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Autore: GexeTheNemesi    05/07/2007    8 recensioni
La secondo fanfic su Naruto che scrivo, abbiate pietà nei commenti…
Cosa sarebbe successo se Naruto in fasce fosse finito fin da subito nella mani dell’Akatsuki? Per scoprirlo leggete quanto segue!
Genere: Generale, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akatsuki, Altri, Naruto Uzumaki
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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A tutti i miei lettori, sta mattina appena sveglio mi sono fatto una promesso: aggiornare di tre capitoli in un solo giorno!


Cap 42 Sogni





Nonostante avesse tutti i buoni motivi di questo mondo per passare una notte in bianco, stranamente quella sera Naruto riuscì ad addormentarsi subito ma i suoi sogni erano parecchio strani…
Era circondato della tenebre, non riusciva a vedere niente, non percepiva niente, non sentiva niente… no, qualcosa lo sentiva: un pianto, un bambino stava piangendo.
“Cosa… cosa succede?”
Si voltò di scatto.
Come se fosse sotto un riflettore, vide un bambino seduto a terra con le braccia attorno alle ginocchia che piangeva disperato.
Chi è quel bambino?
“Mostro!” Gridò una voce.
Davanti al bambino comparve la figura di un uomo.
“Crepa!”
Questa era una donna.
“Stagli lontano!”
“E’ lui!”
“Scemo!”
“Vattene via!”
Il bambino continuava a disperarsi: aveva dei capelli rossi arruffati, gli occhi bordati di nero senza sopracciglia arrossati dal pianto.
Ma… ma quello è Gaara!
Una rabbia incontrollata percorse tutto il corpo di Naruto.
“Lasciatelo stare!” Gridò.
Cominciò a correre ma le figure non si avvicinavano, era come se il biondo stesse correndo sul posto, senza muoversi.
“Smettetela!” Gridò ancora con tutto il fiato che aveva in corpo.
Il bambino sembrò sentire il suo grido e alzò leggermente il capo verso di lui. “Perché lo trattate così!?”
Il piccolo Gaara volse lo sguardo verso il Naruto.
“Dentro di me… c’è il demone tasso del deserto” Sussurrò con tono strozzato il bambino.
“per questo mi odiano tutti…”
Abbassò di nuovo il capo e il bambino insieme tutti gli altri scomparvero.
Sentì nuovamente un altro pianto disperato che veniva alle sue spalle e quando si voltò sentì chiaramente che il suo cuore smise di pulsare sangue per una manciata di secondi.
“Ti avevo detto di non parlare con lui!”
“Ehi, ma questo puzza!”
“Ah eccolo!”
“Quel tipo non ha nemmeno un parente!”
“E’ lui…”
“Vattene!”
Un altro bambino stava piangendo disperato, proprio come Gaara, ma questo aveva dei capelli biondi, degli strani segni sulle guance simili a dei baffi e degli occhi azzurrissimi colmi di lacrime.
“Ma…ma che sta succedendo!?”
L’ombra del bambino stava proiettando una sagoma che Naruto riconobbe subito: Yoko, la volpe a nove code, Kyuubi, il Bijuu più forte in assoluto.
Quel bambino non aveva mai conosciuto Artemis, né Deidara, né Itachi, né Sasori, né nessun’altro dell’Akatsuki.
Se Artemis non si fosse diretto al villaggio quel giorno, sarebbe stata questa la mia vita?
“Proprio così” disse una voce fredda alle sua spalle.
Un ragazzo della sua stessa età si era messo spalle contro spalle a lui.
“Una vita di solitudine e di sofferenza… questo è quello che io ho dovuto subire per i miei dodici anni di esistenza” disse Gaara.
“Mi padre mi ha educato da schifo, per diventare il ninja più forte sono nato rubando lavita alla donna che avrei dovuto chiamare madre, le arti magiche di mio padre hanno fatto in modo che l’incarnazione della sabbia mi possedesse”
Fece un pausa per fare uno sbuffo di stizza.
“Io sono un mostro fin dalla nascita”
“Tuo padre doveva proprio volerti bene!” Disse ironico Naruto.
“Volermi bene?” Gli fece eco il rosso alle sue spalle.
“Non valutarmi con il tuo metro, il rapporto che ho con la mia famiglia… si fonda sull’odio e sull’assassinio”
Il biondo deglutì a vuoto.
