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Autore: SilverKiria    20/12/2012    2 recensioni
E se in piena guerra non riuscissi più a fidarti dei tuoi migliori amici? E se trovassi un alleato in chi meno te lo aspetti? E se la forza dell'amore riuscisse a superare barriere di secoli?
Tutto questo ed altro proveranno i nostri eroi nell'ultimo anno ad Hogwarts, tra amori, lotte, morti, battaglie e tradimenti. Tutto sarà rimesso in discussione.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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                                                                   § CAPITOLO 26 - PARTENZE E VERITA' URLATE §


" Prima o poi tutti dobbiamo affrontare la scelta tra ciò che è giusto e ciò che è facile "

Albus Silente



La giornata trascorse senza troppe novità: Harry e Ron si alternavano a fare la guardia, Hermione non si era svegliata prima delle cinque di mattina e aveva insistito per poter fare un turno di guardia per dar l’occasione ai due di dormire.
Si sedette lì, al buio appena poco schiarito osservando il paesaggio.
Aveva male agli occhi per il troppo pianto e quel bianco non contribuiva.
Aveva nevicato e la neve aveva ricoperto il manto di foglie scricchiolanti.
Faceva freddo e Hermione si strinse la coperta blu coi boccini dorati addosso.
Assurdo che era stata protetta da quella pochi mesi fa, quando Ron l’aveva “aggredita”.
Cercava di mantenere la mente lucida ma gli eventi disastrosi delle ore appena trascorse le vorticavano davanti.
Draco.
Come aveva potuto non dirglielo?
Lo odiava. Sì, lo odiava.
Inutile. Nonostante si ripetesse che lo odiava sapeva di non ingannare nessuno: lei lo amava.
Anche ora non faceva che pensare a lui, se stava bene, se era vivo.
“CERTO CHE E’ VIVO STUPIDA! CHE VAI A PENSARE?”
Già, dopotutto lui era un Mangiamorte e quelli dell’Ordine non uccidono.
Un Mangiamorte.
Rivide davanti a sé il Marchio e sentì gli occhi bruciare.
“BASTA PIANGERE HERMIONE!” urlò a sé stessa.
Si concentrò sul presente, su ciò che dovevano fare.
Harry aveva detto che Silente, anche qui dovette trattenere le lacrime, aveva distrutto l’Anello.
Harry aveva distrutto il Diario.
Mancava quindi indicativamente quattro Horcrux.
Si rigirò tra le mani il libro delle Fiabe di Beda il Bardo di Silente.
Harry le aveva detto che era un regalo da parte del preside per lei.
A Ron aveva dato il suo Deluminatore, a Harry niente.
O meglio, gli aveva detto solo che era il vero Grifondoro e che non se ne doveva dimenticare mai.
Che significava?
Sfogliò il tomo: pareva antico, le pagine erano gialle e consunte, alcune parole erano state cancellate dal tempo.
Ormai le sapeva a memoria le storie di Beda.
Ed eccolo, con la stessa crudeltà di prima, gli si affacciò una scena accaduta pochi mesi fa.
Lei nella stanza adiacente alla Biblioteca, Draco davanti.
- Le Fiabe di Beda il Bardo? Mia mamma me le raccontava sempre. La mia preferita è quella dell’uomo dal cuore peloso. Orribile certo, ma affascinante a suo modo.-
Perché, perché si era fidata?!
Perché aveva permesso a qualcun altro di trafiggerle il cuore?
Perché questo aveva fatto, si era sentita al sicuro, si fidava.
Invece lui l’aveva sempre usata.
Niente, nemmeno l’autoconvincimento impedì alle lacrime di scorrere sulle guance fredde.
Un rumore.
Si voltò di scatto con la bacchetta in mano ma si ritrasse subito appena riconobbe Harry.
Non voleva che la vedesse piangere.
- Herm, posso? –
Lei annuì e lui le si sedette accanto.
- Herm…scusa. –
Lei lo guardò confusa: che aveva di farsi perdonare?
- Sì, ho visto come mi hai visto prima. Io non dovevo perdere la calma, so che non sono l’unico che l’ha perso e…-
Non poté finire: Hermione gli era saltata addosso e lo stringeva forte.
Certo, era già successo molte volte: lei che lo abbracciava, lui che la consolava, magari accarezzandole i capelli, ma stavolta era diverso e lo sapevano entrambi.
Non si trattava delle prese in giro, di un brutto voto, era qualcosa di più grande, di troppo grande.
- Va tutto bene – sussurrò lui, senza nemmeno credere a ciò che stava dicendo.
Notò però che il pianto dell’amica era strano.
Questo era uno dei pregi, o dei difetti a seconda di come lo si vuole vedere, dell’essere migliori amici da tanto tempo: ti accorgi quando qualcuno nasconde qualcosa.
Le sollevò il viso.
Nocciola contro Verde, intenso sguardo di comprensione.
- Herm…che hai? –
Non poteva dirgli bugie, lo avrebbe capito.
Allora si strinse ancora più forte a lui e gli raccontò di Draco.
Quando finì il racconto ebbe la tentazione di tapparsi le orecchie, aspettandosi un “Te l’avevo detto” o “Avevo ragione io”.
Ma no, lui non disse nulla.
Anzi, l’abbracciò ancora più forte.
- Herm, lo sai che ti voglio bene vero? –
Tutto qui? Un ti voglio bene?
- Sì…-
- Bene. Allora sappi che lo dico con tutta l’onestà del mondo: sei una testona. –
Cosa?
Alzò lo sguardo, confusa.
Lui sorrideva.
- Dai Herm! Ti ama! Come fai a non capirlo? –
Se gliel’avessero raccontato non ci avrebbe creduto: Harry Potter difendeva Draco Malfoy.
- Cosa? Scusa non ho capito bene…-
Harry alzò gli occhi al cielo e sospirò.
Poi proseguì:
- Herm, Malfoy ti ama. Perché credi te l’abbia detto solo allora? Perché credi ti abbia difeso?-
Hermione si alzò, era infuriata.
Una cosa era che la rimproverasse, era pronta, una cosa è che si autoconvincesse lei stessa, era giusto, ma che fosse Harry, HARRY, a dirle che l’amava!
- Harry…hai preso un colpo alla testa? Stai male? LUI MI HA MENTITO! –
- Hermione! Dio mio non capisci? Se avesse voluto ucciderti avrebbe potuto benissimo lasciarti nelle grinfie di Greyback oppure ucciderti mentre dormivi, invece lui te ne ha parlato! Si è scoperto! –
- HARRY SMETTILA OK?! IO NON….-
Anche Harry si alzò, lo sguardo gelido.
- Hermione, ti conosco penso meglio di qualunque altra persona. So come sei fatta, so che vorresti che ti rimproverassi. Ma non lo farò, perché non voglio essere triste se un ragazzo ti ama, se tenta di salvarti la vita, anche se si tratta di Malfoy. Vuoi la mia pietà? Non l’avrai. Meglio che ci pensi un po’ e cerca di essere onesta con te stessa. –
Detto ciò il ragazzo se ne andò, lasciando Hermione sola, col fiatone, e mille pensieri nella testa.
 
