronto a varcare la porta.
«Kristen, che succede?».
«Tu vieni... ti racconto tutto, giuro, ma tu vieni...».
«Si, uhm, sto venendo..» torno in soggiorno e faccio cenno a Marcus di alzarsi, «amore, io vengo subito, ma tu dimmi cosa sta succedendo, per piacere», afferro la mia giacca e me la infilo facendo attenzione a non far cadere il telefono che tengo fra la guancia e il collo, «piccola, amore.. non piangere.. non.. Kristen, che succede!», ma lei non mi risponde e continua semplicemente a piangere al telefono mentre io esco di casa e spingo Marcus fuori con me, chiudendo la porta di casa in tutta fretta per poi cercare le chiavi della macchina nelle tasche dei jeans.
«Kristen, che..», sento il rumore del telefono che viene passato di mano e poi la voce di Sam.
«Robert, ciao, ehm.. sono Sam».
«Che succede? Perché Kristen sta piangendo e perché tu sei con lei?».
«Kristen non sta tanto bene.. vomita, roba del genere, ed è meglio che tu vieni qui.. in fretta».
Metto in moto la macchina.
«Arrivo.. certo di fare il più in fretta possibile, okay?».
«Va bene.. tanto ci sono io con lei, tranquillo. Tom arriverà a momenti».
«Non puoi proprio dirmi che ha, vero?», non sono scemo, so che c'è qualcosa che mi sta nascondendo e Sam le sta reggendo il gioco, anche se non posso prendermela con lei, è sua amica e anche io lo farei con Tom o Marcus, ma quando c'è Kristen in mezzo le regole del gioco cambiano sempre, lei viene sempre prima di tutto.
«Robert, cerca di capirmi.. Kristen è la mia migliore amica e penso che questa sia una cosa che.. insomma, è una cosa privata e riguarda solo voi due..».
«Vuole lasciarmi?», il solo pensiero mi manda fuori di testa ma ancora una volta mi ritrovo a pensare a quale sia la cosa migliore per lei e non per me. Sta piangendo per me? Ha deciso che non sono abbastanza per lei? Morirei per sapere cosa pensa Kristen in questo momento.
«Non essere ridicolo! Oddio, voi maschi siete tutti uguali, appena percepite l'arrivo di un discorso serio pensate solo che vogliamo lasciarvi. Ma quanto siete scemi? Senti, vieni qui e basta. Ciao Rob, a dopo» e chiude la chiamata, lasciandomi con un'ansia addosso incredibile.
Rimango qualche minuto il silenzio, mentre la macchina scorre veloce sull'autostrada. Accelero e supero il limite di velocità.
«Che ti ha detto?» mi chiede Marcus.
«Vuole parlarmi e a quanto pare è un discorso serio».
«Tu odi i discorsi seri».
«A chi piacciono?».
«A me».
«Oltre a te, Marcus».
Incredibile quanto poco riuscissi a sopportare la sua presenza in quel momento; avrei preferito restare da solo per poter urlare e imprecare quanto volevo chiuso in macchina. Urlare contro me stesso, contro il mondo, contro tutto ciò che mi teneva lontano da Kristen in quel momento.
«Be', non mi pare che ci siano molte altre persone in questa macchina oltre a te e me. Comunque, cosa credi che voglia dirti?».
«Non lo so..».
«Magari vuole tornare insieme con te, a "casa" vostra».
«Non lo so, spero di si.. ma non avrebbe pianto per quello».
«Magari è incinta» - lo fulminai con lo sguardo.
«Non dire cazzate per favore, sarebbe la cosa peggiore del mondo in questo momento, non ti pare? Rovinerebbe tutto» sbuffo e premo ancora di più sull'acceleratore. A volte Marcus se ne esce fuori proprio con delle idee ridicole.




Pov Kristen




«Ho rovinato tutto...».
«Non dire così, Kristen.. si sistemerà tutto, scommetto che Robert non la prenderà neanche così tanto male, è sempre stato molto buono con te, ti ama.. magari sarà persino felice», Sam mi massaggia la schiena mentre siamo entrambe sedute sul divano, la tv spente, solo il suono delle nostre voci e qualche volta dei miei singhiozzi. Non riesco mai a smettere di piangere del tutto da quando ho letto quella parola - positivo - su quella maledetta stacchetta, la mia maledizione.
