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Autore: TheOnlyWay    18/12/2012    15 recensioni
Il matrimonio. Terribile, vero? Già, ma non ditelo a Leighton, costretta a fare da damigella d’onore a sua sorella Giselle. Potreste parlarne con Niall, invece, che è assolutamente entusiasta di essere il testimone dello sposo. Aggiungeteci un Harry Styles posato e affascinante, un Louis dedito più che mai alle sue bretelle e una migliore amica non troppo intelligente ma sincera. Il risultato? Tra discorsi, lancio del bouquet e balli è ancora tutto da vedere.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 15

“Apocalisse.”
 



«Non tornare.»
Harry alza gli occhi al cielo, sbuffa e mi rivolge l’ennesima occhiata spazientita.
«Ci risiamo.» borbotta poi, evidentemente seccato.
«Si, ci risiamo. Ti ho detto che non voglio che torni, okay? Rimani a Londra, parla con il rettore e spiegagli che ti sei preso una specie di influenza che ha annebbiato le tue capacità di intendere e di volere.» farfuglio, a velocità supersonica.
Harry mi osserva in silenzio, con un sopracciglio inarcato e sbuffa. Di nuovo. Ormai, ogni mia parola corrisponde ad uno sbuffo da parte sua. È come se tutto ciò che dico gli entrasse da un orecchio e gli uscisse dall’altro.
Non pensavo che potesse essere tanto testardo. Ero certa di avere il primato, ma a quanto pare il signor Styles si è deciso a battere ogni record finora pervenuto.
Tanto perché capiate, in questo momento ci troviamo in aeroporto ed il volo di Harry parte esattamente tra un’ora e ventitre minuti.
In realtà, convincerlo a non tornare và contro me stessa e contro i miei desideri, ma sento che è la cosa giusta da fare. Non potrei mai stare con Harry sapendo di avergli impedito di diventare avvocato o qualsiasi cosa voglia, solo per seguire me.
Io non ho neanche idea di cosa mangerò stasera a cena, perciò figuriamoci se mi metto a pensare al futuro che mi aspetta.
C’è solo una cosa, che so per certa: Harry deve tornare a Londra, perché il suo futuro non è qui a Mullingar. Forse non è nemmeno destino che stia con me, ma di questo non ne sono sicura.
«Leighton, ascoltami, per piacere: posso farlo. Voglio smettere di andare all’università. Non riuscirei a concentrarmi sugli studi, sapendo che tu sei qui da sola.»
Mi viene da piangere, se solo penso a quanto mi mancherà. Chi ci sarà, per me, quando avrò bisogno di sfogarmi, di parlare, di insultare Giorgia? Chi mi impedirà di ucciderla? Come farò, senza Harry?
«Non voglio stare con te.» sbotto, all’improvviso. Harry si immobilizza, incredulo. Forse spera di aver sentito male.
Ma ha sentito benissimo ed io ho capito che l’unico modo che ho per convincerlo a non abbandonare il suo futuro è lasciarlo.
«Non voglio stare con te, non ti amo.» ripeto.
Forse, se sopravvivrò a questi ultimi minuti, potrei candidarmi per un premio Oscar. Miglior attrice drammatica, vincerei di sicuro.
«Ma cosa…?» Harry è confuso e si guarda intorno, cercando di capire se tutto ciò che ha appena sentito è frutto della sua immaginazione.
Incrocia lo sguardo di Niall e di Louis – che partirà definitivamente tra un paio di giorni -, ma in risposta ottiene solo il silenzio. Anche Bridget, stretta accanto a Louis, è immobile.
È normale che siano confusi. Non avevo mai pensato all’ipotesi di lasciare Harry, fino a che non sono stata costretta a farlo. È l’unica soluzione che mi viene in mente, per il momento.
Certo, sono sicura che poi me ne pentirò a vita, e probabilmente rimpiangerò la mia stupidità, ma è la cosa giusta.
«Mi dispiace, ma non voglio stare con te. Finisce qui.»
L’applauso per la miglior interpretazione scatta tra tre, due, uno… niente. Niente applauso ed io ho solo voglia di andarmene a letto e piangere fino ad addormentarmi.
Harry si morde il labbro inferiore, indeciso. Non mi crede, lo so. Non è tanto stupido da cascare in un tranello del genere. Non può credere che non lo amo. È impossibile. È intelligente e sa che lo sto facendo solo per aprirgli gli occhi.