Draco era in camera sua, intento a raccogliere più cose possibili, la mente affollata dalle immagini dell’incontro di poco fa.

(INIZIO FLASHBACK)

Seguì Piton giù dalla Torre di Astronomia, per i corridoi.
Notò che ovunque posasse lo sguardo vedeva Mangiamorte intenti a torturare, parlare, o tutte e due con studenti di Hogwarts, evidentemente spaventati a morte.Uno era però particolarmente preso.
- Allora? Dimmi bella bambina i tuoi genitori sono…?-
Greyback, avrebbe riconosciuto quella voce ovunque.
Si voltò appena e constatò con sollievo che anche Piton si era fermato a vedere la scena.
Greyback stava inchiodando una ragazza di circa quindici anni di Grifondoro sul muro, il viso a pochi centimetri dalla bocca del licantropo, che esibiva un ghigno.
Stava giocando con i suoi capelli.
Draco ebbe un attimo di smarrimento e immaginò di vedere Hermione al suo posto.
Prese la bacchetta e si mosse per andare dal mostro, ma Piton lo bloccò con la mano.
- Cosa diavolo…-
- Non ancora. –
L’uomo osservava attento la scena: Greyback si stava avvicinando pericolosamente al collo della ragazza che sembrava sul punto di svenire.
Un secondo, un getto rosso, e Greyback cadde per terra come un pezzo della scacchiera.
- Non sui miei ragazzi –
A Draco bastò girarsi per vedere chi aveva osato schiantare un elemento fondamentale dell’esercito di Voldemort.
Minerva McGranitt, alta, fiera, autorevole come sempre si dirigeva a passi svelti verso la ragazza che fissava inebetita il corpo svenuto dell’aggressore.
La donna arrivò da lei, la prese per le spalle e le sussurrò:
- Vai da Madama Chips e fatti dare un ricostituente cara. –
Lei annuì e ringraziò, per poi scomparire nel nulla.
- Bene bene bene. A quanto pare qualcuno non si sa adeguare alle nuove regole. Non è vero Minerva? –
Draco non ci credeva: era stato Piton a parlare.
I due si squadravano e l’odio negli occhi di lei era evidente.
- Non se queste regole prevedono la trasformazione di un’innocente in un licantropo, Severus. –
Piton si avvicinò minacciosamente a lei e sibilò:
- Se fossi in te starei attenta Minerva. Io lo sai sono compassionevole e magnanimo, ma non posso dire lo stesso di altri miei colleghi. –
Lei rise, sarcastica e acida:
- Se per compassionevole e magnanimo intendi essere l’omicida di una delle migliori persone esistenti oltre che il più grande mago di tutti i tempi, allora sì, lo sei. –
Detto ciò la donna se ne andò.
Draco si aspettava che Piton le corresse dietro, che le lanciasse un incantesimo, ma lui non lo fece.
Afferrò Draco per un braccio e continuò a camminare.
- Ma lei…- iniziò il ragazzo.
- Siamo in ritardo, Lui si sta agitando. –
Tutto un tratto quel poco di colorito che aveva ritrovato scomparve dal viso del ragazzo.
Camminarono per quelli che sembravano secoli e Draco si stupì non poco quando vide Piton precederlo ed entrare nell’aula insegnanti.
Un lungo tavolo di betulla occupava gran parte della sala dalle ampie finestre che davano sul parco.
Draco riconobbe Bellatrix, Avery, Dolohov, i Carrow, Goyle Senior, Tiger Senior e, con sua sua enorme sopresa mista ad ansia, sua madre.
Voleva correre ad abbracciarla, a rassicurarla; la donna infatti aveva gli occhi lucidi, ma non lo fece.
Perché due occhi rossi iniettati di sangue lo fissavano avidi.
