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Autore: Cassie901    19/12/2012    0 recensioni
Cassie si alzò in piedi mentre la figura di un ragazzo compariva davanti a lei. "Non ci eravamo messi d'accordo,oggi non è venerdì e nemmeno il mio compleanno...okay,Peazer,che vuoi? " si mise le mani in tasca aspettando una risposta della ragazza che improvvisamente trovava molto interessante la punta delle sue scarpe.Poi si decise a guardarlo degli occhi.
"Credimi,non sarei venuta qui se non fossi stata disperata "
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“ Perciò… niente sesso? “ sbuffò in una strana posizione a testa in giù sul letto,perfettamente in equilibrio.Cassie,che stava cercando di studiare,sbuffò alzando gli occhi al cielo
“Tel’ho già detto che sei un ninfomane versione maschile? “
“Tel’ho mai detto che ora ho capito quanto possano far soffrire quei cinque giorni al mese?”
“Brutta l’astinenza,eh? “ lo prese in giro lei,chiudendo finalmente il libro su cui stava da ore.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Andiamo piccola, è un evento più unico che raro! " stava dicendo ancora Liam, tentando di acchiapparla quando Cassie tentava in tutti i modi di svignarsela da quel locale.
"No no no no eeee... no. Non è aria di feste " sbottò ancora una volta, cercando di essere paziente. L'ultima cosa che voleva era un festino per il suo compleanno, che cadeva due giorni dopo, ma il suo migliore amico era peggio di un brufolo al primo appuntamento: arrivava sempre al momento sbagliato e se provavi a cacciarlo via le conseguenze erano ogni volta  più disastrose. Sì, aveva appena paragonato il suo migliore amico - alias l'uomo che non l'avrebbe mai fatta soffrire, alias la persona a cui teneva di pi... non diciamo cazzate, la copriva tutte le volte che combinava qualche casino e spesso ci rimetteva le penne - ad un piccolo, viscido brufolo guastafeste. Carina, Cassie, proprio carina.
"Non ti lascerò passare la sera dei tuoi diciotto anni in compagnia dei popcorn al cioccolato davanti ad una replica della replica della replica di Pretty Little Liars. Puoi scordartelo" scandì bene le parole, cercando di mantenere il mio passo spedito, che a quelle parole rallentò.
Gli diede una manata sul petto per fermarlo.
"E tu come fai a sapere quello che avevo intenzione di fare? " gli chiese guardandolo sottecchi, mentre era tutto preso a fare smorfie mentre si massaggiava la parte colpita.
"Non ci credo, eri davvero intenzionata a farlo?! " esclamò stupito sgranando gli occhi.
Alzò le spalle "Ho la faccia di una che scherza? Rispondi alla domanda " intimò alzando un sopracciglio in attesa che quel Cristiano smettesse di farle perdere tempo.
"Perché ti conosco, e so cosa fai quando c'è un'occasione importante e tu non hai voglia di partecipare. Ricordi il ballo del secondo? " si lasciò sfuggire un sorrisetto da vero stronzo.
Lo spintonò leggermente, quando in realtà avrebbe voluto solo prenderlo a cazzotti.
Non era da gentiluomo ricordarle quella serata di tre anni prima, quando una piccola, indifesa (pffft certo, indifesa)e quindicenne Cassie si era rifiutata categoricamente di andare al ballo di fine anno... e poi ci si era messo anche Liam.
"Certo che me lo ricordo. Praticamente hai preso a sprangate la porta di casa mia finché non ti ho fatto entrare " sbruffò lei, non riuscendo però a trattenere un sorriso soltanto al ricordo.
"E ti ho trovata con tanto di pigiamone di tre taglie in più, popcorn e tutta la terza stagione di 'Streghe', mentre io avevo appena dato buca a quella sventola di Anna Pilsburry " sospirò, amareggiato da quel gesto che probabilmente avrebbe rimpianto con dolore per... tutta la vita.
Cassie gli si buttò al collo " Mi devi far sentire in colpa ancora per molto? Guarda che sei tu quello che ha deciso di dar..." come una totale e completa rincoglionita, stava realizzando le parole che diceva nell'istante stesso in cui le pronunciava. Una specie di effetto ritardato; sì proprio quello.
"ASPETTA UN MOMENTO!" urlò sgranando gli occhi e mettendosi una mano davanti alla bocca spalancata quando le gambe di Belen (capitela).
"Tu... tu dovevi andare al ballo con Anna? Anna la sgorby? OH MIO DIO" si era piegata in due dalle risate, non riusciva più a reggersi in piedi. Si aggrappò alla spalla di Liam rischiando di cadere, manco fosse stata ubriaca/fatta/allucinata nello stesso momento. Lui la guardò male.
"Che c'è? " ribattè offeso. Cassie non riuscì a rispondere, ormai stava letteralmente piangendo addosso a lui e non aveva idea di quando (o se) avrebbe smesso. Ma vi rendete conto? Anna Pilsburry! Oh Jesus, c'era da dire che il suo amico le aveva rallegrato decisamente la giornata tirando fuori quell'argomento.
"Smettila di prendermi per il culo, prima era una gran figa " disse quando finalmente lo lasciò andare, asciugandosi le lacrime ridendo ancora come una matta.
"Già, e guarda ora. Pensa se fossi andato al ballo: vi sareste messi insieme, ora sareste una coppia ufficiale e al vostro matrimonio sui documenti ci sarebbe scritto ' Liam James Payne e Annabelle Sgorby Pilsburry '. Già, sarebbe stato proprio vero amore. Dovresti ringraziarmi" assunse una posizione autoritaria, gonfiando il petto e alzandosi sulle punte con aria di superiorità, aspettandosi un ringraziamento del tipo: 'Ave mia padrona, che mi hai salvato dalle grinfie di quella mezza umana. Accettami come tuo schiavo fino alla fine dei tuoi giorni '
E lei lo avrebbe risparmiato, dicendogli di continuare a condurre una vita felice.
Dov'eravamo? Sì, a Liam che se ne andava lasciandola sola in mezzo al marciapiede.
"LIAM!" strillò rincorrendolo, e quando lo girò vide che se la rideva come pochi.
Quel grandissimo stronzo.
"Forza, smettila di fare la cogliona e andiamo. Abbiamo una festa da organizzare " la tirò per la mano, vedendo che faceva resistenza e rimaneva impalata al suo posto.
"Non posso, devo vedermi con Danielle " disse secca, stampandogli un bacio sulla guancia prima di prendere la strada opposta alla sua.
"Vieni a casa mia domani! " si sentì urlare alle spalle, e tentò di ricordarlo mentalmente.
Tanto l'avrebbe scordato dopo un massimo di cinque secondi.
....
Aveva impegni per il giorno dopo? Mah, sarebbe stata 27 ore su 24 stravaccata sul letto immersa in un libro. Sì. Avrebbe fatto così.
 
