-
Tratto dal quarantesimo capitolo:
- Ci
avvicinammo al primo gradino,
poi il secondo, porse le mani ai suoi fratelli, io passai il mio
braccio sul
fianco di Edward, lo guardai e lui mi diede un bacio a fior di labbra,
lo
seguii e sfoderando un sorriso smagliante, affrontammo la passerella.
- Ecco
fai un passo dopo l’altro
Bella! Continuavo a ripetermi mentre sentivo Edward reggermi con la sua
presa
forte, vedevo i flash dei fotografi e gli applausi rimbombare tra le
pareti
della galleria.
- Il
pubblico era in piedi,
l’acclamavano, James e Edward ridevano mentre giungevamo alla
fine della
passerella. Sembrava si divertissero un mondo, Rosalie si
fermò fece un
inchino, poi si volse verso James e quindi verso Edward e diede ad
entrambi un
bacio sulle labbra, mi allungò la mano e ci abbracciammo,
poi tornammo con
passo spedito verso il fondo.
- Quindi
fila indiana degli
indossatori, ancora altri applausi e poi ancora noi insieme, stretti
l’uno
all’altro.
- Tornati
nel back stage, restammo
abbracciati un tempo infinito, Rosalie piangeva e noi la guardavamo
completamente confusi:
- <<
Edward, James…
Bella>>, disse lei alla fine, <<
è stato incredibile, non mi sono
mai sentita così contenta ed emozionata. Grazie tante
ragazzi di questa
esperienza veramente indimenticabile!>>
- <<
Vediamo se riusciamo a
coronarla con il premio!>>, disse Edward.
- <<
Pensi che un premio
potrebbe rendermi più felice di adesso?>>
- Ci
sedemmo dinanzi al monitor,
aspettando che la presentatrice richiamasse tutti gli stilisti in
passerella.
- Dopo
i preamboli di rito e i
ringraziamenti agli organizzatori e ai patrocinanti la manifestazione e
introdotti i presidente della Camera della Moda italiana, americana,
francese e
inglese, uno alla volta i candidati vennero chiamati sul palco,
un’indossatrice
portò una busta e la porse al presidente della Camera della
Moda italiana.
- La
voce risuonò chiara nella
Galleria:
- <<
La vincitrice del “Gran
Prix World New Stylist” è… Rosalie
Cullen!>>
- Wow,
l’immagine di Rosalie
sorridente apparve sullo schermo, noi ci abbracciammo, Edward
sussurrò:
- <<
Ne ero certo! E’ una
professionista grandiosa!>>
- Il
presidente le diede un trofeo in
cristallo, la baciò, lei porse la mano alle
autorità e si sistemò a favore dei
numerosi fotografi che la richiedevano.
- A
quel punto gli indossatori con la
collezione di Rosalie, ripresero a sfilare sulla passerella, noi ci
accodammo e
quindi dopo averla percorsa tutta, ci sistemammo alle sue spalle, lei
ci fece
spostare accanto a lei e stretta tra noi, ci baciò mentre i
fotografi
continuavano a scattare foto a ripetizione.
- Quindi
la presentatrice si
avvicinò, le fece i complimenti, delineò le
caratteristiche del premio quindi
le passò il microfono, la sua voce ferma risuonò
nell’aria:
- <<
Ringrazio il mio intero
staff, preziosi collaboratori e ugualmente artefici del mio successo,
che con
pazienza ed estrema professionalità, mi hanno supportato in
tutti questi anni
di duro lavoro.
- Sono
felice che possano cogliere
con me, la soddisfazione di questo premio, che spero possa essere
preludio di
futuri numerosi successi.
- Permettetemi
ora di ringraziare tre
persone speciali, che ho il piacere e l’onore di avere qui
accanto a me, i miei
fratelli James e Edward e Bella, che considero mia sorella, grazie per
tutto
quello che con la vostra presenza avete reso possibile durante
quest’anno,
avete riempito la mia vita! Grazie di cuore, vi voglio
bene!>>
-
-
Capitolo 41
-
-
Con te per sempre
- BELLA
- <<
Edward! Oh mio Dio!
Rispondimi!>>, gridai, m’inginocchiai.
- Si
era messo le mani al petto,
rantolava.
- <<
Carlisle!>>, gridai.
<< Edward sta male!>>
- Suo
padre arrivò di corsa, con
Esme.
- <<
Edward parlami!>>.
- <<
Il petto!>>,
sussurrò. << Mi fa male il
petto!>>.
- <<
Esme chiama
un’ambulanza!>>.
- Suo
padre gli aveva allentato la
cravatta e aperto la camicia.
- <<
Edward! Amore!>>,
gli avevo preso la mano, mi guardava con il terrore negli occhi, il
respiro
affannoso.
- <<
Bella! Bella… amore non
lasciarmi… non lasciarmi!>>.
- <<
Sono qui, non parlare! Ti
portiamo subito in ospedale!>>.
- <<
Aria… mi manca l’aria…
papà aiutami!… >>
- Suo
padre iniziò a fargli la
respirazione bocca a bocca.
- Sentii
la sirena dell’ambulanza,
dopo pochi attimi arrivarono i paramedici, lo caricarono sulla barella.
- La
sua mano serrata alla mia, salii
con lui, il suo sguardo sperduto guardava me e il paramedico, che nel
frattempo
gli aveva messo la mascherina dell’ossigeno, lo aveva
monitorato e messo una
flebo.
- Mentre
l’ambulanza andava a sirene
spiegate, d’un tratto il monitor iniziò a
trillare, lo vidi spalancare gli
occhi e portarsi la mano al petto.
- <<
Amore, rispondimi!
Edward!>>.
- <<
Signorina si sposti!
>>.
- Gli
scoprì il petto e poggiò le
piastre, sentii la scarica, la sua schiena arcuarsi e il suo petto
sollevarsi,
ma il battito non riprendeva, caricò e provò
ancora una volta, fissai quel
maledetto monitor, trascorsero ancora secondi eterni e il battito
ritornò sul
monitor, gli iniettò qualcosa, tornai accanto a lui, mi
asciugai le lacrime e
gli ripresi la mano.
- L’ambulanza
si fermò, scendemmo, di
corsa dentro il pronto soccorso.
- Poco
dopo vidi entrare tutti i
Cullen, andai incontro a Carlisle:
- <<
Dottore ha avuto un
arresto!>>, gli gridai.
- <<
Sono suo padre!>>,
disse a un’infermiera del pronto soccorso, << e
sono un medico!>>
- Rosalie
mi accolse tra le sue
braccia, Esme accanto a James piangeva.
- <<
Cosa è successo Bella?
>>, mi chiese.
- <<
E’ andato in arresto,
sull’ambulanza… il suo cuore ha smesso di
battere… Rose… il suo cuore non
batteva! L’hanno defibrillato, due volte, ma non si
è più ripreso, è
incosciente! Un minuto prima mi guardava e aveva paura, i suoi occhi
fissi sul
mio viso confusi e poi più niente!>>.
- Mi
accompagnò verso la poltrona, la
guardai e vidi i suoi occhi riempirsi di lacrime.
- Il
tempo scorreva, James scambiava
ogni tanto uno sguardo con noi mentre teneva sua madre appoggiata al
petto.
Nessuno usciva dalla sala, nessun rumore.
- Guardai
fuori, era buio pesto,
allora sbirciai l’orologio, erano le tre, mi lasciai andare
sulla poltrona,
mentre Rosalie si era alzata un attimo a parlare al cellulare.
- Carlisle
apparve sulla porta,
l’espressione seria, il viso disfatto, ci avvicinammo tutti a
lui:
- <<
E’ in terapia intensiva.>>,
continuò. << Ha avuto un attacco cardiaco,
è in coma!>>, quasi un
sussurro.
- Mi
si era fermato il respiro, le
voci cominciavano ad arrivarmi ovattate, sentivo distintamente Esme e
Rosalie
piangere, avevo la testa svuotata e le parole di Carlisle mi
rimbombavano, mi
appoggiai al muro, respirai a fondo poi dissi:
- <<
Devo vederlo.>>
- Mi
fece strada, entrai e
timidamente mi avvicinai al letto. Un medico si fece da parte e lo vidi.
- <<
Oh mio Dio!>>,
esclamai.
- Era intubato, monitorato,
gli occhi chiusi, il
suo viso rilassato ma immobile, Carlisle mi strinse le spalle.
- Gli
presi la mano, me lo appoggiai
al viso, m’imposi ancora di respirare piano e frenare le
lacrime, come se
potessi disturbarlo e peggio trasmettergli questa disperazione che mi
stava
straziando.
- Rimasi
con quella mano poggiata sul
mio viso, il suo profumo a invadermi e riempirmi, mi poggiai sul letto
e mi
misi a pregare.
