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Autore: Tomoko_chan    18/12/2012    2 recensioni
Hinata vive col fratello, Neji, con cui ha un rapporto tenebroso e violento.
Passerà tantissimi momenti di terrore e di paura, di dolore, ma quando la vita ti volta le spalle e capisci che devi fare qualcosa per rialzarti e rimanere in piedi, accadono le cose più belle e inaspettate.
Una storia autobiografica, quindi con un leggero OOC.
Dedicata alla mia migliore amica The cinu.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Neji Hyuuga, Sakura Haruno, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Neji/TenTen, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Ino
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Contesto generale/vago
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Apocalisse.
Ho anche pensato di cominciare a farmi male.
ma le cose più ardue sono l'essenza stessa della vita.
Se ho fatto bene, alla fine, non lo so.
Spero solo che mi porti a qualcosa,
d'altronde ogni scelta ha le sue conseguenza.
Dedicata a TheCinu, la mia migliore amica che ama il drammatico
e  la mia vita drammatica.
Dedicato anche al mio ragazzo, che nonostante gli alti è bassi
c'è sempre. Grazie.

Ogni volta che era con lui, riusciva a dimenticarsi ogni cosa del suo passato e, purtroppo, presente.
Era strano come si sentisse intontita, senza pensieri, sollevata dalla terra e portata in un altro mondo. Era inevitabile cadere inesorabile nella sua magia, nel modo che aveva di baciarla e di farle toccare il cielo con un dito. Tutto quello, tutto il loro amore, le faceva dimenticare di aver visto tante cose orribili nella propria vita, che una bambina e poi una ragazza della sua età non avrebbe mai dovuto vedere. Sangue, sangue era quello che ricordava ed era anche il simbolo di ogni suo dolore. Erano entrati così tanto in confidenza –lei e il sangue- che ormai non la disgustava più: sarebbe benissimo potuta entrare in un campo di battaglia e rimanerci li per ore ed ore, ad inspirarne l’odore acre senza mai risentirne.
Lui le faceva dimenticare tutto questo e Dio solo sa quanto lo benedisse, lui, che era la sua cura.
 
Ma come al solito c’è l’eccezione che conferma la regola.
 
Capitava infatti, anche se di rado, che taluni atteggiamenti, comportamenti, azioni che le capitava di vedere, gli ricordassero la parte forse peggiore di quello che aveva passato: essere stata violentata.
Il tempo passava ed era inevitabile volere di più da entrambe le parti, ma a volte per Hinata non era più così bello, ricordava solo quei momenti di terrore. Ma taceva, con lui taceva e tirava su le lacrime, sorrideva. Fingeva, a volte lui se ne accorgeva e le chiedeva cosa avesse costringendola a mentire. “Mal di testa” mentiva. Tornava a casa controvoglia, si sentiva un randagio, senza casa ne patria e si teneva tutto dentro, costringendosi a pensare per il meglio. “Mi farà apprezzare maggiormente tutte quelle volte che vedrò il paradiso grazie a lui” si diceva “passerà”.
 
Il tempo passava, come dicevo innanzi, e il loro rapporto andava rafforzandosi nonostante delle piccole incrinature. Festeggiavano ogni mese insieme, ogni tanto si scambiavano regali, uscivano spesso e adoravano passare del tempo da soli. Inoltre, anche Ino aveva avuto finalmente il coraggio di accettare di essere la ragazza di Shikamaru che, poverino, era stato sfortunato e si era innamorato di una fuori di testa.
Sakura, invece, continuava ad osservare in silenzio quello che accadeva agli altri, ma soprattutto, cercava di evitare ogni pensiero su di lui.
Lui, quello sciupa femmine risaputo, lui sempre freddo e impenetrabile, con quegli occhi come specchi che impedivano di vedere cosa celassero.
Si accorgeva spesso come quelle pozze nere si soffermassero su di lei, la studiassero, le memorizzassero.
Si sentiva inquieta. Incrociava il suo sguardo che la confondeva. Spesso finiva per fargli assurde smorfie.
Dopo un po’ di tempo, Ino le aveva rivelato che fosse stato Sasuke ad inviarle quegli strani messaggi, ma questo poteva solo turbarla ulteriormente. “E’ pazzo da legare” si diceva “se pensa che anche io cadrò ai suoi tranelli.”  Un giorno lei si trovava in compagnia di Hinata e Naruto e, purtroppo, anche del moro.
Mentre i due si perdevano nei loro cinguettii innamorati, Sasuke aveva preso a fissarla, interessato.
-Che hai da guardare?- gli aveva chiesto dura, con la voce più sicura che potesse avere.
-Sai…- disse lui, avvicinandosi pericolosamente al suo viso –Ogni volta che ho un flirt, mi piace cambiare tipo.
-Certo, come il gusto delle caramelle.- disse lei infastidita, ma divertita dal botta e risposta.
-Chissà se sai di ciliegia, Cherry!- alluse in tono provocatorio lui, riferendosi al suo colore di capelli.
Lei arrossì vistosamente e gli mise un mano sul petto per fermarlo, dato che si stava ancora più avvicinandosi.
-Cosa vuoi da me?- disse lui, tremando.
-Assaggiarti, Cherry. Chissà, potresti piacermi!
-Non sia mai che ti piaccia!
-E se anche fosse?
E la discussione venne violentemente chiusa, dalle risate di Naruto che tentava di coinvolgere l’amico.


