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Autore: Setry_USui    06/07/2007    2 recensioni
L'Era Meiji continua imperterrita il suo corso, vive, si rinnova, cresce e cambia...così come coloro che vivono questo periodo. Kenshin e Kaoru hanno un bambino di nome Kenji che cresce sano e nella pace.Ma con un carattere e dei valori che si discostano da quelli del padre. Yahiko, fidanzato con Tsubame, da sostituto è diventato il maestro della scuola Kasshin. Il giovane Kenji ha ormai 15 anni e il suo Genpuku è alle porte...quando scoprirà che la spada di suo padre, la famosa Shinuchi, non potrà mai essere sua...Yahiko Myojin, suo maestro all'apparenza, ma nel suo intimo il suo più acerrimo rivale, posside infatti l'ultima spada del grande Battosai. Kenji accetterà un simile torto? La spada tornerà al casato Himura o passerà a Shinya, il figlio di Yahiko? Una fiction con due protagonisti che nella grande opera del maestro Watsuki trovano spazio sono nel piccolo epilogo. Ora conoscerete la storia di Kenji e Shinya, coloro che vissero nell'era Meiji. Una storia che scoprirà tanti nuovi personaggi e che riporterà alla luce diverse vecchie conoscenze...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Sfida senza inizio e senza fine

 

Yahiko era seduto ad un lato del tatami. Giocherellava nervosamente con una Shinai tra le mani. Tre ragazzi erano in ginocchio dinnanzi a lui silenziosi e con uno sguardo interrogativo.

Yahiko aveva 25 anni e il ragazzo, ormai aveva ceduto posto ad un uomo.

Era sposato da 5 anni, e in un angolo della palestra un bambino di 4, con i suoi lineamenti, se ne stava raggomitolato a giocare con una bambolina di stoffa.

Era nervoso quel giorno…Non solo Tsubame aveva insistito perché tenesse Shinya mentre lei si occupava di aprire l’Akabeko per l’inizio della stagione, ma ora non poteva iniziare la lezione perché Kenji non accennava a farsi vedere.

O Meglio…non voleva iniziare la lezione.

Quel ragazzo lo avrebbe presto mandato al manicomio.

Marinava frequentemente le lezioni, si presentava in ritardo, spesso si rifiutava di fare gli esercizi e prestava la giusta attenzione solo alle lezioni che lui trovava interessanti.

Perché continuava a tollerarlo?

Probabilmente perché gli ricordava lui da allievo.

Erano ancora chiari nella sua mente i giorni delle zuffe con Kaoru, la sua impazienza nel diventare forte e il suo desiderio di apprendere i segreti…in fondo lo capiva.

“Ehm…Sensei…” uno dei ragazzi che attendevano in silenzio si osò a parlare.

Yahiko spostò lo sguardo su di lui: “Cosa c’è Hisaki?”

“Quando potremo iniziare la lezione?” domandò il ragazzo osservando il maestro.

Yahiko sospirò…avevano anche ragione

La ragazza alla sua destra gli tirò una gomitata per zittirlo: “Quando arriverà Kenji! E’ ovvio!”

Questa volta fu l’ultimo allievo a parlare: “Mica possiamo sempre stare ai comodi di quello!”

La ragazza lo fulminò con lo sguardo: “Ma piantala! Mica è l’unico ad arrivare in ritardo!” lo rimproverò.

“Non fare confronti Aiako! Intanto è l’unico che ferma la lezione.”

Yahiko sospirò di nuovo alzandosi…aveva ragione.

“Va bene…calmati Hiroya. Su…diamo inizio alla lezione.” Così dicendo afferrò la Shinai più saldamente e attese che gli allievi si misero in posizione.

In quell’istante la porta della palestra si aprì e Kenji fece il suo ingresso con un leggero fiatone asciugandosi il sudore.

Yahiko gli sorrise: “Su muoviti…prendi la shinai e…”

“No!” esclamò il ragazzo osservando il maestro con sguardo di sfida.

I tre ragazzi volsero lo sguardo su di lui e Yahiko cambiò espressione: “Come sarebbe?”

“Hai sentito sensei! Oggi niente shinai! E’ il giorno del mio Genpuku!”

esclamò Kenji con orgoglio mentre saliva sul tatami.

Yahiko continuò a guardarlo con la Shinai appoggiata ad una spalla: “E io cosa c’entro?”

Kenji si fermò dinnanzi a lui: “Ti sfido! Per diventare un uomo.”