- Quando
sollevai la testa, Rosalie
ed Esme erano accanto a me, mi avvicinai al suo viso, lo baciai:
- <<
Edward farò come mi hai
chiesto, non ti lascerò mai!>>, gli sussurrai,
<< aspetterò tutto
il tempo che ti ci vorrà per tornare da me, amore
mio… anche tu avevi promesso
che non mi avresti mai più lasciata! L’hai
promesso ricorda!>>.
- Lo
dissi con voce risoluta, poi
addolcii il mio tono.
- <<
Ti riprenderai, sei
Ironman, hai bisogno solo di tempo!>>.
- Mi
alzai, passando accanto ad Esme,
le misi la mano sulla spalla e aggiunsi:
- <<
Non andrà via, sa che non
possiamo vivere senza di lui.>>.
- Uscita,
guardai l’orologio e
chiamai mia madre. Niente lacrime, mi ero imposta di non piangere, le
spiegai
cos’era accaduto, le dissi che ancora non ne sapevo molto ma
che l’avrei
aggiornata.
- James
si avvicinò, appoggiai la
testa sulla sua spalla e chiusi gli occhi.
- <<
Mio padre, vorrebbe
riportarlo a casa.>>
- <<
Cosa! >>
- <<
Non appena si sarà
stabilizzato, organizzerà il viaggio con un aereo
privato.>>
- <<
Non sarà troppo rischioso?>>.
- James
abbassò lo sguardo.
- <<
Un momento… tuo padre
crede che non si riprenderà? Rispondimi James, è
questo che ti ha detto vero? E’
rimasto solo pochi secondi in arresto… io ero
lì… sono stati attimi!>>.
- Mi
alzai, raggiunsi Carlisle, era
al telefono:
- <<
Trevor è andato in
arresto… sì due volte… non ha ripreso
conoscenza. I colleghi sono stati chiari,
non possiamo prevedere quanto esteso può essere il danno,
tutto dipende anche
da come il suo corpo reagirà.
- I
parametri vitali sono stabili…
loro dicono che potrò farlo tra qualche giorno…
sì me lo consigli anche tu?
Conosco bene il reparto di Spencer, so delle terapie per il risveglio.
Potreste
iniziare da subito… certo se si manterrà in
queste condizioni… temi per il
viaggio? Ah no capisco… potremo fare tutti i controlli prima
e poi iniziare. Ti
prego Trevor ho bisogno di aiuto… tutti noi abbiamo bisogno
di essere guidati,
siamo allo stremo… e la cosa che mi terrorizza di
più e che lui sia allo
stremo… che non abbia più la forza o i mezzi
per reagire… Dio mio Trevor aiutami.
- Trevor
organizzo tutto al più
presto… sì ti terrò
informato.>>
- <<
Dottore la prego mi parli,
io ho bisogno di sapere!>>.
- <<
E’ in coma Bella… per il
momento non c’è molto da aggiungere, possiamo solo
aspettare e sperare che si
riprenda!>>.
- <<
Dottore sono stati pochi
istanti!>>.
- <<
Ho parlato con i miei colleghi
qui, hai sentito che ho parlato con Trevor, non possiamo prevedere come
reagirà
il suo fisico, quindi non possiamo sapere quali danni possono esserci
stati.>>
- <<
Allora lei pensa sia
saggio fargli affrontare un viaggio transcontinentale
adesso?>>.
- <<
Mi sono consultato con il
primario di rianimazione di qui, Trevor dice che può farcela
se tutto sarà
organizzato nel migliore dei modi, porteremo
un’unità di rianimazione in aereo,
il viaggio verrebbe fatto in tutta sicurezza.
- Al
Cedars sarebbe seguito dai
medici che l’hanno avuto in cura
fin’ora.>>
- <<
Dottore ho paura.>>
- <<
Anch’io tesoro, credimi faccio
fatica ad essere lucido, ma mi sto sforzando per scegliere il meglio
per lui.>>
- Si
era girato e aveva appoggiato le
braccia contro la parete, singhiozzava.
- Gli
posai le mani sulle spalle, si
volse e mi abbracciò, a quel punto mi lasciai andare
anch’io al pianto.
- I
giorni seguenti servirono a
Carlisle per sistemare tutto quanto.
- Io
restavo al suo capezzale, senza
mai lasciarlo un istante, giorno e notte, così come gli
avevo promesso.
- Il
viaggio fu lungo e triste ma
senza problemi, all’aeroporto di Los Angeles,
un’ambulanza ci attendeva già
nella pista, lo portammo direttamente al Cedars, ad accoglierci in
terapia
intensiva Lys e Norton.
- Mentre
lo sistemavano in una stanza
ed io attendevo fuori, mi ritrovai circondata, dai ragazzi e in mezzo a
loro
Sam. Mi gettai tra le sue braccia, Emily mi strinse.
- <<
Avresti dovuto vederlo, era
così felice e stava bene! Dio! Stava bene!>>,
avevo ripreso a singhiozzare.
- <<
Ssh! Vedrai che si
risveglierà, sa che tu sei qui ad aspettarlo, che non puoi
vivere senza di lui,
non ti lascerà! >>.
- <<
Bella!>>.
- Sentii
la voce di mia madre, i
ragazzi mi fecero spazio, le andai incontro, papà mi strinse:
- <<
Ehi sii forte! Lui ha
bisogno che tu lo sia.>>, disse.
- <<
Asciuga queste lacrime, ti
consumano e non sono utili proprio a nulla.>>, aggiunse
mia madre.
- Mi
passò un fazzoletto sugli occhi
e mi diede un bacio, mio padre accarezzò il mio viso
disfatto.
- La
porta della camera si aprì,
uscirono i dottori preceduti da Carlisle, Lys mi posò la
mano sulla spalla e
disse:
- <<
Lo risveglieremo vero
Bella? Insieme ci riusciremo.>>
- Aveva
il volto disteso, non tradiva
sofferenza o fatica, gli occhi chiusi come in un sonno naturale. Cercai
di
pensare positivo, in questa situazione il suo corpo si sarebbe
riposato,
rinfrancato e si sarebbe ripreso. Dovevo solo stargli accanto,
aspettare,
sperare e pregare.
- <<
Ciao amore.>>,
dissi, << siamo a casa, o meglio siamo al Cedars, dirai
“Ancora” >>,
sorrisi. << E sono sempre accanto a te…
“Uh che noia!”.
- Sono
al mio posto, l’unico in cui
voglio stare, ma prometto di non disturbarti! Starò qui
buona buona ad aspettare,
ma se puoi, non farti attendere troppo.>>
- Mi
appoggiai sul letto, poggiai la
sua mano calda sul mio viso e chiusi gli occhi.
- Dopo
giorni di restar sveglia, la
spossatezza mi vinse, mi addormentai.
- Sognai
un giardino, le fronde degli
alberi pieni di fiori, vidi una fila di sedie e un piccolo gazebo, un
uomo
vestito di scuro e lì accanto lui, con il suo abito
elegante, il suo sorriso inimitabile,
gli occhi innamorati posati su di me, che trepidante e con passo
incerto lo
raggiungevo.
- Papà
mi dava un bacio, mi lasciava
dinanzi a lui, mi bisbigliava qualcosa, lui sorrideva ancora.
- Ci
rivolgevamo uno all’altra
scambiandoci promesse di amore eterno, sorridendo e tenendoci per mano,
mi
diceva “Ti amo”, gli rispondevo “Ti
amo” e sentivo le sue labbra sulle mie.
- Una
mano mi carezzò i capelli,
aprii gli occhi:
- <<
Tesoro.>>, disse
Rosalie. << Vai a casa, fai una doccia, cambiati e poi
torna qui. Resterò
io con lui.>>
- <<
No grazie, non posso
lasciarlo, più tardi mia madre, mi porterà un
paio di cambi.>>
- Di
nuovo il mio sguardo su di lui,
lei si sedette dall’altro lato.
- <<
Rosalie voglio sposarlo.>>,
mi passai la mano sul viso, mi riappoggiai sullo schienale, presi
fiato.
- Il
mio tono era deciso.
- <<
Come? Adesso?>>
- <<
Sì adesso.>>
- <<
Perché?>>.
- <<
Voglio essere legata a lui
davanti a Dio! Voglio che sappia che lo aspetterò, che
starò con lui per sempre.
Rosalie ti prego, sono disperata!>>
- <<
Tu pensi che lui vorrebbe
sposarti in queste condizioni? Incosciente e inconsapevole di
ciò che sta
accadendo?>>.
- <<
Chi può dirlo quale sia il
suo livello di coscienza, magari adesso ci sta ascoltando!
>>, gli carezzai
il viso. << Voglio essere Bella Swan Cullen…
voglio il suo cognome
accanto al mio! Era il suo più grande desiderio. Dimmi che
mi aiuterai?>>.