 
****
 
 
"Cass! " sorrise sua sorella vedendola arrivare al tavolo di Starbuks in cui aveva preso posto.
Si abbracciarono calorosamente, trattenendosi più del dovuto: sembrava non si vedessero da mesi. Presero posto una di fronte all'altra,iniziando da subito a chiacchierare sugli ultimi eventi.
"Perciò niente ragazzi? " chiese Cassie sorseggiando distrattamente la sua granita al caffè, osservando la sorella che stranamente in quel momento stava arrossendo.
"Oh... c'è un ragazzo, ma prima di parlarne con qualcuno preferisco vedere se è interessato.
E no, sorella da strapazzo, non ti dirò il suo nome "
continuò di fronte alla ragazza che la fissava con occhi imploranti.
"oooohh, andiamo! Non mi puoi rifilare certi scoop e pretendere che non dica nulla! "
Prima che Danielle potesse rispondere, una voce tranquilla parlò vicino a loro.
"Cassie... " per la sopresa, la ragazza rovesciò quello che rimaneva del contenuto del suo bicchiere sul tavolo bianco immacolato. Notò la cameriera guardarla male, e si trattenne dal farle una linguaccia palese.
"Oh cielo. Louis, che caz... voglio dire, che ci fai qui? " esclamò scivolando sul divanetto per raggiungerlo in fretta.
"Io, ehm.. " disse guardando Danielle nervoso " prendi le chiavi e apri tu casa, stasera torno tardi" le disse in poco più di un sussurro, facendole scivolare le chiavi tintinnanti dentro la borsa. Lo guardò mentre le rivolgeva un sorrisetto e si allontanava dal tavolo.
Sua sorella la fissava interrogativa, e sperava vivamente di non doverle raccontare quello che era palesemente appena successo.
"Cassie? "
"D'accordo, ora ti spiego.... " borbottò sconfitta.
 