Mormorii confusi dei suoi condiscepoli seguirono quest’affermazione.

Yahiko l’osservò inarcando un sopracciglio.

“Se ci tieni chiedi a tuo padre…” concluse con noncuranza ma senza staccare lo sguardo dall’allievo.

“No! Sarò un uomo solo quando avrò sconfitto te! Ed è ciò che intendo fare! Qui e ora!” esclamò Kenji con convinzione e determinazione.

Seguì un attimo di silenzio…Aiako, Hiroya e Hisaki attesero con il fiato sospeso…lo sguardo si alternava tra il maestro e Kenji che lo sfidava con tanta noncuranza…

Yahiko manteneva un’espressione fredda e impassibile….fu lui a rompere il silenzio.

“Kenshin si è rifiutato di sfidarti vero?!” domandò con un tono quasi compassionevole.

A Kenji parve crollare il mondo addosso…come? Come lo sapeva? Come poteva averlo capito?

“Stai zitto…”

“E’ così vero?”

“Taci…”

“Allora ho capito tutto…” Yahiko scosse la testa.

“Ma cosa vuoi aver capito??? Non hai capito un accidente! Come diavolo fai a saperlo?!” sbottò Kenji al limite della sopportazione. Questo era troppo.

“Se tu passassi meno tempo a disprezzare ciò che è diventato tuo padre e aprissi gli occhi lo capiresti anche tu!” Esclamò il ragazzo con un tono di secco rimprovero che a Kenji fece solo salire la rabbia. Incurante di questo il maestro continuò “Come faccio a saperlo? Lo so perché conosco tuo padre e, anche se ti rode, conosco bene anche te…”

Kenji gli diede le spalle e mormorò: “No…tu non sai niente di me.”

Yahiko non mutò espressione: “Kenji!” lo chiamò per farlo voltare e gli lanciò la shinai che teneva in mano.

Il ragazzo la afferrò al volo: “Questo significa che accetti la mia sfida?”

Yahiko scosse il capo: “No, solo che siamo in ritardo e che è ora di iniziare la lezione! Basta sciocchezze! Aiako e Hiroya oggi farete da colpitori mentre…”

“Tsk…questo vuol dire che hai paura di essere sconfitto da un tuo allievo? Già…immagino che umiliazione!” disse Kenji baldanzoso rigirandosi con fare da esperto la Shinai tra le mani.

Yahiko lo fulminò con lo sguardo per intimarlo a stare zitto.

“Dicevo…mentre invece Hisaki e Kenji…”

Kenji strinse le mani intorno all’elsa. Non serviva provocarlo. Ma il ragazzo non poteva tollerare di essere ignorato così! Non da lui! Prima di rendersi conto di cosa stesse facendo aveva impugnato la Shinai e si era messo in posizione.

Corse verso di lui e spiccò un salto urlando: “Non mi ignorare!!” caricò indietro la spada di legno per colpire il suo maestro, disarmato, dall’alto verso il basso in un colpo in cui mise tutta la sua forza.

Yahiko si voltò…ma troppo tardi per schivarlo.

Il suono secco di un colpo andato a segno….

Aiako, Hisaki e Hiroya chiusero gli occhi spaventati.

Kenji sentì il colpo venire meno…non lo aveva colpito…il contraccolpo lo mandò indietro. Perse la presa sulla shinai e cadde sul tatami. Guardò verso l’alto. Yahiko teneva la punta della sua spada tra due dita.

Lo aveva bloccato senza un’arma e senza nemmeno aver mosso il braccio…solo con due dita.

Kenji lo guardò terrorizzato dal basso senza avere la forza di muoversi.

Il silenzio venne rotto solo dal bambino nell’angolo. Che per qualche strana ragione tutto d’un tratto si mise a piangere.

“C-come…come hai fatto?”

Yahiko lanciò la shinai in aria facendola girare e la riafferrò dall’elsa puntandola verso il collo del ragazzo steso a terra.

“Questo è uno dei segreti della scuola Kamiya Kasshin.” Proferì con un filo di voce.

Kenji rimase interdetto e non disse nulla. Quindi Yahiko continuò a parlare.

“Tua madre mi iniziò ai segreti quando avevo 10 anni. Tuo padre tenne il mio Genpuku quando compì i 15. Come ho fatto chiedilo a loro…avresti potuto riuscirci anche tu arrivato a questo punto.”