- <<
Ne sei pienamente
convinta?>>
- <<
Certo che lo sono.>>
- <<
Allora mi avrai
accanto>>
- <<
Grazie Rose!>>.
- <<
Ne dobbiamo parlare ai
tuoi genitori e ai miei e soprattutto capire se e come sia possibile
farlo.>>.
- Uscì
e mi rivolsi a lui:
- <<
Spero che tu sia felice
per questa mia decisione, Edward, voglio credere che se solo potessi
parlarmi,
saresti d’accordo con me.
- Io
ti appartengo e qualunque cosa accada
sarò tua.
- Voglio
diventare una Cullen, se Dio
vorrà ti risveglierai prima che quest’atto si
svolga, altrimenti sarò tua
moglie e aspetterò con pazienza che torni da me.
>>
- Gli
baciai la fronte, poi le
guance, l’angolo delle labbra:
- <<
Amore mio sei tutto per
me! Tutto per me!>>.
- Mi
avvicinai a lui, ripresi a
carezzarlo, il viso, il braccio, la sua mano, i capelli, quei
meravigliosi riccioli
ramati.
- <<
Bella.>> disse
Rosalie sottovoce, << occorrono alcuni documenti e il
cappellano
dell’ospedale potrà sposarvi in qualsiasi
momento.>>
- Mi
s’illuminarono gli occhi, tornai
a parlargli:
- <<
Sentito Cullen, diventerò
tua moglie, quindi se c’hai ripensato devi dirmelo ora
capito?>>, gli
baciai la mano.<< Lo prendo per un sì amore
mio.>>
- <<
Bella però adesso ne
dobbiamo parlare…>>.
- <<
Lo so Rose, i nostri
genitori, lo faremo subito.>>, presi il cellulare chiamai
mia madre.
<< Puoi avvertire tuo padre e tua madre e
James?>>.
- Esme
entrò poco dopo, mi alzai e l’accompagnai
sulla poltrona, accanto al letto. Era veramente a pezzi,
m’inginocchiai vicino
a lei e dissi:
- <<
Esme, Edward ha bisogno di
poter contare su tutta la sua forza, lo so che non è facile,
ma la prego gli
faccia sentire che non si è arresa.>>
- Misi
la mano di Edward tra le sue,
lei si chinò e cominciò a baciargliela.
- Poco
dopo bussarono al vetro, i
miei genitori erano arrivati, feci loto segno di entrare.
- <<
Che succede
Bella?>>, chiese mia madre avvicinandosi a me ansiosa.
- <<
Ho bisogno di parlare con tutti
voi.>>
- Quindi
arrivò Rose con suo padre e
James.
- <<
Possiamo andare un attimo
in sala d’attesa>>.
- Poco
dopo mi ritrovai a incrociare
gli sguardi preoccupati di tutti loro.
- <<
Ho preso una decisione,
vorrei che la condivideste, ma sappiate che non sto chiedendo la vostra
autorizzazione per farlo, piuttosto la vostra collaborazione.
- Ho
intenzione di sposare Edward, adesso,
ne ho già parlato con Rose e lei con il cappellano
dell’ospedale, dice che
bastano alcuni i documenti necessari e potrà
farlo.>>
- Passarono
minuti interminabili di
silenzio poi Esme disse:
- <<
Lo desiderava più di
qualsiasi altra cosa, ma non credo che lui vorrebbe legarti a
sé in queste condizione.>>
- <<
Non dica così, dentro
quella stanza c’è il mio Edward, lo stesso uomo
con cui passeggiavo mano nella
mano quattro giorni fa, con cui parlavo e scherzavo, con cui progettavo
di affittare
un appartamento alla fine dell’estate, a cui volevo donare
ogni istante della
mia vita. Per me non è cambiato niente. Ha detto bene lo
desiderava tanto,
voglio esaudire questo suo sogno.
- Mamma,
papà ditemi qualcosa.>>
- <<
Io non posso che
appoggiarti.>>, disse
Renèe.
<< So che lo ami, che lui ti ama e che niente potrebbe
cambiare questo. Non
posso sapere se Edward sarebbe d’accordo, siete fatti per
stare insieme, il
resto non conta.>>.
- Mio
padre fece un sorriso e disse:
- <<
Tu hai sempre saputo ciò
che volevi ed era stare con Edward sempre, quindi saremo accanto a
te.>>
- <<
Carlisle vorrei sentire
cosa ne pensa.>>, dissi guardandolo intensamente.
- <<
Se dicessi cosa penso veramente,
probabilmente ti ferirei troppo.
- Vuoi
sposarlo? Non vi ostacolerò di
certo.>>
- <<
Io penserò a tutti i
documenti necessari. >>, disse James.
- Rientrai
in camera, mi fermai sulla
porta, Rosalie gli teneva la mano, stava raccontandogli di quando lei
frequentava
l’università, mi fece segno di avvicinarmi:
- <<
Io penserò alle vostre
fedi nuziali!>>, disse.
- Sorrisi.
Andai a sedermi sul letto.
- <<
Era scontato che nessuno si
sarebbe opposto.>>, disse.
- <<
Invece penso tuo padre ritenga
che non sia opportuno, sembra sia convinto che Edward non si
riprenderà. Rose ma
anche se questa tragedia dovesse accadere, pensi che potrei mai
lasciarlo? Non
sarebbe possibile, io lo amo!>>
- <<
Lui si sbaglia, Edward è
qui, è vivo, è presente e si
riprenderà, ne sono certa, dobbiamo solo avere
pazienza.>>, si riappoggiò al letto e riprese
ad accarezzare la mano di suo
fratello.
- Dopo
qualche minuto, sollevò la
testa e disse:
- <<
Stavo quasi per
dimenticarlo, il cappellano mi ha chiesto una dichiarazione di un
familiare che
Edward fosse intenzionato a sposarti. Io so che non desiderava altro,
ti aveva
regalato un anello di fidanzamento, ma la burocrazia non guarda in
faccia a
nessuno, senza questo documento non può sposarti, io non
vivo in casa e non
posso quindi dichiararlo.>>
- <<
Firmerò io la
dichiarazione.>>
- Era
Esme. Si avvicinò a me, mi posò
la mano sulla spalla, io appoggia il capo sul suo fianco.
- <<
Oh grazie.>>, dissi sottovoce.
- <<
Grazie a te tesoro, per quanto
lo ami e per aver preso adesso questa decisione così
importante.>>
- <<
Bella.>>, mormorò
Rosalie, << come vuoi le fedi?>>
- <<
Semplici e tradizionali e dentro
dovresti fargli incidere, oltre ai nostri nomi, “per
sempre”, niente data.>>
- Rose
ed Esme uscirono, tornai a tenergli
la mano tra le mie, mi accorsi che non aveva più la mia fede
araba al dito.
- Nei
momenti concitati del ricovero
in Italia, evidentemente qualcuno gliela aveva tolta, mi dispiacque
molto non
vederla, sperai che non fosse andata persa.
- Un
altro giorno trascorse, senza
che la situazione subisse alcuna variazione.
- Provai
più di una volta a parlare
con Carlisle, ma senza successo, mi evitava.
- Da
quando lo avevo conosciuto e dal
momento in cui Edward aveva affrontato gli interventi, le terapie, ogni
scelta
fatta per la sua salute, io e Carlisle c’eravamo sempre
confrontati, avevamo
sempre parlato, avevamo sempre condiviso ogni preoccupazione,
c’eravamo sostenuti
sempre.
- Comprendevo
come fosse disperato,
così come lo ero io, ma non riuscivo a capire
perché avesse una visione così
totalmente negativa.
- I
ragazzi vennero a trovarlo, gli
dissi della mia intenzione di sposarlo. Le ragazze mi strinsero in un
abbraccio
rincuorante, concordarono che non era per niente una scelta insensata,
capirono
perché ne sentivo l’esigenza, spiegai che non
avevo alcuna perplessità, Angela
mi prese per le spalle:
- <<
Stai facendo bene, vedrai
che appena si sveglierà impazzirà dalla gioia.
- Sarà
riuscito a incatenarti a lui,
come avrebbe voluto fare sin dal primo momento in cui ha posato i suoi
meravigliosi
occhi verdi su di te.>>
- <<
Sì Bella!>>,
aggiunse Jasper, << vedrai tutto si
sistemerà!>>.
- Sam
ed Emily si sedettero accanto a
me in silenzio, guardavano Edward, Sam mi teneva per i fianchi, sentiva
quanto
fossi inquieta, spaventata, lui sentiva tutti i tutti i miei turbamenti
interiori,
cercava di darmi quella rassicurazione di cui avevo assolutamente
bisogno.
