Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Aout    18/12/2012    3 recensioni
Benjamin e Tia, due ragazzini che hanno deciso di cambiare vita.
Qualcuno che vuole impediglielo.
Una sogno, una scoperta e un lieto fine.
Lieto fine?
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amun, Benjamin, Kebi, Tia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Precedente alla saga
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Piano di Fuga

 
 
Nda: In onore del fatto che finalmente i protagonisti di questa storia sono presenti nella lista personaggi, ecco a voi il primo capitolo!
 
 
-Benjamin, hai una minima idea di che ore siano?- Tia era davanti al piccolo camino in pietra, nell’angolo destro della stanza.
- È già arrivato?-
- No, ma mancherà poco. Sei matto a stare fuori tutto questo tempo? Ci avrebbe mandato tutti alla tua ricerca, anche i più piccoli. Lo sai come è fatto, no? Con la paura che ha di perderti…stai lontano Fahd, non sono ancora pronti! - con un movimento brusco aveva allontanato il cuginetto che si stava pericolosamente avvicinando al fuoco.
-Sì, lo so Tia, mi dispiace. – incredibile come spesso fosse molto più saggia lei, che era solo una bambina.
- Non importa, abbiamo sfiorato la tragedia, ma adesso è tutto a posto. Vieni, aiutami a spegnere il fuoco, che appena arriva mettiamo in tavola. – Tia si alzò e, prendendo in braccio il piccolo Fahd, che non aveva ancora rinunciato ai suoi tentativi, si avviò nell’altra stanza.
Non lo guardò negli occhi, nemmeno di sfuggita. Possibile che fosse arrabbiata con lui?
Benjamin si avvicinò al camino improvvisato, un insieme di legno e pietre appena appena stabili. Sollevò la pesante pentola in ceramica, la poggiò un attimo a terra e si sporse per spegnere il fuoco. Bastò un soffio leggero.
Sentì che la voce dello zio si diffondeva nell’anticamera. Con un sospiro si alzò e lo raggiunse.
- Dov’è il mio…Benjamin! Eccoti qui, come sta il mio ragazzo?- eruppe Jaffar quando lo vide avvicinarsi.
- Bene, grazie…-
-Bene bene, il pranzo è pronto?
-Certamente, stavo giusto per mettere in tavola. – rispose Tia, ancora impegnata in cucina. 
-Sai zio, stamattina ero al mercato per comprare qualche spezia per il pranzo e…- esordì Benjamin, un po’ titubante.
- Oh, ma tu non ti devi certo occupare di queste cose, suvvia, ci sono altri per farlo! Tia, dove sei Tia? Ah, eccoti, perché fai lavorare così il mio ragazzo, lui ha altro a cui pensare!-
- Sì, lo so zio. – disse Tia che adesso si trovava dalla parte opposta della stanza, intenta a preparare il tappeto su cui avrebbero pranzato – Da domani incaricherò qualcun altro di farlo. – il tono era così freddo che Benjamin sentì salirgli dei brividi lungo la schiena.
- Bene, brava così. E ora sediamoci e mangiamo, vieni caro Benjamin, siediti con me, dobbiamo discutere di lavoro! – Tia aveva appena finito di disporre i piatti quando Jaffar si sedette.
Benjamin lo seguì.
- Dimmi, hai mai pensato di ampliare un po’ il nostro pubblico?- disse lo zio, mentre addentava un pezzo di pane azzimo.
- Non saprei, nell’ultima settimana ho quasi raddoppiato il denaro e…-
- Sì, sì, ma quello non è che un minimo di ciò che puoi ottenere, mio caro ragazzo! Pensavo: e se andassimo in città, solo io e te? Lì c’è molta più gente e anche molto più ricca…- Benjamin lanciò un’occhiata allarmata a Tia che, davanti a lui, stava aggiungendo un po’ di paprica alla zuppa bollente nella pentola. Distolsero subito lo sguardo, per paura che lo zio li notasse.
- Non saprei… – e adesso che fare? Doveva trovare una soluzione e trovarla subito! In città, lontano da Tia…lei come sarebbe sopravvissuta? L’unico vero sostentamento della famiglia erano i suoi spettacoli. Senza di lui, chi l’avrebbe protetta?
Vide il piano che ormai da mesi avevano progettato andare in fumo in un attimo.
– Vedi, caro zio – l’unica soluzione che gli rimaneva era mentire, mentire nel modo più spudorato e credibile possibile. Alle conseguenze della bugia, ci sarebbe stato tempo per pensare in seguito.  – l’altro giorno, mentre ero giù al portico, a fare il mio solito numero, alcuni facoltosi uomini d’affari stranieri sono rimasti così stupidi delle mie abilità- vide di stralcio gli occhi di Tia, bloccati in un’espressione stupefatta e preoccupata allo stesso tempo – che mi hanno assicurato sarebbero tornati presto, hanno addirittura affermato che avrebbero parlato di me ai loro compagni, appena sbarcati sulle nostre coste. Pensavano che l’Imperatore in persona avrebbe potuto apprezzare i miei trucchi magici… – sperò che lo zio non si rivelasse improvvisamente abbastanza intelligente da scoprire le sue carte, che la sua sete di guadagno bastasse a mascherare quell’inganno, che, a ripensarci, era veramente mal congeniato…
- Ma è incredibile! Sul serio, giovanotto? E allora aspetteremo ancora un po’, non sia mai che quegli stranieri non riescano a divertirsi e noi a guadagnarci!- proruppe lo zio in una risata che faceva accapponare la pelle. Almeno a Benjamin, timoroso che la sua bugia non fosse davvero andata a buon fine.
- Riposati, ragazzo, riposati, e pomeriggio farai faville! – disse ancora, prima di avventarsi sulle polpette di carne che Tia gli aveva messo nel piatto.
 
