Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: phoenix_esmeralda    18/12/2012    2 recensioni
Amore e Morte vagano per la città compiendo il loro dovere, mentre Giada, diciottenne vanitosa e viziata, si illude di poter godere delle vacanze estive appena iniziate. Ma strane cose iniziano ad accadere e bene presto la sua vita prenderà una piega completamente diversa...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 4
 

 

 
- …tre…e quattro.
Uno sbuffo d’aria calda picchiò sul volto di Giada, soffocandole per un istante il respiro in gola. Sbatté le palpebre, accecata da una luce violenta e solo dopo una manciata di secondi tornò a vedere normalmente.
Incredibile!
In un angolo della sua mente, non l’ aveva mai creduto possibile.
C’era sabbia sotto ai suoi piedi, sabbia intorno a lei, dune di sabbia accavallate, fin dove i suoi occhi potevano vedere.
E un sole impietosamente abbagliante, conficcato nel bel mezzo di un cielo blu cobalto.
Si volse a guardare gli altri e colse sui loro volti il suo stesso, fugace, sbalordimento.
- Tutto questo è nel mio corridoio? – domandò, giusto per dar voce in qualche modo al suo smarrimento.
- Si sovrappone al tuo corridoio! – precisò Kirk.
- Stupefacente! – Raf iniziava a mostrare i primi segni del suo fanatico spirito avventuriero.
- Possiamo incamminarci – annunciò tranquillamente Kirk – Non siamo lontani dalla fine del deserto. Dopodomani mattina, probabilmente ne usciremo.
- Allora partiamo! – fece Giada, muovendo i primi passi con decisione. Ma si accorse subito che l’impresa le avrebbe consumato più energie del previsto.
La sabbia sotto i suoi piedi si disponeva in forme mutevoli che ostacolavano le sue capacità di equilibrio.
Indossava scarponcini da montagna, calzoni di lino beige e una maglia di cotone  bianca, a maniche lunghe. E una largo cappello sprimacciato in testa, simile a un ombrellino senza manico.
Giada cominciò a trovare insopportabile il caldo, verso il settimo o l’ottavo passo.
- Bevete poco – li ammonì Kirk – Non troveremo altra acqua fino a domani mattina!
La frase di Kirk, trovò Giada piegata all’indietro, concentrata nell’ingollare grosse sorsate d’acqua.
Scrollò le spalle, riavvitò il tappo e infilò nuovamente la borraccia nello zaino. Lo zaino le pesava. Molto più di quando lo portava nelle normali escursioni in montagna.
Eppure era sicura di averlo riempito del minimo indispensabile! Qualche cambio d’abito, qualche oggetto personale, e l’acqua. Più il sacco a pelo arrotolato in cima.
Lo stesso, aveva Ross.
I ragazzi invece, trasportavano anche il cibo e le tende. Se ne erano sobbarcati il peso, sopportando caldo e fatica con stoicismo.
Giada non fu in grado di attenersi ai loro standard. Svuotò in poche sorsate la metà della borraccia, e nell’istante immediatamente successivo, iniziò a lamentarsi.
- Ho il collo sudato! – sbuffò – Frega contro allo zaino e mi brucia!
- Tienilo sollevato leggermente con le mani! – le consigliò Ross, sollecita.
- Ma pesa!
Camminò per qualche metro emettendo sospiri atroci, poi iniziò a domandare – La prima pausa quando la facciamo?
Kirk la ignorò.
- Ehi, Kirk! Quand’è che ci fermiamo un po’?
- Fra tre ore – disse lui, secco.
- Tre ore?!? – Giada inchiodò – Sei pazzo? Non sopravvivrò mai ad altre tre ore in questo modo!
Lui non la degnò di uno sguardo. Raf e Ross le lanciarono sguardi di incoraggiamento e Giada riprese a marciare stancamente.
La pressione del sole era qualcosa che, a quel livello, non aveva mai sperimentato.
Veniva brutalmente schiaffeggiata da ventate di calore che  le riempivano i polmoni di sabbia appiccicosa.
Mise mano alla borraccia, per liberarsi da quell’inquietante sensazione.
- Stai bevendo troppo! – l’ammonì Kirk, con durezza.
Effettivamente, né lui né Raf avevano ancora ingollato un solo sorso d’acqua. E anche Ross non aveva messo mano alla borraccia più di una volta.
Lei invece, in capo a un’ora finì l’acqua.
Ma non disse nulla, per non attirare su di sé lo scherno di Kirk.
Gliela farò vedere io! – pensò.
Camminò sotto il sole, bruciando liquidi ed energie, senza più fiatare. Anche perché non ne avrebbe avuta la voce.
In breve, la saliva, impastata di sabbia, divenne un’unica pastosa colla, che le imprigionò la lingua al palato. Respirava faticosamente, trascinava i piedi, inciampava sempre più spesso.