“Mio padre mi ha insegnato un principio ninja dopo l’altro, venivo coccolato e cresciuto con libertà assoluta. Credevo che quello volesse dire che mio padre mi volesse bene fino a quando…”
“Fino a quando… cosa?” Chiese il ragazzo con un filo di voce.
Improvvisamente Gaara si parò davanti a lui, con in volto l’espressione più terrificante che avesse mai visto in vita sua.
“In questi ultimi sei anni, mio padre a provato ripetutamente ad assassinarmi”
Cominciò a sogghignare in un modo che non credeva possibile per un essere umano.
“Un essere troppo forte diventa un essere temibile, la mia mente nata da una tecnica è instabile, la gente del Suna si è accorta tardivamente che avevo dei problemi emotivi. Per mio padre ero l’arma vincente del villaggio, ma allo stesso tempo un oggetto terrificante”
“Per lui io sono una reliquia del passato da cancellare” continuò.
“allora per quale motivo esisto e vivo io? quando me lo sono chiesto non ho saputo rispondermi. Per vivere ho bisogno di una ragione, altrimenti equivarrebbe a essere morto; così sono giunto alla conclusione che esisto unicamente per uccidere tutte le altre persone eccetto me…uccidendo in continuazione i sicari che attentavano alla mia vita, ho finalmente trovato la mia ragion di essere. Finché su questa terra continueranno a esistere persone da uccidere, che mi faranno provare la gioia di vivere… la mia esistenza continuerà ad avere un senso”
Naruto cominciò a tremare da capo a piedi, gli sembrava di essere davanti a uno specchio: ecco come sarebbe diventato se Artemis non lo avesse raccolto.
Il tremore si fece più forte, ma non per la paura, bensì per la rabbia.
“Yondaime…” sussurrò.
“era questo che volevi per tuo figlio!?”
“Da quel che ho capito, tu e io siamo simili Naruto” ricominciò Gaara.
“uccidendoti, mi sentirò vivo come mai prima d’ora. Ne sono sicuro”
La reazione che ebbe Naruto fu l’ultima che il rosso si potesse aspettare: stava sorridendo.
“Se uccidermi ti farà sentire meglio, allora fallo pure” disse.
Il ragazzo del deserto era sconcertato, era la prima volta che succedeva una cosa del genere.
“però sappi una cosa…”
In ninja del Suna non ci stava più capendo niente, cosa stava cercando di fare il biondino?
“… in questo modo rimarrai per sempre un debole”
Il volto di Gaara si deformo in un smorfia di furia selvaggia.
“Che hai detto!?”
“Finché non riuscirai a provare affetto, non conoscerai mai la vera forza; e se devo morire per fartelo capire, allora sono disposto a farlo”
Non aveva mai incontrato un ninja del genere, tra tutte le persone che aveva ucciso, nessuna era come lui.
“fra tre giorni, tu e io ci affronteremo” disse Gaara, il volto tornato normale.
“voglio proprio vedere se questo tuo “affetto” potrà qualcosa contro la mia sabbia”
“Indipendentemente da quanto chakra noi possediamo, finche non avrai delle persone a te care da proteggere, io sarò sempre un gradino sopra di te”
Anche Gaara scomparve nel vuoto, come avevano fatto tutte le altre figure prima di lui.
D’improvviso, si ritrovò in una radura, un posto che Naruto non aveva mai visto prima di allora.
In mezzo a questa radura vide un gruppo di ninja, anche se gli davano le spalle, capì dal kimono nero con le nuvolette rosse, che si trattava dei suoi compagni dell’Akatsuki
Ti ho mostrato il passato e il presente del tuo nemico” disse una voce.
ora ti mostrerò il futuro dei tuoi compagni
Un altro ninja comparve davanti a loro, ma Naruto non potè riconoscerne i lineamenti, era troppo distante, ma non abbastanza per sentire il grido di rabbia lanciato da Kisame.
“Traditore!”
Tutta l’organizzazione si lanciò contro la figura, ma prima ancora che potessero lanciargli una qualunque tecnica, finirono tutti a terra, distesi in una pozza di sangue.
“Bastardo!!!” Naruto si scagliò contro il ninja, questa volta riuscendo ad avvicinarsi.
“Rasengan!”
Colpì l’avversario in pieno petto, ma l’unico effetto visibile fu quello di lacerargli la tunica di cui era vestito.
