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Autore: SeverusPitonFanForum    05/07/2007    1 recensioni
Una nuova, particolare alunna ad Hogwarts ed un professore dagli incredibili occhi neri-Severus
autrice Damarwen
storia già finita che pubblicheremo a poco a poco per questioni di tempo
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 4 La giornata passò velocemente tra le risate con Harry e Ron, che ormai la timidezza iniziale aveva quasi del tutto abbandonato, e le chiacchiere con Hermione che, sempre più, si rivelava essere un’ottima amica.
Nel cuore il ricordo di lui e tra le labbra la voglia insopprimibile di raccontare alla mia nuova compagna, che sempre più sospettosa sedeva al mio fianco, il magico incontro di quella mattina.
Arrivò il pomeriggio e con lui la lezione di recupero della professoressa Mc Granit, che iniziò il complesso programma che mi attendeva dalle basi della trasfigurazione.
Per quanto mi sforzassi non riuscivo a concentrarmi.
Il suo profumo mi turbava piacevolmente le membra e un’emozione che mi stringeva lo stomaco faceva capolino ogni qual volta ripensavo alla sua mano sulla mia.
- “E’ tutto a posto Keira?”
- “ Si, si è solo che la materia è molto complessa, mi sembra di non capire.”
- “ Più che altro mi sembri distratta, c’è qualcosa che ti turba? Voglio che tu sappia che puoi parlare con me di qualsiasi cosa ti preoccupi.”
Disse in tono materno la professoressa.
Si sbagliava, non potevo assolutamente parlargliene.
Ero arrivata a scuola da tre giorni e già mi ero innamorata del professore, avrebbe pensato ad una stupida ragazzina, e forse su questo aveva ragione, o per lo meno da fuori sarebbe sembrato, ma Piton non era un insegnante qualsiasi, non era un uomo qualsiasi, aveva il fuoco negli occhi, un fuoco che ormai era diventato la mia ossessione.
- “ No professoressa, è solo che sta mattina mi ha parlato del professor Piton dicendomi che sarebbe stato disponibile a darmi ripetizioni, ecco, io….”
- “ Si, il professor Piton è stato piacevolmente sorpreso dal risultato della tua prima pozione, anche se, naturalmente mi ha pregato di non riferirtelo….”
- “ Davvero?” la interruppi con un po’ troppo entusiasmo
- “ Si, davvero.”
Rispose la professoressa socchiudendo gli occhi come per studiarmi.
- “ Sono contenta, insomma, non me l’aspettavo, mi ha dato un libro, ma vorrei studiare anche su qualche altro testo, vorrei imparare perfettamente”
dissi marcando l’ultima parola
“il programma dei primi anni, lei può consigliarmi qualche libro in biblioteca, qualcosa con cui posso stu….”
mi fermai, presa dall’entusiasmo della notizia avevo quasi perso il controllo delle mie parole, rischiando di rivelare ciò che mai si sarebbe dovuto sapere.
La professoressa Mc Granit era una donna anziana, è vero, ma non così anziana da non riconoscere uno sguardo sognante quando né vedeva uno, e il mio, quella sera lo era fin troppo. Non disse nulla, mi guardò, poi carezzandomi una guancia sussurrò:
- “ Per questa sera basta così. Vai a riposarti Keira, sei stanca e tante novità ti aspettano in questa scuola. Sei una ragazza speciale, non si può non accorgersene, hai una tenerezza travolgente e susciti affetto in chiunque ti guardi, ti meriti il meglio dalla vita, ma dovrai sudare per averlo, purtroppo, a volte, non è tutto facile come dovrebbe essere.
Io sono qui Keira, per qualsiasi cosa.”
Poi sorrise, si girò e tornò verso la sua scrivania.
Non l’avevo mai vista così, se avessi voluto non sarei riuscita neanche ad immaginarmela, sembrava affettuosa e apprensiva, mi faceva sentire a casa.
Tornai nel mio dormitorio, ero stanca, davvero, le lezioni diventavano sempre più difficili, ed io volevo stare al passo, dovevo farlo. Non avrei dato a quella vipera della Parkinson e alla sua “affettuosa” combriccola la soddisfazione di poter affermare, a ragione, che fossi un’incapace! Dovevo studiare, e studiare tanto, dovevo farcela!