«Sam, tu non lo conosci... non è il momento giusto e non lo sarà mai più! E adesso come lo guardo negli occhi, come faccio? Non posso dirgli che tutti i suoi sogni possono benissimo andare a farsi benedire per colpa di un bambino che non è ancora neanche nato e già crea problemi... ti rendi conto che adesso Robert dovrà rinunciare a tutto? Non voglio neanche... neanche immaginare come sarà la sua faccia. Mi odierà... che schifo, mi odierà davvero. Altro che pausa di coppia, mi lascia! Gli sto praticamente strappando via la giovinezza, tutti i suoi sogni...», mi copro il viso con le mani, vergognandomi di me stessa. Come potrò guardarlo negli occhi e dirglielo? Non posso, ecco. Non posso proprio.
«Kristen, basta!».
«Sam, tu non capisci, io..».
«Io capisco benissimo! E' un bambino, cazzo, non un mostro a due teste. Sai a quanti anni mi ha avuta mia madre? Quattordici. E mio padre aveva poco più di sedici anni. E pensi che sia stato facile per loro? No. Ma ci sono riusciti e ora sono felici e io sono qui. Se mia madre l'avesse pensata come te, probabilmente adesso io mi troverei in un qualche orfanotrofio o peggio, non sarei neanche nata». Smette di massaggiarmi la schiena e mi guarda, seria. «Quello che sto cercando di dirti è che non puoi arrenderti così. Ne hai superate tante e questa è solo l'ennesima difficoltà che ti capita davanti e so che è dura, che non hai forze e che vorresti semplicemente arrenderti ma devi anche renderti conto che se da un lato sembra una catastrofe... da un'altra lato, fra qualche anno quando sarai più grande e ti guarderai indietro, ti renderai conto che questa decisione, quella di tenere il tuo bambino - tuo e di Robert - e crescerlo con tutto l'amore che puoi dargli.. sarà la scelta migliore della tua vita, fidati di me».
Mi asciugo una lacrima con il palmo della mano, tirando su con il naso, mi sento così piccola... «Lo pensi davvero..?».
«Assolutamente. E in ogni caso ci sono io, no? Mica ti lascio sola, sarò la zia migliore del mondo» apre le braccia e io mi ci fiondo dentro, cercando di immaginarmi un mondo, un futuro non troppo lontano, dove ho una pancia enorme e Robert mi sorride felice di diventare papà. Ma una strana sensazione alla bocca dello stomaco mi dice che quella visione non è molto credibile.
Resto abbracciata a Sam per non so neanche quanto tempo, contando il tempo che passa a seconda dei singhiozzi che mi scuotono dall'interno; vorrei poter prendere le mie medicine ma ancora una volta mi torna in mente che adesso non posso più. Quante altre volte sentirò questa frase da adesso in poi? Sarà una cosa quotidiana. Non potrò più fare la maggior parte delle cose che sono abituata a fare; niente alcolici - non che io beva chissà quanto, giusto un sorso dal bicchiere di Robert ogni tanto, quando mi va', - niente più libertà personale, niente più "io e Robert" ma "io, Robert e il bambino", ma la cosa che più mi fa' paura è che non ci sia più neanche un "me e Robert" ma solo un "me e il bambino".
«Sam.. che succede se Robert non vuole saperne e io resto sola?».
«Non sei sola, te l'ho detto, ci sono io».
«Lo so, ma.. io lo amo, è il primo ragazzo che io abbia mai amato e voglio che sia anche l'ultimo...».
«Lo so, lo so..» mi accarezza i capelli, materna, «Kris, io non posso decidere per lui, non so come ragionano gli uomini, a volte faccio fatica anche a capire cosa pensa Tom, figurati.. ma posso prometterti che, qualunque cosa succeda, io sarò al tuo fianco e ti aiuterò con questo bambino».
«Grazie...».
Il citofono mi fa' mancare un battito.
E se..?
Sam mi scosta gentilmente per andare ad aprire. «Deve essere Tom, mi ha mandato un messaggio prima per dirmi che stava arrivando..» mi sorride, comprensiva, deve aver capito subito - dalla mia faccia speranzosa - quello che stavo sperando.
Annuisco, cercando di non sembrare così.. così con il cuore che batte a mille, speranzosa e terrorizzato allo stesso tempo.
Cinque secondi dopo Tom entra in casa con le mani infilate nei jeans e Sam dietro di lui.
«Kristen, ehi..».
Non ci vediamo da un sacco di tempo.
Adesso Tom ha la barba e sembra più grande.
Ma ha sempre quell'aspetto da perenne adolescente che penso che non lo lascerà neanche a ottant'anni.
«Ciao...», mi asciugo frettolosamente le lacrime.
«Da... l'aspetto che hai.. immagino che Robert sia per strada».
