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Autore: Laffa    06/07/2007    1 recensioni
Sempre in cerca di un posto dove poter trovar rifugio, crescere lontano da instabilità e dal Dio denaro che ci fa impazzire.
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prima di cominciare... MI SCUSO! Con gli eventuali lettori (sempre ci siano...) per il ritardo con cui aggiorno, provo anche a motivare tale ritardo che non è da attribuirsi ad impedimenti materiali, bensì alla mia SCONFINATA incostanza che mi spinge a lasciare a metà gran parte di ciò che comincio. Inoltre e questo accade soprattutto quando scrivo, arrivata ad un certo punto dei miei "progetti" ci ripenso, li rielaboro mentalmente, arrivando persino a sconvolgerli ed a distruggerli; mi viene quindi difficilissimo continuare e finire questa storia. La trovo noiosa e banale, totalmente priva di senso, i toni costantemente depressivi la rendono pesante da seguire e poco avvincente... Con questo commento l' ho praticamente messa in croce... Come farò a continuare e portare a termine una cosa in cui non credo?! Uao! Intrigante dilemma il mio! COMUNQUE, un' amica mi ha insegnato il rispetto per i lettori (AO! Ma chi ti dice che ne hai!) ; è quindi UNICAMENTE per loro che porterò a termine questo benedetto racconto.
Se qualcuno ricorda il mio commento nel precedente capitolo noterà che sono contraddittoria... Non so che farci...

A voi dunque ciò che ho scritto, spero ci sia qualcuno al di là dei fili che apprezza...  





Sta seduta sulla sua sedia e guarda fuori, in strada dove la pioggia ha creato dei piccoli torrenti. E' Domenica mattina, sono le sette, la pioggia continua a cadere testarda e costante vivifica la vegetazione e deprime gli animi delle persone sole; TIC TAC fa quando sbatte contro i vetri e le grondaie; l'atmosfera è cupa, il paesotto ancora dorme; ad un tratto il grigiore generale è rotto da due chiazze di colore: una gialla ed una rosa acceso, sono due ombrelli che hanno svoltato la curva ed ora avanzano giù in strada, fra poco saranno sotto la sua finestra. Chi può essere in giro a quest'ora? Con quest'acqua poi!? Essendo la sua postazione molto in alto non può vedere che la plastica tensionata degli ombrelli e le gambe di quelle persone, che (piccolo particolare) non si vedono perchè son coperte da lunghe gonne scure; le donne si avvicinano al cancellino e leggono i citofoni, poi convinte ne premono con forza uno.
GNEEE-GNEEE sente Ernesta che quasi prende un'infarto per la sorpresa... il suo citofono sta suonando! Che strano suono ha! Le pare sconosciuto talmente tanto è il tempo che non lo sente... chissà che vorranno da lei! Rimane inebetita qualche secondo, poi si riscuote ma non si muove, intorno a lei il silenzio... probabilmente era solo un' allucinazione... ma GNEEE-GNEEE GNEEE-GNEEE ritorna ad udire, come una vecchia voce metallica e catarrosa.
<>    (un attimo che arrivo!)    
GNEEEEEEEEEE
<>     (Ho capito!)      urla prima di alzare la cornetta
<> si sforza di parlare educatamente ed in italiano.
<>      (Noi due signiora, Agata e Lisetta! Non si ricorda che sta mattina c'è la messa di suo nipote Solletico?!)         la faccia placida dell' anziana signiora si contrae in una smorfia di disprezzo, mentre il suo cuore piange invece dei suoi occhi      
<>    (Andate via voi due che ai miei morti basto io a pensarci!)        la sua voce è dura e risoluta; solitamente Ernesta è una persona garbata e di buone maniere; la si può paragonare ad un vecchio pianoforte che suona correttamente su tutti i tasti producendo un suono piuttosto gradevole ma quando, per sbaglio si sfiora un certo tasto, il più estremo ed inboscato, quello la cui esistenza si può anche dimenticare, ma che è indispensabile in rare, infami canzoni, bè, se questo tasto viene pigiato ecco che produce un rumore stridulo ed assordante in grado di rovinare la melodia intera. La Agata e la Lisetta, involontariamente, quella mattina lo hanno schiacciato con forza ed ora ne stanno saggiando incredule l'orribile suono.
Dopo qualche minuto Ernesta si rende conto di essere stata maleducata senza un'apparente motivo e visto che le due sono tenaci e continuano a schiacciare imperterrite quel maledetto campanello, presa dai sensi di colpa decide di farle salire.
La casa è ordinata e pulita, non un chicco di polvere, nè sulle rose finte nel vaso di vetro, nè sulle cornici delle stampe appese alle pareti; le due donne lo notano e ne rimangono favorevolmente colpite... la Agata prova persino invidia per il candore delle tendine e la trasparenza perfetta dei vetri. Sarà un bel dire oggi pomeriggio quando tutte le pensionate della zona si ritroveranno all'oratorio per parlare, o forse sarebbe meglio spettegolare, sui fatti della giornata.
Dopo essersi comodamente sistemate in cucina le due donne cominciano ad esplicare il motivo della loro visita, è Lisetta che parla per prima: <>   (anche Don Luca dice sempre, ma Ernesta dov'é!?)         
<>       (però se non le piace l'idea non fa niente, noi lo facevamo per le!i)        
In realtà Ernesta sa che più che per fare piacere a lei quelle due sono venute per soddisfare la loro curiosità e per fare bella figura con il prete. Si sa che esse sono assidue ed instancabili frequentatrici dell' oratorio, che ormai è diventato un posto dove si apprendono e si danno informazioni (a volte anche non vere) sulle vite altrui; sono anche i prolungamenti delle mani del Don, difatti là dove lui non arriva con la sua bontà e carità ecco che provvedono loro... Chissà magari sperano in questo modo di riservarsi un posto in paradiso.