"Stai scherzando vero? " esclamò una volta che ebbe finito di raccontare.
Scosse la testa "Purtroppo no, non sapevo dove andare e... lui mi ha aiutata" non solamente dandole un tetto sopra alla testa, ma emotivamente: le aveva dato quella piccola speranza di ricominciare che non aveva più da parecchio tempo. Senza la danza era persa, e lo sapeva.
Danielle sembrò capire quello che stava accadendo nella sua testa, infatti con un sorriso debole frugò all'interno della borsa di cuoio, cacciandone fuori un mazzo di chiavi che porse a sua sorella. La guardò confusa,ma quando lesse l'etichetta tutto era chiaro come il sole:
' Teatro Evergreen' .
"Dani..." sussurrò impotente.
"Lo vedo il dolore nei tuoi occhi quando pensi alla danza. Vedo come ti trattieni dal piangere ogni volta che qualcuno accenna alla tua carriera passata. Perciò quando senti che stai per cedere, in qualsiasi momento, vai lì e fai ciò che ti fa sentire libera: balla. Ok? " prese le mani tra le sue guardandola supplicante. Cassie annuì con un sospiro, stringendo forte le chiavi.
Quasi poteva sentire il metallo che le penetrava nella pelle, e il sangue che fuoriusciva.
Era questo quello che provava da tre anni, moltiplicato per cento.
 
“Ci vediamo alla tua festa, allora!” sorrise Danielle mentre si stavano per salutare.
Cassie sgranò gli occhi “Cos… Liam ha coinvolto anche te?”
“Ovvio che no. Ci vediamo sorellina!” le scompigliò i capelli con un sorriso prima di voltarsi nella direzione opposta. La ragazza tirò un lungo sospiro di pazienza mentre un rumoroso tuono esplodeva nel cielo.
Sembrava stesse per venire giù un bel temporale, e ovviamente non voleva tornare a casa bagnata fradicia,perciò si avviò in direzione di casa Tomlinson.
 
 
“Oddio mio, mi viene voglia di scartavetrarmi le palle. Che non ho.” disse Cassie sovrappensiero, a pancia in giù sul letto stringendo un cuscino.
“Tu mi capisci, vero? “ disse guardando davanti a sé. Un peluches grigio a forma di elefante la fissava con un sorriso da ebete perenne, e in quel momento era seriamente tentata di prendersi a pizze in faccia.
Rotolò su un fianco e ci mancò poco che cadesse arrotolata tra le lenzuola, come un sacco di patate.
Sbuffando, puntò gli occhi al soffitto bianco sporco cercando di concentrarsi su qualcosa prima di impazzire definitivamente. Provò a ricordare quando aveva conosciuto la sua migliore amica, ma ad essere sincere prima si detestavano. Insomma, erano una più stronza dell’altra. Meglio lasciar perdere.
I suoi pensieri volarono sul motivo per cui aveva deciso di mettersi con Harry. Ma nemmeno quella storia aveva una risposta, dato che probabilmente quando aveva accettato di stare con lui era sotto l’effetto di qualche sostanza stupefacente. Sì, era sicuramente quella la spiegazione.
Ma non cel’aveva qualche pensiero felice in quella testa riccioluta?
Forse…
Forse tutti i suoi saggi di danza. Quelli erano i ricordi più vividi e belli che aveva sin da quando riusciva a ricordare, gli unici per cui valeva la pena,di tanto in tanto, lasciarsi sfuggire un sorriso malinconico.
 