Si passa una mano tra i capelli, mi guarda e sbuffa.
«D’accordo, hai vinto tu. Non lascerò l’università e non prenderò il primo volo disponibile. Sei contenta?»
Annuisco, sollevata, perché finalmente ha capito qual è la scelta migliore. Lo sapevo che ci sarebbe arrivato, prima o poi. Anzi, in realtà sono stupita dal fatto che ad averlo capito per prima sia proprio io, quando in genere ci impiego sempre un po’ prima di prendere la decisione migliore.
Dovrei essere felice, però perché mi sembra che mi stia cadendo il mondo addosso? Perché mi manca il respiro? Ed improvvisamente, la consapevolezza che Harry sta davvero tornando a Londra, mi colpisce.
Non so nemmeno quando lo vedrò la prossima volta.
E se a Londra incontrasse qualcuna migliore di me? Non che ci voglia molto, in effetti. Il mondo è pieno di ragazze simpatiche – e carine – che non vedono l’ora di stare con Harry. Che motivo avrebbe di continuare a stare con me?
Accidenti, quasi quasi cambio idea e gli dico di lasciar perdere l’università. No, non potrei mai farlo.
«Lo sai anche tu che è la scelta migliore.» mormoro, prima di tirare su col naso. Cielo, credo che scoppierò a piangere tra dieci secondi esatti.
Harry sospira, annuisce e mi afferra per le braccia. In meno di un attimo sono stretta a lui e, naturalmente, sto piangendo come una fontana.
«Non piangere, amore.»
Scuoto la testa, nascondendo il viso nel suo petto. Harry mi stampa un bacio sui capelli e mi costringe a guardarlo.
I suoi occhi non mi sono mai sembrati più belli e più sinceri.
«Ci vediamo presto, okay? Te lo prometto.»
Annuisco, tiro di nuovo su col naso – lo so, la femminilità e la delicatezza non sono certo il mio punto forte – e faccio un respiro profondo. Se c’è una cosa che ho capito, è che Harry le promesse le mantiene. Se dice che ci vedremo presto, ci vedremo presto.
«Mi mancherai da impazzire.» farfuglio, in preda alla tristezza. Non riesco neanche a immaginare come sarà stare senza di lui.
«Anche tu, amore. Ti chiamo appena arrivo, va bene?» annuisco di nuovo, ormai non riesco nemmeno a parlare (tra l’altro sono abbastanza sicura di essere orribile, con gli occhi gonfi e il naso rosso) e lo bacio.
Dopo un tempo interminabile, Harry si allontana, mi lascia un bacio sulla fronte e mi sorride.
«Ci vediamo presto.»
«Si, presto.» mormoro.
Lo osservo mentre saluta Bridget con un abbraccio affettuoso, Niall e Louis con una pacca sulla spalla, dopodiché mi bacia di nuovo e si avvia verso il metal detector.
Per un momento, sono tentata di corrergli dietro e chiedergli di rimanere, ma non lo faccio, perché non sarebbe giusto. È difficile per tutti e due, questo schifo di distanza.
Pochi secondi dopo, Niall si avvicina e mi abbraccia. Lo trovo così confortante che scoppio di nuovo a piangere.
«Ma vaffanculo.» borbotto, imbarazzata. Non riesco a credere che proprio io sto facendo questa scena da vedova sconsolata.
Accidenti, Harry non sta partendo per il Brasile, ma per Londra. Sarà al massimo un’ora di volo, non tre anni. È un viaggio che si fa in giornata ed io la sto facendo più tragica di quanto dovrei.
Così chiudo gli occhi, conto fino a dieci e li riapro: ora basta.
La Leighton piagnona se ne và in vacanza e non torna più. Da oggi in poi, la smetterò di piangere per niente.
Essere innamorati è uno schifo. Ogni tanto mi blocco a fissare il vuoto, penso sempre e solo ad Harry. Sembra quasi che il mio cervello vada in un'unica direzione. Non è una cosa normale, vero?
A proposito di Harry, mi sono dimenticata di dirgli una cosa. Perciò mi separo da Niall e individuo Harry ancora in coda prima del metal detector.
«Scusate, permesso, mi scusi, non volevo pestarle il piede.» incespicando tra la marea di gente spazientita in coda (e beccandomi, probabilmente, una marea infinita di maledizioni) raggiungo di nuovo Harry.
«Aspetta!» lo afferro per la manica della maglietta bianca e lo trascino da un lato.
Harry mi guarda un po’ confuso, ma sorride. Probabilmente ha già capito.
«Volevo dirti che ti amo.»
 