Sam lo prende per mano e lo porta via prima che io scoppi a piangergli in faccia; ne approfitto per nascondermi in bagno.
Mi metto davanti allo specchio e mi sciacquo la faccia cercando di pulire via tutte le lacrime, sfrego così tanto gli occhi con l'acqua fredda da rischiare di congelarmi la faccia ma almeno questo mi aiuta a svegliarmi un po', perché è come se mi trovassi in una specie di incubo dal quale non riesco a svegliarmi. Mi guardo ancora un po' allo specchio: i capelli scompigliati, il poco trucco che avevo messo stamattina completamente colato via, le labbra e gli occhi gonfi e rossi. Prima di rendermene conto faccio scivolare le mani sulla mia pancia, sollevando il tessuto della maglietta e appoggiando le mani sulla pelle. «C'è davvero qualcuno qua dentro...?» sussurro a me stessa. Mi sembra così strano pensare che qualcosa stia crescendo dentro di me, dentro. Mi accarezzo la pancia, timidamente e anche con una prudenza quasi religiosa, o forse è solo timore. «Stai creando un sacco di problemi, lo sai? Ma non hai colpe... tu no, ma io si».
Qualcuno bussa alla porta e io mi abbasso subito la maglietta.
«Chi è..?» chiedo, sperando che sia Sam o Tom.
«Kristen.. amore, apri, sono io» - ma a quanto pare la fortuna oggi non è proprio dalla mia parte.
Mi osservo ancora una volta allo specchio.
Sembro diversa?
Lo noterà subito o avrò tempo per spiegargli tutto?
Che gli dirò?
Prendo un bel respiro e vado ad aprire la porta. E' inutile rimandare ancora. «Ehi..» dico, cercando di sembrare il più calma possibile. Spero che le lacrime siano andate via del tutto e che non si veda troppo che ho piano.
La faccia di Robert però mi fa' tornare voglia di scoppiare a piangere di nuovo.
«Ehi? Ehi? EHI, KRISTEN!? Cristo, dimmi cosa succede, perché io sto rischiando di impazzire!» entra in bagno come una furia, poco prima che Sam sbuchi dietro di lui, mi guarda mortificata mentre cerca di mettersi in mezzo a me e Robert.
«Ho cercato di dirgli di aspettare in salotto, Kristen.. ma non ha voluto saperne».
«Sam, è tutto okay.. è il mio ragazzo, so gestirlo», ah-ah, come no.
Lei annuisce e guarda un'ultima volta Robert, cercando sicuramente di capire che intenzioni ha, ma lui ha un'espressione così seria che non riesco a capirlo neanche io. Voglio solo che mi abbracci, che mi dica che andrà tutto bene e che si occuperà lui di tutto, ho solo voglia di piangere un altro po' ma fra le sue braccia invece che da sola.
Sam esce dal bagno chiudendo la porta e lasciandoci soli.
«Kristen.. allora?».
«Mi dispiace di averti fatto preoccupare.. io non volevo.. è che mi sentivo sola e..».
«Amore, ma va bene.. lo sapevo che questa storia dello stare separati non sarebbe durata. Senti, prendiamo le tue cose e torniamo da me, okay? Va bene, benissimo, amore, non aspettavo altro» mi prende le mani e mi sorride, distendendo la sua espressione, adesso radiosa.
Il che complica ancora di più quello che devo dire.
«No..».
«No, cosa?» la presa sulle mie mani si allenta, ma per fortuna non le lascia.
«Non è per questo che ti ho chiamato... devo dirti una cosa, è che non so come la prenderai».
«Be', mi sembra che io mi sia abbastanza adeguato all'ultima idea che mi hai proposto...» sospira, «un'altra, che sarà mai? Avanti, che idea è?» mi chiede, ironico. Mi sta prendendo in giro? Sembra quasi arrabbiato con me.
«Non.. non fare così.. per favore..».
«Non sto facendo niente, Kristen. Ti sto solo dicendo di sbrigarti a dirmi cosa vuoi fare così posso abituarmi velocemente anche a quest'ultima cosa..».
«Che... che intendi dire?», mi trattenni dal tenermi la pancia.
«Prima hai voluto venire qui e mi sono abituato, ci sentivamo tutti i giorni e per me andava anche bene, adesso chissà cosa hai in mente e immagino che dovrò abituarmi anche a questo, no?».
Un moto improvviso di rabbia mi colpisce. Adesso è lui quello arrabbiato con me?
