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Autore: someonelikecris    18/12/2012    5 recensioni
Quanto crudele può essere il mondo delle case discografiche? Quante cose può portarti via? Combatterai, o sarai la loro ennesima pedina?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo TRENTOTTO  - I will never walk away again
 
 
 
 
"Haz! Liam! Niall! Lou!" Zayn li svegliò tutti e quattro scuotendoli uno alla volta.
A differenza dei suoi compagni non era riuscito a chiudere occhio per tutto il viaggio.
Non gli sembrava vero, non poteva esserlo, erano appena atterrati a New York e tutto gli sembrava uno dei sogni in cui era solito ritrovarsi di quei tempi.
Eppure era lì, nella grande mela, con un nuovo contratto in tasca e pronto a riprendersi la ragazza della sua vita.
La ragazza della sua vita?
Sam era stata la ragazza della sua infanzia, della sua adolescenza e come non sarebbe potuta essere quella della sua vecchiaia dopo aver passato tutti quei guai? Dopo aver lottato con gente decisamente più grande di loro ed esserne usciti vincitori.
Parecchi erano i graffi sulle loro corazze, ma nessun vero vincitore non si porta dietro qualche ferita di guerra.
Le lacrime di entrambi, le notti del moro passate a stringere il cuscino tra i denti per il nervosismo, per impedire a quelle stupide lacrime di lasciare il proprio posto. Quella lontananza che li stava consumando ogni giorno di più.
Il fatto che Zayn a malapena ricordasse il profumo della ragazza stava cominciando a spaventarlo.
Aveva bisogno di quegli occhi addosso, di quella risata che sarebbe stato impossibile non riconoscere, aveva bisogno di quelle carezze che solo lei sembrava in grado di dargli. Aveva bisogno di lei, e dopo averla vissuta così intensamente nessuno avrebbe mai potuto reggere il paragone con lei.
E per un attimo Zayn si ritrovò a credere al destino.
Sam era atterrata nella sua vita in una mattina di Settembre nel suo grembiulino rosa e nelle sue trecce.
Si erano vissuti fino a consumarsi, fino a diventare davvero l'uno parte dell'altro e tutta quella lontananza finalmente stava per finire.
Sentì uno strano movimento alla bocca dello stomaco e gioì quando vide Harry aprire gli occhi e sorridergli.
Liam si stiracchiò accanto a lui e poggiò la testa sulla sua spalla. "Siamo già arrivati?" chiese il biondo stropicciandosi gli occhi.
"Già?!" chiese Zayn alzando la voce.
Louis rise striracchiandosi. "Non hai chiuso occhio, eh?"
Zayn lo guardò e sorrise, dovette abbassare lo sguardo quando sentì i ragazzi guardarlo insistentemente.
"Ci siamo Zaynie, è finita" disse Liam carezzando la sua spalla.
E il moro non riuscì a trattenersi dal saltare in braccio al suo migliore amico e dallo stringerlo forte proprio come Liam aveva fatto per tutto quel tempo.
Harry li guardò e sentì il cuore stringersi.
Ne era valsa la pena. Il sacrificio di Sam aveva dato la svolta giusta alla vita di tutti e cinque.
Grazie alla sua decisione di andarsene, di essere coraggiosa, avevano finalmente avuto la forza di alzare la testa e di farsi rispettare.
Sorrise chiudendo gli occhi, mai una giornata era cominciata meglio di così.
 
 
 