“Forza bambine, tutte in fila dietro al palco!” stava dicendo Linsday, una ragazza dai capelli rossi con tratti dolci e vulnerabili, sempre con un sorriso premuroso stampato in faccia “coraggio Cassie, smettila di morderti le unghie tesoro, sei una delle prime e sono sicura che ti adoreranno” mormorò rivolta ad una bambinetta di nove anni che continuava a sbirciare oltre le pesanti tende di velluto rosso con insistenza, come se stesse aspettando qualcosa.
O qualcuno.
Sospirò rassegnata e guardò il parquet marrone chiaro,lisciandosi delicatamente il vestito di lino color bordeaux.
“Danielle, vieni qui a tranquillizzare tua sorella! Ehi Peter “ aggiunse Linsday severa, rivolta ad un ragazzino dai capelli che ricordavano vagamente il colore della sabbia “guarda che ti ho visto. Non farlo mai più, o al prossimo spettacolo ti farò mettere il tutù “ .
In quel momento davanti a Cassie comparve una figura molto più alta di lei, e il colore del suo vestito era bianco, come quello delle altre ballerine che non interpretavano il ruolo principale.
“Andiamo, andrà tutto alla grande “ la tranquillizzò Dani, battendole distrattamente una mano sulla spalla.
Cassie alzò lo sguardo “Papà non è venuto” sussurrò sospirando “di nuovo”.
Danielle alzò gli occhi al cielo “Non è una novità. O sbaglio?” le chiese, paziente.
“Questa volta l’aveva promesso” quasi singhiozzò tirando su con il naso. Ci aveva creduto davvero, quella volta, quando suo padre le aveva giurato che sarebbe stato sulla poltrona accanto a sua madre, quella sera.
“Cas, lo promette tutte le volte. Ora non lasciarti abbattere da questa cosa,vai lì sopra e balla per mamma, fatti riprendere dalla telecamera così poi papà vedrà quello che si è perso. D’accordo? “ Danielle le porse il mignolo, che sua sorella afferrò con un sorriso appena accennato.
La bambina guardò un’ultima volta alla sua destra, verso il posto vuoto che ormai si era abituata a vedere.
Sospirò un’ultima volta, prima di esibire uno dei suoi tanti sorrisi più finti di una barbie.
Poi, lentamente, il sipario si aprì e Cassie cominciò a dirigersi a passo deciso verso il centro del palco.
 
 
La Cassie diciassettenne sbuffò mentre con una spinta scendeva decisa dal letto. Di certo non voleva arrivare a mettersi a piangere per una cosa così… così stupida.
Afferrò una borsa e ci mise dentro un piccolo stereo collegato al suo iPod. Sfiorò la maglietta che le arrivava a metà pancia prima di indossarla sotto ad una felpa grigia.
Furtivamente, chiuse la porta della stanza di Louis e scese silenziosamente le scale, dirigendosi verso l’uscita sul retro della cucina.
Lo scrosciare della pioggia la accolse , seguito da un tuono ben visibile ed udibile nel cielo blu notte, tempestato di nuvole tendenti al grigio scuro.
“Fantastico” borbottò la ragazza tirandosi il cappuccio della felpa sopra la testa per ripararsi.
Ti tanto in tanto imprecava quando finiva con i piedi dentro alle pozzanghere fangose e congelate, altre quando a causa della nebbia i veicoli mettevano a duro rischio la sua sopravvivenza.
Finalmente scorse l’insegna ‘ Teatro Evergreen ‘ ; rigirò le chiavi nelle mani un’ultima volta, prima di infilarle nella toppa e far scattare la serratura.
All’interno intravide subito una grande quantità di sedili blu scuro, tutti posizionati di fronte ad un palcoscenico grande. Non enorme, ma grande abbastanza.
Sorrise leggermente mentre saliva le brevi scale che la stavano conducendo lì sopra.
Tolse la felpa, e la gettò al limite del palco accanto al suo stereo. Cliccò sull’ iPod ‘riproduzione casuale’ e la stanza fu invasa dalla musica.
 