Lascio andare le sue mani, allontanandomi da lui per appoggiarmi al lavandino del bagno. «Starai scherzando, spero..», la mia voce è perfettamente ferma, neanche una leggera inclinazione; sono fiera di me stessa.
«Perché se stai cercando di fare finire la colpa su di me, in un qualche modo contorto, ti avviso già da adesso che non funzionerà, io non ho colpa in questa storia e tu lo sai benissimo. Me ne sono andata perché ero sopraffatta da tutto quello che tu mi hai portata a fare. Trasferirmi in un barattolo di latta, ad esempio!», non riesco a credere di averlo detto davvero, mi sono liberata di un peso.
«Quel barattolo di latta, come lo chiami tu, era comunque un posto dove dormire! E se non ti andava perché l'hai fatto? Non eri costretta a seguirmi».
«Oddio, ma stiamo davvero affrontando questa conversazione? Hai davvero bisogno che io ti spieghi il motivo? Pensavo lo sapessi. Ti ho seguito, idiota, perché ti amo e volevo aiutarti a realizzare il tuo sogno, e sono stata io quella che si è dovuta abituare a tutto questo! NON TU! NON TU, IO! Io ho dovuto dormire in quel barattolo, io ho dovuto abbandonare tutto e tutti per te e tu non hai mai detto un "grazie"! Niente, ti comportavi come se tutto ti fosse dovuto! E.. e a me è andato bene, mi sono fatta andare bene tutto quanto..», lacrime di rabbia iniziarono a scorrermi sul viso, ma la voce continuava a restare ferma.. e alta, stavo praticamente urlando. «anche il tuo umore di merda quando tornavi a casa, ho cercato anche di capire il piccolo "incidente" con quella ragazza, ti ho compreso, perdonato, accettato e aiutato e tu cosa fai? Alla prima cosa che chiedo tu me la rinfacci! Perché? NON ME LO MERITO!».
«Kristen... io non avevo idea che tu ti sentissi così..», Robert sembra quasi caduto dalle nuvole.
«Come facevi a saperlo? Non mi hai mai chiesto niente! Tu stavi per i fatti tuoi e ti aspettavi da me che io mi comportassi come volevi tu e basta, volevi una ragazza quando tornavi a casa, volevi una con cui andare a letto quando ne avevi voglia, ma da quando abbiamo iniziato questa avventura sembra che tu ti sia dimenticato che qui siamo una coppia, che se facciamo una cosa la facciamo per entrambi, non solo per uno! NON SOLO PER TE!».
«Non lo sto facendo solo per me! Ma per noi! Per avere un futuro, un lavoro che ci permetta da andare da qualche parte.. era il mio sogno e tu lo sapevi, mi hai detto tu di inseguirlo».
«Ti ho detto di inseguire il tuo sogno NON DI DIMENTICARTI DI ME, di quello che abbiamo costruito insieme!», avevo il cuore che batteva a mille, sembrava che volesse uscire dalla gabbia toracica, una sensazione anche fin troppo familiare. Non voglio litigare con te, per favore non urlare... odio tutto questo. Vorrei solo che le lacrime smettessero di scendere giù dai miei occhi, rendendo la mia sfuriata più simile a una preghiera lagnosa.
«Amore, non mi sono dimenticato di te» - solleva una mano, come per accarezzarmi il viso...
«Si. Si, invece!» urlo, scostandomi dalla sua mano.
«NON MI DIMENTICHERÒ' MAI DI TE, come te lo devo dire? Ti amo, cazzo! Volevo solo.. VOLEVO SOLO RENDERTI FIERA DI ME, davvero!».
La porta del bagno si spalanca e Sam entra dentro di nuovo, fulminando con lo sguardo Robert, che tiene lo sguardo fisso su di me.
«Cosa succede qui? State urlando come dei pazzi. Non pensavo che l'avresti presa in questo modo, Robert, ti facevo più maturo, questo sicuramente non è il modo migliore per risolvere la faccenda..».
«Stanne fuori, Sam» - ma non si gira verso di lei, continua a fissare me.
«Stanne fuori? Kristen è la mia migliore amica e io le voglio stare vicino! Perché se tu non hai intenzione di prenderti le tue responsabilità di certo non la lascerò da sola a crescere un figlio» - per la prima volta da quando Sam è entrata nella stanza Robert si volta verso di lei, un espressione spaventata e confusa in viso.
«Di cosa cazzo stai parlando!?» le urla contro.
«Rob, non urlare.. per favore..» lo imploro, portandomi le mani sulla pancia, come per proteggere anche lei\lui dalle sue urla.
«Kristen, non gli hai ancora detto niente? Stavate urlando, io pensavo che..».