- Giada?
Raf le appoggiò una mano sulla spalla.
Lei si voltò a fissarlo, attraverso un velo di nebbia. Persino le ciglia, le si erano incollate agli occhi.
- Devo portarti per un po’ lo zaino?
Giada lanciò un’occhiata a Kirk, che camminava cinque metri avanti a loro, e a Ross, subito dietro di lui.
Non voleva essere da meno, rispetto a Ross!
Non potendo parlare, scosse la testa. Ma accettò la mano di Raf che, tirandola leggermente, le facilitò l’andatura.
Quando il sole iniziò a calare, Kirk diede lo stop.
Giada si accasciò sulla sabbia infuocata, ma subito scattò nuovamente in piedi, ustionata.
- Lascia che si raffreddi un po’ – l’avvertì Kirk.
Lui e Raf avevano subito iniziato a montare le tende.
Nel mentre, Ross estrasse dagli zaini dei ragazzi le vivande. Scatolette di insalate di tonno, panini, pomodori, mele, biscotti…
Come potrò mangiare qualsiasi cosa, se prima non berrò almeno un sorso d’acqua? – si domandò Giada. Le fitte alla gola, erano divenute lancinanti.
Si allontanò dal gruppo e chiuse gli occhi, cercando di deglutire.
Una notte intera così…E poi altra strada sotto il sole, prima di arrivare all’oasi…
- Hai finito la tua scorta d’acqua, vero?
Giada sussultò, girandosi di scatto.
Kirk la stava osservando presumibilmente già da un po’.
Giada non diede cenno di aver sentito. Le bruciava, dovergli dar ragione un’altra volta.
- Non riesci a parlare? – Kirk non sembrava ostile. Forse, a suo modo, era anche preoccupato.
Giada abbassò lo sguardo, vergognandosi della propria vulnerabilità.
- Tieni.
Stupefatta, vide comparire nel proprio campo visivo, la borraccia di Kirk.
Poi s’intromise la voce di Raf.
- Non è necessario, Kirk! Posso darle la mia acqua!
Raf stava dando gli ultimi ritocchi alla sua tenda, a qualche metro da loro.
- Perché dai per scontato che sia tu a doverle cedere l’acqua? – domandò Kirk, secco.
Raf lo fissò stupito – Beh…perché… - Si azzittì senza trovare una risposta soddisfacente.
Giada sapeva che risposta doveva essergli salita alle labbra.
Perché è sempre stato così.
Comprese che Kirk stava cercando di recidere in qualche modo, il cordone ombelicale che la legava a Raf.
- Prendi la mia acqua – ripeté Kirk, mettendole in mano la borraccia.
Con un improvviso senso d’urgenza, Giada svitò il tappo. Quasi le tremarono le mani quando si portò il contenitore alla bocca.
Bevve due lunghe sorsate, il fiotto d’acqua fu una sorpresa per la bocca riarsa.
Il liquido le andò di traverso, tossì più volte, sentì la sabbia grattare la gola, bruciarle, poi scendere.
Bevve ancora.
Il Paradiso.
L’acqua era tiepida, quasi calda, ma la tracannò come nettare.
Quando rientrò in sé, si accorse che sul fondo della borraccia, era rimasto un solo sorso d’acqua.
Vergognosa, fece il gesto di porgerla a Kirk.
Lui la fissò sarcastico.
- Finiscila pure. Un solo sorso peggiorerebbe la mia sete, piuttosto che placarla!
Giada avvampò.
Aveva sete anche lui…Già.
Ma quando aveva iniziato a bere, aveva perso il controllo.
- Mi…mi dispiace… - balbettò.
- Non preoccuparti – rispose lui, stavolta più conciliante – Ho percorso molte volte questo deserto, ci sono abituato. Finiscila pure.
Con un gesto esitante, Giada inghiottì l’ultimo sorso d’acqua.
Kirk riprese la sua borraccia e tornò vicino alla tenda.
Stupida, stupida, stupida! – si disse lei.
Perché finiva sempre con il fare quel genere di figura?
Perché quella era l’unica immagine di sé che riusciva a dare?
Fino ad adesso non hai fatto altro che comportarti in modo petulante, egoista e capriccioso!
Kirk le aveva rivolto quelle accuse solo il mattino prima . E allora perché adesso aveva assecondato i suoi capricci, offrendole l’acqua?
Tanta acqua, oltretutto.
Lui non aveva quasi bevuto nel pomeriggio.
E se stesse male come stavo io?
Ma perché l’aveva fatto?
Per quale motivo, una persona doveva rinunciare alla propria giusta razione d’acqua, per offrirla a chi aveva stupidamente sprecato la sua?
Volse lo sguardo, e vide che Raf la stava fissando. Si sforzò di sorridere.
Raf ricambiò.
- È stato gentile, vero?
Giada annuì – Io…sono sorpresa.
Raf le batté lievemente la mano sulla spalla – Allora dovresti trovare il modo di ringraziarlo!
Già…Ma come?
Appoggiò il capo al fianco di Raf e chiuse gli occhi, sfinita.
 