- Alice
aveva portato un piccolo
mazzo di fiori, Angela aveva lasciato una busta con una lettera per
lui, che
avrei dovuto leggergli quando saremmo stati soli, Emmett era stato a
casa Cullen
aveva preso il suo I-pod, gli aveva caricato decine di canzoni, poi si
erano
riuniti e aveva inciso in cd, con le loro voci, due ore di continui
“non-sense”,
come diceva Edward che gli avrebbe fatto compagnia.
- Rosalie
tornò nel tardo pomeriggio,
aveva un’espressione disfatta. I ragazzi discretamente poco
dopo andarono via.
- Era
passata da casa. Si sedette
accanto al letto e tirò fuori il mio cuscino da una busta,
la guardai.
- <<
Il tuo profumo … il
profumo del tuo corpo è una droga per lui e questo ne
è davvero impregnato.
Aiutami a sollevarlo.>>
- Sistemammo
il cuscino e lo
riadagiammo delicatamente, mi asciugai le lacrime e le chiesi:
- <<
E’ stato tanto dura
entrare nella sua stanza?>>.
- <<
Nella vostra stanza vorrai
dire… molto più di quando potessi immaginare, ma
questi oggetti dovevano essere
qui!>>.
- Uscì
dalla borsa la cornice con la
foto a Time Square, il diario, il braccialetto che gli avevo regalato a
Natale
e li posò sul tavolinetto accanto al letto, quindi
uscì da un sacchetto la fede
araba.
- Me
la porse, gli presi la mano e la
infilai, entrò senza fatica.
- Aprì
quindi uno scatolino blu e
disse:
- <<
Domani gli metterai questa
fede al dito e sarà per sempre Bella, sarai una Cullen per
sempre!>>
- <<
Oh Rose sono bellissime!
Grazie tesoro, grazie!>>.
- Scorsi
il dottor Cullen sulla
porta.
- <<
Papà vieni!>>.
- Si
avvicinò al letto.
- <<
Pensavo di riportare
Edward a casa sabato.>>, disse deciso.
- <<
Come?>>, rispondemmo
all’unisono.
- <<
Adesso che è stabile, non
ha senso tenerlo qui in ospedale, posso assisterlo benissimo anche a
casa.>>
- <<
Dottore pensa che sia
prudente non sarà presto>>.
- <<
Presto Bella? Edward non
sta facendo cure particolari, cosa pensi che possa rischiare? Un altro
attacco,
una crisi respiratoria, un’embolia? Può succedere
qui come a casa.>>
- <<
Papà smettila!>>.
- <<
Cosa Rosalie? Smettere di
far cosa?>>.
- <<
Ci stai
spaventando!>>.
- <<
Sarebbe un bene se lo
foste, forse tornereste con i piedi per terra.
- Non
capisci quanto sia grave la
situazione? Accidenti Rose, tuo fratello è in coma e voi
pensate di organizzare
un matrimonio.>>
- Mi
ero alzata in piedi, tenevo
ancora la sua mano stretta tra le mie e piangevo.
- <<
Perché ci stai facendo
questo papà?>>, disse Rosalie stringendo i
pugni.
- <<
Perché sembro l’unico che
si rende conto di che cosa stiamo vivendo.>>
- <<
Che cosa stiamo vivendo
noi papà? Di che cosa sta vivendo Edward vorrai dire. Noi
siamo solo tristi
spettatori del suo dramma, ma almeno noi stiamo tentando di fare
qualcosa per
lui, per aiutarlo a uscirne!>>
- <<
E cosa pensate di fare, cosa
credete che possa essere utile, un cuscino, una musica, un
matrimonio… dimmi
Rosalie… illuminami!>>.
- <<
Tutto quello che può
tenerlo attaccato a noi, a lei. Tu puoi anche pensare che siamo
irresponsabili,
ma noi siamo convinte che si riprenderà, che
tornerà da noi, non siamo
sfiduciate e sconfitte come lo sei tu papà!
- Ora
lo vuoi riportare a casa? Immagino
che ti sia consigliata con i suoi medici e che davvero lui non rischi
nulla per
questa tua scelta.
- Sai
che ti dico ne potremmo essere
anche contente. Essere nella sua stanza, nel suo letto, in mezzo agli
odori che
gli sono familiari, i rumori che conosce perfettamente, potrebbe farlo
star
meglio, rassicurare, ma soprattutto avrà accanto a lui la
donna che ama più
della sua vita, che tra meno di ventiquattr’ore
diventerà sua moglie.
- Adesso
papà organizza tutto ma
ricorda che domani alle undici dovrai essere presente in questa stanza,
il
primo dei tuoi figli si sposerà e tu non puoi
mancare.>>
- Fissò
la figlia qualche secondo e
poi si allontanò in silenzio, io impietrita vicino al letto
continuavo a
piangere, la mano di Edward ancora tra le mie, Rosalie mi strinse per
le spalle
e disse:
- <<
Non piangere! Non pensare
a ciò che ha detto, è sconvolto e ha perso ogni
barlume di lucidità.
- Edward
si sveglierà, io lo so e ne
devi essere convita anche tu.
- Basta
lacrime tesoro una sposa non
può avere gli occhi arrossati dal pianto, quindi, sciacquati
la faccia, torna
accanto a lui per stanotte, ma domattina verrai a casa, farai un bagno,
ti
rilasserai, ti cambierai e poi tornerai qui,
d’accordo.>>
- Mi
baciò sulla fronte e uscì, mi
distesi accanto a lui con delicatezza, stanca ed emozionata, poggiai la
testa accanto
al suo viso, gli presi la mano la misi tra le mie e poco poco stremata,
mi
addormentai.
- ROSALIE
- Non
riuscii a chiudere occhio, la
parvenza di tranquillità e sicurezza ostentata davanti mio
padre, si erano
spente, non appena ero rientrata in casa.
- Con
le sue parole, mi aveva dato
una vera e proprio stangata, era davvero convinto che Edward sarebbe
rimasto
incosciente, che non sarebbe uscito dal coma?
- Oh
no! Rifuggivo all’idea. Non sarebbe
accaduto, saremmo riusciti a tirarlo fuori da quello stato.
- Mi
alzai all’alba, andai in veranda
con una tazza di caffè e ci trovai James.
- <<
Mamma e papà dormono
spero?>>, chiesi.
- <<
Sì, mamma ieri sera non si
reggeva in piedi, ma papà le ha dovuto dare lo stesso
qualcosa per dormire,
speriamo che stamattina stia meglio.>>.
- Buttai
un occhio sul tavolinetto,
c’era una carpetta.
- <<
Ci sono tutti, anche la
dichiarazione della mamma, l’ha fatta ieri appena rientrata
in casa>>.
- <<
Tu cosa pensi del matrimonio?
Lo trovi fuori luogo? Papà ieri ha fatto una vera e propria
scenata, davanti a
Bella. Avresti dovuto sentirlo, era fuori di testa. L’ha
fatta piangere e se
n’è andato senza dire una parola.>>.
- <<
Io penso che Edward non
vorrebbe sposarla in queste condizioni, credo, però, che
Bella abbia bisogno di
legarsi a lui e mi sembra doveroso assecondarla. È
innamorata e la sua
relazione continua a essere salda, nonostante tutto.
- Riguardo
all’atteggiamento
catastrofico di papà non ha alcuna motivazione fondata. Ho
parlato a lungo con
Lys e Norton ieri sera e mi hanno ribadito che la situazione di Edward
è
stazionaria, che bisogna
esser
fiduciosi, loro sperano che il tempo e le terapie del risveglio possano
aiutarlo.
- Papà
ha paura, è stanco, si sente impotente
dinanzi a questo nuova tegola caduta su Edward, ma se dovesse
continuare a
tenere quest’ atteggiamento, gli parlerò in
maniera decisa e se ciò non dovesse
bastare chiederò aiuto a
Lys,
questo suo modo di affrontare questa
situazione deve cessare, fa troppo male a Bella e alla
mamma.>>
- Finimmo
la nostra colazione, andai
a fare una doccia e mi preparerai. Sentì un rumore alla
porta, mi affacciai
sulle scale.
- <<
Bella.>>, le andai
incontro. << Com’è andata la
notte?>>.
- Lei
annuì.
- <<
Hai riposato qualche
ora?>>.
- <<
Sì ma diciamo che sono
ugualmente uno straccio>>.
- <<
Vado a preparati il bagno,
tu ne frattempo mangia qualcosa.>>
- <<
Che cosa vuoi che
cambi.>>
- <<
Bella non puoi trascurare
te stessa, lui non lo permetterebbe.>>, le sorrisi,
carezzandole il viso
emaciato. << Se ti manterrai in forze, potrai reggere,
altrimenti non gli
sarai di aiuto. Liv preparale la colazione, quindi raggiungimi in
camera.>>
- Si
sedette sullo sgabello e
appoggiò la testa sul bancone della colazione.