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Quel pomeriggio le ragazze dovevano andare insieme a fare compere. Camminavano insieme e strette strette, a braccetto. Cavolo, quel giorno faceva freddo! Infatti le tre amiche stavano uscendo per fare qualche piccolo regalo di Natale (ovviamente non quelli da scambiarsi fra loro, quelli erano già pronti da tempo). Camminavano insieme ridendo e scherzando ma soprattutto parlando di… di ragazzi.
-Insomma, con Shikamaru come va?- Sakura ci teneva molto ad informarsi sulla vita amorosa delle sue amiche.
-E’ un rompipalle assurdo.- disse lei, non credendoci più di tanto.
-Scommetto che lui dice la stessa cosa di te, Ino-pig!
Quella grugnì di rimando –Non sono rompipalle, io.
Hinata e Sakura si guardarono per un breve istante, per poi cominciare a ridere di gusto.
-Smettila di dire cazzate, Ino-chan! Tu sei la ragazza più rompipalle che conosca!
-Ma non è vero!
-Quando vuoi sai essere anche dolce.- disse Hinata che, col suo fare dolce e bambinesco, si arpionò al busto della bionda, stringendola teneramente.
-Ma che sei carina, principessa!
La chiamavano spesso in quel modo e quando sentiva quei nomignoli dolci, si inteneriva felice.
Si staccò piano quando il suo sguardo venne catturato dal perfetto regalo per Naruto.
Si avvicinò alla vetrina ed osservò il cofanetto maschile, con all’interno quella splendida collana color oro con pendagli diradati da sembrare raggi di sole. E Naruto era il suo sole!
Rimase talmente meravigliata da non accorgersi di aver messo mani e naso contro il vetro.
Una donna uscì dal negozio e la guardò magnanima.
-Tesoro, hai bisogno di qualcosa?
Hinata annuì lievemente senza parole e rossa in viso per l’imbarazzo. Piano indicò la collana.
Adesso la donna aveva cambiato sguardo e la osservava con aria di superiorità, nonostante fosse una semplice commessa.
-Quella costa sessanta quattro euro e novanta, tesoro.
Ok, questo era un duro colpo. Ino e Sakura la videro sbiancare e poi deglutire violentemente. Un duro colpo al portafogli, certo.
-La prendo.
E le mascelle delle due ragazze raggiunsero proporzioni impressionanti, raggiungendo il duro marciapiede.
-Hina-chan, sei sicura?- chiese Sakura, ripresa velocemente dallo shock.
-Si. Anzi, voi andate pure, ci vediamo più tardi. Io devo contrattare.- detto questo entrò nel negozio quasi fosse un comandante dell’esercito.
Le due, meravigliate, si ripresero per il braccetto e camminarono verso il prossimo negozio, stavolta d’abbigliamento.
 