 
Dopo un’ora lo zio stava già sonnecchiando sui morbidi cuscini del salotto, mentre Tia e Benjamin si affrettavano a sgattaiolare nel giardino sul retro, l’unico posto dove avrebbero potuto parlare tranquillamente.
Quando la raggiunse, Tia gli dava le spalle, seduta sulla sabbia bollente.
I capelli neri erano raccolti in una lunghissima treccia che le cadeva lungo la schiena fino quasi a toccar terra, gli occhi, forse più scuri ancora, erano rivolti a guardare qualcosa davanti a sé.
- Com’è che ti trovo sempre qui?- le si rivolse, con un tono scherzoso che voleva alleggerire la tensione che sentiva nell’aria.
Quando però Tia sollevò la testa vide che i suoi occhi erano velati di lacrime.
La raggiunse subito e, con fare protettivo, l’abbracciò. Lei, come fosse la cosa più naturale del mondo, gli appoggiò la testa sul petto e pianse.
Durò molto poco, Tia preferiva evitare di lasciarsi andare troppo spesso.
-Si può sapere che hai oggi? Sei così strana…-
- Lo so, Benjamin, non è colpa tua, sono io. Non sono arrabbiata con te. Credo di…beh, di avercela con me stessa. -
-E perché mai? Non c’è motivo di…-
-Ah, no?- la sua espressione si fece improvvisamente più dura - Prova a pensarci Benjamin, se non fosse stato per me, se non ti avessi convinto a diglielo, tutto questo non sarebbe mai successo. –
- Tia, cosa dici!-
-Fosse solo questo Benjamin! Se non fossi così inutile, se riuscissi a guadagnare quanto te, se solo…se solo avessi avuto il coraggio, saremmo già fuggiti da tanto tempo…se solo avessi dato ascolto a Karima…-
Karima, una lontana cugina. Aveva vissuto con loro per poco tempo, poi, visto che lo stile di vita che le veniva offerto non riusciva a soddisfarla come avrebbe dovuto, e visto che, come tanto amavano ripeterle i suoi numerosi spasimanti, “la sua pelle di luna non poteva rifulgere in un sobborgo come quello”, si era trasferita più a nord. Loro l’avevano vista solo un’altra volta, per puro caso. Non ne aveva più di tempo da dedicagli, lei che viveva in palazzi bellissimi e, a detta sua, circondata da sudditi che la veneravano. Quasi che fosse, neanche una sultana, ma addirittura una divinità.
Qual era stato il prezzo pagato per ottenere tutto questo?
Semplicemente la dignità. Una delle prime cose che perdi quando il tuo lavoro è quello di dar piacere agli uomini…
- Non dire mai più una cosa del genere Tia! – le fece alzare la testa, così che finalmente lo guardasse negli occhi – Mai più, hai capito! Non dire mai più una cosa del genere! Ti supplico. – non riusciva nemmeno a immaginarsela una situazione del genere, non riusciva nemmeno a…no, non sarebbe successo mai. Punto e basta.
- Ascoltami Tia, ti prego ascoltami. – lei si era girata dall’altra parte, per nascondergli quelle lacrime che proprio non la volevano finire di scendere. – Dobbiamo andare via, subito! -
-Ma Benjamin, i soldi, loro non sono…-
-Sì, lo so. Ma non possiamo aspettare oltre, se davvero Jaffar riuscisse a portarmi con lui al Cairo, e sai benissimo che la mia bugia non potrà durare più di qualche giorno, allora svanirebbero tutte le nostre speranza. Ricordi le grandi oasi dell’est di cui ti ho parlato? Le alte mura fortificate delle città settentrionale, i fiori dai mille colori, quella vita meravigliosa che tanto ci meritiamo di vivere? – si guardavano di nuovo negli occhi e il terrore sembrava essere svanito, almeno per qualche momento.
- Quando? – disse lei, semplicemente.
- Domani, all’alba. Preparati, mia Rosa del deserto. -
 
 
 
Note: Vi do alcune informazioni generali (prese dalla Guida Ufficiale): quando questa storia si svolge Benjamin ha quindici anni, Tia dodici. Vivono in casa dello zio, dato che i loro genitori o sono morti o non si possono più occupare di loro (non sono parenti tanto stretti, diciamo cugini alla lontana), e lui li sfrutta senza fare troppi complimenti. C’è chi rubacchia, chi canta o balla, chi si occupa della casa e poi c’è Benjamin che…no dai, questo non ve lo dico, dovrete aspettare ancora un po’ per saperlo…
So che come capitolo questo è prettamente fondato sui dialoghi, ma più andiamo avanti più approfondirò la psicologia dei personaggi, non preoccupatevi.
Se qualcosa vi ha messo in dubbio, tranquilli che cercherò di spiegare tutto, ogni singola cosa, dovrete solo avere la pazienza di seguirmi, un po’ per volta. Consideratelo un capitolo introduttivo se vi va…
Spero che qualcuno vorrà davvero seguirmi, ora che i personaggi sono nella lista ho più fiducia di quando ho pubblicato il prologo.
Aspetto gli eventuali commenti allora (lasciatemi sperare),
Aout
(oh, dimenticavo, l’Imperatore è Napoleone, sbarcato in Egitto giusto in questo periodo…)
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Aout