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Autore: KiaC92    19/12/2012    3 recensioni
Questa storia parte da quando la famiglia Cullen torna 100 anni dopo che Edward ha lasciato Bella. È stato Edward a decidere di tornare a Forks spinto dalla curiosità di sapere se la sua amata sia riuscita a rifarsi una vita.
Tutta la famiglia Cullen sa che la loro amata Bella ormai non esiste più ma l’incontro a scuola con Jacob Black e una misteriosa ragazza bionda dalla stesso profumo di Bella e dalla strana somiglianza tra le due insinua dei dubbi. Bella è veramente morta? E se così fosse chi è la misteriosa ragazza? E perché Black conosce la ragazza?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward, Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più libri/film, Contesto generale/vago
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Angolo autrice: Ciao a tutti ed eccomi qua con il secondo capitolo. Spero che questa storia riesca ha coinvolgervi ma soprattutto spero che vi piaccia!! Ringrazio con tutto il cuore paridegiova71Veronika Susan Cullen per aver recensito il primo capitolo e le 10 splendide persone che hanno messo la mia storia tra le seguite!! Non mi dimentico però di marvullisara e di clacla  per averla messa tra le storie preferite :D
Infine un ringraziamento speciale va alla pagina facebook 
Dark Magic's graphics per il bellissimo banner!!
Adesso vi lascio al capitolo, buona lettura!! Nel caso non riuscissi a postare prima di natale AUGURI DI BUON NATALE A TUTTI VOI!!! :D
Un bacio

KIA


 
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POV EDWARD
 
 
“Alice, Rose forza muoviti o faremo tardi e non possiamo visto che è di nuovo il primo giorno di scuola” ghignò Emmett “ED sei pronto?” mi chiese poi.
“Io non vengo, non ho voglia di rifare tutto da capo” dissi mentendo, la verità è che non volevo rimettere posto in quella scuola dove ogni aula mi avrebbe ricordato lei.
“Okay fai come ti pare” mi disse Emmett forse capendo.
“Siamo pronte andiamo” disse Alice saltellando per le scale, i primi giorni erano sempre i suoi preferiti “ED tu non vieni? Peccato adesso come faremo a sapere cosa pensano di noi” mi chiese. Da qualche giorno tra noi era tornato il sereno e non potevo che esserne contento, mi era mancata la mia nanetta.
Prima che uscissero fermai Alice: “So che forse non servirà  ma mi dispiace per ciò che ti ho fatto” le dissi.
Con mia sorpresa mi sorrise e poi mi abbracciò: “Sai che non tengo il muso per tanto, ti voglio bene lo sai ma ogni giorno mi manca e non posso dimenticare cosa hai fatto” mi disse prima di uscire.
Restai chiuso in camera per tutto il giorno in attesa del loro ritorno e mi annoiai da morire quando all’improvviso sentii i pensieri agitati di Alice che mi chiedeva di raggiungerla di sotto.
“Alice tutto bene? Cosa sta succedendo, cosa sono quelle facce? Ragazzi siete più pallidi del solito?” chiesi spaventato ma non ottenni nessuna risposta.
“Non riusciamo ha spiegarcelo, ED leggi” mi disse Alice aprendomi i suoi pensieri tanto a lungo negatemi.
Alice ripercorse con i suoi pensieri tutta la giornata a scuola fino a soffermarsi nel momento dell’uscita, attraverso lei riuscii a sentire il cattivo odore tipico dei lupi fino al momento in cui non comparse nella sua visuale Jacob Black che stava abbracciando una giovane ragazza mora appena uscita da scuola. Sembra contento fino a quando non incrociò lo sguardo con i miei fratelli, infatti si rabbuiò immediatamente.
“Non vedo cosa ci sia di così preoccupante, sapevamo che Black era un mutaforma il suo odore parla da solo. Non riesco a spiegarmi perché sia ancora vivo?” chiesi non capendo tutta la loro agitazione
“E’ vivo perché se si trasforma continuamente può decidere di smettere di invecchiare e di rimanere uguale per lungo tempo, diventa in pratica un’immortale proprio come noi” intervenne Carlisle “ciò che ci dobbiamo chiederci è perché abbia smesso di invecchiare”.