«No, io..».
«Ditemi di cosa state parlando, ADESSO!».
«Ti ho detto di non urlare» dico, cercando di superarlo per uscire dal bagno.
Robert mi afferra per il polso, fermandomi.
«Kristen, di cosa sta parlando la tua amica? Ha detto.. ha detto.. "figlio", dimmi che non è come penso.. amore, parlami, per favore» mi implora con gli occhi, mi sta praticamente chiedendo di mentirgli. Non lo vuole. Non vuole questo bambino e glielo si legge negli occhi e questo mi uccide. Mi uccide davvero. Più del fatto di essere incinta, la realtà nuda e cruda è che Robert questo bambino non lo vuole e questo fa' più male del fatto concreto di essere incinta.
«Cosa dovrei dirti?» - abbasso lo sguardo, incapace di guardarlo negli occhi e di dirgli quello che vuole sentirsi dire.
«Perché Sam ha detto "figlio"? Tu.. tu non sarai... Cristo santo, Kristen, alza lo sguardo e dimmi cosa cazzo sta succedendo prima che impazzisca del tutto!».
«Rob..», no, non ce la faccio.
Per fortuna interviene Sam che separa la mano di Robert dal mio polso e mi porta fuori, dove Tom guarda confuso tutte e due. Ma non facciamo in tempo a dire niente perché Robert ci raggiunge e dà un pugno al muro,
«Ecco perché vomitavi! Ecco perché stavi male, cazzo! DOVEVI DIRMELO!», i suoi occhi sembrano una tempesta in piena regola e fanno quasi paura.
Mi lascio cadere sul divano, Sam accanto a me che mi accarezza la schiena.
Mi prendo la testa fra le mani, cercando di non scoppiare a piangere.
«Mi dispiace! Non sapevo che fare.. non è facile neanche per me, Rob».
«Quindi ho ragione! Sei.. sei..».
«Ben svegliato» si intromette Sam, «si, è incinta, genio. Dillo, non ti uccide mica eh. Kristen è incinta e il bambino è tuo. Lei ha sedici anni, tu diciannove e siete nei casini, si. Ma non ce alcun bisogno di distruggere la casa!».
Cala il silenzio.
Io cerco di calmare il mio cuore che non ne vuole sapere.
Robert stringe i pugni dalla rabbia e dà un altro pugno al muro.
Tom guarda prima la sua ragazza, poi me e infine il suo amico, è probabilmente il più frastornato dei tre.


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«Kristen», la voce di Robert fa' quasi paura, «dimmi che non è vero.. tu non puoi.. non puoi, cazzo!».
«Non l'ho deciso io!» mi difendo.
«Lo so questo! Ma... vaffanculo, non è possibile» si porta una mano fra i capelli, frustrato e nervoso e anche incazzato. Con me? Con il.. bambino? Mi tremano le mani e le infilo nelle tasche della felpa per non farlo notare.
«Mi.. mi dispiace.. io.. io non volevo, non l'ho fatto apposta».
Sam mi abbraccia, facendomi appoggiare la testa sulla sua spalla e cullandomi come una bambina.
«Non è colpa tua, Kristen.. non è colpa di nessuno» - Robert però non sembra della stessa idea perché sbuffa e sembra parecchio scocciato, non sta fermo e inizia a muoversi per la stanza come un animale in gabbia.
«Io non sto dicendo che è colpa sua! Io non sto dicendo che è colpa di nessuno! Io sto dicendo che non sarebbe dovuto proprio succedere! Vi rendete conto di quello che vuol dire avere un figlio a questa età? I miei sogni sono rovinati, non avremo un futuro, saremo bloccati per sempre a "genitori adolescenti", non ci sarà nessuno che ci prenderà mai sul serio, non troverò un lavoro e moriremo di fame e..» - sentii Sam fremere accanto a me.
«Frena, frena, frena! Robert, cazzo stai dicendo? Non sai neanche di cosa stai parlando. Non è la fine del mondo, è soltanto che tu te la stai facendo addosso dalla paura, sei terrorizzato dall'idea di non farcela e questo ti paralizza e ti rende l'immagine che hai in testa del tuo futuro qualcosa di spaventoso e difficile da superare, ma ti posso assicurare che ne stai facendo un dramma senza nessun motivo valido».
«Io invece dico che tu non sei nella mia situazione e non puoi dire niente!!».
Tutte quelle urla mi mandavano al manicomio.
Mi stava venendo anche di nuovo voglia di vomitare.
E un gran mal di testa.
