Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Pervinca_    03/07/2007    5 recensioni
Lacrime. Rabbia. Dolore. Astrid sbattè i pugni sul pavimento gelido,mentre il suo corpo magro era scosso da singhiozzi violenti. Era a terra,al centro della stanza sul pavimento polveroso. Le valigie sfatte , pile disordinate di vestiti e oggetti riempivano tutta la camera,le lenzuola erano a terra. Fuori dalla finestra la pioggia batteva insistente,e i fulmini illuminavano minacciosamente il cielo nebuloso. Il treno passò in quel momento facendo vibrare il pavimento. Schegge di legno vecchio le si erano conficcate nella mano e il sangue le colava lento per il braccio. Ma non le importava,non sentiva dolore tanto era anestetizzata dalla rabbia. Avrebbe voluto urlare,urlare fino a farsi bruciare i polmoni, fregandose dei maghi bigotti ed ottusi,così insignificanti, che dormivano al piano di sotto del "Paiolo magico". Avrebbe voluto squarciare quel senso di "ovattato",rompere quella nube di opprimente silenzio che la circondava,sfogare la sua rabbia. Ma non poteva,non poteva. Poteva soltanto restare a terra,a ferirsi le mani sul pavimento piangendo lacrime amare,che le facevano colare sulle guance troppo pallide il pesante trucco scuro,appicicandole al viso i capelli corvini e mossi. Poteva solo piangere gettata a terra,con i suoi vestiti da bambola gotica in perfetta armonia in quel contesto lugubre.
Genere: Malinconico, Dark, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
wedwed Astrid girovagava per King Cross,cercando il binario.
9 e ¾…9 e ¾…
Dove accidenti stava il 9 e ¾?
Binario 5,binario 6,binario 7,8…
Ed ecco la barriera tra il 9 e il 10.
Astrid chiuse gli occhi mentre si preparava ad attraversare,ricordando le spiegazioni del padre.
E sperando che il genitore non volesse solo avere un problema in meno da mantenere…però, anche correndo,probabilmente non si sarebbe uccisa contro il muro.
Peccato…
Astrid prese la rincorsa e si gettò contro la barriera, sballottatta e spinta dalla folla frettolosa.
Improvvisamente,la confusione svanì.
Niente più gente,niente più rumore,niente più Babbani.
Solo un treno,un’antica locomotiva,ferma sui binari aspettava tranquillamente l’ora della partenza.
Espresso di Hogwarts…
Non si poteva essere sbagliata.
Astrid si guardò in giro,osservando la banchina deserta. C’era solo lei.
A quanto pare la popolazione magica inglese non aveva la fissa per l’anticipo…meglio così.
Mancavano ancora due ore alle undici,e Astrid sarebbe potuta rimanere un po’ in pace da sola.
Sola…meglio farci l'abitudine...
La ragazzina spinse il carrello fino ad una panchina nascosta in ombra,dietro una colonna in mattoni come tante altre. Lo posizionò a pochi centimetri dal bordo,poi si accovacciò sulla panca.
Gli anfibi con la punta di ferro colpirono il bordo metallico ,producendo un inquietante eco.
Astrid si raggomitolò su se stessa,chiudendo gli occhi e premendo le guance chiare sul legno ruvido.
I capelli le ricaddero in avanti,coprendole il vio. Lei non li scostò.

Quanto avrebbe voluto essere a casa sua,a miglia da lì. In quel momento, se ne sarebbe stata tranquillamente seduta sul ponte della nave a guardare le onde.
Non sarebbe stata triste e sola,avrebbe solamente apprezzato la malinconia del tramonto e sentito il suo cuore pulsare con le onde.
Avrebbe sorriso con loro,con i suoi amici,con Alexandra e Vijei, …
Chissà se stavano pensando a lei in quel momento.Gli sarebbe mancata?
Cosa non avrebbe dato per tornare indietro…

Astrid si ritrovò a sorridere,un sorriso amaro e ferito,un sorriso per non piangere.

Com’è strano,quando perdi qualcosa improvvisamente questa aumenta di valore…
Anche i ricordi della Scuola cominciavano a sembrare belli.
Sembrava quasi che le sofferenze,i pianti,i dolori fossero scomparsi.
Astrid si raggomitolò ancora di più ,mentre richiamava alla mente le realtà peggiori.

