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Autore: pollama    20/12/2012    3 recensioni
Jade Arc, una ragazza di 22 anni come tante, sogna di divenire una musicista di successo e proprio per questa sua passione si trasferisce a Parigi per incominciare la sua carriera in un piccolo bistrot nel centro della città. Per lei sembra tutto così nuovo, così magnifico e ad aumentare questa sua convinzione c'è Frederic Suén, un ragazzo dall' aspetto ammaliante che nasconde un inaspettato segreto.
Buona lettura :D
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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-8-
 

«Eccomi sono qui. Cosa volete?» disse Frederic facendo spallucce e guardando con sguardo minaccioso Bartolomeo.
L’alfa rise di gusto e, portandosi avanti, diede tre pacche sulla spalla di Logan che fece vibrare le corde vocali.
«I due lupetti ribelli… Siete patetici»
Albert rise, guardando divertito Logan e Frederic che incrociò le braccia al petto.
«Se sei qui per la questione del branco… io non ho cambiato idea!»
«Frederic, questo è un discorso sul quale torneremo presto a discutere. Ora, però, sono qui per altro»
«I Cercatori» Salvo si intromise nel discorso, ma Bartolomeo lo rimproverò subito con un ruggito sommesso.
«Salvo, cosa dico sempre?»
«Quando l’alfa parla, non bisogna interromperlo» rispose il ragazzo biondo abbassando gli occhi, dopo aver fulminato con lo sguardo Logan che aveva riso sotto i baffi.
«Cosa centro io con i Cercatori?»
«Tu, nulla. Tutti noi sì, però. Domani c’è il plenilunio e i Cercatori sono ricomparsi in città… Conoscevate Corinne Natte?»
«Sì» risposero all’unisono Logan e Frederic.
«E’ morta» Bartolomeo disse quelle due parole con estrema freddezza che fu subito disfatta da Salvo.
«L’hanno uccisa» il ragazzo aveva parlato con un dolore estremo: Corinne era la sua ragazza.
«Sono stati i Cercatori. L’abbiamo trovata a casa sua, con le unghie ancora in mostra»
«Mi dispiace» Frederic era rimasto stupito dalla sofferenza che aveva usato Salvo per parlare.
“Davvero l’amava”, gli venne da pensare e, guardando Bartolomeo, disse: «Cosa dovrei fare?»
«Devi stare solo attento. Anche se non sono stato io a mutarti, sono pur sempre l’alfa di Parigi ed è mio dovere assicurarmi dell’incolumità dei miei subordinati» diede una rapida occhiata intorno e quasi con un sussurro disse: «Sta arrivando qualcuno»
Proprio in quell’istante si sentì bussare alla porta.
«Apri» ordinò l’uomo.
Il ragazzo sbuffò e appena accanto alla porta, annusò l’aria.
Pareva odore di zucchero a velo e rose di campo: Jade.
«Frederic, sono io»
Il ragazzo si guardò alle spalle e vide che Bartolomeo annuì ed indicò la porta, così lentamente la dischiuse.
«Ho disturbato?»
La ragazza pose quella domanda con tale semplicità che spiazzò per un istante Frederic. Un momento prima aveva i nervi e i muscoli tesi ed in quel secondo sentiva una tale calma che inspirò a fatica per rispondere.
«Non disturbi mai»
«Come stai? Ero un po’ agitata a dire il vero» ridacchiò nervosa.
«Io… ecco… sto bene»
I due si guardarono per un bel po’ stando in silenzio e Frederic non poté fare a meno di pensare a ciò che era successo prima con lei.
Quei baci erano stati così improvvisi e naturali che provava un po’ di imbarazzo a stare lì di fronte ai suoi occhi color nocciola.
«Frederic non fai entrare la tua amica?»
La voce di Bartolomeo arrivò alle sue orecchie come schegge avvelenate. Non poteva far incontrare il mondo di Jade con quello suo… almeno non con il branco.
«Chi è?» la ragazza chiese incuriosita e cercò di sbirciare dallo spazio della porta semiaperta.
«Nessuno»
Jade lo guardò un po’ stranita, non capendo il motivo di tanta segretezza.
«Frederic, non fare il maleducato!» ripeté Bartolomeo.
Il ragazzo si arrese e aprì completamente la porta.
Jade entrò in casa, ma si arrestò quasi subito vedendo tante persone.
«Siamo dei cugini di Frederic» l’alfa si avvicinò a Jade e le baciò la mano.
«Piacere di conoscervi. Io sono Jade Arc, la vicina di casa di Frederic»
«Io sono il cugino più anziano… sono un po’ come un alfa per loro»
Logan si scambiò occhiate nervose con Frederic che si affrettò a prendere per mano la ragazza.
«Jade, che ne dici di vederci dopo da… soli?»
La ragazza annuì e ripeté un paio di volte, prima di andar via, che non aveva intenzione di disturbare.