«La tua situazione!? La vostra situazione, coglione! C'è anche Kristen dentro! E' lei che ha dentro di sé tuo figlio, giusto per ricordartelo, idiota che non sei altro. Porca troia, ma ce la fai a capire che il mondo non gira tutto intorno a te e ai tuoi sogni e che Kristen ha abbandonato tutto per seguire a te e starti vicino e adesso tu la stai lasciando sola per una cosa che non è neanche colpa sua, ma di nessuno. La stai lasciando sola quando lei ha fatto di tutto per renderti felice!».
Non ce la facevo più.
Cercai di alzarmi ma la stanza aveva iniziato a girarmi tutta attorno, rendendomi impossibile restare in piedi.
L'ultima cosa che sentii fu l'urlo di Robert e le sue braccia che mi prendevano al volo prima che precipitassi sul pavimento.



Pov Robert




«Io dico di chiamare un dottore».
«Tom, sta zitto».
«Si, amore, per favore.. adesso non è proprio il momento..».
«E' svenuta da troppo tempo..».
«E' quello che sto dicendo, bisogna chiamare un dottore!».
«Tom, zitto! Rob, non preoccuparti, adesso si sveglia, ha solo bisogno di dormire» - Sam mi spinge via, restando al fianco di Kristen, che è sdraiata sul letto della stanza che occupa a casa di Cameron. Mi chiedo quando tornerà a casa, come reagirà a trovare sua sorella svenuta e sopratutto mi chiedo se lui sappia già che Kristen è... avanti, dillo, mi sprono, ma proprio non ci riesco. Non può essere. Non può essere vero, è una cosa assurda e una parte di me vorrebbe scappare via in questo preciso istante, scappare a gambe levate e nascondermi da qualche parte. Non sono in grado di prendermi cura di un bambino! Non so prendermi cura di me stesso, né di Kristen, come farò con un piccolo esserino che ha bisogno di tutte le attenzioni di questo mondo? Non sono in grado. Finirò solo con il rovinare tutto, un'altra volta, l'ennesima volta, ma stavolta non è una cosa sciocca, non è più una semplice cotta o un litigio, qui si parla di un bambino, un essere con un'anima, un cuore, gambe, braccia e un futuro che dipenderà interamente dalle decisioni di me e Kristen.
Mi alzo dal letto e vado a sedermi su una sedia in un angolo.
Mi prendo la testa fra le mani, mi sta per scoppiare il cervello, me lo sento.
La voce di Sam, quando mi parla, è terribilmente seria e fredda. «Non azzardarti ad abbandonarla» mi minaccia.
Sollevo a malapena il viso verso di lei.
«Non sono pronto» dico.
Tom mi dà una pacca sulla spalla.
«Kristen è una brava ragazza, amico, e tu la ami. Questo.. questo è solo un modo per dimostrarle quanto ci tieni a lei, tutto qui. Io e Sam non andiamo da nessuna parte, proveremo ad aiutarti..».
«Io non "provo" a fare proprio un bel niente» lo corregge Sam, «io non mi muovo da qui, non ho nessuna intenzione di lasciare sola Kristen, non adesso. Robert, spero che tu abbia intenzione di fare lo stesso, perché questo bambino è tuo e ha bisogno di un padre presente, di qualcuno che voglia bene a lui e a sua madre».
«Io amo Kristen...» dico, più a me stesso che a Sam, ma lei annuisce lo stesso.
«Lo so. Ma si vede da un chilometro che vorresti scappare via a gambe levate e questo non la aiuterà a sentirsi meglio..».
«E' che..», mi alzo dalla sedia, non riesco più a stare seduto - ho bisogno di muovermi, di fare qualcosa, non sopporto di starmene con le mani in mano - «non voglio diventare padre, non ora. Decisamente no».
«Di cosa cazzo hai paura, Robert!?» mi urla contro Sam.
«Non sono pronto! Sono troppo giovane!».
«Anche lei lo è! E' una cosa che va' affrontata in coppia!».
«Come faccio ad affrontare questa cosa se ne sono completamente terrorizzato?».
«Lo fai. Lo fai perché devi farlo. Lo fai perché non puoi lasciarla sola dopo tutto quello che lei ha fatto per te senza mai chiederti niente in cambio» - e le sue parole sono come una coltellata, perché sono vere. Ha ragione, ha fottutamente ragione: Kristen ha sempre fatto tutto quello che poteva per me, senza mai lamentarsi, senza mai opporsi anche davanti alle cose più assurde, sempre e solo per me, perché mi ama e me lo dimostra ogni giorno e io adesso non posso abbandonarla e lasciarla sola, perché sarebbe da codardi.
