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Autore: vanessa M    17/12/2012    0 recensioni
un incontro casuale fu quello che segnò le vite della dolce Hope e del tormentato josh.
Soldato del corpo dei marines lui,con alle spalle un passato tortuoso, e ragazza di buona famiglia lei, due caratteri a confronto, due personalità differenti, arroganza e freddezza contro sensibilità e tenerezza; ed una guerra, quella in Iraq, che cambierà per sempre la loro esistenza...
Genere: Drammatico, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sentìvo il cuore battermi in petto come fosse un martello pneumatico, Josh era tornato, ma non come avrei voluto, ben si ferito su di un letto d'ospedale a soffrire come un cane, pensai che se solo mi avesse vista, mi avrebbe certamente urlato contro e mandata via, sapevo per certo l'avrebbe fatto, ma non mi importava, tutto ciò che desideravo in quell'istante era correre da lui.

In fretta e in furia preparai le valige, presi con me tutto il necessario, avrei trascorso quel tempo sola in casa nel villino al mare, questo da una parte mi intimoriva tanto quanto mi rendeva inquieta, avrei certamente temuto, ma avrei dovuto superare la cosa da persona adulta, prima o poi i tempi duri sarebbero arrivati per tutti, persino per me.

Giostrai una scusa fortemente credibile ai mie, spiegando loro la necessità di un posto tranquillo e privo di caos che potesse garantire a me e la mia amica un ottimana preparazione per uno dei tanti esami che avremmo dovuto affrontare durante il penultimo sememstre, e ciò mi fece sentire una carogna per aver mentito loro così indegnamente, ma non avrei avuto altro modo se non quello per potermi allontanare, se un giorno l'avessero scoperto, sarebbero stati per me guai seri.

Guidai per tutto il giorno arrivando in casa a notte fonda, mi sentivo stremata ed insonnolita, la mattina seguente avrei dovuto affrontare un giorno ansioso e carico di tensioni, con la raccomandazione del tenete Garner avrei ottenuto un pass speciale che mi avrebbe garantito il diritto di entrata e uscita all'interno della basa, un qualcosa che sarebbe stato per me estremante necessario se avessi voluto restare accanto a Josh durante quei giorni di agonia, e sperando potesse apprezzare la mia presenza, insomma eranao tante le cose che mi auguravo,per il meglio si intende, anche se in cuor mio sapevo che tutto questo non sarebbe stato di certo una passeggiata.

< Signorina Ackles, la prego di non far domande azzardate o inappropriate riguardo l'incidente subito dal tenente, potrebbe turbarlo, e questo è ciò che tutti noi non vorremmo che accadesse, credo adesso stia riposando, perciò rispetti i suoi tempi ed attenda che apra gli occhi senza che sia lei a svegliarlo, è uscito dal coma farmacologico solamente ieri pomeriggio,ed è ancora molto debole e insatibele, adesso prego, si accomidi e si sieda, se ha bisogno di qualcosa suoni pure il campanello, saremo certamente a vostra disposizione, per qualsiasi cosa. >

Quando entrai nella stanza mi si smorzò il respiro, Josh era la, disteso supino con gli occhi chiusi e le braccia distese sui fianchi, un aflebo per ogni braccio, il viso ferito, la spalla e l'addome fasciato, se ne stava immobile come se nulla fosse accaduto, pareva dormisse di un sonno puro e tranquillo, mentre tutto ciò era l'estremo contrrio, avrei voluto toccarlo, ma temetti, così mi adagia sulla poltroncina tirandomi su le ginocchia, rimasi per ore senza che lui desse cenni di svegliarsi, sin quando il sonno e la stanchezza non prevalsero persino su di me facendomi catapultare in un sonno privo di sogni.

< Hope >  In una strana sensazione di torpore sentii qualcuno chiamare il mio nome.

< avanti svegliati >

Quando finalmente aprii gli occhi, Josh era li, mi osservava con sguardo sofferente, ma vispo.