«Sembra una brava ragazza» disse Bartolomeo, guardando con scherno il ragazzo.
«Lei non c'entra con la nostra vita!»
«Prima o poi, piomberà nella tua vera vita, Frederic! Incomincia a pensarci»
Salvo e Albert si limitarono ad annuire, senza dire una parola. Evidentemente, Bartolomeo, prima di andare lì, li aveva avvisati di non parlare senza il suo permesso.
«Un’ ultima cosa: vedete di non fare sciocchezze domani. Se verrò a sapere che siete andati in giro a scorrazzare, vi farò a fette» l’uomo disse l’ultima parola con tono serio.
«E’ inutile che fai il padre premuroso, Bartolomeo. Non siamo dei lattanti» Logan prese parola, tirandosi su le maniche del maglione, ma Bartolomeo non lo calcolò nemmeno un po’; fece segno ai due ragazzi dietro le sue spalle ed andò via, senza dire una parola.

«Dà i nervi!» Logan iniziò ad andare avanti e indietro nella stanza, sbuffando e borbottando.
«Calmati! Non è il momento di fare il coraggioso»
«Ma lo hai sentito? Dà ordini su ordini, come se fosse il capo di tutto. Non è il nostro vero alfa e non può trattarci così»
Frederic, guardò accigliato l’amico e, chiudendo a chiave la porta d’ingresso, buttò là una domanda: «Chi è il tuo vero alfa? Non me lo hai mai raccontato»
Logan indurì la mascella, tanto da farla scrocchiare. Arrestò all’improvviso il passo frenetico e, avvicinandosi a Frederic, gli disse: «Sei come un fratello per me… Quindi penso di potertelo rivelare»
Si andò a sedere, sul davanzale della finestra della cucina e guardando la luna quasi tonda sospirò.
«Me ne vergogno un po’… e pensarci mi fa davvero male»
Il ragazzo biondo gli si avvicinò, porgendogli una birra che stava sul tavolo.
«Fu mio padre»
Frederic sgranò gli occhi e senza nemmeno rifletterci gli chiese con ribrezzo: «Cosa?»
«Avevo undici anni. Ricordo che era una sera d’inverno… precisamente la notte di Natale…» sorseggiò la birra e con un sorriso amaro continuò la storia.
«Quando si è bambini, non si vede l’ora di scartare i regali e cerchi sempre di osservare da uno spiraglio della tua stanza il famoso Babbo Natale… Sentii un rumore fuori dalla porta della mia cameretta, strinsi forte il lembo del lenzuolo e dopo due o tre respiri profondi mi alzai. Il pavimento era gelido, ma non mi importava, dovevo scoprire l’uomo che porta i regali»
Si fermò di colpo come se stesse vivendo di nuovo quella notte. Frederic, poggiando una mano sulla sua spalla gli disse: «Se non ti va di andare avanti… non ti preoccupare»
Logan sembrò non averlo udito e continuò il racconto.
«Aprii lentamente la porta, con la coda dell’occhio vidi un qualcosa di rosso che correva nella stanza da pranzo. Ero eccitato; ero sicuro che fosse Babbo Natale. Con un gran sorriso mi diressi nella camera e vidi un enorme figura sovrastare il tavolo. Il chiarore della luna schiariva l’abito rosso. Dissi con voce emozionata: «Babbo Natale, sei tu?»Ma non ebbi il tempo di gridare che quando la figura si voltò mi balzò addosso… Mordendomi, graffiandomi. Dopo andò via ed io ero lì che piangevo e chiamavo mio padre, ma lui non venne. La mattina seguente lo vidi rientrare a casa con gli abiti rossi e stracciati… Mi vide rannicchiato sotto al tavolo e ricordo che mi abbracciò continuando a ripetere “cosa ho fatto?”.»

Logan, in un sol sorso, finì la bibita e porgendo la bottiglia vuota all’amico lo salutò.
«Vado a fare due passi. Domani dobbiamo stare chiusi tra quattro mura ed è alquanto snervante»
Frederic rimase seduto sul davanzale della finestra, guardando le stelle che brillavano nel cielo e continuava a pensare a ciò che aveva passato Logan nella sua infanzia.
«Era solo un bambino» disse tra sé e sé, con l’angoscia che gli premeva sul petto.
 

§§§

 
Jade era seduta accoccolata sul divano; la televisione accesa su di un canale regionale. Gli occhi fissi sulla porta d’ingresso, mentre si ripeteva in mente: “Frdederic, verrai da me… vero?”.
Le ore passarono ed il sonno si fece avanti. Jade si addormentò profondamente, senza nemmeno accorgersene, lì su quel divano e quel vecchio film in bianco e nero in sottofondo.

  
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