All’inizio la melodia era lenta e accompagnata da pianoforte e chitarra classica. Iniziò a muoversi come tale.
Poi partì sparata la chitarra elettrica seguita dalla batteria, subito dopo dalla voce del cantante.
Cercò di non imprecare per la scelta azzeccata della canzone, ma continuò a far volteggiare gambe e braccia.
 
Hey dad, look at me. Think back and talk to me.
Did I grow up according to plan?
 
Hey papà, guardami. Pensa al passato e parlami.
Sono cresciuta secondo i tuoi piani?

 
Sospirò rumorosamente, suono che fu coperto dagli strumenti al massimo del volume.
 
And do you think I’m wasting my time, doing things I wanna do?
But it’s hurts when you disapprove all along
 
E pensi che sto sprecando il mio tempo, facendo le cose che voglio fare?
Ma fa male quando mi disapprovi in tutto e per tutto.

 
Una piroetta, un piegamento verso destra, uno verso sinistra.
 
And now I try hard to make it, I just want to make you proud.
 
E sto provando duramente a farcela, voglio solamente renderti orgoglioso.
 
Si sentì pizzicare il naso mentre si preparava al ritornello che ci sarebbe stato di lì a pochi secondi.
 
I’m never gonna be good enought for you, I can’t pretend that I’m alright
And you can’t change me.
 
Non sono mai stata brava abbastanza per te, non posso fare finta che vada tutto bene.
E tu non puoi cambiarmi.

 
Si  piegò in avanti fino a toccare lentamente il pavimento con i gomiti, pronta ad esplodere.
 
‘Cuz we lost it all. Nothing lasts forever.
I’m sorry, I can’t be PERFECT.
Now it’s just too late, and we can’t go back.
I’m sorry, I can’t be Perfect.
 
Perché abbiamo perso tutto. Niente dura per sempre.
Mi dispiace, non posso essere PERFETTA.
Ora è semplicemente troppo tardi, e non possiamo tornare indietro.
Mi dispiace, non posso essere Perfetta.

 
Una serie di volteggi le fecero riprendere aria senza farle girare la testa. Anzi, sorrise mentre il suono della chitarra le perforava le orecchie, dandole la grinta necessaria per realizzare una perfetta spaccata in aria.
 
I try not to think about the pain I feel inside. Did you know you used to be my hero?
 
Provo a non pensare al dolore che provo dentro. Sai che eri il mio eroe?
 
Una lacrima le scivolò lungo la guancia accaldata mentre si allungava su una gamba e ne alzava un’altra, attenendosi al ritmo della canzone.
 
All the days you spend with me now seem so far away, and it feels like you don’t care anymore.
And I try hard to make it, I just want to make you proud.
Tutti i giorni che hai passato con me ora sembrano così lontani, e sembra come se non te ne importi più nulla.
E sto provando duramente a farcela, voglio solamente renderti orgoglioso.
 

Si ripetè il ritornello,e Cassie sfogò tutta se stessa, e tutto quello che provava dentro.
Si lanciò in aria più e più volte, e si sorprese che negli anni in cui aveva smesso, non si era dimenticata nulla.
Sorrise tra le lacrime.
 
Nothin’s gonna change the things that you said, nothin’s gonna make this right again.
Please don’t turn your back, I can’t believe it’s hard just to talk to you
 
BUT YOU DON’T UNDERSTAND.
 
Niente cambierà le cose che hai detto, niente rimetterà a posto le cose.
Per favore non voltarmi le spalle, non posso credere che sia difficile solo parlarti.

 
“MA TU NON CAPISCI” urlò contemporaneamente la ragazza assieme al cantante, ma in un grido più disperato ed esausto, mentre allungava le mani al di sopra della testa per concludere il ballo.
 