Si sedette accanto a Piton e solo allora lui iniziò a parlare, la voce il solito sibilo che gli fece accapponare la pelle.
- Bene, ora che siamo tutti qui, direi che possiamo iniziare. Spero voi siate felici come me nel constatare che il nostro potere sta notevolmente aumentando, ora abbiamo anche questo magnifico castello a nostra disposizione. Inoltre, grazie a Severus, quel vecchio babbanofilo non ci darà più fastidio.-
Qui scoppiarono delle risate un po’ troppo forzate e subito messe a tacere ad un leggere movimento della mano del Signore Oscuro.
- Comunque, resta un piccolo inghippo. Purtroppo, mi costa ammetterlo, ciò che avevo chiesto non è stato pienamente raggiunto. Potter e i due amici sono fuggiti, rendendomi la strada verso la vetta un po’ più accidentata. Spero comunque che qualche mio aiutante sia così gentile da togliere questo fastidioso problema di torno. Chi se ne vuole occupare?-
Con sommo orrore di Draco notò che Bellatrix aveva alzato la mano, insieme a Dolohov e Avery.
Se l’avessero trovata loro avrebbe potuto dire per sempre addio a Hermione, e questo non poteva permetterlo.
Fu quindi sotto gli occhi stupiti, ammirati e nel caso di sua madre terrorizzati che alzò la mano.
La voce sibilante era divertita, il viso da rettile contratto in un ghigno feroce:
- Bene bene! Il piccolo Malfoy! Scommetto vorrai farti perdonare da quel disastroso fallimento che hai conseguito ieri sera immagino?-
Draco annuì.
- Interessante. Sai, molti altri al mio posto ti avrebbero già ucciso, torturato, distrutto la tua famiglia. Però, devo ammettere che la tua idea degli Armadi Svanitori mi è tornata molto utile, direi. Il Signore Oscuro però è ragionevole. Ti darò una seconda occasione Draco ma bada bene, sarà l’ultima. –
Draco si sentì sollevato al pensiero che avrebbe avuto l’occasione di rivedere Hermione e fu proprio ciò a dargli la spinta di rispondere, ignorando i gemiti sommessi della madre, :
- Sarà un piacere mio Signore, grazie. Non se ne pentirà. –

(FINE FLASHBACK)

Quindi eccolo lì, a prendere ciò che poteva essergli utile nel corso del viaggio.
Fu solo quando aveva sistemato tutto che sentì la porta aprirsi.
Blaise lo guardava timoroso.
- Ho saputo che andrai tu. –
- Così sembra. –
Draco fece per uscire ma Blaise lo trattenne per la spalla.
I loro sguardi si incrociarono, occhi color dell’ebano contro occhi azzurri come ghiaccio.
- Proteggila, ti prego. –
Draco non si sentì di fare altro che annuire.
Lo guardò un’ultima volta, dopotutto non era detto che si sarebbero rincontrati, e si lasciò il suo amico alle spalle, per poi uscire dal castello.
Arrivò davanti al cancello e solo allora si girò, per ammirare un’ultima volta la bellezza di quel magico posto.
Anche dopo i segni della battaglia, qualche muro rotto, gargoyle caduti, rimaneva il luogo che più preferiva al mondo.
Era, dopotutto, lì che l’aveva conosciuta.
E ora lo lasciava per ritrovarla.
Fu con questi pensieri che Draco si smaterializzò verso l’ignoto.

Buongiorno! Spero che la nuova grafica vi piaccia! Foto, Titolo e Citazione *-* Eh lo so, sono un genio ù.ù Scherzo ;) Commentate e ditemi che ne pensate! GRAZIE a chi mette nelle preferite, seguite e ricordate e GRAZIE a chi recensisce <3 Alla prossima! §SilverKiria§


  
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