 
Non molto tempo dopo, sedettero a cenare. Il sole era calato e Raf estrasse dallo zaino due torce elettriche, che piazzò nel mezzo del cerchio che avevano formato sedendosi.
La temperatura aveva iniziato a calare e sulle spalle avevano appoggiato felpe e golfini.
Giada alzò lo sguardo al cielo. Mai le era apparso tanto nero, e nel contempo, tanto sfavillante di stelle.

È lo stesso cielo che vedo da casa mia? – si domandò.

Ma sì, lo era.
Delineate sopra di lei, si estendevano le costellazioni del cielo estivo. Vide Antares, infuocata nello Scorpione. Vide Ercole, e la Corona Boreale, il Cigno e il Delfino. Cassiopea, con le punte della W rivolte verso l’alto.
Vide stelle basse, all’orizzonte, delle quali neppure conosceva l’esistenza. Stelle che, dal suo paese, non sarebbe mai riuscita a vedere.
Il cielo li sovrastava totalmente e Giada ebbe la sensazione che presto li avrebbe divorati. Non era avvezza agli spazi illimitati. Per un momento si sentì schiacciare da tanta vastità.
Finché la voce di Ross non la gelò, con un’unica affermazione.
- Vado a srotolare il mio materassino!
Materassino?
- Vengo anch’io! – disse Raf.
Giada li vide gattonare in fila indiana sulla sabbia, e infilarsi nella prima tenda.
- Materassino? – ripeté a voce alta, incredula.
L’aveva arrotolato insieme al sacco a pelo, vero?
…Perché non le veniva in mente?
- Qualcosa non va? – le chiese Kirk, seguendo il susseguirsi delle emozioni sul suo volto.
- No…no, è che…
- Non hai il materassino? – le chiese, con un sospiro di rassegnazione.
- Ecco…credo che… - la ricerca mentale andò a vuoto. Doveva arrendersi all’evidenza. - Temo di averlo dimenticato…
Con sorpresa, lo vide sorridere divertito.
- Sei un vero disastro! – commentò, quasi tra sé.
Invece di offendersi, Giada arrossì. Dopo la faccenda dell’acqua, non si sentiva in diritto di dire niente.
- Prendi il mio – disse alla fine Kirk – L’ho trovato da Brian.
- No! Non ci penso neppure! – protestò lei – Farò senza. Dormire sulla sabbia non deve essere scomodo come dormire per terra!
- Prendi il mio – ripeté Kirk. Nella sua voce non c’era traccia di sarcasmo – Altrimenti domani finirai per lamentarti tutto il giorno dei dolori!
Colta in fallo, Giada abbassò lo sguardo.
Cosa avrebbe potuto rispondere: che non si sarebbe più lamentata?
Perché Kirk avrebbe dovuto crederle?
- Allora facciamo a metà! – propose di getto.
- A…metà? – fece lui, stupito.
- Ho visto il materassino di Brian, è piuttosto grosso...se ci stringiamo possiamo starci tutti e due!
Dicendolo, si rese conto che a quel modo avrebbe dovuto dormire da sola in tenda con Kirk. Rinunciando al conforto di Rossella o di Raf. Spalla contro spalla con la persona che per poco non l’aveva violentata.
Ormai però aveva lanciato la proposta.
 - In due…sul materassino di Brian? – ripeté  Kirk incredulo.
- Ti prometto che non mi lamenterò, anche se staremo stretti! – precisò lei, rapidamente.
Lesse lo stupore nei suoi occhi. Ma le labbra gli si piegarono in un sorriso divertito.
- E sia – accettò.
 