“Non è finita qui ED”mi richiamò Alice.
Mi ritrovai ad osservare la mensa della scuola di Forks rimasta invariata in tutti questi anni, ma soprattutto mi ritrovai al centro dell’attenzione degli studenti incuriositi dai nuovi arrivati. Tutto cambiò quando nella mensa entrò una ragazza mora che catturò l’attenzione di molti ragazzi. Ascoltai insieme ai miei fratelli il suo strano battito cardiaco troppo veloce per essere umano, la guardai meglio e riconobbi la ragazza che abbracciava Black. Si fermò vicino ad una ragazza, sembravano aspettare qualcuno, infatti poco dopo entrò una bellissima ragazza dai capelli biondo cenere.
 Il suo ingresso attirò molta più attenzione dell’atro perché in lei c’era qualcosa di misterioso, i pensieri di Alice si concentrarono su questa ragazza e quando passò vicino ad una finestra il suo odore arrivò fino al tavolo dei miei fratelli.
In quel momento capì l’agitazione di tutti quanti, quell’’odore c’era dannatamente familiare, era il suo odore, quello della mia Bella.
Non riuscivo a capire come fosse possibile.
Prima di raggiungere le altre ragazze passò vicino al tavolo dei miei fratelli e concentrò il suo sguardo proprio su Alice, i suoi occhi erano di una tonalità miele/ambra esattamente come i nostri.
C’era qualcosa in quella ragazza di dannatamente familiare, il suo viso e i suoi tratti colpirò molto Alice.
“ED ha il suo stesso odore” mi disse Jasper
“il suo viso e i suoi occhi ED l’hai visti? Non riesco a capire come sia possibile ma quella ragazza è molto simile a Bella” disse Alice informando anche Carlisle ed Esme.
“Non è possibile, non può essere” dissi cadendo in ginocchio “Bella è morta, non può essere lei”.
“Se anche fosse lei come ha fatto ha diventare una di noi?” chiese Emmett.
Vidi all’improvviso Carlisle correre di sopra, i suoi pensieri correvano in direzione della cassaforte che si sovrapponevano a quella di una siringa. Alla fine mormorò: “Non c’è più è sparita” consapevole che tutti l’avremmo sentito.
“Carlisle cosa sta succedendo?” chiese Esme spaventata.
“Dopo il nostro scontro con James e visto le condizioni di Bella al nostro rientro chiese ad Edward di mettere il suo veleno in quella siringa in caso di bisogno. È sempre stata lì e quando siamo partiti ho deciso di lasciarla lì, Bella non sapeva nulla di quella siringa e se anche lo sapesse perché si è fatta trasformare?” disse Carlisle sempre più confuso.
La mia Bella non poteva essere diventata un mostro esattamente come me, me n’ero andato per salvarla da questo destino.
I pensieri della mia famiglia mi travolsero all’improvviso. Passavano dalla sorpresa all’incredulità della notizia, nessuna sapeva se fosse davvero lei ma leggendo i loro pensieri capii che era importante capire chi davvero fosse questa ragazza.
“Secondo voi chi è quella che abbracciava il cane? Il suo battito non è umano” chiese all’improvviso Rose.
 “Non ne ho idea. Edward che tu lo voglia o no devi tornare in quella scuola, abbiamo bisogno di sapere chi siano” disse Carlisle “domani andrai a scuola mentre io ed Esme andremo a La Push per incontrarci con il nuovo branco ma soprattutto per scoprire se il patto è ancora valido”.
“Mi dispiace fratellone, si torna a scuola” mi disse Emmett dandomi una pacca sulle spalle.
 
 
Ecco il momento della giornata in cui non desideravo altro che poter dormire. Le ore di scuola.
Contavo le ore che mi avrebbero diviso dalla pausa pranzo, non vedevo l’ora di arrivare alla mensa e quando il momento arrivò non facevo altro che fissare ogni singola persona che entrava.