Un brivido le percorse la schiena e la svegliò del tutto.
Si guardò intorno e riconobbe la camicia di Zayn sotto al suo naso.
Si mise a sedere e sentì la testa martellare. Avrebbe fatto tardi a lavoro e nella sua testa sembrava ci fosse un'orchestra con tutti gli strumenti scordati.
Corse velocemente fuori da quella camera e si sbattè la porta forte dietro le spalle.
Non avrebbe più dormito lì. Avesse potuto avrebbe smantellato quella parte di casa, ma sarebbe stato un problema in effetti.
Scese al piano di sotto e si accorse di aver dormito completamente vestita, il suo umore continuava a colare a picco.
Sarebbe stata una giornata immensamente NO. Quel nove Dicembre sarebbe stato un grandissimo fiasco e lei già riusciva a sentirlo.
Si diresse in bagno e levò i residui di mascara da sotto agli occhi, legò i capelli e corse a fare colazione.
Ormai il turno della mattina al bar era saltato. 
Mandò un messaggio a Deb per avvisarla e si sedette a fare colazione.
Non appena versò il latte nella sua tazza il campanello di casa suonò.
Non voleva vedere nessuno, voleva rimanere sola, almeno quel giorno, non le sembrava di chiedere tanto.
Trascinò i piedi per terra e arrivata davanti alla porta chiese "Chi è?"
Il campanello suonò di nuovo. "Ci senti? Ho chiesto chi è!" disse spazientita.
Zayn dall'altra parte della porta trattenne una risata.
Voleva vederla, perchè doveva sempre fare la testona?
Si attaccò al campanello, sapeva che in quel modo avrebbe aperto anche solo per mandarlo a quel paese.
Sam si strinse tra le mani la testa che minacciava seriamente di esplodere ed aprì la porta, non vedeva l'ora che quel tormento finisse.
Quello che vide però la sconvolse.
La svuotò.
La distrusse e la ricostruì allo stesso tempo.
Le bloccò il fiato in gola.
Le fece tremare le gambe.
Le fece bruciare gli occhi in un attimo.
La fece finalmente tornare a vivere davvero.
Perchè si, per quanto le costasse ammetterlo lei viveva attraverso quegli specchi nocciola e mai nessuno avrebbe potuto cambiare questa cosa.
Si portò le mani sul viso per trattenere la sorpresa.
Vide gli occhi del ragazzo illuminarsi come due fari e quel sorriso - che era casa - farsi largo tra le sue labbra, lo guardò essere più bello che mai.
Le parole si bloccarono nella gola di tutti e due e fu come se i loro cervelli si fossero resettati.
Fu il corpo del moro ad agire per entrambi.
Si precipitò in casa e dopo quelli che gli sembrarono anni più che due mesi scarsi si riappropriò di quelle labbra che erano sempre state solo sue.
La ragazza rimase paralizzata nel bacio ma quando si accorse che no, quella non era tutta una macchinazione malvagia e parecchio fantasiosa della sua testa, approfondì quel bacio. Quando le loro lingue si incontrarono Sam tornò a perdere le mani in quei capelli morbidi e Zayn la strinse a se'.
La strinse come se avesse paura che potesse fuggire un'altra volta.
Ma come avrebbe potuto farlo? Come, quando tutto quello che voleva era tra le sue braccia e la stava amando sempre più forte? Fino a sentire il cuore e tutto il corpo fare male.
Interruppe il bacio solo per abbracciarlo e rifugiare il viso nell'incavo del suo collo per ritrovare quel profumo che l'aveva cullata per tutta la notte.
Ed era proprio vero, quel profumo era il suo.
Si aggrappò alla giacca del ragazzo, come se avesse ancora paura che lui potesse sparire da un momento all'altro.
"Ehi Sammy" le disse.
E il tornare a sentire quella voce diede vita a delle farfalle nel suo stomaco e quelle maledette si stavano divertendo a sbattere le proprie ali contro le pareti del suo stomaco. 
"Ce l'hai una penna?" chiese sussurrando al suo orecchio, continuando a stringerla forte.
Sam si allontanò e lo guardò - Dio se lo guardò - stranita.
"..una penna?" chiese confusa.
"Si" sorrise lui "Io e altri quattro pazzi abbiamo qualcosa da firmare"
E il moro rise forte quando vide le sopracciglia della ragazza alzarsi in una maniera assurda, continuava a guardarlo confusa.
"Di che stai parlando?"
E a quel punto Harry non riuscì più ad aspettare, entrò in casa e "Del nostro nuovo contratto!" urlò sorridendo.
E Sam, ancora una volta sentì le gambe cedere.
Harry era lì, davanti a lei. Quegli smeraldi la stavano guardando ancora e quelle fossette erano spiegate solo per lei.
Contratto, nuovo contratto. E tutto fu chiaro nella testa della ragazza. 
Zayn allentò la presa per lasciarla andare e Sam corse tra le braccia del riccio quasi buttandolo a terra.
Harry rise, lo fece Zayn e lo fece anche Sam. 
"Te l'avevo detto che non era un addio" sussurrò al suo orecchio il riccio.
E Sam le sentì quelle lacrime pronte a scendere.
Ma non se ne vergognò, dopo tanto tempo erano lacrime di felicità e non se le sarebbe perse per niente al mondo.
Harry carezzò i suoi capelli e la lasciò andare.
"Beh, è qui che vive la nostra scrittrice?" chiese Louis facendo la sua entrata e ancora una volta Sam rise tra le lacrime.
"Siete tutti qui?!" chiese sbalordita.
"Come avremmo potuto lasciare Zayn da solo?" chiese Liam scostando Louis dall'entrata e sorridendo.
"E non dimentichiamoci" disse Niall chiudendosi la porta dietro le spalle "Che abbiamo un contratto da firmare!"
"Quindi, Sam" disse Zayn arrivando dietro di lei e carezzandole i capelli "Ce la presti questa penna?"
 