- Mi
si strinse il cuore solo a
guardarla. Piccolo tesoro, era già allo stremo e
l’incubo era cominciato solo
da pochi giorni, mi chiesi come avrebbe fatto a sopportare se la
situazione si
sarebbe protratta nel tempo.
- Sentii
aprire la porta, mi
affrettai a raggiungerla, era immobile, appoggiata allo stipite, aveva
iniziato
a piangere, le presi la mano e la guidai verso il bagno, si
fermò dinanzi al
letto, il trolley di Edward era lì chiuso, sulla cassapanca,
l’avvicinai a me,
la strinsi, singhiozzava:
- <<
Ssh basta piccola, basta!
Tornerà presto, vedrai e ti porterà alle Hawaii,
come desiderava.>>
- Scuoteva
la testa e ansimava, poi
vide la loro foto a New Orleans, Edward sorrideva, lei mostrava
l’anello, sembrò
riaversi, si passò la mano sul viso, asciugò le
lacrime.
- Si
tolse i vestiti, li appoggiò sul
letto si diresse verso la vasca ed entrò, mi sedetti dietro
le sue spalle e
cominciai a massaggiarle i muscoli delle spalle e del collo.
- <<
Sai che è stato il primo
posto in cui ho fatto l’amore con Edward!>>,
disse.
- <<
Interessante, che posto
romantico ha scelto il mio fratellino per sedurti… candele,
musica, magari un
bicchiere di vino bianco?>>
- <<
Niente di tutto questo, io
feci irruzione qui dentro semi terrorizzata perché bussavo
alla porta e lui non
mi rispondeva. Lo trovai immerso nell’acqua con quelle odiose
cuffiette
dell’I-pod nelle orecchie!>>.
- <<
Piccolo mio. Forse non
aveva molta esperienza su come si dovesse corteggiare una donna!
>>
- <<
No… invece è stato
bellissimo! Fantastico e da lì è stato un
crescendo, abbiamo costruito giorno
per giorno una relazione di perfetta simbiosi, saldata dalle
difficoltà e più
forte di ogni dolore.>>
- Poggiò
la testa sul bordo della
vasca, le diedi un bacio in fronte, sorrise e rilassò i
tratti del volto.
- La
coccolai dentro l’acqua per una
buona mezz’ora. Una volta uscita le asciugai e legai i
capelli, scoprendo quel
bellissimo collo che Edward adorava. Un filo di trucco per mascherare
un po’ i
segni di sei giorni quasi del tutto insonni, quindi si
avvicinò all’armadio. Faceva
scorrere le grucce con gli abiti, mostrando poco interesse, poi ne
tirò fuori
uno, un abitino semplice sopra il ginocchio, avorio con un cinturino scuro in vita.
- Mi
guardò ed io dissi:
- <<
Questo è
perfetto!>>.
- Corsi
in camera mia mentre Bella
finiva di prepararsi, mi vestii in fretta e andai in soggiorno, dove ci
attendeva James:
- <<
Mamma e papà?>>.
- <<
Mamma sta arrivando, papà
è già in ospedale!>>.
- <<
Sei splendida.>>,
disse James, avvicinandosi a Bella e prendendole la mano.
- <<
Tuo padre non
verrà?>>
- <<
Sì che verrà!>>,
dissi decisa. << Sta tranquilla, mamma vieni, sono felice
che abbia
deciso di mettere quest’abito.>>
- Ero
un abito viola con le rouches
davanti, anche lei era molto dimagrita, ma le stava ancora bene.
- Mi
prese sottobraccio e cinse il
fianco di Bella:
- <<
Andiamo.>>, disse.
<< Edward ci aspetta, dobbiamo coronare il suo
sogno.>>.
- JAMES
- Entrai
con passo esitante nella
camera, mio padre, seduto accanto al letto, teneva la sua mano su
quella di
Edward, lo sguardo perso a fissare il viso di mio fratello.
- Bella
mi seguì, si avvicinò a lui,
gli mise la mano sulla spalla e s’inginocchiò:
- <<
Carlisle aveva promesso che
non si sarebbe mai più fatto travolgere dal coinvolgimento
emotivo e
dall’irrazionalità con Edward, perché
se negli anni passati lei fosse stato più
lucido, il mio amore avrebbe sofferto meno nella sua vita. Aveva
giurato che
non avrebbe più commesso quest’errore e invece
ancora una volta si sta
lasciando andare al dolore.>>
- Lui
accarezzò la fronte di Eddy e
disse sottovoce:
- <<
Sono qui, Bella, vi
aiuterò come posso, ma in questo momento non chiedetemi di
più.>>
- Entrarono
i genitori di Bella,
Renèe si diresse verso Edward, gli diede un bacio sulla
fronte, poi preso da
una busta un piccolo bouquet di roselline bianche, lo diede a Bella.
- Poco
dopo entrò il cappellano,
controllò i documenti, parlò con i miei genitori,
quindi si avvicinò a Bella:
- <<
Possiamo
iniziare?>>, disse, << Siamo qui per
officiare l’unione di questi
due ragazzi, in una situazione tanto particolare, quanto dolorosa, ho
preso
atto dell’intenzione di Edward di sposare Bella,
ufficializzata da un anello di
fidanzamento e da una promessa, la madre di Edward ha confermato questa
intenzione, quindi ho ricevuto l’autorizzazione
affinché il matrimonio abbia
luogo.
- Bella
ecco la formula che dovrai
pronunciare e poi dovrai mettergli la fede.>>, le
passò un foglietto.
- <<
Io Bella prendo te Edward
come mio sposo e prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel
dolore,
in salute e in malattia e di amarti e onorarti per tutti i giorni della
mia
vita.>>
- Aveva
pronunciato le promesse tra
le lacrime, dalla prima all’ultima parola, quindi aggiunse:
- <<
Tu mi hai scelto, mi hai desiderato
dal primo momento che mi hai conosciuto, mi avresti sposato subito se
io avessi
acconsentito, amore mio sono io che ti sto sposando, con la
felicità della
scelta e il dolore per la circostanza, consapevole che questa
è una condizione
di difficoltà temporanea, che tornerai da me e staremo per
sempre insieme.>>
- Rosalie
aprì la scatolina degli
anelli, il sacerdote li benedisse, Bella prese quello di Edward, lo
baciò,
s’inginocchiò vicino a letto, con delicatezza lo
fece scivolare sull’anulare,
poi prese il suo si avvicinò al viso e disse:
- <<
Sappi che mi aspetto che
farai tu questo gesto, non appena ne sarai in grado. Voglio che la mia
fede sia
al mio dito perché mio marito l’ha
voluto.>>
- La
infilò nel suo dito e si fece il
segno della croce.
- <<
E con il potere
conferitomi dalla chiesa.>>, disse solenne il sacerdote.
<< Vi
dichiaro marito e moglie>>.
- Bella
lo baciò, tra le lacrime.
- <<
Congratulazioni signora
Cullen!>>, era mio padre che aveva pronunciato quelle
parole.
- Bella
lo guardò, lui le asciugò le
lacrime:
- <<
Ti prego Bella accetta le
mie scuse, sono stato ancora una volta un debole, ancora una volta
rischiavo di
non essere un buon medico, proprio con mio figlio.
- Rimbocchiamoci
le maniche e riportiamo
al più presto indietro il mio Edward … tuo
marito. >>
- <<
Grazie Carlisle.>>
- Io
mi avvicinai a Edward e dissi:
- <<
Ehi fratello torna in
fretta, hai una moglie cui pensare adesso.>>
- BELLA
- In
due giorni di lavoro frenetico,
la nostra camera era stata attrezzata per accogliere Edward di nuovo in
casa.
- Quando
i paramedici lo sistemarono
sul letto e collegarono tutti i macchinari, Carlisle lo
controllò e mi lasciò
con un sorriso.
- Mi
ritrovai da sola accanto a lui,
in quello che era il nostro letto, nella nostra stanza, tra le nostre
cose, paradossalmente
tirai un sospiro di sollievo.
- <<
Edward siamo a casa
finalmente.>>, gli dissi, << vedrai che
nella tranquillità della
tua stanza e seguendo le indicazione del terapista del risveglio,
riusciremo a riportarti
cosciente.
- Tu
vedi di collaborare amore mio,
voglio rivedere quei meravigliosi occhi verdi che mi mozzano il
respiro, quella
tua voce sensuale nelle mie orecchie, le tue mani sul mio corpo,
rivoglio i
miei brividi e le mie sensazioni Cullen, e li rivoglio al
più presto.>>
- Risi
e lo baciai, quindi gli misi
l’I-pod e mi sistemai accanto a lui, presi il diario.