“La sentirai quando entra grazie al suo odore” pensò Alice notando la mia agitazione. La speranza di riavere Bella aveva riacceso tutta la mia famiglia.
Fissavo le crepe che correvano sull’intonaco dell’angolo della mensa, un modo come un altro per staccarmi dalle voci che mi blateravano in testa come acqua scrosciante e per riuscire a calmarmi. Vedevo il nuovo volto riflesso di pensiero in pensiero, da ogni angolazione, non ero l’unico ad aspettarla. Non posso negare che la cosa mi dà molto fastidio.
“Edward Cullen”.
Riflesso automatico. Mi voltai, sentendo qualcuno chiamare il mio nome, benché lo avesse soltanto pensato, non pronunciato. Per una frazione di secondo, i miei occhi incrociarono quelli marrone scuro di un volto di una straordinaria bellezza: ha le guance rosse, le palpebre color lavanda pallido, gli occhi color cioccolato, i capelli color marroni, ricci, lunghi fino alla vita. Il suo cuore batteva a ritmo velocissimo, "come le ali di un uccello in gabbia".
“E’ la ragazza di Black” pensò Jasper seguendo il mio sguardo.
Poi il suo profumo mi colpì come una palla di cannone, come un ariete. Era arrivata finalmente e per la prima volta nella mia nuova vita avevo paura, mi chiesi come avrebbe reagito alla mia vista. Dire bellissima era un eufemismo, non avevo mai visto una ragazza così bella a parte Bella. Camminava a testa alta facendo scuotere i suoi lunghi capelli ignorando ogni singolo ragazzo che si voltava al suo passaggio, camminava con sicurezza sui tacchi e sembrava la padrona del liceo niente a che vedere con la mia Bella.
Si girò e il suo sguardo incontrò il mio, e mi vidi riflesso nel grande specchio delle sue pupille non umane. Non c’era nessun dubbio la ragazza qui di fronte era un vampiro, il suo cuore non batteva più. Per un attimo mi parve di scorgere un briciolo di sorpresa nei suoi occhi che però scomparve subito sostituita dalla completa indifferenza.
“ED i suoi pensieri?” pensò Alice.
Mi concentrai su di lei e cercai di ascoltare cosa pensasse, non sentivo niente, malgrado ascoltassi: “Niente, dal suo posto non sento provenire che silenzio. Niente di niente.” Dissi sorpreso. Mi girai e di nuovo, il mio sguardo incrociò quei grandi occhi ambra. La parte destra delle sue labbra si piegò all’insù in segno di vittoria aveva ascoltato ciò che avevo detto.
“Non può essere lei” dissi cercando di crederci.
“Hanno troppe cose in comune, il fatto che tu non senta niente non fa altro che aumentare i nostri dubbi. Pensaci bene la siringa è scomparsa, potrà aver cambiato colore ai capelli ma cavoli Edward apri gli occhi è lei” disse Alice.
“L’altra ragazza, ascolta cosa pensa lei. Non mi piace quella ragazza, sta di sicuro nascondendo qualcosa” disse Jasper sospettoso. Mi concentrai e riuscii solo a sentire “Quindi è lui..” il suo flusso di pensieri si interruppe all’istante non appena la bionda le poggiò una mano sulla spalla come se sapesse che ero in ascolto.
“Non appena è arrivata la bionda non sono riuscito più a sentire nulla, non mi piace questa storia” dissi arrabbiato ma dentro avevo una gran confusione. Sei davvero tu amore mio? Pensai in quel momento. Avrei fatto di tutto per scoprire la verità perché se lei era davvero viva avrei fatto di tutto per farmi perdonare, e a lei avrei chiesto solo di perdonarmi consapevole del fatto di averla troppo ferita per poterle dire quanto in questi anni mi sia mancata e quanto l’abbia amata. Avevo fatto un gigantesco errore che aveva ferito troppe persone, sono solo un grandissimo coglione.
“Alice devo sapere, conosci qualcuno a quel tavolino a cui chiedere?” le chiesi.