Arrivata alla sala comune di Grifondoro incontrai Hermione e Geeny che mi stavano aspettando per scendere a cena.
- “ Come è andata? La Mc Granit è tremenda, ma è una brava insegnante!”
Ma perché a me sembravano tutti così diversi dalle descrizioni comuni che mi fornivano i miei compagni? La Mc Granit era stata davvero carina quella sera, come tutte le volte che avevo avuto il piacere di incontrarla,
“forse sono io”, pensai, o forse mi vedono così in difficoltà che si sforzano di essere gentili….
- “ Allora?” mi incitò Ginny vedendomi persa tra valanghe di pensieri.
Decisi che almeno della professoressa avrei potuto parlargliene, in fin dei conti con lei non era come con Piton.
- “ E’ stata davvero carina”, ripetei loro ciò che avevo appena pensato, e continuai raccontando il resto della nostra conversazione evitando accuratamente di inserire l’argomento “Piton”.
Le mie due amiche sgranarono leggermente gli occhi al termine del racconto, poi in coro aggiunsero:
- “ Ma che gli fai a questi insegnanti, persino Piton” Hermione mi lanciò una fugace occhiata “ sembra essere quasi accettabile quando si rivolge a te.”
Sorrisi, effettivamente era vero.
- “ Hermione, volevo chiederti un favore.”
Dissi cambiando discorso, quello attuale era pericolosamente vicino ad un argomento che mai, in quella sede, avrei voluto affrontare
“ mi daresti una mano con il recupero del programma? Ovviamente solo nei momenti in cui sei libera, così, per sbloccarmi, vorrei mettermi in pari nel più breve tempo possibile.”
Gli occhi della mia arruffata amica si illuminarono, con uno scatto felino si diresse verso la scrivania dove erano disposti i suoi numerosi libri in ordine sparso, cercò qualcosa velocemente, poi, presi cinque o sei volumi, si diresse con la pericolosa, traballante torre di sapere verso di me.
- “ Cominciamo?” esclamò con un sorriso.
Accettai, la cena, capivo dagli occhi eccitati di Hermione, per sta sera si sarebbe saltata, certo, mi dispiaceva per ormai conosciuti motivi, ma l’entusiasmo della mia amica mi lusingò e decisi che avrei dato il massimo.
Passammo la serata a studiare, recuperai gran parte del programma di erbologia, era piuttosto semplice per me che conoscevo perfettamente quasi tutte le piante babbane, quelle magiche erano molto simili, semplicemente un po’ più coreografiche.
Hermione, che stava dando tutta se stessa per la causa, mi parve piacevolmente colpita dalla mia velocità di apprendimento.
Finiti i programmi dei primi due anni erano ormai le due passate, decidemmo di andare a dormire, avremmo proseguito l’indomani.
I giorni successivi passarono veloci, altre travolgenti lezioni di pozioni mi diedero l’opportunità di creare altri agghiaccianti intrugli rimirando, a tratti, i profondi occhi neri di Piton che talvolta si fondevano nel verde smeraldo dei miei.
Le serate nella sala comune erano ormai dedite allo studio, e, a noi, si era unito un gruppetto di diligenti scolari che colse l’occasione per un ripasso gratuito del programma.
In poco più di due settimane avevo recuperato completamente erbologia, storia della magia, gran parte della teoria di trasfigurazione, la pratica mi era impossibile, e i primi quattro anni del programma di pozioni.
Ero al settimo cielo, e lo era anche Hermione che non si risparmiava mai di ricordarmi quanto fosse orgogliosa di me.
Le lezioni di recupero dei professori continuavano dando anch’esse brillanti risultati, tutti sembravano soddisfatti del mio strabiliante recupero, in particolare la professoressa Mc Granit che ormai provava, con pessimi risultati, a farmi passare alla pratica. La forza della mia mente ancora non riusciva a trasfigurare alcunchè.
Non avevo mai usufruito delle lezioni di recupero di pozioni, come mi era stato consigliato, ma quando giunsi alla pozione polisucco, vedendo che l’aiuto di Hermione non riusciva a farmi fare alcun progresso, decisi che era giunto il momento di prendere il coraggio a due mani e di chiedere a Piton di aiutarmi.
Lo feci alla fine di una sua lezione consegnando l'ampolla con il putrescente liquido richiesto.
- “ Professore, avrei bisogno di parlarle.”