"Mio dio che svarioni... Mi sento i polmoni putrefatti... Ma che avrà quella gallina sempre da urlare!... E' mai possibile che tu devi essere così cretino!... Ieri è mancato poco e vomitavi in macchina del tuo amico!... La sua tipa già ti odia perchè pensa che lo travi! Che colpa ne hai tu se lui fa ciò che fa?! Poi la tipa che ti sei fatto ieri... Ba... Non è che era sto gran che! Mi è sembrata un po bambina, anche se ha due occhi....! Poi sei sembrato proprio deficente, con le battute che fai! Non si ride neanche per pena! Chissà che penseranno tutti di te! Magari non ti odiano, ma di sicuro neanche ti vogliono bene... Pensano che sei stupido! Non sei all'altezza di nessuno... Deficente!... In più hai rubato...  Deficente e ladro!"
Paranoie, paranoie mentali che lo assalgono al risveglio.
<> sussurra per scacciare i suoi malefici pensieri mordendosi forte una mano.
<> dice al suo cervello che però continua a macinare imperterrito complessi infiniti. Ora, dall'analisi dei fatti passati prende a considerare le prospettive future immaginandosi già la deprimente giornata che lo aspetta chiuso in quel centro. Un senso di forte pesantezza lo assale alle tempie quando lo sfiora l'idea di star sprecando la sua vita dentro a quelle pareti. Dopo poco la pesantezza si sposta al cuore che sembra cominci a struggersi ed a gonfiarsi donandogli una macabra sensazione di pianto e di esplosione insieme.
Resta così immobile nel suo letto per una mezz'ora mentre la sua mente continua a tessere un'intricata rete di nodi dentro la quale lui rimane immancabilmente intrappolato.
Finalmente si decide a reagire, con gesti lenti si alza dal letto e procede verso il bagno barcollando. E' domenica, giorno di riposo, domani la settimana ricomincerà scandita dai tempi del lavoro e dello svago. Gli altri hanno già pranzato, li sente parlare dall'altra parte del muro. Fuori piove, <> mormora guardando al di là del vetro.

Strano come siamo pieni di doveri noi umani in quest'epoca ingannatrice dove ci viene fatto credere che siamo liberi e che stiamo bene ed abbiamo tutto... che cosa potremmo desiderare di più? Abbiamo cibo, TANTO cibo, che una volta non saltare i pasti era un miracolo! Se si sta male ci si può curare, se vogliamo un vestito nuovo basta andare al mercato e TAC, non ci si mette neanche due secondi! Abbiamo libertà di pensiero, parola ed espressione... che ci manca?! Perchè invece di gioire siamo tutti così depressi?! C'è chi pensa che siamo una manica di viziati, persone che siccome hanno troppo non aprezzano più niente; altri nascondono tutto infilandosi una maschera.... <> Poi ci sono i moralisti <> E c'è chi semplicemente non pensa niente, accettando la sua sofferenza a capo chino, ammettendola e basta, non ricercandone la ragione e/o la fonte; di solito questa è la condizione delle persone semplici e/o non abituate alla riflessione, persone ridotte più delle altre all'impotenza; praticamente la stragrande maggioranza.
Ernesta fa parte di esse. La sua situazione però è molto più complicata di altre, difatti gran parte della sua malinconia è data dai problemi che essa ha con i membri della sua "famiglia".

Le due donne se ne sono andate da un bel pezzo, il sole delle tre del pomeriggio nel cielo litiga con le nubi. La sessantenne è sdraiata sul letto nella camera matrimoniale e tenta di prender sonno ma non ci riesce assorta com'è in ricordi e pensieri. Alla messa non c'è andata ma ha deciso che quel pomeriggio, sul tardi, si spingerà fino al cimitero dove comprerà un bel mazzo di fiori da mettere davanti alla tomba del suo adorato nipote. Per far ciò si dovrà imbellettare il viso, mettersi un vestito nuovo, sistemarsi i capelli nel caso avesse incontrato le pettegole, non voleva far mica brutta figura! Poi... Per Dio! Doveva rassettare la cucina! La pulizia in casa prima di tutto!
E' strano come i doveri verso le persone tornino a perseguitarci anche quando le persone non ci sono. E' strano anche che persone che vivono in semi-isolamento, come Ernesta, abbiano bisogno dell'approvazione delle altre persone e quindi della società. La società ci stressa con le sue pretese e ci sfrutta per sopravvivere, entre nelle nostre case e nelle nostre teste, modificandole. Che bisogno ha questa sciura      (signiora)        di periferia di pulire continuamente? Perchè le è stato indotto il bisogno di una casa molto pulita? Forse che lei comprendo CIF e detersivi a iosa favorisce ,nel suo piccolo, il mercato? E tutto il sistema della nostra società basato unicamente sul consumo? Che motivo ha di apparire al meglio davanti a maligne pettegole che non hanno la minima importanza nella sua vita? Che alle pettegole sia stato indotto il bisogno di giudicare la gente dal vestito da subdoli mezzi mass-mediatici? E tutto per spingere tutti a consumare sempre di più e far si, in questo modo che l'intera società consumistica e paranoica dove viviamo resti in piedi? Bo.
Comunque Ernesta di questi problemi non se ne fa e continua sulla sua strada passiva, impotente, sfruttata ed incarcerata più che mai. Come la maggior parte della gente, del resto.