 
Sognava, sognava forte.
I suoi occhi erano pieni di quegli specchi nocciola. L'anima del ragazzo era in contatto con lei, la chiamava, l'amava, la cullava.
E il suo tocco era qualcosa di angelico, qualcosa che solo il paradiso aveva potuto creare.
Ogni più piccolo centimentro di quella pelle ambrata non poteva essere opera umana.
Quel sorriso di perle era luce, era calore, era casa, era parte di lei.
E quella voce calda continuava a rincuorarla.
"Sono qui" ripeteva. 
Continuava a dire quello che Sam non aveva mai smesso di sperare: che Zayn prima o poi sarebbe tornato.
Che prima o poi ce l'avrebbero fatta.
Tutti quanti le avevano sempre detto che prima o poi l'amore, quello vero, esplode e rade al suolo tutto il male in cui si incappa lungo il cammino.
E quegli occhi continuavano a guardarla, a scaldarla dalla neve che stava cadendo lenta su New York.
Un tocco leggero sulle sue labbra la svegliò dal dormiveglia.
Quando aprì gli occhi ritrovò ancora un'altra volta quelle nocciole ad accoglierla e a sorriderle.
Le scostò i capelli dal viso e "Ti sei addormentata come al solito" sorrise.
Avevano passato la giornata a parlare di tutto e di più quei sei ed erano arrivati ad essere stanchi morti quella sera.
Così Sam aveva messo su il DVD di uno di quegli stupidi film d'azione della collezione di suo padre e si era accoccolata contro la spalla di Zayn sul divano.
La ragazza si stropicciò gli occhi e si guardò intorno "Dove sono tutti?" chiese.
"A dormire" rispose lui sottovoce, senza distogliere lo sguardo.
E un altra volta il blu incontrò il nocciola, tornarono a guardarsi, sentendo il bisogno di consumarsi.
Il silenzio regnava in quel salone illuminato da una luce fioca.
"Tu non hai idea" cominciò Zayn intrecciando le sue dita con quelle della ragazza e guardandole "Di quanto tutto questo sia stato difficile da ricordare e basta"
E lo disse in un modo che fece guarire tutte quante le famose cicatrici sulla corazza di Sam, le spazzò via.
Le dita fine di Zayn scesero poi a carezzare quella piccola tesserina sul polso della ragazza.
Lei portò una mano dietro la nuca del ragazzo e fece combaciare di nuovo le loro labbra, ancora, per l'ennesima bellissima volta.

 
D'un tratto spalancò gli occhi.
Proprio la sera prima aveva dormito in quella camera abbracciando una camicia bianca ancora intrisa nella colonia di Zayn.
Incredibile come adesso fosse tra le sue braccia, il volto nascosto nell'incavo del suo collo per ripararsi dal freddo, per sentirlo più vicino, per stringerlo e ripetersi che non avrebbe mai più avuto motivo di lasciarlo.
Non si sarebbe mai più dovuta alzare nel bel mezzo della notte, mettere tutto quello che aveva in un borsone e fuggire lontano.
Non avrebbe mai più dovuto amarlo in una camera d'albergo lontano dalla luce del Sole.
Avrebbe potuto amarlo ovunque, in qualsiasi momento e non se ne sarebbe mai stancata.
"Sei sveglia?" le chiese lui sentendola agitarsi.
"Lo sei anche tu" disse Sam spostandosi per poterlo guardare e passare una mano tra i suoi capelli.
"Ho quasi paura a chiudere gli occhi" sussurrò.
"Perchè?" chiese lei passando le dita sulle sue labbra rosse.
"L'ultima volta sei sparita" disse lui con un filo di voce.
"Non ho più ragione di farlo" disse lei sorridendo "E non ne ho la forza, adesso"
Lui le baciò la fronte.
"Dormi Zayn" disse lei dolcemente "Sarò qui quando riaprirai gli occhi"
"Davvero?"
"Fino a quando lo vorrai, prometto".
 