-Gli faremo una bella sorpresa, ‘ttebayò!
Naruto passeggiava, o per meglio dire saltellava, contento per le vie di Konoha, quelle più abitate e ricche di pullulante gente addobbata a festa con grandi pacchetti e sacchettini. Tradotto in parole povere, la zona commerciale del paesino.
Sasuke lo guardava torvo, ma oltremodo divertito. Aveva deciso di accompagnare l’amico non tanto per fargli un favore e renderlo felice –che poi, lo irritava e basta- ma per attuare un bel piano in onore della sua stronzaggine abissale.
Sapeva perfettamente che, insieme alla ragazza del suo amico, ci sarebbero state Ino ma soprattutto Sakura, la quale aveva notato il suo “corteggiamento”.
Le intravide infatti entrare in un negozio d’abbigliamento. Tirò leggermente l’amico per la manica, più che altro per spostare la sua attenzione dai vaneggiamenti a se stesso, ed indicò la direzione mugugnando un “non ringraziarmi”.
A quel punto Naruto corse verso il negozio alla ricerca dell’amata mentre Sasuke, a passo lento e una smorfia sul viso, lo seguiva con lo sguardo.
Quando entrò vide Naruto parlare con l’altra bionda, Ino, ma Sakura non c’era.
Ne dedusse che la rosa dovesse essere in un altro reparto, quindi si nascose in uno dei camerini e attese.
C’era qualcosa in lei che riusciva a distinguere fra tutti e questo, incredibilmente, lo attraeva.
Sentiva la sua presenza quando arrivava nei paraggi senza distogliere lo sguardo, la sentiva annusando l’aria alla ricerca del suo profumo dolce e unico o ascoltando il ritmo cadenzato dei suoi passi. Si sentiva quasi ammaliato dalla sua presenza e questo con le altre ragazze, e ne aveva avute molte, non era mai accaduto.
Eppure, aveva avuto ragazze notevolmente più belle di Sakura. Ma lei era unica.
Quando riconobbe fra le altre la sua presenza, aprì piani lo sportello del camerino, aspettò che passasse e quando intravide una chioma rosa la afferrò per un braccio, sospingendola violentemente all’interno del cunicolo illuminato.
La spinse in fretta contro la parete e la vide aprire bene gli occhi verdi e sgranarli stupita alla sua vista, per poi abbassarsi su di lei e prendere possesso vorace delle sue labbra.
La senti per un attimo restia a quel contatto a cui non poteva fuggire ed inoltre, nonostante avesse gli occhi chiusi, sapeva perfettamente che i suoi erano ancora spalancati.
Allora con una mano le accarezzò dolcemente la guancia per farla rilassare, per poi sfiorare la pelle scoperta del collo grazie alla coda alta. Quindi la sentì immediatamente più calma, e ricambiare timida quel bacio forzato.
Sakura non si aspettava una cosa del genere. Non pensava di trovarselo lì all’improvviso, anche se aveva avuto modo spesso di notarlo mentre la seguiva. E nonostante tutte quelle battute e quelle occhiate che le lanciava, non avrebbe mai immaginato che la sua attrazione arrivasse a quel punto.
Ma si era preso il suo primo bacio come fosse niente –e fosse per lui era davvero niente, dato che aveva fatto sicuramente molto di più- e questo non le piaceva affatto.
Nonostante tutto però, capì di non essere mai stata veramente restia a qualcosa di più con Sasuke Uchiha, infondo lui era un bel ragazzo, simpatico, sfacciato ed aveva quel sorriso così.. incantevole da incatenarla a se. Aveva resistito con tutte le sue forze dall’innamorarsi perché sapeva che era uno sciupa femmine e che sicuramente, le avrebbe distrutto il cuore.
Quello però, batteva così forte per lui, da essere incontrollabile.
Improvvisamente senti le labbra di lui staccarsi e spezzare quella magia. Il moro si allontanò per quanto poteva nell’abitacolo del camerino e prese a squadrarla per bene, attendendo una sua reazione.
Lei divenne tutta rossa, capendo cosa lui stesse aspettando.
-Era per rendere un po’ migliore il mio primo bacio.- balbettò, spiegando perché avesse ricambiato.
Lo vide alzare vistosamente un sopracciglio, contrariato. Poi con una falcata fu di nuovo su di lei, a toccarle i fianchi mentre la baciava e sfiorava con naso il collo, inspirando il suo profumo.
-Infila una mano nella tasca, Cherry.- disse lui, borbottando contro il suo collo.
Lei non obbedì e lui le mordicchiò il collo –Non fartelo ripetere due volte e me ne pentirò, Sakura.
Allora lei mise lesta una mano nella tasca e ne estrasse un piccolo panda di peluche, mentre ancora Sasuke sostava nell’incavo del suo collo.
Osservava quell’animaletto dolcissimo ma soprattutto, il cuore che teneva fra le mani e quello che vi era scritto.
 
