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Autore: PioggiaGrigia    18/12/2012    1 recensioni
La banalità con cui esordiscono certi scrittori è sconcertante e non appartiene al mio stile perciò comincerò a raccontare senza ricorrere ad alcuna prefazione, appendice, insensate frasi stereotipate come “C’era una volta”, semplicemente inizierò a scrivere una serie, per certi di voi alquanto insensata, di eventi, senza perdermi in troppe descrizioni baroccamente estetiche, fisiche o antipatici dettagli secondari. Dunque, rispettando il detto “uomo avvisato, mezzo salvato”, stabilirò il punto focale del prossimo milione e mezzo di righe: é bello credere nelle favole ma nella realtà non sempre l’amore vince tutto.
Genere: Comico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo
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AMOR NON OMNIA VINCIT






                 That's you again              

 

Il freddo cominciò ad entrarmi nella ossa cosicché degli scossoni allucinanti mi rendevano una postura stabile alquanto difficoltosa da mantenere.
 
–Michelle, ho bisogno del tuo aiuto- lei mi guardò confusa,

-O meglio, devo raccontarti una cosa, ma ho bisogno che tu mi creda- mi corressi.

Si ammutolì e mi ascoltò a bocca semi aperta mentre io le riassumevo in sussurri tutte le emozioni vissute.

–Perché non me l’hai detto prima? Ed ora? Ti ignorerà?- sospirai,

-Non ne ho idea, non mi importa, sono solo a disagio e avevo bisogno di condividerlo con qualcuno-.

La sua espressione sorpresa ed incredula continuava a turbarmi,

-Sei bellissima, lo eri e lo sarai quindi non preoccuparti, lo farai schiattare, si mangerà i gomiti- strillò dirigendosi verso l’entrata.

La mandria selvaggia cominciò a disporsi pacatamente lungo l’immensa candida tavolata poiché anche gli ultimi tre cantanti erano arrivati.

La maggior parte dei partecipanti era di sesso maschile e non vi furono poi così tante fan deliranti all’interno di quel posto piacevole ed elegantissimo.

Il mio pensiero principale era quello di sedermi il più lontano possibile da loro, quello di Michelle e Chantal, la quale ci aveva raggiunto ed era in completa adorazione dei cinque ragazzi, l’esatto opposto.

Tony si sedette capotavola, al suo fianco Jack e quello che doveva essere Louis.

David, al fianco del fratello del festeggiato, aveva di fronte Niall, a scalare io, Mich e l’Iraniana, sul lato opposto un ragazzo con capelli e pellame scuro cioè Zayn ed uno rasato, Liam.

L’altro problema era quell’adorabile personcina per cui il mondo impazziva che concludeva la fila dei One Direction.

Tamburellava le dita sui fianchi scambiando parole sfuggenti con il suo amico e mi fissava sbieco con quei due smeraldi che si ritrovava incastonati nelle pupille.

Aveva una pelle bianchissima ed un’espressione seria che talvolta si tramutava in un sorriso da svenimento.
Riconoscevo il suo fascino ma pareva non esserci molta simpatia tra noi.

Non feci in tempo a sedermi ed alzare lievemente lo sguardo che l’Irlandese mi rallegrò con uno dei suoi fantastici ghigni immutati.

Ciao Tara- mormorò nervoso mentre il resto del gruppetto mi studiò sconcertato.

Mich mi tirò una gomitata prepotente sul fianco sinistro che accusai silenziosamente.

Ciao Niall- replicai nascondendo l’entusiasmo scatenato da quelle due brevi e banali parole.

–Vi conoscete?- borbottò stupito ed infastidito Jack. Io mi accarezzai il braccio sperando di non dover rispondere.

–Si conoscono- intervenì Louis,

-Mai ascoltata l’ultima traccia del nostro secondo disco?- il tavolo fece un tonfo e Louis indietreggiò con la sedia schivando quello che doveva essere un calcio del biondo.

–Stavo scherzando, stavo scherzando!- cominciò a ridere fragorosamente.

Una vampata di calore mi si arrampicò al collo colorandomi le guance.

Cercai di non destare alcuna attenzione e stetti in silenzio per la maggior parte della serata.

Ascoltavo, sorridevo e abbassavo gli occhi sulle portate che ci venivano poste dinanzi.

Il tempo non passava, sgocciolava faticosamente come una goccia di un rubinetto mal chiuso prima di cadere rimane appesa e gioca a far l’equilibrista.

Fui interpellata parecchie volte e ogni singolo momento, ad ogni singola sillaba mi sentivo messa sotto analisi.

–Hai un accento così … strano- spinse il mento avanti indicandomi Harry impegnato a ruotare il bicchiere tra le dita.

–Non sono della zona- risposta scontata.