 
L'odore di caffè appena fatto e i raggi del Sole la svegliarono dolcemente.
Si liberò - di malavoglia - delle braccia di Zayn e guardandolo ancora una volta scese al piano di sotto.
Arrivò in cucina e vide un ammasso di ricci affaccendarsi vicino ai fornelli indossando una tuta sgualcita e una felpona nera.
"Ahi" disse scottandosi con il caffè caldo.
Sam trattenne la sua risata solo per continuare a guardare il suo impacciatissimo amico.
Incredibile quanto gli fosse mancato quel ragazzo nonostante tutte le chiamate che si erano scambiati in quei mesi.
Quando Harry si girò, sorrise di scatto e Sam si strabiliò di quanto non si ricordasse bene quelle fossette che stridevano con tutta la merda in cui la casa discografica aveva fatto finire Harry. 
La ragazza sentì il cuore scaldarsi al pensiero che non si sarebbero mai più dovuti preoccupare di quelle cose.
"Buongiorno!" disse lui con la voce ancora impastata dal sonno.
Quella voce roca che ancora strideva con il suo sorriso da bambino.
Sam scosse la testa e lo abbracciò istintivamente, stringendolo come non aveva mai fatto.
"Scusa" disse lei sulla sua spalla ridendo "E' che ogni volta che mi chiamavi volevo farlo"
Harry rise e poi la circondò stringendola. "Adesso puoi" le carezzò i capelli.
"E hai preparato il caffè!"
"Non parliamo di quanto ci ho messo a trovare tutto quanto" disse ridendo e lasciandola andare.
"Sei stato bravissimo" disse lei perdendosi nell'aroma che stava investendo tutta la cucina.
Il riccio versò il liquido caldo in due tazze e ne porse una alla ragazza. 
"Grazie" disse lei stringendola per rubarne il calore.
Harry alzò le spalle. "Il tuo letto è scomodo, come hai fatto a dormirci tutto questo tempo?" chiese lui sbadigliando.
"Sei tu che sei abituato male" 
"E sono anche Louis che l'ha scambiato per un campo da calcio e me per il pallone e Niall che russa" disse stropicciandosi gli occhi.
Liam, Louis, Niall, quanto le era mancato sentire quei nomi?
"E così ce l'hai fatta" disse lui guardandola con quegli occhi scintillanti.
"No" disse lei "Voi ce l'avete fatta. Voi vi siete ribellati, voi avete preso in mano tutto"
"Si, ma la spinta ce l'hai data tu"
"Appunto" sorrise "Io ho aiutato"
Harry scosse la testa. "Infondo l'abbiamo sempre fatto.." disse.
"Cosa?" chiese lei curiosa.
"Aiutarci" rispose lui bevendo un po' di caffè "Tu mi hai aiutato un sacco, Sammy, senza rendertene conto"
"Ma di che parli?" chiese lei confusa.
"Avremo tantissimo tempo per parlarne, giusto? Continueremo a farlo?" chiese lui senza riuscire a smettere di sorridere.
In un gesto automatico Sam gli porse quel loro famoso mignolo.
Harry scoppiò a ridere e in un secondo lo stava già stringendo con il suo.
"Non abbiamo motivo per smettere di farlo, Harry".


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Eccoci qui con il penultimo capitolo di lmly!
La storia sembra finita ma manca ancora qualcosina, no?
L'ultimo capitolo è in fase di stasura e voi non potete capire quanto sia difficile, è una tortura!
Ora la smetto di ammorbarvi e vi saluto!
Ci aggiorniamo Sabato 21, con l'epilogo!
Come sempre, grazie, grazie, grazie.
Cris.
  
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