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Autore: chi_lamed    17/12/2012    5 recensioni
“Eppure”, pensò Luke,“c’è del buono in lui”. Esisteva, lo percepiva come una debole fiammella in balia di un uragano, come qualcosa di fragile e palpitante, ma c’era e poteva fare la differenza tra la salvezza e la perdizione, tra la vita e la morte.
Come rispondendo ad un muto richiamo, Darth Vader smise di guardare davanti a sé, cercando gli occhi del figlio.

Qualche pensiero di Luke, dal momento in cui viene portato sulla Morte Nera, agli ultimi attimi accanto a suo padre.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anakin Skywalker/Darth Vader, Luke Skywalker, Palpatine/Darth Sidious
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Padre
 
Sabbia.
Ovunque.
Intorno a lui, sotto di lui, tra le sue mani.
Negli occhi il riverbero aranciato del tramonto dei due soli di Tatooine.
La mente, invece, lontana anni-luce dal quel pianeta ai margini della Galassia.
Con una calma quasi esasperante aveva sollevato un pugno, allargando poi le dita, quasi impercettibilmente. Prima qualche granello, poi sempre più numerosi. Avevano preso tutti a danzare nell’aria, trasportati dalla lieve brezza che giungeva dal deserto sempre verso quell’ora.
E nessuna espressione sul volto. Nessuna.
Stava diventando sempre più bravo a controllare le proprie emozioni. Yoda avrebbe annuito compiaciuto.
Ancora sabbia, ancora brezza, ancora calma. Ed intanto la notte era scesa, presentandosi con il suo manto adorno di stelle.
Una sola parola nella mente, da ore, giorni, settimane.
Mesi.
Era vera?
Un altro tuffo della mano destra, a smuovere la sabbia fredda, quella più in profondità. E le sensazioni, ancora inaspettate dopo tutto quel tempo, che provenivano dall’arto artificiale. Gli mancava la sua vera mano.
Non era la sola ad essere caduta nel nulla, irrimediabilmente perduta.
Se ne era andata anche la sua giovinezza spensierata, carica di sogni e progetti: era stata tranciata di netto da una rivelazione inaspettata e quasi impossibile da credere.
Quasi.
I ruvidi granelli avevano ripreso a scorrergli tra le dita.
Il tempo stava facendo altrettanto, inesorabile.
Prima o poi sarebbe arrivato il momento della verità.
 
«Luke.»
«Padre.»
«Figlio.»
 
Illuso.
Il momento della verità era già arrivato da un pezzo, ignorarlo non lo avrebbe aiutato affatto.
Quel richiamo echeggiato nella mente durante la fuga da Bespin era bastato a sgretolare ogni certezza precedente ed ogni rifiuto che aveva opposto appeso sull’orlo di un baratro, disarmato e ferito.
Senza più forze nemmeno per pensare, aveva lasciato che la risposta fiorisse sulle sue labbra prima ancora che nella mente.
 
Padre.
 
Niente più sabbia da raccogliere.
Niente più notte, niente più deserto, niente più stelle.
Solo silenzio.
 
«Padre.»
 
Lo aveva detto con un filo di voce, quasi temendo di essere udito dal vento.
Suonava strana nella sua bocca, quella parola. Come se la lingua e le labbra non fossero mai state abituate a pronunciarla, come se stessero compiendo un movimento a loro ignoto.
 
 


Luke sbatté le palpebre più volte, tornando alla realtà.
Della furia cieca che lo aveva pervaso fino a qualche attimo prima rimanevano un cuore che batteva all’impazzata ed un respiro accelerato.
Per la terza volta in pochi minuti, stava osservando suo padre dall’alto in basso.
 
Padre.
 
Quante volte lo aveva detto, in quella sala del trono?
Gli ci era voluto un intero anno per abituarsi, anche se la vera vittoria l’aveva ottenuta il giorno prima, quando aveva chiamato Darth Vader con il suo vero nome.
Quando lo aveva chiamato “padre” senza abbassare lo sguardo.
 
Calmò il respiro e la mente, lasciando che l’ira si dissolvesse come una nuvola di vapore sotto i due soli in pieno giorno.
L’Imperatore gli stava dicendo qualcosa, ma lui aveva occhi solamente per il braccio destro di Darth Vader e per un arto che non c’era più.
Proprio come il suo.
Uguali anche in quello.
 
Steso a terra, suo padre stava in silenzio, aspettando il colpo di grazia.
Il luccichio verde della spada laser del ragazzo si rifletté sul nero lucido della maschera del potente Sith appena sconfitto.
Quella maschera che non incuteva alcuna paura, ma solo pietà.

Davvero non c’era alcun motivo di proseguire.
Luke spense la propria arma e la gettò lontano, davanti all’Imperatore.

 
Padre.
 
Sconosciuto, desiderato, ritrovato.
Odiato.
 
E, alla fine, amato.
La debole fiammella di bene non s’era spenta, palpitava ancora. Era solo in attesa di essere liberata.
 
«Avete fallito, altezza.» Luke sputò quell’appellativo con tutto il disprezzo possibile. «Sono uno jedi, come mio padre prima di me
 
Mai, come prima d’allora, andò orgoglioso d’essere figlio.


 
***

Angolino autrice: sì lo so, i miei aggiornamenti ormai hanno tempi biblici. Ma mi servono tempo e serenità per scrivere non dico bene, ma almeno in maniera decente e a quanto pare sia l'uno che l'altra latitano parecchio in questo periodo.
Sono riuscita a rimanere IC?
Spero tanto di sì, perchè è quel che più mi preme.
Come sempre, le recensioni sono gradite, anche le critiche costruttive riguardo stile, trama e metodo narrativo.
Chiara
  
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