«Sai, quando ti comporti così mi sembri una psicopatica.» ridacchia Bridget, mentre scivola sul sedile posteriore dell’auto e si accoccola al fianco di Louis.
Mi limito a guardarla male, perché non è che io abbia qualcosa per cui ribattere. Sono consapevole che la metà delle volte, i miei atteggiamenti sono al limite della sanità mentale.
Lo so, sono decisamente adorabile.
Niall scoppia a ridere, poi avvia il motore ed esce dal parcheggio.
«Sembrava la scena di un film.» commenta, con sincerità.
«Che merda. Potevi fermarmi prima.» è la mia replica. Insomma, come ho già detto un centinaio di volte, non mi piace tanto fare la bimbetta sdolcinata. Ci manca solo che mi faccio due codine del cavolo, indosso la divisa scolastica e vado in giro ad adescare pedofili. Con la fortuna che ho, si creerebbe la fila.
Scuoto la testa, confusa dai miei stessi pensieri. Sto delirando e so anche il perché: non voglio pensare ad Harry e al fatto che in questo momento è sul quel maledetto aereo.
Si, va bene, avevo detto che non avrei pianto più, ma tecnicamente non lo sto facendo. Sono in stato catatonico, ma non verso una lacrima.
Rimango in completo silenzio per tutto il viaggio, con la fronte appoggiata al finestrino e gli occhi chiusi. Mi piacerebbe dirvi che nella mia mente sto rivivendo ogni singolo momento che ho trascorso con Harry, ma non è così.
Sto pensando a cosa farò domani. Perché di certo non ho intenzione di stare separata da lui per troppo tempo.
Non è umanamente possibile e, tra le altre cose, non vorrei mai che qualcuno me lo soffiasse da sotto il naso. Harry è mio e lo sarà ancora per molto, molto, moltissimo tempo.
Potrebbe sembrarvi una frase un po’ morbosa – e in effetti lo è – però, che volete farci? Non mi capiterà mai più di innamorarmi di qualcuno di così speciale. O, cosa molto più probabile, nessun altro potrebbe mai innamorarsi di me.
Detto così sembra quasi che io stia con Harry perché è l’unico che mi piglia, ma non è così, davvero. Harry è tutto. In così poco tempo, mi ha aiutato a superare ostacoli che credevo insormontabili.
Quali? Be’, prima di tutto la mia avversione per il sesso opposto. Che comprende le mie relazioni con mio padre, il mio fidanzato e Giorgia.
Lo so, che Giorgia tecnicamente è una femmina, ma preferisco pensare che il genere femminile non sia messo tanto male da doversi accontentare di un tale elemento. Perciò la faccio rientrare nella categoria del sesso opposto.  In ogni caso, se non ci fosse stato Harry, probabilmente non sarei mai sopravvissuta all’invasione italiana.
E poi, sempre grazie a lui, ho aggiustato i rapporti con papà. Certo, ancora c’è ancora un po’ di diffidenza, da parte mia, ma il peggio è passato.
Anzi, credo proprio che domani lo chiamerò per chiedergli com’è andato il viaggio. Credo sia giusto, in fin dei conti, che anche io faccia la mia parte.
«Resti comunque da me fino a che riparte Giorgia, vero?» domanda Niall, all’improvviso. Inclino la testa da un lato, sorpresa dalla sua domanda.
Pensa forse che sia così sadica? Di certo, se posso evitare di sorbirmi la presenza di quella piaga, farò tutto il possibile.
