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Autore: Pervinca_    06/07/2007    6 recensioni
Lacrime. Rabbia. Dolore. Astrid sbattè i pugni sul pavimento gelido,mentre il suo corpo magro era scosso da singhiozzi violenti. Era a terra,al centro della stanza sul pavimento polveroso. Le valigie sfatte , pile disordinate di vestiti e oggetti riempivano tutta la camera,le lenzuola erano a terra. Fuori dalla finestra la pioggia batteva insistente,e i fulmini illuminavano minacciosamente il cielo nebuloso. Il treno passò in quel momento facendo vibrare il pavimento. Schegge di legno vecchio le si erano conficcate nella mano e il sangue le colava lento per il braccio. Ma non le importava,non sentiva dolore tanto era anestetizzata dalla rabbia. Avrebbe voluto urlare,urlare fino a farsi bruciare i polmoni, fregandose dei maghi bigotti ed ottusi,così insignificanti, che dormivano al piano di sotto del "Paiolo magico". Avrebbe voluto squarciare quel senso di "ovattato",rompere quella nube di opprimente silenzio che la circondava,sfogare la sua rabbia. Ma non poteva,non poteva. Poteva soltanto restare a terra,a ferirsi le mani sul pavimento piangendo lacrime amare,che le facevano colare sulle guance troppo pallide il pesante trucco scuro,appicicandole al viso i capelli corvini e mossi. Poteva solo piangere gettata a terra,con i suoi vestiti da bambola gotica in perfetta armonia in quel contesto lugubre.
Genere: Malinconico, Dark, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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uuuuuuuuuuuu
Mancava poco alla partenza,e Astrid era sempre più nervosa.
Calma...stai calma...
Si portò automaticamente la mano alla bocca e cominciò a mangiucchiarsi le unghie già praticamente inesistenti.
Sentiva la galvanizzazione che la circondava,che solo l'inizio di un'anno scolastico fuori dal comune poteva dare,mista a una strana sensazione di angoscia collettiva.
L'inizio della scuola era stato una liberazione per tutti i ragazzi lì riuniti.
Non avere più paura, un posto sicuro dove stare, una pace apparente.
Finchè ci fosse stato il professor Silente tutti gli studenti sarebbero stati al sicuro.
Però...
Il nuovo senso di colpa appena nato e la paura per i propri familiari non facevano altro che serpeggiare fra la folla di ragazzi.
E se fosse successo qualcosa,mentre loro erano via?
Che diritto avevano di essere gli unici a salvarsi?
Maledetta guerra...


La ragazzina si guardò intorno,vide i familiari abbracciare figli e nipoti mentre si avvicinava il momento del distacco. In pochi erano saliti sul treno,la maggior parte dei maghi cercava di prolungare quella manciata di minuti che era loro rimasta.

- Non voglio andare,mamma,non voglio andare....-
- Piantala Elizabeth,anche la mamma e il papà sono andati in questa scuola quando avevano la tua età...fino all'anno scorso eri entusiasta,no?-
- Mamma,non voglio! Ti prego non lasciarmi da sola...ti voglio bene mamma....-
- Anche io Liz,ma devi andare lo stesso...-
La donna abbracciò stretta la figlia dalle lunghe trecce scure, come se fosse l'ultima volta.
Un'anno poteva essere lungo...

Astrid chiuse gli occhi,respingendo nuovamente le lacrime.
Lei non aveva nessuno da abbracciare. Lei era sola.
Non sarebbe mai voluta venire.
Piantala stupida. Piangere non serve a nulla. A nulla.

Astrid distolse lo sguardo,sentendosi di troppo in mezzo a tutti quegli scambi di dolorosi saluti.

Arrivederci,mamma...ciao papà...a Natale,si spera! Sempre che siate ancora vivi...

Maledetta guerra...
La ragazzina decise di salire sul treno.
Non avrebbe più disturbato gli addii, in quel modo.
Non si sarebbe più sentita esclusa...
Astrid ricominciò a spingere il carrello,cercando di non urtare troppa gente.
Maledetta guerra...