Ma il punto è che io sono un codardo.



Pov Kristen




Quando riapro gli occhi la prima cosa che vedo è Sam, seduta accanto a me che mi tiene per mano e accenna un sorriso quando vede che apro gli occhi.
«Ben svegliata, dormigliona. Pensavo che volessi prenderti una settimana di pausa».
Cerco di mettermi a sedere e Sam subito mi aiuta.
«Credo di essere svenuta..».
«Wow, deduzione interessante, genio» mi prende in giro, sistemandomi il cuscino dietro la schiena.
Decido di ignorarla.
«Dov'è Robert?» chiedo.
Sam sembra a disagio mentre mi risponde.
«Oh lui.. uhm, è andato a prepararsi un caffè».
«Robert non beve mai caffè» dico, «Lui è inglese, beve thé o camomilla, se proprio non c'è altro».
«Be', oggi ha ricevuto una bella botta, io dico che gli serviva una dose di caffeina».
Ah..
E' vero.
Mi tocco la pancia e Sam lo nota.
Nessuna delle due riesce a dire niente per un po'.
E' Sam la prima a cedere.
«Devi solo dargli tempo, si abituerà all'idea».
«Sam, anche io ho paura, non è solo lui... insomma, un bambino! Non ho neanche diciassette anni, cazzo..».
«Ma non sei sola, ricordati questo».
«So di avere te.. e Tom, e Marcus e la mia famiglia - quando lo saprà - ma, Sam.. lui.. lui è l'unico ragazzo che io abbia mai amato e che mai amerò, voglio lui nella mia vita.. non puoi capire quanto io abbia bisogno di lui. Mi ha aperto il cuore e l'ha riempito, è una cosa strana da dire ma è così e ho bisogno di lui per farcela. Non posso farcela senza di lui...», non piangere, non piangere, non piangere.
Sam mi abbraccia all'improvviso, gettandoci completamente sul letto entrambe.
«Andrà tutto bene, Kristen, te lo prometto. Dobbiamo solo.. devi solo trovare un nuovo equilibro e cercare di calmare sia te che Robert.. non è orribile come sembra, te l'ho già detto».
Annuisco, anche se poco convinta.
Restiamo a letto per un po', in silenzio.
Ho solo bisogno di prendere coraggio per parlare con Robert.
«Uhm, io vado a vedere che fine ha fatto Tom.. tu.. vai...?».
«Non lo so, Sam.. si, credo che.. uff, si, vado a parlare con Robert» - mi alzo ed esco dalla stanza per andare in soggiorno, mentre Sam va' in cucina dove sento Tom parlare con qualcuno, probabilmente Marcus.
Robert è seduto sul divano.
Ha la testa fra le mani e sembra borbottare qualcosa fra sé.
Le spalle basse, il piede che batte sul pavimento, gli danno un'aria davvero tormentata che mi spezza il cuore.
E' colpa tua se è così, solo tua.
Cerco di mandare via quel pensiero e do un colpo di tosse per farmi sentire.
Robert si gira di scatto verso di me, sorpreso - almeno pare - di vedermi lì, in piedi, accanto alla porta. 
«C..ciao, pensavo che stessi ancora dormendo.. cioè, svenuta... comunque, come ti senti adesso?», ma sembra chilometri distante da me, non è davvero interessato a come sto e si vede e questo mi ferisce. Ho già perso tutto?
«Ora meglio, grazie..».
«Ne sono felice...».
«Rob..», non posso più starmene zitta, ho bisogno di sapere, «devi dirmi qualcosa?».
«No», si gira dall'altra parte, tornando a tenersi la testa come un bambino spaventato, «niente».
«Non puoi non dire niente».
«Non ho niente da dire, Kristen. Cosa dovrei dire?».
Gli occhi mi diventano lucidi.
«Che non mi lascerai sola, ad esempio...» - continuo a guardarlo ma fisso la sua schiena perché lui non sta guardando me.
«Non posso prometterti niente.. io.. io non voglio questo bambino!» sbotta, incenerendomi con uno sguardo truce.
Bam, uno schiaffo al mio cuore.
Ecco, ci siamo. L'ha detto. Non posso più fare finta di niente, le mie previsioni pessimiste e catastrofiche si sono avverate e ora ho davanti la verità che avevo previsto, più crudele di quanto pensassi. Non lo vuole. Robert non vuole questo bambino e io non posso costringerlo a fare niente perché sarebbe anche peggio; ma da sola io non posso farcela, impazzirei.