“Vampiro,vampiro… guardati Astry. Non sei una strega…non sei neppure umana.Secondo me ti nutri di sangue,e ti trasformi in pipistrello. E in quella gabbia coperta da quel cencio in verità c’è il tuo amante!”

“Ma Flex è una femmina…”

“Appunto…Vampy, non mentirci….”

“Io non mi chiamo così!Sono Astrid! E poi non è vero…”

“Astrid? Che nome brutto bambina…dovresti ringraziarci che te ne abbiamo trovato uno migliore..Vampy”


La bambina di undici anni,magra,uno scricciolo,vestita di nero da capo a piedi,al suo secondo giorno di scuola, scoppiò a piangere.

Astrid scosse la testa,cacciando il ricordo e il dolore.
Quello era stato solo uno dei tanti episodi in cui l’avevano presa di mira.
Diversa…
Sì,è vero,in fondo era diversa. Una bambola gotica in un mondo di Barbie. Troppo antica,troppo immortale,troppo vera per coesistere con loro.

A Vijei e Beatrice però piaceva. Erano suoi amici.
E in fondo,anche a Scuola tutti avevano finito per accettare la sua presenza. Di solito la ignoravano,per paura o antipatia,ma a volte un sorriso gentile e spontaneo veniva anche dai compagni.
Erano le “Barbie”,come le chiamava,la sua piaga.
La puntavano,la prendevano di mira, la schernivano,seguite a ruota da quel branco di idioti che le assecondava.
Le risse,gli inseguimenti,gli incantesime e le fatture...aveva imparato più maledizioni nei litigi in corridoio che durante le lezioni.
Però,forse,tutti quei guai e quei tormenti avevano avuto una loro utilità.
Adesso Astrid era più forte,più sicura...
O forse solo più spaventata...
La ragazzina strinse i pugni,ferendosi i palmi con le unghie mangiucchiate.
L'aveva odiata,la Scuola...

Allora cosa c’è che non va? Non può andare peggio,no? Perché hai così paura?

Perché lì,alla Scuola italiana dell'arte magica "Seluilion"(*),ormai l’avevano accettata.
Come uno sbaglio,un’errore,unacatastrofe ineluttabile,va bene,ma faceva sempre parte di un contesto. Era qualcuno.
Alla fine,anche le “Barbie” si erano abituate.
Qualche fattura in volo nei corridoi,parolacce e insulti a tutto spiano,però ormai anche loro ammettevano la sua presenza.
E poi aveva i suoi amici.
Ora avrebbe dovuto cominciare tutto da capo…
Ascoltare gente che cercava di convincerla a cambiare,sopportare le occhiate curiose,i dispetti…

Astrid ricacciò indietro le lacrime.
Qualsiasi cosa sarà meglio che là,qualsiasi luogo sarà migliore,qualsiasi cosa…

Mizar gracchiò in segno di conforto.
Oddio,ora era compatita anche da un corvo?

Un rumore interruppe i suoi pensieri.
Astrid si tirò a sedere di scatto.
Un gruppo di ragazzi stava attraversando la barriera,ridendo.
Astrid,spinta da chissà quale impulso illogico si nascose dietro la colonna,premendo la schiena contro i mattoni umidi,il cuore in tumulto.
Di cosa aveva paura?
Erano solo ragazzini,per l’amor del cielo!
Eppure rimase lì,immobile,gettando di tanto in tanto occhiate ai nuovi arrivati..
Erano più piccoli di lei,dimostravano massimo tredici anni.
Oddio,perché era così stupida?
Aveva paura di sei tredicenni.
Scosse la testa,come per scacciare l’ansia.
Sì,era proprio scema.
I ragazzini scherzando e chiacchierando passarono oltre,mentre le loro voci risuonavano troppo forti nel silenzio.Non fecero caso al carrello abbandonato,e troppo presi da un discorso già cominciato si sistemarono distanti dalla ragazzina nascosta.
Grazie al cielo…
Il pensiero le attraversò la mente prima che potesse rendersene conto.
Stupida…
Astrid si sedette sul pavimento freddo ,posando la testa sulle ginocchia.
Stupida,stupida,stupida…
Sentiva il rumore e il vocio della gente che cominciava ad arrivare,i saluti dei compagni che si rivedevano dopo l’estate,l’emozione classica di ogni inizio anno palpabile nell’aria.
Perché si sentiva così estranea,così sbagliata?
Perché continuava a restare nascosta dietro quella maledetta colonna?

