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Autore: smolderseyes    20/12/2012    1 recensioni
Lucia era una ragazza come tutte, e come tutte aveva un sogno chiuso in un cassetto che aspettava solo di essere aperto.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lucia è una ragazza normalissima. Per normalissima intendo che anche lei, come credo tutte, non aveva grande autostima di sé, non si credeva mai abbastanza per gli altri anche se in realtà era bellissima. Frequentava la seconda liceo e quella mattina aveva programmato di alzarsi quindici minuti prima per ripassare latino dato che l’avrebbero interrogata in prima ora. Dopo essersi preparata, indossava un paio di jeans, una maglietta con la scritta ‘don’t give up’, prese di corsa lo zaino e uscì di casa abbastanza frettolosamente, voleva riuscire a prendere l’autobus abbastanza presto così da arrivare prima a scuola e ripassare. Si lo so che Lucia potrebbe sembrare un po’ troppo fissata con lo studio ma quell’interrogazione avrebbe deciso un bel po’ di cose, infatti se fosse andata bene non avrebbe avuto il debito, ciò significava un’estate libera da impegni ma soprattutto poter accettare quella proposta della zia di andare a stare con lei due settimane a Londra. Arrivò quella fatidica prima ora e arrivò anche il momento dell’interrogazione. Passata l’ansia iniziale andò bene e non appena la prof le comunicò che era riuscita a recuperare un sorriso le invase il volto, le brillavano perfino gli occhi dalla gioia. Poteva partire, poteva andare a Londra la città dei suoi sogni. Passarono circa due settimane, le scuole finalmente si erano chiuse, le valige erano pronte e anche il biglietto per partire era stato comprato. quella stessa mattina avrebbe preso il volo delle nove e trenta. Entro mezzogiorno sarebbe stata a casa della zia. Non ci poteva credere, ancora non riusciva a crederci che stava per realizzare il suo sogno. La mamma però l’aveva avvertita che non avrebbe potuto passare le sue giornate a visitare la città, avrebbe dovuto aiutare la zia come cameriera nel suo bar. Questo a Lucia non dispiaceva affatto: avrebbe potuto fare nuove conoscenze e con i soldi delle mance levarsi qualche sfizio.
Il viaggio sarebbe durato circa due orette ma la musica l’avrebbe fatto durare un attimo. Si, Lucia amava la musica, ogni genere di musica ma i suoi artisti preferiti erano gli One Direction, una band nata da poco che in pochi conoscevano ma che lei amava. All’aeroporto londinese la aspettava la zia impaziente di riabbracciare la nipotina che non vedeva da tanto. Dopo saluti, abbracci e qualche lacrima di gioia le due si incamminarono verso casa. Il tempo di disfare le valige, mangiare un boccone che Lucia era già fuori di casa. Voleva vedere quella città che tanto aveva sognato, per cui aveva riempito le pareti della camera di poster; sapeva però che quella sera avrebbe già iniziato a lavorare e quindi non doveva attardarsi troppo. Mentre stava contemplando una vetrinetta assai strana in cui c’erano delle piccole statuette del Tower Bridge assai deformate, guardò l’orologio. Era tardissimo, doveva correre. A quell’ora però le strade erano diventate caotiche, piene di gente e ogni due per tre Lucia rischiava di inciampare o cadere addosso a qualcuno. Arrivò a casa tutta sudata ma solamente con qualche minuto di ritardo. Dopo una supersonica doccia, indossò l’uniforme (una maglietta rossa abbinata con un paio di jeans neri abbastanza attillati da indossare con un grembiule bianco) e uscì di casa. Il bar si trovava a pochi metri da casa e non fu difficile trovarlo. La zia le spiegò che il suo compito era quello di andare dai clienti e chiedere cosa desideravano consumare, le raccomandò soprattutto di farlo con molta gentilezza anche se il suo interlocutore sarebbe stata la persona più sfacciata del pianeta. Iniziò il turno e tutto sembrava filare liscio finché vide entrare un gruppo di tre ragazzi che non si sarebbero potuti definire ‘un bell’esempio’. Quando chiese cosa volessero ordinare questi le risposero in malo modo e la iniziarono a prendere in giro. Lucia non riusciva a sopportarlo ma ricordandosi delle parole della zia cercò di mantenere la calma e chiese nuovamente cosa volessero ma non ottenne risposta, solo insulti. Intanto da una porta sul retro un ragazzo dai capelli castani e gli occhi verdi era entrato nel locale e si era seduto al bancone, aveva visto tutta la scena dall’inizio. Quando i ragazzi incominciarono a urlare pesantemente contro Lucia, il ragazzo castano non poté più rimanere solo a guardare. Si alzò e prese le difese della ragazza, intimò ai tre di andare via dal locale o ‘sarebbe finita male’. Lucia era colpita dall’atteggiamento del ragazzo. riuscì solamente a mormorargli un ‘grazie’ che lui lasciò il locale. Tornata a casa, ripensò al volto di quel ragazzo, le sembrava un volto familiare ma l’aveva visto solo per qualche secondo, non riusciva proprio a capire chi le ricordasse.
   
 
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