Il ragazzo sentì un vuoto allo stomaco…quando aveva 10 anni? Lui ormai era un uomo e ancora perdeva tempo a fare colpi a vuoto.

E poi…suo padre lo aveva sfidato per farlo diventare uomo…mentre si era rifiutato di combattere con suo figlio.

Yahiko premette la punta della Shinai contro il suo collo ancora più forte e si chinò a terra accanto a lui: “Ti invidio Kenji. Sei figlio di un grande uomo. Inoltre hai un talento straordinario per il Kenjutsu. Sei il miglior allievo che io abbia mai avuto.” Disse osservandolo bene in volto. Poi lasciò cadere la spada di legno a terra.

“E anche il peggiore.” Sentenziò alla fine alzandosi ed allontanandosi.

Kenji rimase a terra ancora qualche minuto.

Nessuno dei tre allievi osò dire una parola.

Yahiko si volse e si diresse ad un lato della palestra avvicinandosi a Shinya.

Lo prese in braccio e lo coccolò un po’ per farlo smettere di piangere.

Il bambino si attaccò alle vesti del padre, ma con gli occhietti lucidi fissava il ragazzo sdraiato a terra.

Inaspettatamente Kenji scoppiò a ridere: “Ora…ora ho capito tutto.” Esclamò tra una risata e l’altra mentre si portava una mano sulla fronte.

In un istante tutti gli occhi tornarono su di lui.

“Mio padre…quel maledetto…ho capito perché non vuole cedermi Shinuchi.”

Yahiko sussultò ma mantenne uno sguardo impassibile.

“Tu!” esclamò mentre si rialzava tenendo lo sguardo fisso sul maestro.

“Oltre che avermi portato via il rispetto di mio padre…”

Aiako alternò uno sguardo disperato tra i due. No! Non voleva! Così Kenji non le piaceva per niente! Si interpose fra Yahiko e il ragazzo: “Basta Kenji finiscila!”

Ma lui non le diede retta. Continuò ad avanzare verso il maestro.

Aiako non si mosse di un centimetro.

Kenji la fissò senza darle importanza. Con un colpo la spinse di lato facendola cadere a terra.

Hisaki si precipitò da lei per aiutarla a rialzarsi e per assicurarsi che non si fosse fatta male.

Hiroya invece afferrò una Shinai e si schierò in difesa del maestro: “Adesso basta Kenji! Stai esagerando!”

Il ragazzo in tutta risposta raccolse la spada di legno lasciata a terra poco prima.

Hiroya si mise in posizione…partì all’attacco con un affondo. L’avversario lo schivò facilmente girandosi su un lato in modo da avere rivolta la sua schiena.

Aveva le spalle scoperte. Fece volteggiare la shinai pronto a colpirlo. Ma qualcosa lo trattenne.

Yahiko gli bloccava di nuovo un colpo con sole due dita. Un braccio alzato per fermarlo mentre con l’altro ancora stringeva il suo Shinya.

Come era arrivato già lì? A che velocità si era spostato? Kenji trattenne il fiato.

“Se vuoi prenditela con me. Ma non toccare i miei allievi.” Gli disse guardandolo con due occhi che parevano trasmettere veleno.

Kenji indietreggiò quasi spaventato. Rinunciò ad attaccarlo. Ma terminò la frase.

“E’ così vero? 10 anni fa quel maledetto di mio padre ti diede la sua spada! Tu hai Shinuchi!” esclamò con tono di accusa indicandolo.

Yahiko si chinò su Hiroya e lo aiutò a rialzarsi: “Mai scoprire le spalle. Ricordatelo.”

Il ragazzo annuì ancora atterrito e i mise da parte.

Poi Yahiko riportò la sua attenzione a Kenji: “E’ come dici!” posò a terra Shinya sussurrandogli di allontanarsi. Il bambino trotterellò via.

“E’ vero! Io possiedo Shinuchi. E non la cederò…non ora, non a te.”

Kenji lo fissò con disprezzo: “Quella spada è mia!” mormorò a denti stretti.

Yahiko lo fissò severamente: “Vattene...” disse indicando la porta. “Non rimettere mai più piede in questa palestra. Cresci con un’altra scuola se ci tieni. Ma io non ti insegnerò più nulla. Non ti azzardare a ripresentarti a lezione.”

Cacciato…cacciato dalla palestra.

Kenji prese fiato e con lo sguardo rivolto ostentatamente verso il basso prese ad avanzare verso l’uscio. Si richiuse la porta alle spalle.

“Contaci!”

  
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