< Che diavolo ci fai qui ? >

< un uccellino mi ha detto cosa fosse accaduto, ed eccomi qua > risposi assonata

< allora credo sia necessario ucciderlo > disse voltandosi

< non so quanto ti convenga, potrebbe essere una persona a te molto cara > risposi a bassa voce

< immagino >

< come stai Josh > dissi cambiando tono, e facendomi più seria

< ferito e dolorante, ma vivo >

< Grazie a Dio > aggiunsi di rimando

< Già, grazie a lui >

< il dottore ha detto che dovrai affrontare una lunga convalescienza, ma che andrà tutto per il meglio >

egli fece un leggero risolino < sei venuta qui a farmi da karma ? oppure da babysitter >

< Dio Josh >

< Non ho mai espresso il volere di qualcuno che mi facesse da sostegno o venisse a trovarmi in ospedale, non ho bisogno di niente Hope >

< sapevo che l'avresti detto, so che non sei stato tu a richiedere tali attenzioni, mi è semplicemente stato chiesto, ed io mi sono sentita in dovere di farlo >

< Andiamo, ti sei sentita in dovere di farlo? > fece sarcastico < eppure non ti sei mai sentita nemmeno un pò, come dire, evitata? non ho risposto nemmeno ad una delle tue lettere Hope, perchè dovresti aiutarmi >

< Non ho mai chiesto niente Josh, nemmeno che tu mi rispondessi, non era obbligatorio e tantomeno necessario, sapevo non l'avresti fatto, ma non importa, non rimpiango nulla >

< Come sei coraggiosa ragazzina, una vera martire disposta a scivere ad un soldato in guerra stronzate su stronzare per poterlo distrare da bombe, attentati, ed esplosioni, dovrebbero darti una medaglia >

< E' inutile che tenti di intaccare la mia sensibilità, ormai so che con le parole offensive se non peggio, odiose, vai forte, ma non preoccuparti, me le farò scivolare addosso >

< Questo è un bene perchè non ti risparmierò > rispose serio.

< Allora fa come meglio credi, non è un mio problema, perchè quello disteso su di un letto d'ospedale agonizzande di dolere sei tu, non io, potrai sfogarti come meglio vorrai >

< Non ti conviene sfidarmi Hope >

< altrimenti se non dovessero bastarti le parole a cosa passeresti eh? alle mani? oh be dimenticavo > risposi ironica < già fatto, pensa un pò che destino amaro Signor Tenente >

I nostri sguardi si unirono intensamente come due braci ardenti, il suo viso costantemente attraversato da impercettibili ma evidenti sforfie di dolore, non lasciava trapelare alcuna minima emozione, mi chiedevo come facesse, con così tanta sofferenza era capace di nascondere qualsiasi cosa, il suo orgoglio era profondo come l'abisso inesplorato. Mi destai di soprassalto quando i medici entrarono nella stanza, domandarono a Josh come si sentisse, e poco dopo, mi chiesero se fossi così cortese da lasciarli soli, così feci, uscii e me ne andai a prendere un acaffè, stetti seduta per un tempo interminabile in sala d'attesa, per poi reincamminarmi verso la stanza dove avevo lasciato il cappotto.

< Pensavo saresti rimasta a dormire,e invece te ne vai, sono scandalizzato >

< Fa poco il simpatico Josh, so che avresti voluto > risposi punzecchiandolo Egli rise debolmente

< Non sai quanto Hope >

Andai via senza nemmeno rivolgergli uno sguardo, sarebbero stati giorni realmente tortuosi, il suo veleno era persino più potente di quello di un cobra, continuavo a domandarmi se ciò che stavo facendo era realmente la cosa giusta.

La mattina seguente durante l'ora di pranzo, lo trovai intendo ad osservare un vassoio di cibo,immaginai avesse rifiutato l'aiuto di qualcuno che si fosse proposto di impoccarlo, così decisi di sbirciare dalla fessura della porta, il solo sollevare entrambe le braccia gli causava un dolore tale da far si che si rannicchiasse su se stesso come fosse per lui una sorta di protezione, non avrebbe dovuto, così facendo si sarebbe certamente strappato via i punti.

< Perchè per una volta tanto non metti via quel maledetto orgoglio, e ti fai aiutare? così strapperai tutti i punti >

< Ho subìto traumi ben peggiori in passato, devo solamente sollevare una forchetta >

< allora fa pure, io me ne starò qua buona a sfogliare un giornale, buon appetito >

Così mi accomodai sulla poltroncina evitandolo totalemnte, man mano che passava il tempo però mi accorsi che il cibo presente sul piatto non era stato quasi del tutto consumato, e peggio ancora una macchia di sangue aveva iniziato ad espandersi sulla spalla e sulla parte bassa dell'addome.