- Il
giorno dopo il nostro matrimonio
avevo preso a scrivere ogni cosa, proprio sul suo diario, tornando
indietro al
giorno in cui era stato male; volevo che, quando si fosse risvegliato,
potesse
leggere ciò che era accaduto in quel periodo, volevo che
avesse una traccia di quello
che non aveva potuto vivere coscientemente.
- Nel
pomeriggio vennero mamma e
papà, dopo esser stati una decina di minuti in camera, ci
spostammo in salotto:
- <<
Bella, papà deve rientrare
a lavoro, ma se hai bisogno di me io posso restare. >>
- <<
No mamma, non
preoccuparti, nei prossimi giorni avrò tanto da fare, qui in
casa, sta
tranquilla.>>
- <<
Renèe >>, disse
Esme, << io sarò sempre a disposizione, mi
prenderò cura di lei e farò in
modo che si ritagli del tempo, per se stessa.>>
- <<
Tempo per me stessa… il
mio tempo sarà solo per lui adesso.>>, dissi.
- <<
Ti sbagli.>>,
continuò mia suocera, << è
necessario che tua madre e tuo padre sappiano
che non permetteremo che ti annulli completamente dietro ad Edward, lui
per
primo non lo permetterebbe mai. Siamo tutti qui per aiutarlo e tu
ascolterai i
nostri consigli.>>
- Mi
lasciai andare sul divano, mamma
mi prese la mano:
- <<
Lo so che non lo
concepisci, ma Esme ha ragione se saprai dosare al meglio le tue forze,
potrai
essergli d’aiuto. Consumarti non gli
servirà.>>
- Abbassai
lo sguardo e non le
risposi.
- Ci
trattenemmo ancora un altro po’
a parlare, poi i miei genitori andarono a salutare Edward e ci
lasciammo sulla
porta, dopo un intenso abbraccio.
- Rientrai
in camera, Rosalie gli
stava cospargendo della crema sulle braccia, aveva un viso
così teso:
- <<
Che succede Rose?>>.
- <<
So che sto facendo
qualcosa d’importante per lui, ma è
così triste, così gravoso>>.
- <<
Saranno tante le cose che
dovremo razionalizzare, di cui dovremo capirne solo
l’utilità ed esser bravi a
dissimulare il dispiacere che ci provoca dissimulare anche con lui.
- Io
sono convinta fermamente che ci
senta, che percepisca i nostri stati d’animo e quindi non gli
fa bene sentirci
tristi o disperate.>>, feci un sospiro e lo carezzai.
- <<
Mi sento così colpevole.
L’ho sottoposto a un enorme carico di stress fisico e
psicologico, la sua festa
di compleanno organizzata su una barca, il viaggio, la
sfilata… troppa fatica
che non era ancora pronto a sopportare e il suo cuore… oh
Dio!>>.
- <<
Se vogliamo parlare di
sensi di colpa, io, in questo momento, ne sono dilaniata. Le emozioni
forti
avute sulla barca quando sono caduta e dopo con il lanciatore di
coltelli e poi
in viaggio in Italia, ho accettato che facesse un tour de force
veramente
stancante.
- Ma
potevo non assecondarlo? Era
così felice per tutto ciò che aveva ricevuto, dei
tuoi regali e delle tue
attenzioni, del viaggio, dell’Italia e poi la gioia e
l’emozione della sfilata,
hai idea cosa ha significato per lui, poterti essere accanto a Milano?
- I
dottori prima di partire erano
stati così rassicuranti, i cicli di cura erano tanto
efficaci, la situazione
generale era buona. Mi sono lasciata trascinare dal suo entusiasmo, non
ho
voluto porgli limiti. Dio se lo avessi fatto rallentare un
po’ e forse tutto
questo non sarebbe successo. >>
- Presi
la sua mano l’appoggiai al
mio viso, trattenendo le lacrime. Rosalie riprese a massaggiarlo.
- <<
Rose.>>, dissi dopo
qualche minuto. << Devi programmare il tuo rientro a
Miami.
- No…
non fare questa faccia, poco fa
tua madre e mia madre hanno parlato di riprendere il controllo della
mia vita…
capisci loro mi chiedono di pensare a me stessa, io che in questo
momento vorrei
vivere nello stesso limbo di Edward, che mi sento sospesa, in stand by,
dovrei
riprendere il controllo sulla mia vita, ma tu, invece, hai
l’obbligo di tornare
a lavoro, devi pensare alla tua attività, programmando ogni
tanto di tornare
qui e restare qualche giorno. Siamo a un mese e mezzo dalle sfilate e
non credo
che tu abbia la collezione finita.>>
- <<
Mi manca solo qualche
pezzo, posso terminarli qui e mandarli ai miei collaboratori, posso prendermi ancora
un’altra settimana. Ho
bisogno di restare ancora un altro po’ con
lui.>>
- <<
Una settimana Rosalie e
dopo ti caccerò via, devo ritagliarmi un po’
d’intimità con mio
marito.>>, dissi sorridendo.
- <<
Solo fino a
ferragosto.>>
- <<
Stai negoziando Rose? Sono
quasi dieci giorni, non una settimana.>>
- <<
Sii buona. Prometto che
dopo ferragosto vi lascerò soli. >>, sorrise.
- <<
Ok, Edward possiamo
concederglieli questi dieci giorni vero?>>.
- Uff!
Il silenzio della notte, rotto
dai rumori del ventilatore meccanico e del monitor per i parametri
vitali, rumori
ciclici e intermittenti.
- Non
credevo fossero così duri da
sopportare. Pensavo che dopo qualche ora mi sarei abituata, invece
erano lì che
mi martellavano il cervello e mi mantenevano vigile e nervosa.
- Dovevo
concentrare la mia attenzione
su altro o sarei esplosa ed era solo la prima notte.
- La
lucina sul comodino illuminava
il suo volto, era bellissimo, nonostante tutto.
- Il
mio sguardo era catturato dai
suoi tratti, così raffinati e sottili. Un lord inglese.
- Solo
il tubo del respiratore
interrompeva quella perfezione, ma riuscivo a escluderlo dalla mia
valutazione.
- Presi
la mia crema idratante, ne
misi un po’ sulle dita e cominciai a spargerla sulla fronte,
sfiorandogliela
appena.
- <<
Scusami Edward.>>,
sussurrai, << ho bisogno di un po’ di tempo per
abituarmi ad averti qui
accanto a me e poi non riesco a resistere alla tentazione di
toccarti.>>,
mi venne da ridere.
- <<
Dicevi di adorare le mie
mani sul tuo corpo, spero in questo momento ti siano gradite, anzi ti
facciamo
mantenere vivo il ricordo del nostro modo di sfiorarci e di prenderci
cura
l’uno del corpo dell’altro>>.
- Dopo
la fronte, le gote, fin giù al
mento, con movimenti lenti e circolari, ancora un po’ di
crema e scesi sul
collo, mi avvicinai a lui, il suo profumo
m’investì prepotente, inspirai e non
riuscii a resistere lo baciai uno… due… tre
volte, fino a raggiungere l’incavo
della sua clavicola, tornai su fino all’orecchio:
- <<
Edward come mi manchi!
Come mi mancano le tue labbra, le tue mani, il tuo tocco gentile e
passionale
insieme. Come farò a resistere ancora senza di te.
Impazzirò se non torni da
me!>>.
- Guardai
le sue labbra, erano un po’
screpolate, come avevo fatto a non notarlo?
Presi lo stick del burro cacao, ci passai sopra il
dito e poi gli
disegnai il contorno uno, due volte, fino a che non divennero morbide,
poi mi
avvicinai alla sua bocca, gli appoggiai sopra la mia.
- <<
Basta devo fermarmi.>>,
dissi con energia. << Devo, in questa circostanza
è un comportamento
assurdo, forse sto proprio impazzendo?
- Continuerei
a toccarti, a baciarti,
vorrei stringerti, tutta la notte amore mio! Ho un grande desiderio di
te
adesso. Mi chiedo però se sia giusto? Sì certo
che è giusto, sei il mio unico
amore e questo tuo stato non ha cambiato una virgola a quello che
sento. Ti amo
Edward Cullen, ti amo come non mai!>>, mi riappoggiai al
cuscino.
- << Stamattina
arriverà
un’infermiera>>, disse Carlisle,
<< che oltre ad provvedere alla
terapia, baderà anche alla sua igiene
personale>>.
- <<
No, voglio pensarci
io?>>, dissi.
- <<
Invece non devi. Non perché
tu non ne sia capace, non è giusto. Bella ci sono
necessità troppo forti cui
far fronte e non voglio che tu sopporti anche questo.
