Storie originali > Fantascienza
Segui la storia  |       
Autore: LaHire    19/12/2012    2 recensioni
"E da allora iniziò ad interessarsi del perchè era questo il destino degli uomini. Da tempo in ognuno di loro venivano impiantati chip o registrati dati, non lo sapeva neanche lei, che pure era un medico, ma in un qualche modo la sola vista di una persona compatibile al cento per cento con sè stessi comportava che i due si dovessero in qualche modo rincontrare e che dall'unione dei due dovesse nascere un numero prestabilito di figli. L'amore non aveva spazio in quel sistema. Non si aveva scampo." Cap. 1
Genere: Mistero, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
< È questo. >

Mi indica un piccolo quadrato di quel ghiaccio che costituiva la porta d'accesso.

< È un metallo altamente resistente, che non attrae calore, ed anzi, lo riflette, in modo da sembrare ghiaccio. È un buon conduttore di energia, quindi ne è sempre percorso, il che lo fa sembrare persino vivo. Ed ora che ho risposto anche a questo ti interessa altro? >

Gli occhi "elettrici" di Will percorrevano la mia figura ancora una volta.
Alla fine era venuto lui a spiegarmi come uscire. E mi aveva spiegato nuovamente tutto, dall'inizio, fino al muro di ghiaccio, che in realtà era metallo.

< No, niente >
Mi intrigava. Semplicemente questo, non poteva esserci altro motivo per cui lo stessi ancora seguendo. Doveva essere questo. Doveva.

Ma ancora non sapevo nulla di lui. Anche se lui probabilmente conosceva tutto o quasi, di me.

< Non aspetterai all'infinito a chiedermelo, eh? >

< Cosa? > Mi aveva "colta sul piede sbagliato".
< Non sai ancora nulla di me. >

Incredibile come fosse riuscito a capire tutto così rapidamente solo dal mio stato d'animo, che lui ovviamente riusciva a percepire bene. Al contrario di me.
Probabilmente era lui a decidere cosa farmi capire e cosa no. Non avevo alcun controllo sul legame delle nostre "anime", anzi, probabilmente erano le nostre menti ad essere collegate.

< Bene, ti rispondo subito: non conosco i miei genitori naturali, sono stato allevato da una famiglia in una collina fertile più a nord. Erano molto gentili con me anche se io sapevo che prima o poi sarei dovuto andarmene. Era destino, semplicemente.
E a quindici anni mi prelevarono. Mi addestrarono come un soldato. Per cinque anni. E al mio ventesimo compleanno mi prese il governo come Responsabile della Sicurezza.
È stato complicato. Molto complicato, cavarsela così. I miei genitori adottivi erano molto ricchi e pagarono per me, o ancora più probabile è che i miei genitori naturali avessero un fondo solo per quello. Ma comunque, quasi sicuramente erano dei "piani alti". Ma non lo sappiamo ancora, è proprio questo che ce lo fa pensare, il non aver trovato alcun DNA compatibile col mio abbastanza da essere sicuri di una parentela. >

Parlava con trasporto, evidentemente in preda a ricordi dolorosi. E lo avvertivo come se fossero i miei. Voleva fregarmi. Lo sapevo. Voleva far sì che mi abbandonassi a lui e lo seguissi, così da non fare storie.

< L'ho capito, sai? >
< Sei più tosta di quanto avessi voluto, sarà complicato... >

Mentiva, ma perlomeno adesso non stava fingendo. Ora era se stesso, freddo, egocentrico. Responsabile della Sicurezza...
Credo che accanto a lui una persona normale tanto al sicuro non si sarebbe mai sentita.

< Mi hai trattato come se fossi una marionetta finora. Non credere di farla franca! Non te la darò vinta! >
Per fortuna mi aveva portato via dalla mia stanza dopo che gli altri se ne erano andati, così da permettermi di urlare in pace.

< Non osare mai più trattarmi così, io... > Mi tappò la bocca e mi fece piegare sulle gambe, senza fare alcun rumore.

E solo allora sentii i passi. Erano di più persone e una di queste doveva avere suole o tacchi in metallo, perchè faceva un incredibilmente forte attrito col pavimento, e dal rumore sembrava stesse lanciando scintille.

< Taci adesso, non fiatare e nascondi il meglio che puoi senza fare alcun rumore. Vai. >

Mi alzai appena che già urtai il tavolo, che per fortuna mi fece solo male, senza fare alcun suono. E corsi nella direzione opposta a dove mi pareva di sentire quei passi, che avrebbero dovuto sicuramente far scattare un allarme.
E mi nascosi. Will mi aveva dato un anello con un microchip che serviva come riconoscimento, per "non far passare compagnie sbagliate in luoghi sbagliati" così aveva detto, come se fossi troppo stupida per capire!

E nascosta dietro la libreria vidi tutto.



Ok, non so che dire di questo capitolo, non lo adoro particolarmente, ma almeno ho risposto a una domanda che mi avete chiesto! Ed il mistero della porta di "ghiaccio" è risolto! :D
Non ho avuto l'approvazione dell'editor. (Si è incavolato con me e non vuole leggere proprio il capitolo! ;n;)
Ma carico comunque. Spero vi piaccia! Dalla prossima volta ci sarà già un po' di azione, ma non rivelo nient'altro! (È già fin troppo scontato xD)
Spero di non vedere torce e forconi da parte vostra!!!

Grazie a chi ha recensito, ha chi ha messo nei preferiti/seguite la mia storia ed anche a chi la sta solo leggendo! Un grazie ancora più speciale a coloro a cui la mia storia non piace, e che sprono a recensire per indicare i miei svariati errori!
Vi ringrazio <3

~Coco/ Robby
  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: LaHire