-Ti amo!
-Non dovevi vedere il tuo regalo, Naruto! Rovini tutto così.- lo ammonì lei.
Lui l’aveva sorpresa nel negozio accanto, dopo aver seguito le direttive di Ino, mentre la commessa stava per chiudere il pacchetto per incartarlo, e così il biondo aveva scoperto tutto. Fortunatamente però, non aveva assistito alla trattativa, non scoprendo così il prezzo della collana.
Il biondo sprizzava felicità da tutti i pori, con il pacchetto stretto in una mano e l’altro braccio ad avvolgere la vita di lei –Volevo solo farti una sorpresa, Hinata-chan!
Lei lo ammonì con lo sguardo, per poi sorridere. Anche lei era felice, e molto. Amava il suo ragazzo ed adorava vederlo felice. Niente di meglio al mondo, si diceva.
Si presero una cioccolata calda tutti insieme ed Ino, stranamente, era l’unica “scoppiata” del gruppo. Il moro aveva annunciato brevemente la notizia, senza entrare nei particolari. Semplicemente, a titolo informativo, lui e Sakura stavano insieme. Lei non ribattè.
Risero e scherzarono per molto tempo, fecero una partita a bowling, finché non si dovettero separare per tornare a casa.
Hinata, contenta ed emozionata per quella giornata, entrò a casa tranquillamente.
Il padre non c’era in quel momento, sarebbe tornato a casa solo in tarda sera. La madre malata, come al solito, aveva preso un sonnifero per dormire e non poteva essere disturbata.
Lei allora decise di farsi un bel bagno caldo, per poi andare a preparare le poche cose che le servivano l’indomani per la scuola.
Ancora con i capelli bagnati, prese a sistemare ordinatamente la cartella con tutti i libri e le penne che le servivano. Si accorse che le mancava un libro che le serviva per fare un approfondimento di geografia, che aveva cercato per tutta casa. Alla fine si avvicinò alla camera del fratello e vi bussò.
Entrò. Il  fratello stava guardando la tv. Su quel letto, diamine. Quella stanza gli faceva venire sempre brutti, terribili, ricordi.
-Hai visto per caso il libro su Buddha?
-Ce l’ho io.
-Puoi prenderlo per favore? Mi servirebbe domani a scuola.
-Più tardi.
La ragazza si spazientì. Era già tardi, cavolo, e quel libro non era nemmeno suo, perché si appropriava di tutto?
-No. Ora. Ne ho bisogno subito.
Non lo disse con un tono di voce diverso –quello che usava con lui era sempre freddo, ma pacato- ma qualcosa in lui scattò ugualmente.
Lo vide alzarsi arrabbiato, aggirare il letto e spostarla violentemente dalla porta per passare. Corse verso la propria camera a prendere il libro ed intanto, Hinata, cammino verso la propria riprendendo ad inserire penne e matite nella cartella.
-Tieni.- disse lui, freddo, posando il libro sul letto –E vedi di trattarlo bene, che ci tengo.- quasi urlò.
-Io ci tratto sempre bene i miei libri. Miei come questo, fra le altre cose.
-Ma che cazzo dici?- lui la sovrastava minaccioso e alterato con la sua stazza imponente.
-Vedi di calmarti, non ho detto niente che.
-Sei una lurida puttana.- disse lui, avvicinandosi di più.
Hinata non ci vedeva più dalla rabbia, ora –Spero che tu non abbia mai figli e spero che se li hai non li tratti come me ora. Sei un bifolco che risolve tutto con la violenza…
Non finì in tempo la frase che due grossi schiaffi su tempia e orecchio le fecero cacciare un urlo inaudito, poi lui la spinse e lei sbattè la testa contro il comodino.
Vide il sangue uscire dalla sua testa e lo vide nelle insenature della mano con cui aveva toccato la nuca. Senti qualche altra frase di rabbia di Neji stranamente ovattata, mentre lo osservava andare via fiero come sempre.
Poi, tutto si annebbiò.

2343 parole. Un pò poco, per i miei standard.
Questa storia, più la scrivo, più è difficile trovare l'ispirazione o semplicemente la forza di confidarsi apertamente.
Motivo per cui questa storia sta arrivando alla fine. Credo proprio che il prossimo sarà quello conclusivo.
Ringrazio tutti coloro che lasciano le recensioni per darmi il loro sostegno ma anche le oltre 1000 persone che leggono abitualmente senza commentare.
Lasciatemi qualche commentino, gente. Vi adoro.
Cla.
   
 
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