 
Bel casino davvero! – pensò Giada, stendendo i due sacchi a pelo sul materassino.
Rossella e Raf,  nell’altra tenda, stavano ridendo a crepapelle, pensando alla notte che l’aspettava.
Cosa ci trovassero poi, di tanto divertente…
Lei piuttosto era intimorita. Non aveva dimenticato l’aggressione di Kirk, il modo in cui l’aveva inchiodata al muro iniziando a spogliarla. Aveva ben chiara in mente la sua forza, il suo furore e l’impotenza che lei aveva provato di fronte a tutto ciò. Il ricordo le provocava tuttora brividi gelati lungo la schiena.
Ma aveva deciso di perdonare Kirk. Lui aveva promesso di non ripetere mai più un simile errore.
La tenda era buia, illuminata solo dal lugubre chiarore della torcia.
Se mi metto a urlare, Raf mi sentirà subito!
Quel pensiero la confortò.
E poi, Kirk aveva voluto rimediare al suo comportamento sconsiderato. Era sinceramene pentito, ne era sicura. Non aveva nulla da temere.
Kirk entrò carponi nella tenda e si sfilò la maglia, gettandola in un angolo. Non si accorse del sussulto che il suo gesto aveva provocato in Giada.
- Sono sfinito! – mormorò, buttandosi a pancia in giù sul letto di fortuna.
È inoffensivo. Devo smetterla di avere paura!
Giada afferrò la torcia e  illuminò la figura distesa, sperando, alla luce, di vederla più innocua. Lo sguardo le cadde sulla F che spiccava incandescente sulla schiena di Kirk. Si ritrovò a esaminarla attentamente.
Prendiamo il toro per le corna!
Per esorcizzare la paura, si costrinse a toccarlo.
- Ti fa male?- domandò, sfiorando appena la F.
Lui trasalì.
- Oh..! Scu…scusa! – disse lei, reagendo con uno scatto all’indietro.
- No… - Kirk appoggiò le braccia sotto al mento – È stato lo zaino. Ha strofinato per tutto il tragitto contro la schiena. E il caldo e il sudore non hanno migliorato la situazione. – diede in un lungo sospiro – Non vedo l’ora di essere all’oasi!
Giada si morse il labbro.
Acqua…Quanto, in quel momento, Kirk stava desiderando dell’acqua sulla bruciatura?
Il  senso di allarme provato fino a poco prima, venne sostituito dal senso di colpa.
Aveva avuto timore di Kirk, nonostante solo poco prima le avesse offerto la sua acqua.
Acqua che avrebbe potuto alleviargli il dolore, oltre che la sete.
Lei si era lamentata costantemente tutto il pomeriggio per il caldo e la fatica, mentre Kirk, in silenzio, sopportava il dolore di quel marchio.
Si sentì piccola e meschina.
- Non dovevo accettare la tua acqua…- mormorò.
- Mmh..? – Kirk si riscosse dal torpore in cui era caduto. Si rigirò su di un fianco, facendole segno di coricarsi accanto a lui.
Lentamente Giada gli si stese a fianco. Sdraiati come erano, si davano vicendevolmente la schiena.
Giada provava un disagio acuto, come mai le era capitato con un ragazzo.
- Non preoccuparti – la tranquillizzò lui, come se solo in quel momento avesse compreso il suo stato d’animo – Non ho più così sete. A cena, Rossella mi ha offerto qualche sorsata dalla sua borraccia.
Rossella…
Giada provò un’antipatica fitta d’invidia nei confronti dell’amica, che riusciva ad apparire sempre tanto impeccabilmente perfetta.
Soprattutto agli occhi di Kirk.
Ricordò la sensazione che aveva provato, vedendo il modo in cui Kirk osservava Ross. La sua curiosità circa i suoi sentimenti accrebbe.
Poteva essere il momento giusto per indagare. Quella sera, Kirk non sembrava così inavvicinabile.
Aprì la bocca, poi la richiuse.
Penserà che sono un’impicciona!
- Sei ancora preoccupata per Brian? – le chiese lui, d’improvviso.
Lei ruotò di centottanta gradi, trovandosi con il naso in faccia alla sua schiena, appena sotto alla F.
- Sono più tranquilla dopo che l’ho visto ieri notte. Mi ha detto che sta bene, sa che stiamo arrivando. E poi..lo incrocerò anche stanotte.
