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Autore: MM_White    19/12/2012    4 recensioni
Cosa sarebbe accaduto se Elizabeth avesse promesso a Lady Catherine de Bourgh che non avrebbe sposato suo nipote Darcy? Questa storia comincia proprio da qui, per reinventare il finale. Oltre all'orgoglio e al pregiudizio si insinueranno tra i due protagonisti molti altri sentimenti, come la Passione.
«Ebbene sì, provo dei sentimenti per lei,» disse allora Darcy con impeto «che cosa cambia adesso? Ti rispondo io: niente! Io rimarrò Darcy, l'uomo ricco e arrogante, padrone di Pemberley, lei invece rimarrà Elizabeth, con i suoi libri, la sua ingratitudine e i suoi pregiudizi. Non potremo mai stare insieme».
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La calda serata estiva aveva permesso ai lunghi e biondi capelli di Jane, di asciugarsi in fretta. Mentre li spazzolava, la ragazza ripensava al suo fidanzamento con Bingley. Un dolce sorriso le illuminò il viso, si considerava davvero felice, adesso. Il sentimento di felicità si fece meno forte quando, ad un tratto, i suoi pensieri finirono inevitabilmente a sua sorella Elizabeth ed alla sua di felicità. Quella mattina, dopo la visita di Bingley e Darcy, l'aveva vista particolarmente affranta.
Evidentemente vi erano ulteriori incomprensioni tra i due. Una mano leggera bussò alla sua porta: «Jane, stai dormendo?». Era Elizabeth. «No, mia cara Lizzy, entra pure». Rispose prontamente Jane.
Elizabeth entrò con un sorriso. Solo Jane avrebbe potuto accorgersi che non era sincero.
«Perchè quel broncio, Lizzy?» disse continuando a spazzolare i dorati capelli, «non riesci a dormire?»
Elizabeth si rese conto che poteva fingere di essere felice con chiunque, tranne che con sua sorella Jane, perciò ritrasse il sorriso e rispose ad entrambe le domande: «Ho pensieri poco felici, cara sorella, è per questo che non riesco a prender sonno».
«Riguardano il signor Darcy?»
«Sì».
Jane lasciò perdere i capelli e si voltò verso Elizabeth: «Vedo che quel signore turba la tua quiete molto più spesso di quello che in verità dovrebbe,» disse in tono affettuoso «non sarà che involontariamente te ne sei innamorata, Lizzy?»
«Oh Jane, cara la mia Jane» esordì allora Elizabeth arrossendo «non ti ho raccontato tutto del mio viaggio ai laghi con gli zii».
Jane rimase sbigottita. Aveva alluso ad un innamoramento di Elizabeth nei confronti di Darcy, ma ella si aspettava una battuta sarcastica, quella, al contrario di un viso imbarazzato, sarebbe stata di certo più appropriata per sua sorella. «Ma lizzy innamorata!» pensò divertita, «e del Signor Darcy per giunta!»
«Ma non può essere, Lizzy. So quanto lo detesti.»
«Non conosci la storia. Quella parte è da dimenticare. Forse non l'ho sempre amato come adesso, ma in casi come questi una buona memoria è imperdonabile.»

Jane la guardò incredula. Elizabeth le assicurò di nuovo e più seriamente che era tutto vero. Le raccontò della visita a Pemberley, del viso sorpreso di Darcy e che trapelava ancora un sentimento d'amore, del suo comportamento galante con i Gardiner. E poi, tutto d'un fiato, quasi non volesse ricordarlo, le raccontò anche della promessa fatta a Lady Catherine.
Jane scrutò gli occhi affranti della sorella. Elizabeth scrollò il capo e infine disse con un sorriso: «Ma è meglio così no?»
«No» rispose Jane, «non credo.»
«Gli rovinerei la vita se stessi al suo fianco.»
«Io credo che ti vuoi autoconvincere che sia così, lo fai perchè hai paura, Lizzy.»
«Paura di cosa?» si affrettò a dire Elizabeth, «paura di vivere per sempre in quel castello? Di avere accanto un uomo arrogante ed orgoglioso? Oh no, no di certo. Se lo faccio, lo faccio solo per me, mia cara Jane.»
«Paura di essere felice,» affermò allora Jane, «hai sempre pensato alla felicità degli altri e alla tua?»
Elizabeth abbassò il capo. Ormai aveva fatto una promessa.