Oppure Niall pensava che sarei rimasta da lui solo fino a che ci fosse stato Harry. Il pensiero un po’ mi offende, ma rimango zitta. Non voglio più discutere con Niall, non da quando mi fa stare male.
«Si, altrimenti chi cucina? Tu e Louis fate pena, come cuochi.» rispondo, con un sorriso divertito.
Louis ridacchia e Niall alza gli occhi al cielo. Credo sia un po’ sollevato dal fatto che sembro un essere vivente e non un’ameba.
Non mi è sfuggito per niente, che continua a gettarmi quegli sguardi preoccupati e ansiosi, nemmeno fossi in procinto di buttarmi giù dall’auto in corsa.
«Pensavo l’avresti presa peggio, sai?» se ne esce Bridget, all’improvviso.
Ecco! Una fa di tutto per non pensarci, per sforzarsi di sembrare serena e cosa succede? Arriva Bridget, che ha la sensibilità di un tacchino impagliato e mi fa presente che potrei strapparmi i capelli e disperarmi, perché il mio fidanzato è lontano ed io non so nemmeno quando lo rivedrò la prossima volta.
«Mi sei molto d’aiuto, grazie, tesoro.» sibilo, senza sapere bene cosa fare. Vorrei piangere e al tempo stesso vorrei spaccare la testa a Bridget.
È parecchio fastidioso avere il groppo in gola, sapete? Ho come l’impressione che potrei aprire i rubinetti da un momento all’altro.
E, ovviamente, non voglio farlo. Primo, perché ho ancora una certa dignità e secondo, perché mi sono ripromessa che non l’avrei fatto.
So anche che la coerenza non è il mio punto forte, ma vedrò di non deprimermi troppo.
Intanto, posso sempre pensare ad un modo per vedere Harry il prima possibile.
«Secondo te, mamma mi fa andare a Londra?» domando, voltandomi completamente verso Bridget.
Ed è allora che mi rendo conto di una cosa: è troppo tranquilla, quando si parla della separazione e della distanza Londra-Mullingar.
Come fa ad esserlo?
Ed è tranquillo e rilassato anche Louis per qualche assurdo e inspiegabile motivo. Perché?
«Cos’hai fatto?» chiedo, un po’ timorosa di sentire la risposta.
Bridget sorride, sorniona.
«Ti ricordi che ti avevo parlato di una terza parte del piano?»
«Credevo scherzassi!»
«No, cara. Da domani, avrà inizio il terzo atto.»
Ora lo so, che tutto quello che ho passato fino a questo momento, non è assolutamente niente. Perché se Bridget ha un piano, l’apocalisse è vicina.
 
 


***
 
 


Ormai non lo dico neanche più, che il capitolo non mi convince. Tanto lo sapete.
Mi limiterò a chiedervi scusa per l’immane ritardo (anche se ormai immagino che ci starete facendo l’abitudine) e a prostrarmi in ginocchio. Non dirò nemmeno che non è colpa mia, perché lo è, ma vi giuro che sono tre giorni bloccata su questo maledetto capitolo.
Ora che l’ho scritto, spero di sbloccarmi del tutto e di riuscire a concludere questa storia. Anche perché ho già l’altra pronta e non vedo l’ora di sapere che ne pensata.
Comunque, avete visto il figherrimo banner? L’ha fatto Jas, che è un sacco più brava di me (grazie, Cioppi <3)
Niente, ho finito. Oggi sono di poche parole u.u
Mi raccomando, fatemi sapere che ne pensate!
Vi adoro,
Fede.
   
 
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