- E
poi dobbiamo essere pronti ad affrontare
un altro passaggio che so già, sarà molto
difficile per tutti noi. Non posso più
alimentarlo con le flebo, non sono più sufficienti, ha
bisogno di un maggiore
apporto proteico, sta già dimagrendo. Dobbiamo passare a un
sistema più
efficace, che è tutt’altro che facile da vedere,
ha bisogno di un sondino
naso-gastrico>>.
- <<
Lo conosco Esme lo
sa?>>.
- Fece
segno di sì con la testa, si
passò la mano tra i capelli, mi fece una carezza e
andò da Edward.
- Tirai
fuori un respiro forzato,
presi la tazza di caffè
e aspettai Esme.
- Si
sedette contrita accanto a me,
tra noi non occorreva parlare, eravamo già talmente
distrutte al pensiero, che
aggiungere parole, avrebbe solo acuito il dolore.
- Mi
ritrovai ferma appoggiata allo
stipite, a guardarlo, da lontano, le braccia strette al petto,
respiravo piano
per evitare di piangere. Quel tubicino era abominevole, una mano sulla
mia
spalla, James mi strinse e mi sussurrò:
- <<
Dobbiamo continuare a
credere che sia una situazione temporanea… ricorda
cambierà!>>.
- <<
Sì ma è terribile lo
stesso, anche se fosse solo per un giorno!>>.
- <<
Esci stamattina, prendi
mia madre e Rosalie e vai a fare un giro, cerca di staccare, io
resterò con
lui.>>
- <<
No, già solo il pensiero che
qualcun altro abbia pensato a lui stamattina, mi fa star male, non
voglio
lasciarlo.>>
- <<
Vai fuori almeno per il
pranzo, ti prego Bella sii ragionevole!>>.
- <<
Certo che lo sarà.>>,
Rose si era avvicinata, << ti porto a mangiare sulla
spiaggia, dobbiamo portar
fuori di casa mia madre, Bella, credo che sia sull’orlo di
una crisi.>>
- Abbassai
la testa.
- <<
È possibile che in uno dei
suoi deliri d’incensazione delle tue immense
capacità, Edward mi abbia
raccontato che sai radere la barba?>>, disse Rosalie.
- <<
Sì, è vero, gliel’ho fatta
una volta.>>, dissi sorridendo.
- <<
Allora andiamo devi
renderti utile, tanto per cambiare>>.
- Mi
prese per il fianco e ci
avvicinammo:
- <<
Ciao Ironman!>>,
esclamò lei non appena ci avvicinammo.<< Sono
qui per apprendere da quel
mostro di tua moglie come si rade un uomo, potrebbe ritornarmi utile,
se mai
trovassi un uomo disposto a sopportare il mio prorompente super-io,
fatto già
di per sé eccezionale.>>.
- Portò
un catino di acqua calda,
schiuma da barba e rasoio:
- <<
Forza ragazza dalle mille
potenzialità, sono pronta a imparare>>.
- <<
Tesoro non farmi fare
cattiva figura.>>, gli dissi, carezzandogli il viso.
- Procedetti
con cautela a spargergli
la schiuma e quindi passandogli il rasoio. Alla fine il suo viso senza
barba
sembrava risplendere, gli diedi un bacio.
- <<
Ehi Eddy sei tornato tra
gli essere non primitivi.>>, disse mia cognata,
<< anche se devo
dire che quella tua barba rossiccia, ha il suo fascino e tu Bella sei
davvero
brava.>>.
- <<
Sei bellissimo amore mio
con o senza barba!>>, gli mormorai
all’orecchio. << Tua sorella non
capisce nulla di uomini.>>.
- Sentimmo
il campanello, avevo
chiesto a Mark di dirmi sempre prima chi fosse, era sensato preparare
chiunque
fosse, a ciò che avrebbero visto.
- <<
Bella sono Jasper e
Alice.>>, disse Liv, sulla porta.
- <<
Arrivo.>>
- Li
abbracciai e li condussi al
divano, poi dissi:
- <<
Prima di vederlo devo
dirvi una cosa, stamani Carlisle ha dovuto mettergli un sondino per
alimentarlo
meglio, non è una visione facile e tu Alice, nelle tue
condizioni, non vorrei
ti facesse troppo male!>>.
- <<
Il mio principe… resta
sempre il mio principe, ho bisogno di vederlo.>>
- <<
Alice è stata talmente nervosa
in questi giorni che ho pensato fosse meglio venire.>>,
aggiunse Jasper.
- Rosalie
stava ancora massaggiando
le guance di Edward con il dopobarba, Quel profumo, il suo profumo mi
arrivò forte,
come se mi fosse accanto. Chiusi gli occhi e respirai.
- Rosalie
si voltò a guardare, la sua
voce cristallina ruppe l’aria:
- <<
Eddy hai visite. È la
donna in gravidanza più in forma che abbia mai
visto… Alice stai benissimo!>>
- <<
Splendida bugiarda, come
tuo fratello!>>
- Si
avvicinò al letto, allungò la
mano sulla sua fronte:
- <<
Oh mio principe!>>,
gli fece una carezza dolce, lungo tutto il viso.
- Le
avvicinai una sedia, Jasper si
mise in ginocchio accanto a lei:
- <<
Alice.>>, le disse.
- <<
Sto bene Jasper.>>,
prese fiato e iniziò. << Ciao Edward tesoro,
avevo così tanto desiderio
di vederti, sai portare in giro quest’enorme pancione non mi
viene facile e poi
ho tremila stupidi problemi da donna gravida.
- Ricordi
che a novembre hai un
impegno improrogabile, vero? Un impegno a cui non puoi mancare. Mio
figlio ha
bisogno del suo padrino.
- E
sì è maschio… immagina Withlock
com’è
su di giri! Il suo primogenito è un maschio,
tramanderà il suo nome glorioso. Io
invece, sono contenta perché potrò chiamarlo
Edward, spero che tu sia contento
di questa mia scelta?
- Volevo
che lo sapessi e spero che
questo sia un altro incentivo per farti tornare presto da noi, dalla
tua
famiglia e da Bella.
- Poi
il tuo amico non è in
condizione di affrontare questa cosa tutto solo, ha bisogno di Ironman
accanto,
sai quanto sia fragile emotivamente, si dà arie da duro ma
poi alla resa dei
conti, non regge per niente la tensione, quindi ti prego vieni ad
aiutarmi.>>
- <<
Piccola Alice!>>,
dissi mentre la stringevo dolcemente. << Sai bene che
Edward non sa dirti
di no … vedrai ti ascolterà!>>.
- <<
A proposito della signora
Cullen.>> disse Rosalie, << sappiate che mi
stanno obbligando a
partire dopo ferragosto, quindi ve l’affido, ha bisogno di
staccare con
regolarità, uscire da questa stanza e distrarsi…
Bella non ha diritto di parola,
sono più grande, sono tua cognata e soprattutto, esercito il
diritto di prendermi
cura di te, al posto di mio fratello.>>
- <<
Puoi starne certa.>>,
disse Jasper. << Siamo in otto e non potrà
scrollarsi di dosso la nostra
presenza tanto facilmente.>>
- Andammo
fuori a pranzo, né io né
Esme potevamo averla vinta con Rosalie. Fu un momento rilassante
parlammo delle
sfilate imminenti, del rientro di James
all’università, di Jasper e Alice,
della loro visita. Raccontai emozionata a Esme l’intenzione
dei ragazzi di dare
il nome di Edward al loro figlio e a quel punto fu inevitabile che il
pensiero
tornasse a lui, alla sua assenza.
- Chiesi
a Esme di raccontarmi ancora
qualcosa di lui, della sua infanzia e le chiesi se potevo registrare
ciò che
raccontava. Rosalie sorrise.
- Gli
episodi erano dolci, affettuosi
ma anche pervasi da una malinconia profonda, appoggiai la testa sulla
spalla di
Rose e mi lasciai trasportare da una visione di Edward bambino che
immaginavo e
rivedevo nelle fotografie raccolte da Emmett nel suo DVD.
- I
giorni si susseguivano, simili
nelle routine, cercavamo di stimolarlo, cercando di non
sovraccaricarlo, così
come aveva chiesto il terapista del risveglio.
- La
musica, le nostre conversazioni
con lui, i ragazzi che venivano ogni giorno, più volte al
giorno, anche solo per
salutarlo e fargli sentire la presenza, la stimolazione del tatto con
il
calore, il freddo, le superfici diverse, davamo spazio alla nostra
inventiva. Avevamo
iniziato anche una terapia farmacologica, specifica per il risveglio,
molto
simile a quella per la miastenia, ma purtroppo cominciavamo a vedersi i
primi
effetti dell’immobilità. Il tono muscolare tanto
faticosamente raggiunto stava
cominciando a calare.