Lo sguardo del mago si alzò ed entrò travolgente nel mio, restammo a guardarci per qualche istante e di nuovo le fiamme nere riempirono prorompenti i suoi occhi.
- “Mi segua.” Disse freddo, si alzò e si diresse verso quello che, avevo indovinato tempo prima, era il suo studio privato.
Si accomodò ad una scrivania simile in tutto per tutto a quella dell’aula, eccezion fatta per il piano di pelle verde bordato in argento. Le pareti della stanza erano interamente ricoperte da una fitta libreria di legno scuro utilizzata per tenere migliaia di libri e provette in un ordine apparentemente maniacale, sulla parete di fondo troneggiava un enorme camino dalla cornice scolpita nel marmo bianco, davanti al quale erano sistemati un divano in pelle marrone e un tavolino basso ricoperto da vecchi e logori libri aperti. Un enorme tappeto verde scaldava il freddo pavimento di pietra.
- “ Mi dica.”
La sua voce profonda mi distolse dalla accurata analisi dell’ambiente che stavo effettuando riportandomi al motivo per il quale avevo chiesto di parlargli.
- “ Ho studiato tutto il programma dei primi quattro anni incontrando, grazie all’aiuto della signorina Granger, pochissime difficoltà”
una leggera espressione di sorpresa si disegnò per un istante sul volto del professore, soddisfatta proseguii
“ ma tra i primi argomenti del quinto anno ho incontrato la pozione polisucco della quale, anche con generosi aiuti, non riesco a venire a capo. Mi chiedevo se lei potesse darmi una mano sulla teoria di quest’ultima ed eventualmente verificare l’effettiva riuscita pratica delle precedenti.” Dissi tutto d’un fiato.
Piton non mi faceva paura, ma la forte emozione che mi suscitava il parlare con lui spesso mi impediva di mantenere la mia solita calma.
Il professore mi osservò un istante, sembrava sorpreso dalla mia richiesta, non era infastidito, avrei detto anzi che nel suo sguardo ci fosse una punta d’orgoglio.
- “ Per questa settimana sarò estremamente impegnato” disse in fine “ se per lei non è troppo tardi potremmo organizzare per una sera della settimana prossima, quando è più comoda. Porti il libro che le ho dato all’inizio dell’anno, apprendo piacevolmente che non le è più utile, verificherò la sua preparazione e cercherò di farle capire la pozione che non riesce a comprendere. Siamo d’accordo?”
- “ Perfetto!” risposi con un enorme sorriso “facciamo per lunedì? E’ l’unica serata che ho libera dagli altri corsi di recupero, per le nove ve bene?”
Il mio entusiasmo era palpabile e la mia voce eccitata aveva fatto il resto, il professore sollevò un sopraciglio, poi con un minuscolo accenno di sorriso, ma con quella che sembrava proprio essere gioia nella voce disse:
- “ Perfetto!”
Gli sorrisi apertamente ed uscii dalla stanza, risi tra me e me, se qualcuno avesse ascoltato la nostra conversazione avrebbe avuto tutta l’aria di un appuntamento.


******


Sei appena uscita da questo studio.
Hai recuperato il programma, sei stupefacente piccola babbana.
Mi hai chiesto di aiutarti, ho accettato con gioia immensa, non dovevi saperlo, ma sei straordinaria Keira, tu hai capito anche questo.
Sei andata via sorridendo, nessuno era mai uscito da questa stanza così.
Eppure questa volta ho colto qualcosa nella tua voce, so che non era paura, i tuoi occhi non lasciano dubbi, ma allora cosa, cos’è che ad un tratto ha incrinato la tua voce cristallina?
Ti darò quelle ripetizioni, sembravi felice, quasi eccitata all’idea.
Sono contento che sia così.
Te le meriti, e lo sai. Ti adoro per questo. La consapevolezza del suo essere stupenda sotto ogni aspetto mitigata dalla tua modestia nel accostarti alla vita, il tuo chiedere aiuto, anche quando non né avresti bisogno,….. il tuo sorriso, i tuoi occhi, i tuoi lunghi capelli color miele, il tuo corpo perfetto…
Cosa mi hai fatto piccola babbana?…………………Grazie, per quello che mi hai fatto!>


altra Storia di Damaarwen >> QUI sempre su EFP


  
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