–Sei Irlandese?- continuò lui,

-Diciamo per metà- smossi nuovamente sinché la voce non si decise più ad uscire dalla bocca.

Lui continuò ad annuire puntando quelle porzioni di mare limpido su di me.

Insistentemente.

Troppo.

Senza farmi notare troppo mi alzai, -Dove vai?- biascicò Michelle in agitazione.

Beccata.

 –Mi fumo una sigaretta, da sola- mormorai cercando di scandire l’ultima parte.

–Ne sei sicura?- ribatté lei poco convinta.

Io mi allontanai a passetti mentre le voci confuse andavano sminuendo.

Uscii dal locale e presi un respiro a pieni polmoni.

Stetti appoggiata al davanzale di una vetrata cercando di schiarirmi la testa.

Silenzio.

Chiusi gli occhi, -Mi sono sempre chiesto dove fossi finita-.

Troppo breve.

Niall era davanti a me, -A risistemare le cose, sai, la scuola, la famiglia, ritornare alla vita di tutti i giorni. Tu invece, hai cambiato radicalmente tutto. Sono contenta per te Nio- entrambi sussultammo all’udito di quel nomignolo il quale mi era sfuggito così involontariamente che non riconobbi me stessa.

–Sei ancora così diversa, non ti interessa quello che sono diventato- non capii bene se stava delineando un mio difetto o esaltando un mio pregio.

–Forse perché tu sei rimasto tale e quale. Diversi abiti forse, diverso denaro in tasca, stesso viso, stessa voce, stesso sguardo- mi accarezzò un avambraccio ritraendosi velocemente,

-Quindi ora vivi qui?- cambiò brusco il tono mieloso,

-Già-

-E non andrai via per un bel pezzo- aggrottò le arcate sopraccigliari,

-Teoricamente … - lui sorrise cauto e si appropinquò all’ingresso,

-Buono a sapersi- scoperchiò l’uscio,

-Comunque la canzone più adatta a te non è quella detta da Louis- sbarrai le pupille.

-Said I never leave her … - canticchiò pacificamente sparendo poi oltre la soglia.

Bene Tara, forse avresti dovuto fare i compiti a casa ed ascoltarti qualche loro traccia!

Cercai mi imprimermi nella mente quella melodia appena accennata, la frase, direi che risultava alquanto indimenticabile.

Mi bruciai la punta dell’indice con il filtro ormai consumato.

Senza fretta mi avviai al tavolo.

Ed ecco di nuovo quella marea di volti puntati verso di me.

Avevo forse il trucco goffamente zampillato per tutta la faccia? Il vestito con una macchia enorme? Mi controllai impercettibilmente.

Tutto era al posto giusto, stomaco escluso.

Mich attese qualche secondo che la situazione abituale riprese, -Che ti ha detto?- sibilò,

-Ti racconto dopo- conclusi frettolosamente sentendomi controllata dalle perle di Niall.

Grazie al cielo il gruppo dovette rinunciare al proseguimento della serata causa impegni lavorativi della mattina seguente.

Dopo quella conversazione mi sarei aspettata dall’Irlandese una banale richiesta del tipo “numero di telefono”.

Le mie stupide ed idiote aspettative rimasero alquanto deluse. Salutammo i ragazzi che si congedarono gentilmente.
Sospirai ed in un batter di ciglia loro non c’erano più.

Chantal e Michelle cominciarono a strillare e commentare ogni singolo e minuscolo dettaglio sotto gli occhi increduli di Tony, Jack e David.

Il secondo però sembrò particolarmente interessato alla mia reazione del tutto assente. Mascherai i miei sentimenti confusi e mischiati per il resto della nottata.

Ad un’ora improponibile giungemmo, finalmente a casa.

Inutile dire che la mia coinquilina mi inondò di domande.

Replicai pacata colpita dalla stanchezza, quasi disinteressata sinché la lampadina magica non si illuminò.

MICHELLE!- strillai dal bagno mentre mi strofinavo con cura lo spazzolino.

Lei si catapultò a vedere che succedeva.

–Di che canzone diceva Louis?- con trentadue denti in bella mostra.

 –Parlava di “Summer Love”! La vuoi ascoltare?-

-No no- mi affrettai,

-Mi interessa sentire quella che fa … - intonai malamente il motivo.

Lei rifletté dubbiosa qualche secondo. Sparì dalla mia vista e dopo alcuni attimi ritornò trionfante.

–Che stupida! E’ “Over Again”, tieni- mi allungò l’i-pod.
Inserii le cuffiette e l’analizzai.

Mi sedetti a terra, -Non mi hai detto tutto vero?- rimpettì lei,

-Ora ti spiego, voglio solo sentirla un’altra volta-.                     









 

Writer's Corner: Ci tengo a ringraziare di cuore tutte coloro che mi seguono :) Spero di non deludere mai le vostre aspettative! A presto.




 






  
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