- Eravamo
passati ad alimenti
altamente proteici che avevo cominciato a somministrargli
anch’io per evitare la
presenza costante dell’infermiera in casa.
- Era
un continuo prendersi cura di
lui, senza dargli tregua, sperando in un piccolo segno che desse
speranza.
- Erano
passate già due settimane da
quando, come mi capitava di dire, si era addormentato e forse poteva
essere
solo questione di tempo.
- <<
Potrebbe farti piacere
avere i ragazzi qui domani?>>, disse Rosalie, mentre
forbici in mano, gli
stava accorciando i capelli. << La mamma mi ha raccontato
che quando
Edward aveva undici anni, Jasper si è presentato a lei, con
la sua espressione
dolce e accattivante, chiedendole di portarlo a fare campeggio in
spiaggia, per
la notte di ferragosto. Riesci a immaginarti la faccia di mia madre,
sempre
ipertesa e iperprotettiva, lo sguardo da cucciolo sperduto di Edward
unito a
quello di Jasper, non gli diedero chance, non riuscì a
negarli il permesso.
- E
da lì è partita la tradizione che
ogni ferragosto Edward doveva stare in giro con loro, da qualche
parte… forse è
stupido pensarlo vista la situazione, ma vorrei che li sentisse vicini
anche
quest’anno, però se sei stanca e vuoi riposare,
basta che tu lo dica.>>
- Guardai
il mio amore, sospirai.
- <<
Rose se dovessi rispondere
di getto, direi che vorrei pensare a lui e poi vorrei chiudermi in
camera e
riposare, ma in fondo movimento in casa potrebbe essere utile per
tutti, scaricherebbe
un po’ di tensione, ma parlane anche con i tuoi genitori.
>>, mi fermai
un attimo, presi un respiro e dissi.
- <<
Rose grazie, se non ti
avessi avuta accanto, in questo tre settimane, forse mi sarei persa,
tutto questo
sarebbe stato troppo per me.>>
- <<
Ne sono molto lusingata, tesoro,
ma non credo proprio. La tua forza è l’amore che
provi per quest’uomo e che lui
prova per te. Reggi ancora per un po’ Bella vedrai
quest’angoscia finirà presto.>>
- JASPER
- All’invito
di Rosalie avevano tutti risposto presente.
- Bella,
con delicatezza e un sorriso si divideva
tra noi e la sua stanza.
- Un
discreto andirivieni rendeva l’atmosfera quanto
più serena possibile.
- Il
viso di Bella, le sue espressioni tenere ma anche
le sue occhiaie, suggerivano a tutti quanto venti giorni di attenzione
continua, di scelte molto provanti, di atti quotidiani che avrebbero
sopraffatto un’anima forte, avessero un grande costo. Era
davvero consumata.
- Mi
fermai sulla porta della stanza, lei volse la
testa e mi fece segno di entrare, mi si sedetti sul bracciolo della
poltrona, Bella
reclinò la testa verso di me e chiuse gli occhi,
delicatamente iniziai a
carezzargli il capo.
- <<
Non appena Rosalie sarà tornata a Miami,
ogni giorno a turno verremo a darvi una mano, per tutto quello che
occorre>>, lei scostò la testa,
<<…Bella siamo come fratelli e
sorelle per lui, adesso entrambi avete bisogno della nostra presenza e
noi
intendiamo darvela.>>
- <<
Grazie Jasper davvero. Sono così stanca.>>
- <<
Lo so si vede ecco perché vogliamo che ci
dica di che cosa hai bisogno, non vogliamo essere invadenti, ma
crediamo di
poterti alleggerire un pò, in qualsiasi momento tu ne abbia
bisogno. Vogliamo
aiutarvi a tirarlo fuori da quel letto, anche per noi è
troppo gravoso pensarlo
ancor in questo stato.>>
- Si
avvicinò al viso di Edward:
- <<
Cullen hai
sentito siamo tutti qui con te amore, ti
stiamo aspettando. Lo so che probabilmente sei stanco, che non ha
l’energia per
uscire da questa maledetta incoscienza ma ti prego provaci!
- Ho
bisogno di te, abbiamo bisogno di te.>>,
lo baciò. << A volte penso che ci stai
provando ma per qualche motivo non
ci riesci, a volte mi lascio trasportare dai pensieri negativi, me ne
scuso, poi
mi dico devo avere solo pazienza, l’amore mio sta
tornando… vero che stai
tornando?
- Edward
prenditi tutto il tempo che ti è necessario,
ma non pensare di lasciarti andare, di andar via, di abbandonarmi per sempre perché a
quel punto io non
avrei più niente, la mia vita non avrebbe più
senso e verrei a cercarti… giuro
che verrei a cercarti!>>.
- Si
avvicinò alle sue palpebre chiuse e vi depositò
due baci leggeri.
- Restò
a fissarlo qualche istante, forse
aspettandosi chissà quale reazione, delusa allora
lasciò andare le lacrime, che
caddero sul suo viso.
- Le
carezzai i capelli tentando di consolarla, mi
guardò disperata:
- <<
Perché non si sveglia Jasper, perché non
trova la forza di tornare da me, sono così logorata da
quest’attesa.>>
- <<
Tesoro sii fiduciosa, sono certo che ci
sta provando e vedrai che ci riuscirà.>>
- Scusate il ritardo un impegno
di lavoro improrogabile mi ha fatto
rientrare in casa tardissimo e nonostante volessi con tutte le mie
forze
postare, gli occhi mi si chiudevano, ho scelto di farlo stamani, spero
non me
ne vorrete.
- Questo capitolo come qualche
altro in questa storia lo scritto per me…
ossia lo scritto per riuscire a razionalizzare una paura che forse
tante altre
persone conoscono. Restare accanto ad un proprio caro incosciente e non
poter
far nulla per riportarlo vigile.
- Il senso di impotenza ti
pervade, ti senti inutile, vorresti fare gesti
inconsulti, come urlare, scuotere quella persona, come se fosse
possibile
riportarla al mondo reale solo con atti di forza.
- E invece spesso è la
dolcezza, la serenità a dare i giusti stimoli, a
segnare la strada per tornare… ma tante volte, nella vita
reale, non c’è
ritorno, anzi c’è un lento e progressivo
allontanarsi che conduce al non
ritorno.
- Bella suggerisce ancora una
volta come affrontare di petto una
situazione difficile, logorante, e lo fa con un gesto di amore estremo,
legarsi
indissolubilmente (io credo ancora che il matrimonio sia una scelta per
la
vita) al suo uomo. Lei sicuramente certa che Edward si
sveglierà. Però questa
sua sicurezza vacilla durante il capitolo, chi con sicurezza
può dire quanto
possa durate uno stato di coma e soprattutto quali danni può
provocare una
forzata incoscienza?
- Carlisle crudele? Forse.
Debole? Sicuramente. Medico? Poco.
- E’ senza alcun dubbio
un padre disperato. Che non riesce a tirare le fila
dei suoi sentimenti, che non riesce ancora una volta ad essere presente
a se
stesso, ad agire prima da medico e poi da padre, il suo comportamento
irrazionale, deprecabile.
- I fratelli praticamente
perfetti, solidi, direi quasi rocciosi, non si
perdono d’animo, fanno (Rosalie) gesti terribilmente provanti
(non si può
capire se non lo si prova, cosa vuol dire accarezzare un corpo caldo ma
che
sembra morto), James sostegno operativo quando serve, emotivamente
presente con
la sua riservatezza per sua madre e per Bella, pronto a parlare in
maniera
decisa con il padre, per proteggere Bella e sua madre da dolore
ulteriore.
- Ragazze grazie in anticipo per
i commenti che farete so che mi saranno
molto utili.
- Un grazie speciale ad una mia
web-amica perché con un suo racconto ha
rafforzato la mia convinzione che l’amore eterno esiste e che
spesso va oltre
la morte, un bacio alla mia anima bianca e alla mia anima nera per
l’aiuto
insostituibile che mi danno ogni settimana e per l’amicizia
che mi dimostrano.
- A tutte voi un mega augurio di
Buon Natale, spero che lo viviate con
serenità, con allegria, in famiglia.
- In genere nella mia vita, ma
durante le feste in particolare ho
l’abitudine di a
pensare ad un persona
cara vicina o lontana che in questo momento vive una situazione
difficile, mi
farà apprezzare enormemente la mia condizione, mi fa
scaricare dagli affanni
quotidiani… mi fa sentire sicuramente più
fortunata e benedetta da Dio.
- Vi invito a farlo spero,
così come accade a me, che vi predisporrà con
maggiore letizia a queste feste.
- Piccolo avviso la settimana
prossima posterò tra il 27 e il 28, sarò
fuori con la famiglia per Natale e quindi niente pc.
- Ancora tanti auguri, un bacio e
un abbraccio a tutte voi.