Improvvisamente il bozzolo di chiacchiere e risate si spezzò,per diventare uno strano silenzio carico di attesa. Astrid si sporse dal suo nascondiglio,curiosa di trovare la fonte del cambiamento.
Un ragazzo magro,alto,con dei capelli indomabili e spessi occhiali ,si faceva strada tra la piccola folla arrivata fino a quel momento che ,dal canto suo, si apriva come il mar rosso al suo passaggio.
Accanto a lui camminavano una ragazza riccia,dall'aria severa,e una folla di ragazzini dai capelli rossi.
Harry Potter…il-bambino-che-è-sopravvissuto…
Giusto… le sembrava di aver sentito qualcosa in proposito da sua madre,ma in quel momento era troppo occupata a urlare e a sbattere le porte per prestarle attenzione.
Le scenate non portano a nulla...
Astrid lo guardò per qualche istante,poi distolse la attenzione. Sentiva i bisbiglii frusciare come le foglie in autunno.
Il che,come sapeva,poteva essere estremamente sgradevole…
O forse no. Sembrava che Potter stesse ricevendo commenti ammirati,più che di disprezzo o di scherno.
Buon per lui.
Astrid si ritirò di nuovo dietro la colonna.
Esci da qua dietro…ce la puoi fare…ce la puoi fare…
- Va tutto bene?-
Una voce la fece sobbalzare. Una ragazza le si era fermata accanto e la guardava con aria di distratta attenzione.
Astrid era spiazzata. Non aveva mai visto uno sguardo così strano... e quegli occhi erano così grandi...
Distratta attenzione?... sono opposti…opposti uniti?
- S-sì,va tutto bene…grazie..-
Rispose,osservando la sua interlocutrice. Il suo aspetto bizzarro la colpì: i capelli biondo sporco disordinati e lunghi,gli occhi enormi,l'aria svagata.... e cos'erano quelli? Spettrocoli?
- Ah bene,pensavo ti avesse colpito un Gorgosprizzo…sono invisibili,ti entrano nelle orecchie e ti confondono il cervello.-(**)
- Un che cosa?-
Ma che strane bestie girano a Londra?
- Gorgosprizzo - ripeté la ragazza,gentile.
- Lunatica!!Luna!- una voce interruppe la strana conversazione.
- Oh,mi stanno chiamando…ci si vede…-
- C-ciao…- rispose incerta Astrid mentre "Lunatica" (era il suo nome?)si allontanava tra la folla.
Più sicurezza Astrid! Piantala di sembrare esitante…comunque non puoi passare qui dietro tutto il tempo…
Prendendo fiato come se si fosse dovuta immergere in un lago ghiacciato si spostò dall'ombra rassicurante dei mattoni.. Il suo carrello stava ancora al suo posto per fortuna…

- E’ proprio suonata Lunatica LoveGood…un Gorgosprizzo, ma per favore…-
Un gruppo di ragazzine stava ridacchiando esplicitamente, indicando di tanto in tanto la chioma bionda e disordinata che si muoveva in lontananza.
Barbie…
Astrid si affrettò ad allontanarsi da loro,sentendo un moto di simpatia per Luna farsi strada nel mare d’ansia che la tormentava.
Forse,persino il cuore di porcellana già scheggiato di una bambolina gotica si sarebbe potuto aprire all'amicizia di quella colorata bambola di stoffa, ed entrare persino a far parte in modo quasi omogeneo del nuovo teatrino delle bambole che stava per aprire il sipario...

----------------------------------------------------------------

(*) Sono consapevole che il nome "Seiluilion" è piuttosto brutto e ridondante,ma in effetti ho avuto difficoltà a trovare il nome per una scuola di magia italiana.
Avevo preso in considerazione l'idea di farla in un altro paese,ma onde evitare strafalcioni ed errori ho preferito optare per il luogo che conosco meglio. Il nome è un anagramma della parola "Illusione",però accetto consigli per migliorarlo. Grazie mille!

(**) Dialogo preso da "Harry Potter e il principe mezzosangue" pagine 133-134.

Un ringraziamento particolare a lockheart, Michy90,Mosa,_darklily_ e Hotaru_Tomoe per le recensioni.

Grazie mille per aver letto.





  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Pervinca_