L’uomo poggio la propria mano sul torace di Naruto.
“Rasengan…”
Fu come se tutti gli organi interni del biondo avessero cominciato a frullare, poi venne sbalzato lontano dalla forza della tecnica.
Ma… ma chi diavolo è!?
Ora era più vicino e poté vederlo in volto chiaramente:
Capelli biondi.
No…
Occhi azzurri
Non può essere…
Strani segni sulle guance simili a dei baffi
E’ un incubo!
Dove la tunica era strappata, si poteva vedere chiaramente un disegno a spirale. “Sì Naruto” disse il ninja davanti a lui.
“una volta raccolti i nove Bijuu, tu li assorbirai tutti dentro di te e li userai per uccidere tutta l’Akatsuki, per poter testare la tua forza: è questo il tuo destino”
Il biondo si rialzò barcollando da terra.
“Chi… chi cazzo sei tu!?” gridò.
“Oh, mi hanno chiamato in così tanti modi… però, se può esserti di riferimento, Artemis mi ha sempre chiamato Lucifer”
“Lucifer… sei tu che stai cercando i Bijuu, non è vero?”
“E’ corretto, ma per una ragione diversa dalla vostra. Quando libererò la Fenice, gli chiederò di donarmi i poteri che avevo un tempo e grazie a quelli ricreerò il mio esercito e riconquisterò sia l’inferno sia questo mondo!”
Fece una risata sottile.
“E sarai proprio tu ad aiutarmi”
“Ma vaffanculo!” disse schietto Naruto
“perché dovrei fare una stronzata del genere!?”
“Perché tu li odi” rispose semplicemente Lucifer.
“hai già cominciato a odiare uno di loro…”
Si avvicinò a Naruto, ma il biondo era come paralizzato, e non poté allontanarsi.
Girò attorno al ragazzo, e quando si presentò davanti lui aveva preso l’aspetto di Itachi.
“… e presto comincerai a odiarli a morte tutti quanti, per una ragione o per l’altra”
Il suo aspetto mutò ancora e la rabbia del ninja crebbe a dismisura: aveva preso l’aspetto di Hinata.
“Tutti quanti, nessuno escluso” disse il tono dolce e gentile della Hyuuga, cominciò ad avvicinarsi e poi si sporse la figura della ragazza si sporse verso Naruto, vicinissimo dal baciarlo.
Prima che Naruto o Lucifer potessero vederla, una terza figura si interpose tra i due, mollando un sonoro schiaffo a Lucifer-Hinata, facendolo/a (?) finire a qualche metro di distanza.
“Tieni le tue zampacce da puttana lontane dal mio ragazzo, brutta troia!” Gridò Yoko puntandogli contro un dito minaccioso.
Poi fece un sospiro secco.
“Dio!” disse soddisfatta, mettendo le mani sui fianchi.
“era da un eternità che volevo dirlo!”
Lucifer riprese il suo primo aspetto.
“Già, mi ero dimenticato di te… sorellona Yoko”
Naruto sbarrò gli occhi: aveva sentito bene?
“Sei rimasto il grandissimo figlio di puttana che eri un tempo, non sei cambiato di una virgola… fratellino” disse la rossa.
“Ho imparato dalla migliore” rispose sottile, poi fece un piccolo sorriso di circostanza.
“Ci incontreremo presto, sorellona. Ormai ho colmato la differenza che c’era tra di noi e posso ucciderti quando voglio” Così dicendo, sparì in una marea di scintille nere.
La ragazza si voltò verso Naruto
. “E’ ora di svegliarsi” disse, dandogli un violento buffetto sulla fronte.

Kisame balzò in piedi di scatto, brandendo Samehada.
“Chi è là?” Sbraitò al vento.
Era parecchi chilometri lontano dal covo, gli era stata affidata una missione importante da parte del leader quella mattina.
“Che bisogno c’è di dirtelo?” Chiese la voce.
“visto che stai per morire”
Un enorme figura si piazzò davanti al ninja spadaccino.
“Gesù, Giuseppe e Maria! Quanto è grosso!”
Otto code luccicanti risplendettero nell’oscurità della notte.
“Oh… oh merdaccia! Tu… tu sei…”
“Hachimata” rispose l’enorme serpente.
“ma puoi anche chiamarmi Lucifer se più preferisci. Yamiton: Kageryudan no Jutsu!”
L’ultima cosa che il ninja della nebbia vide, furono due grossi occhi rosso che si avvicinavano verso di lui, poi… il buio.




E’ una tecnica che ho inventato io e(credo) si possa tradurre così:
Arte dell’oscurità: tecnica del drago ombroso
  
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