Colera si sente leggermente sollevato, il sole sta combattendo con le nuvole in cielo e chissà... Magari vincerà. Per lo meno ha smesso di piovere. E' al bar con gli amici e si parla della nottata appena trescorsa:
<> Dice Dario, un biondino che fa il tipografo.
<> sghignazza Colera.
<> ribatte il biondino pieno di sè.
<> continua Bianca, una morettina daglio occhi verdi e sottili. E' la ragazza di Simone, un tipo taciturno ma generoso.
<> dice Dario;
Bianca scuote la testa contrariata <> commenta infine.
Colera intanto è uscito a fumare; il pacchetto è quasi vuoto. "Devo ricomprarle" pensa e meccanicamente tasta i cinquanta euro che bruciano di vergogna nella sua tasca.
Dentro la diacussione continua, è Dario che parla: <>
<> commenta ironica Bianca;
Dario la guarda e sta per risponderle ma Simone prende la parola <>.
Simone è sveglio ed osserva le persone, cerca di conoscerle e capirle a fondo così nel cervello si è costruito un'armadio contenente gli schedari delle manie, abitudini stranezze e particolarità di tuttti gli individui che conosce. Cerca sempre di aiutare, mettere a proprio agio e tende a giustificare le malefatte altrui; così facendo distoglie l'attenzione dall'unica persona che non riesce a fare sentire a casa ed a capire: sè stesso... Ma ovviamente lui di tutto questo non è cosciente.
<> dice Dario esaltato <>
<<...Ho fame, Simo, amore, non è che mi pagheresti un pacchetto di pop-corn? M'anno derubato e non ho più un cent...>> Dario guarda Simone con aria giocosa, poi tenta di sedersi in braccio a lui fingendo di volerlo baciare; Simone intanto ride ma non ha nessuna intenzione di ricambiare e Bianca urla <>
Dopo poco Dario si rassegna e dice <>
Tutti e tre si mettono a ridere e Simone regala all'amico i soldi necessari per i pop-corn. Mentre si sta allontanando verso il bancone Dario pensa "Magari adesso sgamo i miei soldi in mano a qualcuno".

Colera rientra con l'alito puzzolente ed i polmoni un pò più neri, si siede con un ghigno passando davanti all'amico che sgranocchia pop-corn, poi guarda Bianca negli occhi e pensa "Questa mi odia!"
Simone scorge un lampo di disprezzo e di rammarico passargli negli occhi ed istantaneamente capisce i pensieri dell'amico.

... Colera non ricorda di aver mai avuto un' amico che lo capisce meglio di Simone; quando pensa a lui assaggia sentimenti puri e veri, vede in lui una persona sincera da cui non si vuole staccare. In un certo senso è come se in sua compagnia si trovasse in famiglia, a casa. Può essere davvero sè stesso, senza vergogna. Sa che l' amico lo accetta e gli vuole bene per quello che è, quindi non sente l' esigenza di mentire o fingere, come fa invece con gran parte del resto del mondo
... Eppure non gli racconterà di aver rubato...

Colera è sdraiato sopra il suo letto, ha appena finito di mangiare e si sta riposando. stasera incontrerà la ragazza conosciuta ieri in discoteca, si chiama Ambra, si è fatta sentire lei per messaggi; abita lontano ma lui si farà dare un passaggio da Simone e la raggiungerà verso le nove. Il rientro sarà verso le dodici, in autostop. Piuttosto pericoloso, quindi di nascosto dalle educatrici.
<>
Il suo mezzo di locomozione è la bici, con essa si sposta da un paese all'altro.
<> dice a volte.
Sono le sette e mezzo, per prepararsi non gli ci vuole un gran che.
"Sei proprio un fancazzista, almeno questa sera che hai intenzione di fare ciò che hai intenzione di fare, potresti almeno pettinarti!" Pensa rivolto a sè stesso, ma niente, le sue membra non si muovono, anzi si intorpidiscono sempre più...
Lo sveglia Lisa dicendo che ci sono i suoi amici fuori che lo aspettano.









I commenti anche se non fanno schifo non sono essenziali.
A  presto, incostanza permettendo.

HOLA

Laffa
  
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