“Non saprei, infondo è solo il mio secondo giorno ma vedrò cosa possa fare. Ieri la ragazzina con gli occhiali vicino alla donna del cane mi ha chiesto se avevo bisogno di aiuto” mi disse iniziando a complottare qualcosa. La guardai e notai la sua felicità, lei non aveva dubbi quella era Bella.
 
 
All’uscita Alice mi venne incontro con aria felice: “Sono riuscita a scoprire qualcosa, innanzitutto la ragazza con gli occhiali è la nipote di Angela Weber te la ricordi?pazzesco. Era molto amica di Bella. Si chiama Lizzie e secondo me sa molte più cose di quello che mi ha detto. Della ragazza di Black mi ha detto che si fa chiamare Nessie, della bionda, tra parentesi tinta a sentire una certa Karen, mi ha detto che si chiama Isobel. Direi che Bella in fatto di nomi non ha molta fantasia, è troppo simile al suo. Comunque si spacciano come le sorelle Black” disse allegra più che mai.
Allegria che durò poco non appena l’odore nauseabonda del cane ci raggiunse.
“Jake” sentii urlare alle mie spalle, vidi Nessie corre tra le sue braccia mentre Isobel li osservava raggiante, dio se era bella.
Alla fine Black si accorge di noi e soprattutto della mia presenza.
Vedo il ghigno cattivo espandersi sulla sua faccia mentre velocemente arrivano nella mia mente immagini nitide e terribili. Jacob Black stava pensando a Bella rannicchiata in posizione fetale in un bosco, precisamente nel bosco dove avevo messo la parola fine alla nostra storia, il corpo scosso da singhiozzi.
Vidi il dolore che il capobranco provò nel trovarla priva di sensi, Bella seduta su una sedia, lo sguardo perso nel nulla fuori dalla sua finestra, in tutte le immagini il suo corpo è scosso da singhiozzi e i suoi occhi erano spenti come non mai, pieni di dolore.
Le mie gambe stavano per piegarsi ma Emmett riuscì a trattenermi e dalla sua gola uscì un basso ringhio rivolto a Balck.
 I suoi pensieri si interruppero nel momento in cui Isobel gli strinse il polso: “Basta” la sentii sussurrare e dopo cento anni sentii di nuovo la sua bellissima voce, la trasformazione non l’aveva cambiata.
Non c’erano più dubbi era Bella ma faceva di tutto per smettere di esserla come se volesse cancellare per sempre il pezzo della sua vita prima della trasformazione.
Aveva chiuso con tutto ciò che riguardava quella vita compresi noi, sapevo che di tutto ciò era colpa solo mia, tranne che con Jacob Black e da come lo guardava capii che lui era stato la sua ancora in quei mesi.
“Non accadrà di nuovo”pensò Black prima di allontanarsi e seguire quella che per me era ormai Bella e Lizzie.
“E’ lei” dissi ai miei fratelli.
Non sarei più tornato a scuola così le avrei reso la vita più facile ma al contempo avrei reso facile anche la mia.
Il mio cuore non batteva più da quando l’avevo lasciata me nel momento in cui capii che lei era davvero viva ed era davanti a me fu come se il mio cuore riprendesse a battere.
“Non penserà mica di liberarsi così facilmente di noi? Ignorandoci non risolverà nulla, mi è mancata la mia amica e di certo non se la caverà così” disse risoluta Alice.
“Non credo vi ignorerà per molto, i suoi occhi si addolciscono quando vi guarda, penso che ignorerà solo me e come darle torto. Verrà da voi prima o poi” dissi tristemente.
“Non ti ignorerà per sempre se ci metto lo zampino” disse Alice iniziando a confabulare con Rose.
Quanto vorrei darle ragione ma non penso che riuscirà a perdonarmi tanto facilmente.
Ti aspetterò Bella e riuscirò a farti cambiare idea, promisi a me stesso.
Prima di scomparire dalla mia visuale mi rivolse un ultimo sguardo carico di indifferenza come se avesse sentito la mia promessa. Avevo recepito il messaggio, non voleva più avere niente a che fare con me.
   
 
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