Fu allora che lo vide.
Lontano dalla folla,in disparte,appoggiato al muro,le braccia incrociate sul petto.
Un ragazzo,doveva essere di poco più grande di lei.
Anche lui solo,senza nessuno. Non sembrava neanche fare caso alla gente attorno a lui.
Anzi,non esattamente...
Stava fissando lei.
Astrid arrossì sotto quello sguardo verde intenso,le sue guance bianche si tinsero di rosso.
Era abituata a ad attrarre l'attenzione,e solitamente era immune agli sguardi della gente.
Ma lui...la guardava in un modo strano,quasi canzonatorio,troppo intenso.
Ok,mi sto rendendo ridicola. Un tizio mi guarda...e allora?
Astrid scosse la testa e riprese il percorso verso il treno.

Il baule, a quanto pareva, però non aveva alcuna intenzione di salire con lei.
Anzi ,si mostrava alquanto reticente.
Mizar gracchiava preoccupato dalla sua gabbia legata al bagaglio.
- Non mi distrarre corvaccio...sei anche tu che fai peso,renditene conto!- sibilò Astrid.
Improvvisamente il baule si spostò,e la ragazza cadde all'indietro,presa alla sprovvista.
- Scusa,ma sembrava ti servisse una mano...-
Alcuni ragazzi le si erano avvicinati sorridendo.
- Grazie...-
Dovevano avere più o meno la sua età a vista d'occhio.
Una di loro,dalle lunghe trecce bionde le tese la mano per aiutarla a rialzarsi.
- Io sono Hannah Abott,di Tassorosso,piacere-
- Astrid Craw...-
accettò l'aiuto e si tirò in piedi.
- Io sono Ernie MacMillan,Tasorosso anche io,molto piacere-
- Justin Finch-Fletchley,stessa casa-
- Terry Steeval,Corvonero,piacere-
- Susan Bones,Tassorosso-
- Andrew Lowett,Corvonero-
Astrid si ritrovò all'improvviso a stringere mani e a rispondere ai sorrisi cordiali con una brutta copia tirata.
Non era abituata a fare amicizia.
Infine,senza sapere con certezza neanche come,si ritrovò seduta in uno scompartimento accanto al finestrino,circondata da volti cordiali e chiacchiere tranquille.
Mentre i nuovi compagni continuavano a parlare,la giovane strega lasciò vagare lo sguardo fuori dal finestrino.
Il ragazzo che la guardava era scomparso, gli ultimi saluti si erano quasi conclusi.
Chi in lacrime,chi con un sorriso forzato,chi chiacchierando con falsa gaiezza,tutti si stavano avviando verso il treno,che sbuffava solerte.

Astrid osservò i suoi compagni di scompartimento.
Sotto la conversazione in apparenza spensierata era comunque impossibile non notare le occhiaie scure e le gote tirate,l'ansia era tradita dai piccoli gesti di ognuno di loro.
Susan,continuava a guardare tra la folla,forse in cerca di qualcuno,Hannah giocherellava con la punta della treccia. Anche i ragazzi,che si fingevano spavaldi,si tradivano con i muscoli troppo tesi e le posture rigide.
Maledetta guerra...
Avevano tutti paura.
In quel momento il treno prese a muoversi,dapprima lento,poi sempre più veloce,finchè la stazione non sparì dietro una curva.
Astrid provò una stretta allo stomaco,che nulla aveva a che fare con la fame. Il groppo in gola continuava a farsi sentire,ma lei lo respinse con rabbia.
Ormai è trppo tardi per tornare indietro...
Ben presto la pioggia cominciò ad imperlare i vetri posandovi sopra le sue gocce,che scivolavano lente verso il basso.
Ogni tanto un fulmine illuminava il cielo plumbeo.
Nello scompaartimento era calato il silenzio,rotto solo dai singhiozzi di Susan che aveva cominciato a piangere.
Terry,che le era seduto accanto,la abbracciò con fare protettivo. Di nuovo Astrid si sentì di troppo e distolse lo sguardo.
Il viaggio era davvero iniziato.
- Maledetta guerra...-
Astrid alzò gli occhi,prima puntati sulla ragnatela di gocce sul vetro,alla ricerca di chi aveva parlato.
A un paio di posti di distanza,un ragazzo riccio dai capelli biondo-rossicci scosse la testa.
Chi era....Andrew Lowett?
Lui ricambiò il suo sguardo e accennò una smorfia tirata che doveva essere un'amaro sorriso.
Intanto Susan aveva smesso di piangere, e fissava le scarpe con aria assente: - Sei con i ragazzi "del programma",vero?- sussurrò con un filo di voce.
Astrid ci mise un'attimo per capire che era rivolta a lei.
- Sì...come lo sai?-
- A parte il fatto che è veramente raro che arrivino nuovi studenti che non devono frequentare il primo anno, mia zia è Amelia Bones...ha una carica importante al ministero...-
Stupida...è una cosa logica...
Astrid assentì con un lieve e diffidente cenno del capo.
Ora l' attenzione era puntata su di lei.
Un silenzio imbarazzante cadde nello scompartimento.
- Emmh....anch'io ho trovato strano il fatto di non averla mai vista a scuola,però non ho la più pallida idea di cosa stiate dicendo...- si intromise Hannah.
- In una guerra servono alleati...e quella contro Voi-sapete-chi non riguarda solo l'Inghilterra. E' vero,ha cominciato da qui,ma è un problema mondiale...
ci saranno diversi ragazzi nuovi quest'anno,sono i figli degli ambasciatori,degli auror di rinforzo,dei nuovi medici del San Mungo...giusto,Astrid?-
rispose Susan Bones.
Anche stavolta Astrid si limitò ad assentire.Il groppo in gola le impediva di parlare.

