20/12/2012
1 recensioniLa mattina dopo non avevo la forza di andare a scuola, dove sicuramente Leslie mi avrebbe fatto un milione di domande, così dissi a mia madre che non stavo bene e rimasi nel letto al calduccio fino a mezzogiorno, poi decisi di muovermi. Mi feci una doccia calda, mi vestii e si era già fatta l’ora di pranzo. Mi sbranai un panino e poi mi spaparanzai sul divano con in mano il cellulare.
Mandai un messaggio a Leslie.
“Ehi”
Lei mi rispose chiedendomi dove fossi, ma io non volevo dirle niente.
Non risposi ai diecimila messaggi che mi mandò successivamente e guardai un po’ di televisione.
Verso le sette qualcuno bussò alla porta di casa. Mamma non poteva essere perché aveva sempre le chiavi con lei. Leslie sapeva benissimo che il secondo mazzo di chiavi stava sotto la grondaia, e di solito mi avvertiva se veniva.
Salii di corsa le scale e mi affacciai su una finestra che dava sulla strada.
Sotto casa c’era Louis, lo riconoscevo dalla maglia a righe, che continuava a schiacciare il campanello. Feci finta di niente e tornai in camera.
Passai due settimane nella più totale monotonia.
Scuola, casa, studio, riposo,studio. Scuola, casa, studio, riposo, studio. Scuola, casa, studio, riposo, studio. Scuola, casa, studio, riposo, studio.
Da quel che sapevo, i One Direction erano ormai partiti. Tra me e me mi dicevo che non me ne fregava niente, invece sotto sotto ero triste di non aver salutato Niall, Louis e Zayn, gli unici che non mi avevano ferita.
Un giorno stavo passeggiando per le vie del centro, guardando le vetrine tutte colorate per le vacanze natalizie.
Qualcuno mi chiamò ed io mi girai. Brutta mossa. Era Liam.
Velocizzai il passo, non volevo picchiarlo davanti a tutti, ma lui riuscì a fermarmi prima che io saltassi sull’autobus.
-Tessa, aspetta.
Sbuffai e mi voltai verso di lui.
-Che vuoi, Payne?
- Solamente dirti che noi tra tre giorni partiamo…..io volevo anche sistemare le cose con te.- confessò alla fine.
Io lo fissai.
-Mi dispiace, Liam…. Ma non posso.
-E perché no?
-per il semplice motivo che se facciamo pace, poi non ci vedremo mai più!
- Ti prego…
Scossi la testa, triste.
-Addio, Liam.
Saltai sul bus, e mi sedetti su una delle sedie di plastica, guardando fuori.
Liam aveva gli occhi lucidi e anche io incominciai a piangere. Piansi perché non sapevo tenermi strette le amicizie, ne avevo rovinate due in poco più di una settimana.
Arrivata a casa, trovai mia madre che parlava al telefono, intanto girava per camera mia, prendendo i miei vestiti e dividendoli in due mucchi.
-Ma’… che stai facendo?
Lei mi lanciò un’occhiataccia e chiuse la telefonata.
-Tessa, era tuo padre. Io non so che dirgli, parlaci tu.
Io ero ancora più confusa. Presi il telefono e composi il numero di mio padre.
-Pronto?
- Ciao, pa’, sono io!
- Tessie! Che bella sorpresa! Allora, vieni?
-Venire dove, papà?
- Ma la mamma non ti ha detto nulla?
- Cosa avrebbe dovuto dirmi?
-Ti va di venire da me, qui a Londra?
-Bhè per il week end…
- Non per il week end. Per il resto dell’anno.
-Eh??
-Dai, Tessie! Conoscerai tuo fratello e starai un po con me!
- Ci… ci devo pensare papi.
Lo salutai e chiusi la telefonata.
-Mamma!- urlai.
-Sono di sotto! Vieni giù!
Scesi le scale di corsa e nel salotto trovai mia madre che teneva la porta aperta a Liam.
-Io devo andare, tesoro, ci si vede sta sera- disse frettolosamente mia madre per poi uscire.
Osservai Liam.
-Senti, Payne, non ho tempo da perdere. Ti ho già detto come stanno le cose. Mi dispiace.
-E adesso tu ascolti ciò che ho da dirti IO. – disse lui, arrabbiato.
-Ti pare che sia felice e allegro quando tu stai soffrendo per un’amicizia andata? Ti pare che io gioisca vedendoti in difficoltà? Ti pare che io possa ferirti? Bhè, no, Tessa. E sai come faccio a saperlo? Ovviamente tu non sai la risposta. Perché io sono sicuro di una cosa: sono innamorato di te!- disse e si avvicinò a me.
Io intanto ero rimasta a bocca aperta, non capivo più niente.
Poi mi cinse con le braccia e posò le sue labbra sulle mie.