La schiena di Kirk, alla fioca luce della torcia, s’irrigidì visibilmente.
- Non preoccuparti – mormorò Giada, correndo ai ripari – Non ho intenzione di procurarti una altra F sulla schiena!
Si sorprese lei stessa di quell’affermazione. Gli sfiorò delicatamente il fianco e sentì che si stava nuovamente rilassando.
- Senti Kirk…
- Sì?
- Credi…credi veramente che ciò che provo per Brian sia un capriccio?
Avvertì un lungo sospiro nella semioscurità.
- Sei l’unica che può saperlo – le rispose, piano.
Giada si voltò, girandosi sulla schiena.
- Sai… - confessò impulsivamente – Sono sempre stata tacciata da Raf e Ross, di prendere l’amore in modo leggero e superficiale. Mi hanno spesso definita frivola e incapace di innamorarmi veramente.
Con estrema cautela, anche lui si volse sulla schiena.
- E sei così veramente?
- Può darsi.
Da giorni ormai, si trovava a fare i conti con quella evidenza. Volente o nolente, si era ripetutamente scontrata con quella realtà.
E non erano state solo le accuse di superficialità, a farla riflettere. Anche ciò che Kirk le aveva detto circa il suo rapporto con Raf l’aveva colpita.
E quella sera, con sgomento, si era resa conto che se fosse stato Raf a rinunciare all’acqua per lei, le sarebbe parso più che naturale.
Quando invece non lo era. Per niente.
- Hai riflettuto vero, sul fatto che, una volta destituiti dal vostro incarico, tu e Brian potrete stare insieme?
Giada chiuse gli occhi.
Sì.  Naturalmente ci aveva riflettuto.
- Ti piace Rossella vero? – gli chiese a bruciapelo. Non voleva essere l’unica a mettere in piazza i propri sentimenti.
Kirk però, parve stupito.
- Piacermi? No. Anche se l’ammiro molto. È una ragazza matura…forte e anche coraggiosa. L’apprezzo molto, ma non ho una cotta per lei, se è questo che intendi.
- Sei sincero? – chiese Giada, incredula – Io ho avuto l’impressione che ti piacesse, fin dalla prima volta!
- La considero solo una cara persona – ripeté lui.
Poi il suo tono si fece ancora più serio.
- Tu lo sai di chi sono innamorato.
Il silenzio calò fra loro. In un primo momento, Giada non comprese il significato delle sue parole. Poi una fredda sensazione di panico, la pervase.
- Giada, è te che amo.
A quell’affermazione, detta quasi in modo scontato, Giada reagì bruscamente.
Spalancò gli occhi e si alzò a sedere con uno scatto.
- Non lo sapevo – disse, con il fiato corto.
- Credevo che avessi ricordato ogni cosa.
- Sì… - Giada avvertì la tensione salire - Ma è una storia talmente vecchia…Io non credevo che… - non sapeva minimamente come reagire.
Che sorpresa!
Quella era veramente l’ultima…l’ultimissima dichiarazione che si sarebbe aspettata!
E Kirk che ne aveva parlato come se fosse un’ovvietà…
- Senti… - si affrettò a precisare, temendo che lui potesse essersi fatto un’idea sbagliata - So che in passato ho ricambiato…questo tuo sentimento. Ma è passato tantissimo tempo, e anche se allora c’era stato qualcosa, io adesso non credo di essere in grado…
- Non mi sembra di aver preteso nulla – la interruppe lui – Semplicemente non volevo che tu travisassi la situazione. Ma non ti sto chiedendo niente, non era neppure mia intenzione parlarne.
Seguì un lungo silenzio, carico di tensione.
Giada spense la torcia e s’infilò nel tepore del sacco a pelo. Fece attenzione a non sfiorare Kirk, che di nuovo si era volto a darle la schiena.
Beh…non pretende nulla! – si disse – Non devo più pensare a quali sono i suoi sentimenti!
E in fondo non sarebbe stato difficile. Di certo, Kirk aveva un modo tutto suo di dimostrare affetto.
Insulti e sarcasmo.
Non penserò più a quello che mi ha detto stasera! Penserò solo a Brian!
- Cerca di dormire – le disse lui, con voce già impastata di sonno – Domattina ripartiamo all’alba!
- Sì… - gli bisbigliò lei.
Dormire era la soluzione migliore.
 