- Perchè proprio tu? Non ci può andare qualcun'altro?Non potete sradicarmi così dal luogo in cui sono cresciuta!-
-Astrid...-
- Non potete farmi questo!! C'è tanta altra gente,perchè proprio voi? Perchè proprio noi?-
- Astrid,smettila!-
- E' un problema loro,perchè dovete andare anche voi? Se lo gestisca l'Inghilterra-

Lo schiaffo,suao padre le aveva dato uno schiaffo...il suo primo schiaffo...non l'aveva mai colpita prima.

- Smettila Astrid,smettila di essere così egoista! Non è con questi valori che ti abbiamo cresciuta...-
- E' pericoloso,perchè non lo capite? Perchè volete distruggere la famiglia?Ce ne saranno altre centinaia di medici di supporto ,papà... e il Loro Ministero non ha bisogno di qualcun'altro....perchè devi andare tu mamma? Non me ne frega niente se hai una carica alta nel governo...non ho mai capito neanche quale...PERCHE' VOLETE DISTRUGGERE LA NOSTRA FAMIGLIA?-

Era scappata via,lontano da quei due,lontano da tutti.
Aveva pianto,pianto di rabbia e frustrazione.
Era stata egoista,lo sapeva,ma solo per nascondere la paura.
E in fondo l'essere umano è caratterizzato proprio da questo. L'egosimo dell'anima...

"Perchè proprio noi?"

Era allora che aveva iniziato ad odiarlo.
Colui che non deve essere nominato,voi sapete chi,Voldemort...
Sentire le notizie sulle morti,i problemi,i disastri accaduti a chilometri da casa sua tranquillamente seduta sul divano,scoprire che tutto accadeva per causa di un essere di cui non aveva mai conosciuto il potere , non l'aveva mai toccata granchè.
Cioè,le dispiaceva,ma viveva la sua vita senza rimuginarci sopra, scordandosi tutto dopo poche ore.Aveva altri problemi.
Problemi così stupidi...
Invece,ora...
Ora era lei ad essere in pericolo. Era lei a dover soffrire. Era anche lei a risentire della situazione.
E lo odiava,lo odiava e lo temeva, mentre le notizie sentite di sfuggita cominciavano a prendere una consistenza reale.
Odio... Lui lo merita...
Perchè era tutta colpa sua,colpa di quel burattinaio crudele che credeva di poter giocare con il mondo, se la sua famiglia rischiava la vita e lei era su quel treno verso una destinazione sconosciuta.

Ma se li tiri troppo prima o poi i fili si spezzano,
e le bambole sono libere.
Anche la vendetta,così come l'egoismo fanno parte della natura umana...ma tu,Burattinaio Crudele,ti credevi superiore e lo hai diementicato.
Hai fatto male a pensare che ,se tu hai perso il tuo cuore, anche le tue bambole lo abbiano gettato via...

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Grazie per le recensioni a Michy90,Hotaru_Tomoe,MistralRapsody ( grazie mille anche per le rassicurazioni! Meno male,perchè non li sopporto proprio più gli spartani...^^)e __darklily__!!


Grazie per aver letto e continuate a recensire!



















  
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