< Josh, il sangue > egli non rispose, continuò a guardare dritto verso la parete difronte. Nel frattempo mi porsi verso la parete opposta, suonando ripetutamente il campanello, in breve tempo due medici arrivarono rendendosi conto di cosa fosse accaduto, uno di essi prima che Josh fosse portato via in sala medicazione, mi prese da parte tentando di potermi parlare su ciò che fosse necessario fare nei confronti Josh.

< Signorina, qui tutti siamo alcorrente del forte carattere del Tenente Shrider, ma per una volta tanto deve fare ciò che noi gli chiediamo, ne va della sua stessa salute, non può fare movimenti azzardati, è ancora molto debole, deve aiutarci a farlo ragionare a riguardo >

< Lo so bene Dottore, io non le prometto niente, ma ci proverò, ho dato la mia parola al Tenente Garner che l'avrei aiutato, e sin quando la forza di volontà me lo permetterà, lo farò >

< Bene, adesso se non le diaspiace la dovrei lasciare, provi a farlo mangiare, ma stavolta sia lei ad aiutarlo, almeno ci provi >

< tenterò Dottor Shepard >

Passò più di un ora prima che Josh tornasse disteso su di una barella, con attenzione lo riadagiarono sul letto, e prontamente un'infermiera arrivò con dell'altro cibo caldo, per poi lasciarci soli in totale silenzio.

Con fare naturale, accostai la poltroncina al letto, mi sistemai, presi in mano la forchetta e la protesi verso la sua bocca.

< Il dottore mi ha fermamente raccomandata di non permetterti di fare movimenti bruschi, adesso apri la bocca per favore >

ma josh continuava a star zitto senza nemmeno degnarmi di uno sguardo

< Josh, non so a cosa tu stia pensando,o cosa tu ti sia messo in testa, probabilemente questo per te sarà umiliante, ma da un Tenente del corpo dei Marines ci si aspetta molta più maturità di così, hai tentato, hai sforzato e non ce l'hai fatta, le tue intenzioni sono per caso quelle di strapparti ripetutamente i punti per dare adito al tuo fottuto orgoglio? allora fai pure, ma non so quando tornerai sano e forte in servizio, o in chissà quale maledetto posto se continuerai di questo passo, ti stai comportando da cafone immaturo >

< Fantastico, persino la ramanzina da una donna > rispose voltandosi a guardarmi < cosa potrebbe esserci di meglio nella vita>

< Bè non ne ho idea, apri la bocca adesso> Ma Josh non lo fece.

< Non mi farò imboccare come un fottuto storpio, meglio il digiuno >

< Ed allora così sia > presi il vassoio e lo portai via, stetti fuori per un bel pò di tempo, rientrai che ormai si era fatto tardi, il pomeriggio aveva lascito posto alla sera.

Trovai Josh addormentato col viso rivolto verso l'entrata, guardarlo dormire era piacevole, i suoi tratti anche se lievemente ammaccati e segnati da piccole cicatrici, erano affascinanti, persino la curva della sua mandibola era attraente, se non fosse stato per il ragazzo che era, in quanto a bellezza non avrebbe dovuto invidiare nessuno.

A differenza della sera prima però, il sonno non parve volersi dimostrare così tranquillo, improvvisamente cominciò ad agitarsi fortemente farfugliando cose estremamente incomprensibili, se avesse continuato così, si sarebbe strappato nuovamente i punti. Mi fiondai sul letto poggiando le mie mani delicatamente sul suo petto, mi sedetti sul bordo del letto cercando di svegliarlo il più morbidamente possibile.

< Josh svegliati, avanti apri gli occhi > Di scatto una sua mano si strinse sul mio polso, era sudato, goccioline di sudore gli grondavano dalla fronte.

< Stavi facendo un brutto sogno >

Egli si puntò sui mie occhi senza però lasciarmi il braccio, mi chinai verso il carrellino posto difianco al letto e tirai su un pacchettino di salviettine umide, ne estrassi una e senza chiedergli il permesso, gliela passai sulla fronte e sul viso, per poi scendere piano verso il collo umido, non proferì parola, se lo fece fare come se fosse una cosa necessaria. Quando ebbi finito, lo asciugai attentamente.

< ti ho portato una barretta di cioccolato, quella con dentro il caramello e gli arachidi >

Gliela sbuccia e gliela porsi, gli diede un morso e poi un altro, la finì in silenzio senza rivolgermi la parola

< Adesso devo andare, si è fatto tari >

< Buona notte Hope > presi le mie cose e mi avviai verso l'uscita.

< Notte Josh, dormi bene >
  
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