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Autore: Black Fullmoon    17/12/2012    2 recensioni
Sherlock è morto cadendo dal tetto del Bart. Questa è una cosa che John sa e che tutti sanno e ormai non mettono più molto in discussione. Ma Sherlock non è tipo da morire e sparire da questo mondo. In fondo il corpo è solo un mezzo di trasporto di cui puoi anche fare a meno.
Genere: Comico, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: John Watson , Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Ripetimi cos'è successo John per favore - chiese Mycroft seduto su una poltrona del 221b. John si mosse leggermente sulla sua. Mycroft era inquietante quando faceva così.
- Quell'uomo mi ha minacciato, così io gli sono corso dietro e quello mi ha puntato una pistola. Abbiamo lottato e gli ho sparato per errore, poi ti ho chiamato - disse John per la terza volta nel giro di un'ora e mezza.
- Ascoltami John - sospirò Mycroft - Non dubito che quell'uomo fosse un rischio per te. È in effetti risultato essere ricercato in dodici stati. Ma la tua storia fa acqua -
- Perché? -
- Intanto era addestrato. Senza offesa John, ma da tre anni fa tu hai perso un po' di massa muscolare e capacità atletiche in generale, non avevi molte probabilità di batterlo. Non ci sono segni di lotta né su di te né su di lui. Questi e altri piccoli segni come il tuo linguaggio corporeo mi dicono che stai mentendo. Non sei mai stato un buon bugiardo, lo sai vero? - spiegò Mycroft. John deglutì. Perché non poteva essere Sherlock l'unico genio osservatore di quella famiglia? John si guardò le mani. Va bene, doveva giocarsela.
- Senti Mycroft, mi spiace dirtelo ma non posso dirti tutto - disse John guardando l'altro negli occhi. L'espressione di Mycroft si indurì.
- Non posso aiutarla se lei non è sincero con me, Dottor Watson - mormorò. John notò il cambio di persona. Mycroft era irritato. Mycroft irritato può essere pericoloso. Il pensiero fu come un interruttore per portare la parte soldato incosciente di John a galla.
- Ne avevo il sospetto Mycroft. La cosa non cambia che io non ti possa dire niente - John si sdraiò meglio sullo schienale della poltrona.
- Le conviene dirmelo -
- Altrimenti? -
- Dottor Watson. Io non ce l'ho con lei. Lei è stato il migliore amico di mio fratello e ha sempre cercato di stare con lui nonostante il suo carattere intrattabile. Ho molti motivi per rispettarla, ma se lei si ostina a fare così mi vedrò costretto ad usare metodi più drastici per convincerla - John emise una specie di ringhio.
- Sono terrorizzato Mycroft - i due uomini si fissarono negli occhi con espressione omicida. Tra loro non correva proprio buon sangue in quel periodo. Anche se si comportavano educatamente e civilmente, entrambi sapevano che John non aveva perdonato a Mycroft di aver messo Sherlock a caccia di Moriarty portandolo alla morte e Mycroft non aveva perdonato a John di non essere riuscito ad impedire a Sherlock di saltare. La differenza era che John aveva passato anni a incolpare se stesso e ora anche se sapeva che Sherlock stava "bene" non si era ancora perdonato; mentre Mycroft tendeva a non attribuire molta colpa a se stesso.
- Cosa vogliamo fare Dottor Watson? Stare qua a fissarci male o trovare una maniera più o meno convenzionale perché lei mi dica la verità? - domandò Mycroft. Prima che John dicesse niente però un libro cadde misteriosamente da un ripiano e sfidando ogni legge fisica e di probabilità colpì con precisione una nuca a due metri dal mobile da cui era caduto. Mycroft emise un gemito e si voltò.
- Hai dei problemi in fisica delle particelle Mycroft? - chiese John divertito guardando il libro per terra.
- Che diamine... - il cellulare di Mycroft prese a suonare. L'uomo lo tirò fuori e aggrottò le sopracciglia guardando il messaggio. John si sporse un po' per vedere il numero e il contenuto. Non c'era. Vide invece una sequenza di lettere. "URFATSH"
- Bel numero - commentò John. Mycroft gli lanciò un'occhiataccia.
- Perdonami John, ma devo andare. Continueremo la conversazione un'altra volta - salutò educatamente Mycroft alzandosi e uscendo. Appena se ne fu andato John si guardò in giro.
- Lo so che eri tu -
- Chi altro avrebbe potuto essere? - chiese Sherlock diventando semi visibile sul divano - Tornerà a rompere ma per un po' sei salvo. Hai visto la sua faccia? -
- Certo. Ma cos'era quel messaggio? - chiese John. Sherlock sospirò.
- John, ho visto cadaveri con capacità cerebrali più rapide delle tue. "yoU aRe FAT by Sherlock Holmes" - spiegò Sherlock. John scoppiò a ridere come un idiota.







Ciao! Scusate per il ritardo ma ho piccoli problemi tra computer e internet e ho un po' di ritardo. Non prendetevela troppo per la litigata, avevo solo voglia di far tormentare Mycroft a Sherlock. Bye!
  
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