 
 

5

 
 
 
Amore era consapevole della presenza di Morte, ma costrinse i suoi passi lontano da lui.
In assenza del controllore, preferiva evitare anche il minimo contatto tra loro.
Ma lui fischiò nella sua direzione, attirando la sua attenzione.
Con riluttanza, si voltò a guardarlo, imponendosi di non avanzare neppure un passo verso di lui. Ma non furono necessari sforzi. Anche Brian desiderava mantenere la giusta distanza.
Con quel fischio, aveva solo inteso rassicurarla circa la sua condizione.
Quando incrociò lo sguardo di Giada, si limitò ad alzare il pollice verso l’alto, segnalando che, nonostante il sequestro, le cose non gli stavano andando male.
Giada gli sorrise di rimando, rispondendogli con un gesto che segnalava tutta la sua scarsa capacità di sopravvivenza nel deserto. Poi, un ultimo cenno di saluto, e si separarono.
Amore si allontanò, sentendosi particolarmente virtuosa.
Qualche ora dopo tuttavia, si ritrovò di fronte al suo stesso corpo con un incarico da portare a termine.
Segnò, con un gesto lento, la fronte del suo corpo addormentato a fianco di quello del controllore.
Amore rimase stupita dal gesto che lei stessa aveva compiuto. Non riusciva a comprenderne appieno il significato.
Di una cosa sola era certa: qualcosa avrebbe cominciato ad agire in lei.
 
 
 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: phoenix_esmeralda