‘Cuz we lost it all. Nothing lasts forever.
I’m sorry, I can’t be PERFECT.
Now it’s just too late, and we can’t go back.
I’m sorry, I can’t be Perfect.
 
Perché abbiamo perso tutto. Niente dura per sempre.
Mi dispiace, non posso essere Perfetta.
Ora è semplicemente troppo tardi, e non possiamo tornare indietro.
Mi dispiace, non posso essere Perfetta.

 
Cassie scivolò lungo il centro del palco, tenendo le mani davanti a sé mentre ansimava seduta sulle ginocchia.
Abbassò lo sguardo tentando di riprendere fiato.
Una goccia di sudore scintillò sulla sua spalla.
Un respiro.
Un respiro più profondo.
Un applauso. Un applauso lento.
Cassie alzò velocemente la testa, verso la fonte di quel suono.
Una figura si stava alzando in piedi, alta e robusta, dalla pelle scura.
La ragazza mise a fuoco man mano che si avvicinava a lei. Miopia del cazzo.
Quando le fu finalmente davanti, lo riconobbe.
Papà” sussurrò stupita, spalancando gli occhi ancora lucidi.
L’uomo le sorrise, salendo le scalette che lo conducevano sopra al palco.
Cassie si alzò in piedi, fissandolo incredula. Come era entrato? Come sapeva che era lì?
Aveva visto tutta l’esibizione?
Un passo di suo padre, era un indietreggio in più della ragazza verso l’uscita.
“Cassie… “ disse debolmente l’uomo.
Indietreggiò ancora “Che ci fai qui? “ sbottò freddamente, lanciandogli un’occhiata di fuoco.
“Mi dispiace piccola… “ tentò di dire, e con un sospiro aggiunse “io.. non voglio che tu sia perfetta
Cassie sentì le lacrime correre verso gli occhi, ma le ricacciò indietro. Afferrò la borsa e ci cacciò malamente dentro lo stereo. Se la mise in spalla.
“L’hai voluto per tutta la mia vita. Ed ora è troppo tardi, e non possiamo tornare indietro disse indietreggiando ulteriormente verso l’uscita, fino ad uscire completamente dal teatro, lasciando le chiavi fredde attaccate alla serratura. Non si curò nemmeno di coprirsi dalla pioggia battente che scendeva a fiotti dal cielo, abbattendosi violentemente contro di lei. Corse più veloce che potè, arrivando finalmente a casa Tomlinson.
Le luci erano completamente spente in tutte le stanze,ed impiegò un bel po’ a girare le chiavi senza fare rumore.
Salì silenziosamente al piano di sopra, ed arrivata davanti alla camera del ragazzo allungò una mano per aprirla…e invece quella si aprì per opera di qualcun altro, che si trovava davanti a lei in quel preciso istante.
“Si può sapere dove cazzo sei stata?! “ esclamò un Louis incazzato da cima a fondo.
Stanca, lo scansò di lato e si buttò pesantemente sul letto.
Nemmeno un secondo e già era immersa in un sonno tranquillo.




#halo

Ma tipo che sono morta, resuscitata, morta e resucitata di nuovo
circa una decina di volte?  Ovviamente è questa la ragione per
cui non ho più posato capitoli, lo spirito santo mi è venuto a 
trovare e ci siamo andati a fare una passeggiata in onore dei
vecchi tempo (...)
SONO STANCA DI DIRE QUESTE STRONZATE çç
la verità è che non ho avuto più nè tempo nè ispirazione per 
scrivere gli altri capitoli lol ora che ricominciano le vacanze
scriverò qualcosa come 27 ore su 24 solo per vous C:
Però, da brava cogliona che sono, ho già scritto il finale perché mi sentivo ispirata.
Non anticipo niente sdjfsdk ma vi assicuro che è lksfdsklgjskl
Vado a buttarmi sotto un autobus, alla prossima c:



twittah

   
 
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