Bingley rideva come non aveva mai riso in tutta la sua vita. Rideva perfino alle infide constatazioni di sua sorella Caroline sulle varie famiglie londinesi. Era felice, fra non molto avrebbe sposato la donna che amava. Lo stesso non si poteva dire del suo amico Darcy il quale, in piedi ad osservare fuori dalla finestra, sembrava avere pensieri poco felici.
«Che hai Darcy, amico mio?» gli chiese, «non ti ha allietato la passeggiata di questa mattina?» disse con un sorriso, alludendo al tempo passato in compagnia di Miss Bennet.
«Non quanto potrebbe aver allietato te, Bingley». Rispose con lo sguardo rivolto sempre verso il paesaggio, senza mutare espressione.
«Solo a te, fratello mio, potrebbe rendere felice una giornata in casa Bennet,» disse Caroline con sdegno «non è vero Darcy?»
«Questa volta ha pienamente ragione, Miss Bingley». Rispose Darcy con la solita freddezza.
Caroline rise di gusto, contenta di avere di fronte il Darcy di sempre.
Bingley lo guardò sbigottito.
La mattina seguente, Bingley e Darcy si recarono a caccia. Quando ormai erano nel bel mezzo del bosco, completamente soli, Bingley lasciò cadere il fucile sul prato.
«Se provi ancora sdegno per la famiglia Bennet,» esordì «come mai mi hai dato la tua approvazione a sposare la loro figlia maggiore?»
«Sei adulto, Bingley» rispose Darcy, alzando il fucile per puntarlo contro un'anatra in volo, «puoi fare come meglio credi.»
«Non penso sia solo questo il motivo,» disse Bingley irritato «tu avevi incominciato a cambiare opinione su di loro».
«E perchè mai avrei dovuto farlo?» Darcy sparò in aria distrattamente, senza centrare l'anatra.
«Perchè ti sei innamorato di Elizabeth!»
L'amico fu sorpreso da quella affarmazione. Significava che non era riuscito a nascondere bene i suoi sentimenti, ma come avrebbe potuto mai farlo? Come sarebbe riuscito a non cogliere ogni occasione per vedere quei begli occhi? Abbassò il fucile e lo appoggiò su un fianco.
«La tua, Bingley, è un'affermazione infondata».
«Non lo credo. So quello che dico, ci conosciamo da troppo tempo ormai per fingere, Witzwilliam Darcy!»
L'uomo rimase sbigottito da tutta quella sicurezza. Evidentemente l'amore l'aveva cambiato.
«Bingley,» pensò «caro, vecchio amico mio! L'amore ti ha reso certamente più forte, ma come puoi pensare di sovrastare me, di farmi sentire in colpa?»
«Non vedo perchè dovrei darti delle spiegazioni Bingley!» Disse con un sorriso ironico.
«Non riesci ad ammetterlo, il tuo orgoglio e la tua presunzione ti rendono cieco!»
Dall'espressione di Darcy sembrava che Bingley avesse colpito nel segno: «Ebbene sì, provo dei sentimenti per lei,» disse allora Darcy con impeto «che cosa cambia adesso? Ti rispondo io: niente! Io rimarrò Darcy, l'uomo ricco e arrogante, padrone di Pemberley, lei invece rimarrà Elizabeth, con i suoi libri, la sua ingratitudine e i suoi pregiudizi. Non potremo mai stare insieme».
«Mi spieghi il motivo di questa convinzione?» Disse Bingley con tono premuroso, in colpa per aver scaturito nell'amico emozioni tutt'altro che positive.
«Perchè lei non m'ama,» rispose, con lo sguardo rivolto verso l'alto ma con gli occhi che rivelavano quanto fosse ferito l'orgoglio «ecco perchè non posso rinnovarle la mia proposta di matrimonio, ecco perchè non posso continuare ad invadere la sua vita con la mia presenza e i miei sentimenti, che, evidentemente, le provocano orrore».
Bingley non riuscì a dire niente. Non aveva mai visto Darcy in quelle condizioni, non gli aveva mai sentito pronunciare tali parole con tale tristezza. A causa della sua felicità non si era reso conto dell'infelicità dell'amico. «Darcy fare una proposta di matrimonio?» pensò tra sè «e continuare ad amare la donna che lo ha rifiutato?» Il suo amico era cambiato, l'amore in fondo, cambia tutti.


Uno spazio mio? Da adesso sì!

Salve a tutti, questa su orgoglio e pregiudizio è la mia prima esperienza come autrice di fanfiction. Se sono qui e se apprezzate anche solo un pò ciò che scrivo, lo dovete a quella pazza (non mi stancherò mai di definirla così) di mia cugina (che qui conoscete come fredlove)!
Volevo fare dei piccoli chiarimenti sui capitoli: come saprete, questa storia incomincia quando, dopo la visita di Lady Catherine, Elizabeth, invece di rifiutare le richieste della donna a non sposare suo nipote Darcy (come avviene originariamente) decide invece di accettare la promessa.
Inevitabilmente, molti avvenimenti cambieranno a causa di quel semplice SI. Le lunghe frasi o i discorsi scritti in corsivo sono tratti dall'opera originale, questo, per far comprendere come, in un contesto differente, possa apparire diverso anche il senso di ciò che avviene o che viene detto.
Oh quanto ho scritto! Vabbè ma è la prima volta che ho uno spazio tutto mio, posso gestirlo come voglio, vero? ;)
MM

   
 
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