«Te ne andrai?» chiedo, ormai in lacrime.
La sua espressione si addolcisce un po'.
«No.. no. Io ho solo bisogno di tempo per pensare..», si passa una mano fra i capelli, un gesto che vorrei fare io ma adesso ho le mani ghiacciate e il corpo paralizzato.
Mi porto una mano sulla pancia, accarezzandola.
«Okay..».
«Kris, io non sono pronto per fare il padre.. penso che lo sappia anche tu».
«Neanche io lo sono per fare la madre...».
Silenzio. Poi una sola parola manda tutto in rovina.
«Abortisci».
«C..cosa?» balbetto. Dimmi che ho sentito male, ti prego, dimmi che non l'ha detto sul serio...
«Abortisci» ripete, «se tu non sei pronta e io neanche, nessuno ci obbliga a tenerlo» - il bello, è che mi guarda negli occhi mentre lo dice e invece non riesco a ricambiare il suo sguardo e i miei occhi vengono presto appannati da altre lacrime.
«Non.. non puoi dire sul serio...» balbetto.
«Era un'idea.. non puoi scartarla senza averci prima pensato seriamente, Kristen. Io non ho le basi.. non ho mai avuto.. un padre come quello che hai avuto tu, mio padre era un coglione, un pezzo di merda che non mi ha di certo lasciato un bel ricordo della figura paterna, non puoi pretendere che io salti dalla gioia a diventare come lui».
«Non diventerai come lui!».
«Non prendermi in giro.. certo che sarò come lui».
Uccido a falcate la distanza che ci separa e mi metto davanti a lui, inginocchiandomi sul pavimento per poterlo guardare negli occhi.
«Tu non sarai come lui, ne sono certa. So che hai.. paura, ce ne ho anche io, sono terrorizzata!» gli prendo il viso fra le mani e vedo che anche i suoi occhi sono lucidi. «Ma che succederebbe se fra dieci anni ci guardassimo indietro e pensassimo "che idioti che siamo stati, avremmo potuto avere un bel bambino e invece.. niente", che dici? Io.. io non dico che saremo i genitori migliori del mondo, commetteremo errori ma tutti lo fanno... io non voglio guardarmi indietro e pensare di aver commesso un errore solo per paura. Ho vissuto nella paura tutta la mia vita, Rob..» - sollevo una mano e gli accarezzo il viso, non si è fatto la barba questa mattina.
«Kristen, no..», scosta gentilmente la mia mano, posandola sul suo ginocchio.
«No, cosa? Robert, ascoltami..».
«Non sono pronto. Non ti sto costringendo a prendere una decisione, ti sto solo dicendo che io non sono pronto a diventare padre... e non so neanche se voglio esserlo, almeno non adesso».
«Ma..».
«Non sto neanche dicendo che ti lascerò sola, amore mio», mi prende per mano e mi fa' sollevare per poi farmi sedere sulle sue ginocchia, per poi cullarmi come un neonato - un neonato, aw.. - «non voglio lasciarti sola ad affrontare una.. cosa del genere, farò quello che posso per essere di supporto.. proverò a.. ad abituarmi all'idea ma tu ricordati come la penso».
Mi appoggio alla sua spalla, accucciandomi contro il suo petto.
«Finirai con l'odiarmi..» dico, aggrappandomi alla sua maglietta e piangendo contro il suo petto. Robert mi bacia la fronte e mi accarezza i capelli per calmarmi.
«Non ti odierò mai, neanche se deciderai di portare a termine questa.. questa..».
«... gravidanza, Rob» finisco per lui.
«Si... neanche in quel caso, amore».




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alloooooora;
mmmh.
questo capitolo è davvero... non so se dire "pesante" o "palloso" o "terribilmente deprimente" ma penso che sceglierò l'ultima opzione
e penso che anche voi sarete d'accordo con me, per una volta!
giusto per chiarire: robert non ha "accettato" di diventare padre anche
se ha abbracciato kristen e l'ha messa sulle sue ginocchia, ha solo scelto di non farla
preoccupare - per ora - e non continuare a litigare.
perché robert - ora - non vuole diventare padre, chiaro?
kristen è piccola ma al contrario di robert invece.. diciamo che è più disponibile all'idea di avere un bel pancione! <3
spero che questo capitolo vi sia piaciuto e visto che è un po' lungo vorrei tante recensioni lunghe
con tutti i vostri momenti preferiti e cosa ne pensate e cosa avete provato leggendo,
come piace a me c:
vi voglio bene,
alla prossima <3


   
 
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